UNA SFIDA AFFASCINANTE

UNA SFIDA AFFASCINANTE

Un viaggio alle origini della ritualità libero muratoria

di  Antonio Caldarella

E se si ritenesse di dover dare costruzione e organicità all’investigazione di natura storico-esoterica sulle origini dell’attuale impronta ritualistica delle maggiori Obbedienze e delle relative Istituzioni Iniziatiche, nel divenire di Rituali e di Gradi esoterici la cui articolazione attuale non manca di apparire in qualche modo disorganica e di non immediata interpretazione? Quali relazioni intercorrono tra i C.d. “3 Gradi del Craft” della Massoneria Azzurra, incluso il “completamento dell’Arco Reale e il C.d. “Grado laterale” o “side Degree” del Maestri Muratori del Marchio? Quale disegno complessivo lega le rispettive Leggende tradizionali? Come si è addivenuti storicamente all’attuale assetto ritualistico adottato dalla UGLE?

Molto spesso, quando si decide di affrontare sfide importanti, che presentano quale altra faccia il fascino del rischio per il fine di un miglioramento della propria o dell’altrui condizione, sia essa individuale o collettiva, sarebbe bene avere contezza di due esatti punti, che insieme a un altro elemento di natura meccanica possono fornire quello che in fisica si potrebbe definire come “sistema di riferimento”. Tali due punti sono: un inizio e una fine, gli estremi di un segmento che, insieme a un terzo punto di osservazione, non solo sono atti a delimitare un campo d’azione, ma sono altresì capaci di fornire prospettiva e ancor di più un’intima coscienza del viaggio che si è deciso di affrontare.

Se la sfida di una ricerca storico-esoterica è l’inizio di un cammino, occorre d’altra parte definire con chiarezza quale sia lo scopo, affinché si possa realizzare una prospettiva di percorso, all’interno del quale riuscire a immaginare uno sviluppo coerente. Appunto la “coerenza” dei contenuti rispetto allo scopo e alla prospettiva rappresenta forse il tema più delicato del lavoro che potrebbe trarre origine dall’incipit di questo documento, una vera e propria “Sfida affascinante”.

Assumendo che il sistema della Massoneria Inglese sia e rimanga il nostro “ambito di riferimento”, considerato altresì che tale ambito offre la possibilità di spingersi oltre i confini di un rituale per proseguire nella ricerca di qualcosa che si ritiene di non avere avuto l’opportunità di trovare nei primi 3 Gradi della C.d Massoneria Azzurra, altrimenti detti “3 Gradi del Craft”, tutto ciò posto: è lecito chiedersi se l’insieme di questi primi 3 Gradi, il C.d. “Grado di Completamento” costituito dal Sacro Arco Reale e i c,d, “Gradi Laterali” (quali in primis quello del Maestro Muratore del Marchio) costituiscano mosaici di un unico disegno allegorico-simbolico-esoterico, funzionale agli scopi dell’ordine iniziatico che la Libera muratoria da noi interpretata ambisce a rappresentare?

E ancora: esistono, aldilà di ragioni storiche più o meno complesse e di una certa dinamica evolutiva fisiologica, delle specifiche motivazioni di altra natura che possono spiegare l’attuale intreccio di rituali e un senso di progressione iniziatico che si presenta sfuggevole e di difficile lettura anche per i Fratelli più esperti?

E ancora: come si combinano tutti questi elementi con l’assetto amministrativo degli Ordini Massonici che governano la comunione libero muratoria regolare alla quale la ns. Obbedienza si riferisce.

Ecco, trovare una risposta credibile, sostenuta da valide argomentazioni speculative e da solide basi documentarie, che possibilmente presenti riconoscibili tratti di originalità rispetto al mare magnum di ricerche attingibili nell’universo degli studi esoterici a carattere massonico, sarebbe lo scopo di questo ambizioso, quanto complesso, quanto affascinate Lavoro di Ricerca, che intreccerebbe temi di tipo storico con altri fondamentali di tipo esegetico-ritualistico, per trovare un senso compiuto in un fine ultimo che ha nel carattere iniziatico della nostra appartenenza la sua qualità superiore e distintiva.

Come ogni lavoro di ricerca che si rispetti sarebbe comunque necessario enunciare una tesi e una correlativa ipotesi, perché l’architettura del Lavoro possa strutturarsi e dal quale dipanare gli studi necessari a dare sostanza al percorso e senso alla sua prospettiva.

