di
Vittorio Vanni
Il nostro tempo ci fa assistere, con amaro sgomento, allo straripare della moda “occultistica” e a conseguenti pratiche pseudo-stregoniche, che, in soggetti psichicamente deboli, che sono le vittime designate di ciarlatani e prevaricatori, possano favorire l’insorgere di turbe mentali o, comunque, di stati di angoscia e di plagio.
Se è ben vero che fra ingannato ed ingannatore vi è sempre una sorta di complicità perversa, che è difficile superare, vi è, fra i doveri tradizionali dei Massoni, quello di intervenire, qualora sia possibile, contro la corrente del male.
I soggetti di questa antica e oggi rinnovata forma di malvagia stregoneria, sono una genia piena di cinismo, di egoismo dispregiante qualsiasi benevolenza e compassione umana, tanto più nella considerazione che i loro soggetti sono espressione piena della dolente e debole umanità dei nostri giorni.
La difficoltà di quest’opera non è certamente I ‘ azione contro questa razza di pseudo-maghi, considerando la naturale e conseguente vigliaccheria della loro mentalità, e considerando soprattutto che nonostante la mala fede ed il cinismo questi figuri sono più superstiziosi dei loro stessi clienti e qualsiasi elementare procedimento psichico li può terrorizzare, quanto la sostituzione del supporto che rappresentavano comunque per le loro vittime.
Colui che si rivolge al ciarlatano nel tentativo di risolvere le proprie difficoltà purtroppo ha quasi sempre affinità psicologiche (anche se inverse) con il ciarlatano stesso e la paura che nutre nei suoi confronti non gli impedisce nel contempo una torbida ed a volte insormontabile fiducia.
Questo fa sì, in genere, che il ciarlatano ha più successo ed è più efficace quanto più sia rozzo e volgare. Con questi soggetti intervenire è spesso inutile, anche se un tentativo è comunque doveroso. Nei rari casi in cui la personalità dei soggetti è recuperabile, l’intervento crea una pericolosa forma di transfert nei confronti dell ‘ operatore, per cui è necessaria un ‘infinita pazienza per convincere che nessuno può risolvere i problemi di vita, sia pratici che psicologici, di un’altra persona, senza perlomeno un’attiva e tenace collaborazione.
E’ sconsigliabile qualsiasi tentativo di operare con procedimenti magico-rituali alla presenza del soggetto, in quanto da un punto di vista sottile le sue componenti astrali sono certamente fragili ed alterabili come quelle psicologiche e qualsiasi tipo di intervento potrebbe essere negativo.
L’unica modalità è la costanza della presenza morale e psicologica, lo smantellare gradualmente, attraverso la logica ed il ragionamento razionale le incredibili superstizioni che in genere questi soggetti hanno appreso dai ciarlatani, il ricostruire una personalità sulle basi della libertà interiore, della volontà attiva e dell’ accettazione responsabile delle proprie difficoltà esteriori ed interiori come ineluttabili componenti della condizione umana.
Più grave ed irrimediabile è il caso di personalità più forti ed intelligenti, ma interiormente mal equilibrate o degenerate, che, partendo dalla volgare stregoneria ciarlatanesca, credono di evolversi in più sofisticate avventure intellettuali ed operative esponendosi all’influsso di psichismi deteriori, da cui non si sottrae se non attraverso una costante armonia interiore e l’equilibrio spirituale.
Il primo passo di queste personalità è l’ accesso ai circoli spiritici, nei quali si ha una candida (quando non interessata) fiducia nelle pretese rivelazioni ed insegnamenti di entità degnantesi di mostrare le verità nascoste.
Ma non vi è verità per l’uomo, se non quella personalmente sofferta, meditata ed infine guadagnata con il dominio e I ‘ equilibrio di se, lo studio e I ‘ ascesi intellettuale. Ciò che queste pretese entità possono donare apparentemente, prendendo in cambio i preziosi succhi fisici, animici e spirituali dei partecipanti, è di gran lunga inferiore a ciò che si può apprendere da un libricino in un angolino, anche se in ciò è richiesto un minimo sforzo mentale.
Un ulteriore passo di queste personalità a volte brillanti, ma nel contempo mediocri, consiste nella loro velleità di bussare con insistenza alla porta dei pochi Ordini Iniziatici sopravvissuti alla nostra età, e che dovrebbe rimanere eternamente chiusa di fronte alla profanità dilagante.
Purtroppo qualche volta questa porta viene aperta dai profani che sono dentro e che dovrebbero esser respinti con forza là dove è il loro posto, perché è oggi sempre più urgente e doveroso prendere le distanze da coloro che nel loro gracchiare superstizioso perché ignorante, si vestono delle bianche piume dell ‘ iniziazione, e delimitare a segni sempre più chiari l’essenza e la portata delle metodologie iniziatiche. Nella ritualità massonica, come nel suo insegnamento esoterico, oggi tanto più importante quanto più, a volte, dimenticato, non vi è niente di ” occultistico “, ma solo, secondo la terminologia di un antico Maestro, l’ esistenza di una “Chose”, ineffabile quiddità che non è possibile rivelare attraverso la parola, e che viene trasmessa con un metodo che permette I ‘ affinarsi progressivo di quella sensività intuitiva il cui grado e qualità sono eminentemente personali ed interiori.
La riservatezza di questi metodi di realizzazione deriva da una secolare esperienza di incomprensioni e persecuzioni e dalla necessità di esposizione graduale e selettiva di una dottrina che non si basa su affermazioni dogmatiche ma su allusioni ed analogie. Fondamentale è il concetto dell’unità dell ‘uomo con la natura ed il piano divino, unità che l’uomo può realizzare in se lottando con l’ illusione della separazione e con ciò che è effettivamente negativo e separativo. Questa via non è percorribile attraverso il gusto del fenomenico o delle pratiche magiche egoiche, che esaltano e gonfiano la personalità dell’operatore fino all’ossessione psichica, al plagio dei propri simili più deboli, all’evocazione dei mostri del subconscio senza risalita all’Io cosciente e volitivo ed alla corrente del bene.
Se la meta dell’iniziazione sono il risveglio e la conoscenza, questi non potranno essere raggiunti ne attraverso la scimmiottatura rituale di gruppuscoli occultistici nati dalla decomposizione di un corpo sociale decadente ne dalle pseudo-rivelazioni di pseudo entità sublunari.
Ogni rito, ogni forma, ogni cerimonia è il necessario girello con cui trasciniamo il nostro spirito ancora infantile, attraverso la difficile e faticosa ricerca della maturità e del completamento, fino a che la nostra volontà imparerà a camminare con le sue proprie gambe.
Vera magia è quella dell ‘ arte che segue ed anticipa il cammino della natura, l’ alchimia infinita dell ‘uomo che trasmuta se stesso in se stesso; ancor più quell’amore tanto più invocato quanto meno sentito, fuoco che sa bruciare la brama dell’ego separante l’uomo dall’uomo e dalla natura.
Con chi si avvicina alle grandi correnti iniziatiche per l’avventura della ricerca del se, in buona fede ed interiore umiltà, abbiamo il dovere di condividere il nostro duro pane spirituale.
A questi vogliamo dire che se abbiamo scelto la via massonica è perché l’