Tesi e Ipotesi

“Esiste un disegno esoterico complessivo al quale si possono riferire le origini del fenomeno sociologico a carattere filosofico-speculativo che chiamiamo Libero-muratoria e tale disegno si struttura per mezzo di riti concepiti in guisa da sviluppare il senso di una progressione coscienziale manifestata mediante il riconoscimento di ‘Gradi Esoterici’. Tali riti, organizzati nel più ampio spettro di una ritualità sequenziale, si servono di leggende tradizionali per ‘accompagnare’ allegoricamente il senso intuitivo dell’lniziato verso l’intima assimilazione dei contenuti esoterici che, in quanto tali, invece sono ‘celati’ dal simbolo che essi contengono. In particolare, nel sistema della ‘Massoneria Britannica’, i gradi esoterici del ‘Craft’, dell’Arco Reale e del Marchio possono essere ricondotti a un intreccio funzionale a sviluppare un percorso iniziatico organico di sostegno allo sviluppo di quella conoscenza intuitiva di cui il Libero-muratore si avvale per pervenire all’intima realizzazione del sé, ossia alla gnosi.”.

Questa potrebbe essere la tesi del Lavoro e, se questa tesi fosse ammissibile e non giudicabile quale presuntuosa, la correlativa ipotesi potrebbe essere così formulata.

‘La genesi e lo sviluppo del fenomeno libero-muratorio come conosciuto nell’era moderna, a partire dai fatti del XVIII secolo, si sono evoluti secondo processi di continua mediazione tra la spinta verso attuazione progressiva di un percorso iniziatico-esoterico organico e perturbazioni di natura sociologica, in parte di natura endogena al movimento massonico originario e in parte eterodiretti sotto l’influenza degli accadimenti del contesto socio-politico-economico delle relative epoche storiche. L’attuale assetto ritualistico del sistema ‘regolare’ britannico, riflesso dall’eterogeneità delle architetture amministrative al suo interno rinvenibili – nel confronto tra le Obbedienze d’Inghilterra, Scozia e Irlanda – è pertanto la sintesi storica di tali dinamiche evolutive, dominate dall’alternanza di fasi aggregative e altre di segno opposto che, in cambio di una relativa stabilità degli assetti di governo hanno fatalmente ceduto terreno sul fronte della coerenza e dell’organicità – almeno apparente – del sistema esoterico-ritualistico.”.

Una particolarità che sembra emergere con forza e chiarezza dalle formulazioni di tesi e ipotesi è che il tema generale del Lavoro possa facilmente apparire molto più banale di quello che in realtà si ritiene essere. Basta infatti conoscere i più diffusi rituali dei gradi esoterici chiamati in causa per rendersi conto che un disegno complessivo deve esistere, poiché al contrario sarebbe del tutto deludente assumere che la loro concezione sia ispirata da processi isolati e autoreferenziali. E d’altronde la quantità enorme di convergenze rinvenibili tra dottrine filosofiche sviluppate in tempi e luoghi anche estremamente distanti tra loro, richiamabili quali fondamenti originari e originali del pensiero libero-muratorio,  lascia intendere che i processi fondativi del XVIII secolo siano il risultato di una spinta identitaria basata sulla sintesi, per quanto complessa. di tale immenso patrimonio speculativo.

Altro corollario significativo di tali enunciazioni è che i due grandi temi di ricerca rispetto ai quali fare luce al fine poi di trovare la sintesi sperata sono: l’aspetto ritualistico e la prospettiva storica, quest’ultima da valutare secondo almeno due dimensioni. Da una parte, infatti, l’analisi storica deve considerare tanto l’approfondimento statico delle condizioni che hanno determinato gli accadimenti salienti nelle rispettive epoche, quanto le dinamiche che hanno orientato il susseguirsi di tali accadimenti in parentesi temporali via via più ampie. L’altra dimensione di analisi non può che essere funzionale alla comprensione dell’influenza che su tali accadimenti salienti hanno esercitato gli elementi socio-politico-economici delle varie epoche esaminate.

Riguardo la dimensione ritualistica della ricerca, è bene rilevare che muoversi all’interno di uno spazio così ampio, la cui cornice non è sempre ben definita, è cosa particolarmente ardua, motivo per cui sembra di fondamentale importanza in questa fase ricorrere al metodo quale viatico di riduzione di una elevata complessità. E con metodo, pertanto, è utile partire dal richiamo al concetto fondamentale di Libera-muratoria  al quale possiamo in ogni momento richiamarci quale bussola atta ad orientare il cammino di ricerca.

                                                                                                                                                                                                           

Per il modo d’interpretare la Libera-muratoria  proprio della GLRI, la Massoneria è l’ultima, in ordine cronologico, delle scuole sapienziali che da tempo immemore guidano l’uomo nel suo percorso di ricerca e sviluppo coscienziale verso la realizzazione del principio vitale da cui origina e verso cui tende a fare ritorno. Questo approccio riconduce in modo pressoché immediato a valutare i concetti fondamentali rispetto ai quali marcare i punti cardine atti a delimitare lo spazio della ricerca: Tradizione ed Esoterismo Iniziatico. E la combinazione dei concetti di “Tradizione” e “Iniziazione” delimita efficacemente lo spazio di ricerca speculativa della corrente dei C.d. “perennialisti”, ovvero studiosi esoteristi aderenti al motivo della “Philosophia Perennis”, ossia la pura metafisica nelle antiche Tradizioni, che riguarda la ricerca del principio delle cose nel conseguente anelito alla conoscenza di Dio. È una espressione coniata dal teologo agostiniano Agostino Steuco (De perenni philosophia, 1540) riprendendo motivi di Marsilio Ficino e Giovanni Pico della Mirandola, il cui pensiero si coagula attorno al presupposto della presenza di un nucleo comune di verità in tutta la storia della filosofia e in tutte le religioni (dai testi della tradizione ermetica fino a Platone e ai teologi cristiani).

Studiosi quali René Guénon, Edouard Schuré, Frithjof Schuon, Ananda K.Coomaraswamy, Titus Burckardt, Julius Evola, detti appunto “perennialisti” o più comunemente “tradizionalisti”, hanno dato forma a un pensiero originato dagli studi di autori quali Louis Claude de Saint Martin (si legga in tal proposito i libri Degli Errori e delle verità e Tavola Naturale), di Friedrich Kleuker (il testo Magikon) e Antoine Fabre d’Olivet, (l versi aurei di Pitagora), che tutti si ritrovano attorno ad alcuni punti cardine:

  1. Esiste una Filosofia Perenne, una Tradizione primordiale che l’uomo non ha generato, ma ricevuto. Questa tradizione si è incarnata agli albori della storia umana, in comunità e società tradizionali, dove ogni uomo si relazionava agli altri in base all’appartenenza a determinate caste, rappresentative dell’inclinazione o patrimonio spirituale dello stesso.
  2. Le singole tradizioni altro non rappresentano che incarnazioni della Tradizione Universale e Perenne, o membra disgiunte della stessa. Il compito dell’esoterista è quello di ricercare gli spezzoni della Tradizione Universale, occultati nelle singole tradizioni, in modo da ricomporre il mosaico perduto.
  3. La tradizione è aggredita da agenti e fattori riconducibili alla globalizzazione, alla perdita di valori, ed ad agenti contro-tradizionali che si incarnano nella società moderna, profondamente antitradizionale. Spesso tale assunto comporta che il perennialista si senta investit
  4. o4. L’esoterismo altro non è quanto di nascosto nelle singole tradizioni, o membra disgiunte della Tradizione Universale.

E al fine di riconnettere i due concetti di Tradizione e Iniziazione, assunto il fine del Liberomuratore sia proprio quello di sviluppare le proprie facoltà “mentali” al massimo livello e per questa via accedere alla dimensione trascendentale della completa realizzazione e liberazione dalla condizione umana al fine del ricongiungimento con il Principio divino, il metodo che consente di realizzare questi scopi è il Rito, tanto nella sua espressione simbolica (e anche allegorica nel caso della ritualità massonica, che si serve di leggende C.d. tradizionali per sviluppare il rituale iniziatico e in esso incastonare il simbolismo e amplificarne l’efficacia evocativa), quanto in quella cerimoniale, per realizzare al meglio il fine trasmissivo invocato da René Guénon quale uno degli elementi salienti atti a qualificare il processo in cui l’Iniziazione rituale (e virtuale) si sostanzia.

Non a caso, infatti, una delle più antiche definizioni del fenomeno massonico si basa sulla doppia funzione di allegorie (che illustrano) e simboli (che velano) (concetti che nel corso del nostro Lavoro ci produrremo a ribaltare come già in precedenza notato) riguardo l’ordine morale, le une costituenti il vettore del contenuto esoterico intrasmissibile l, gli altri per stimolare la facoltà primaria che può condurre l’Uomo risvegliato a se stesso sulla via (iniziatica) verso la sua completa realizzazione. Tale facoltà primaria corrisponde al concetto d’intuizione intellettuale o conoscenza intuitiva, “l’organo della conoscenza immediata, vale a dire l’intelligenza pura, che va oltre la semplice ragione, una conoscenza ‘metafisica’, ‘sovra-individuale’ e ‘sovra-razionale’, in pratica un’operazione della mente tramite cui i risultati dell’intelligenza vengono ottenuti senza l’impiego dell’intelligenza”.

Così, pertanto, lungo lo sviluppo di estrema sintesi che ci ha condotto dal concetto base di Liberamuratoria alle strumentalità del Rito rispetto all’lniziazione virtuale, passando per il ruolo della

Tradizione e delle Tradizioni quale collante e

dorsale di principio nello sviluppo di questi argomenti, ora si possono meglio affrontare le questioni che attengono all’evoluzione dei rituali e della ritualità massonica.

Il primo punto che è essenziale affrontare riguarda la necessità di sfatare una serie di false convinzioni che spesso s’ingenera nella percezione del Libero muratore non esperto e abituato a lavorare ritualmente sulla base di un singolo testo per ciascuno dei suoi gradi di appartenenza, con riferimento particolare all’adozione del Rituale Emulation nel contesto della Massoneria Azzurra. La prima falsa convinzione è che il principio di “regolarità” di un’Obbedienza, ossia il “riconoscimento” dell’Obbedienza in questione da parte della United Grand Lodge of England, sia collegato al rito adottato. In verità, la condizione essenziale affinché due o più Obbedienze si riconoscano reciprocamente è l’adesione a quella serie di principi morali ed etici fondamentali riferiti comunemente come Landmarks, utilizzati dai padri della moderna Liberomuratoria quali (appunto) elementi di delimitazione di un perimetro concettuale all’interno del quale riconoscere tutto ciò che può essere definito tale in contrapposizione con tutto ciò che ne rimane al di fuori[1].

 

La seconda falsa convinzione è che il ritualismo massonico “regolare” sia riconducibile ai più comuni riti utilizzati nel Craft e nell’Arco Reale. Ebbene, basti notare come solo nel sistema britannico i rituali adottati sono ben più di 50, mentre il numero cresce secondo vari ordini di grandezza se lo spettro viene esteso anche all’effervescente produzione ritualistica che ebbe luogo nel XVIII secolo, proprio in concomitanza con i processi di formazione e strutturazione ritualistica e amministrativa del moderno sistema massonico che oggi tutti conosciamo e viviamo. Se infatti alcune milestone fondamentali possono essere poste in corrispondenza di precisi periodi, quali la metà del 1720 in cui venne introdotto il terzo Grado del Craft con la sua potente, immaginifica quanto teatrale leggenda hiramica, oppure gli albori degli anni ’40 dello stesso secolo in cui si collocano le prime formazioni del Sacro Arco Reale, che ritualisticamente ereditava già svariati spunti da riti diffusi nei precedenti decenni, è opportuno notare come fino al periodo di riunificazione delle grandi logge inglesi e la successiva standardizzazione ritualistica convogliata in particolare nell’Emulation e nello Stability nel decennio immediatamente successivo (1813 – 1823), quale sistematizzazione delle forme ritualistiche che nel precedente secolo e mezzo si erano sviluppate in forma perlopiù catechetica, la proliferazione di rituali è stata impressionante. La maggior parte di questi riti include una struttura dai tratti comuni; si sviluppano cioè a partire dai 3 Gradi del Craft per poi da qui muovere per esplorare il Grado del Maestro Scozzese, come nel Rito di Stretta Osservanza, nel Rito di Filalete e nel Rito di Melissino. Dagli Early Obscure Rites, quali l’Ordine del Palladio fondato a Parigi nel 1737, l’Ordine delle Amazzoni fondato in Sud America nel 1740, l’Ordine del Architetti Africani fondato nel 1765, il Rito dei Sublimi Eletti della Verità fondato nel 1776 come il Rito Scozzese Filosofico, ai riti Giacobita e dei Temi Templari, per proseguire con il Rito di Stretta Osservanza e il Rito di Elus Coens ( o dell’Eletto Sacerdozio), per giungere al Rito Egiziano di Cagliostro passando per lo Swedenborg e il rito di Zinnerdorf, molte di queste esperienze non sono sopravvissute al loro fondatore, ma rimane certamente d’interesse investigare la natura esoterica di alcuni di essi al fine di comprenderne la mistica e le connessioni con la ritualità che si sarebbe successivamente strutturata, formalizzata e standardizzata. I processi evolutivi della ritualistica, al contempo, non possono essere analizzati e intrepretati se non alla luce dei fenomeni evolutivi del corpus libero-muratorio che li concepiva, adottava e diffondeva. Le dinamiche fondative e di sviluppo della proto-libero-muratoria e del primo secolo successivo alla convenzionale milestone del 24 giugno 1717, data di fondazione della Gran Loggia di Londra e Westminster, sono molto difficilmente tracciabili, i cui vettori erano gli stessi membri che, costituenti cellule primigenie aggregate attorno a un rito, individualmente e/o in piccoli gruppi, si muovevano creando relazioni e diffondendo su porzioni di territorio anche ampie la ritualità, dando vita per gemmazione a nuove Logge, tutto ciò in assenza di vere e proprie Obbedienze e pertanto anche di documentazione storica. La stessa ritualità si è tradizionalmente per lo più diffusa per via orale e sviluppata localmente all’interno della Loggia che adottava quel particolare rito (si pensi che la prima vera stampa ufficiale del Rituale Emulation risale solo al 1969). E andando ulteriormente a monte del rito, non si può non fare riferimento alle teorie evoluzioniste che connettono• l’origine della Massoneria moderna alle Gilde di Muratori Operativi e pertanto ai C.d. Old Charges, ossia 120 (alcune fonti ne quotano 131 [2]) manoscritti dei quali i più antichi sono il Regius (1390) e il Cooke (1410) e almeno 20 compilati tra il 1583 e il 1717 [3]. Tali documenti sono veri e propri regolamenti, con una struttura grossomodo standard, contenenti i “Doveri” ai cui i Muratori erano obbligati a sottostare nella realizzazione degli edifici (ndr. La Leggenda di York è tra l’altro parte di questi manoscritti). Nel periodo 1540 – 1580 s’ipotizza la stesura di uno dei più significativi di questi documenti, il Grand Lodge n.l MS, che riproduce in gran parte il Manoscritto Cooke con alcune importanti varianti, che lo rendono indiziato di costituire un vero e proprio proto-rituale. Per lo svolgimento di uno degli eventi più significativi nella ricostruzione storica delle origini della Muratoria Speculativa, ossia l’lniziazione dell’antiquario Elias Ashmole, avvenuta il 16 ottobre 1646 c/o la Loggia di Warrington, venne utilizzato lo Sloane n.3848, un documento molto simile al Grand Lodge n.l MS.

Gli esempi però di pluralismo ritualistico non si fermano di certo al contesto del Craft, poiché anche riguardo il Sacro Arco Reale oltre il Rituale più comune, ossia l’Aldersgate, se ne contano numerosi altri, come il Rituale di Bristol, il Rituale del Sacro Arco Reale del Domatic Chapter of Improvement, il Rituale del Supremo Ordine del Sacro Arco Reale dello Standard Chapter of Instruction et al…

Altra utile considerazione circa l’evoluzione della ritualità per come essa è oggi conosciuta riguarda il richiamo a una caratteristica che in molte occasioni di Lavori Rituali viene stigmatizzata senza purtroppo essere molto approfondita: la connessione tra ritualità e teatralità, che ricondurrebbe rituale e teatro nella stessa categoria, quella dei giochi di rappresentazione.

Da quanto fin qui esposto sembra emergere con chiarezza che laddove le assunzioni di tesi e ipotesi fossero condivise, la necessità di mettere a fuoco un quadro d’insieme della genesi della ritualità liberomuratoria secondo una prospettiva laterale dovrebbe coerentemente condurre a sviluppare un lavoro di ricerca di portata significativa, sfidante e, appunto, parimenti affascinante.

I pericoli? Certamente il rischio di scadere nella ridondanza e nella banalità su tutti, ma infine il rischio più grande, ossia l’impossibilità di ottenere quanto desiderato e, chissà, con la possibilità che il percorso in sé possa al termine rivelarsi esso stesso una sfida vinta, all’insegna della buona vecchia “serendipità”, della quale potrebbe scoprirsi in questo modo un’eventuale inattesa chiave esoterica.


[1] Cfr. FREEMASONRY : Landmarks and Old Charges del R.W.Bro. Daniel Doron, tratto da www.freemasonsfreemasonry.com/doron.html

[2] Cfr. FREEMASONRY : Landmarks and Old Charges del R.W.Bro. Daniel Doron, tratto da www.freemasons-

[3] Cfr. Fabio Venzi “Massoneria Teorie Sulle Origini”,

Atanòr 20201 da pag 67 “11 Mistero Degli Old Charges”

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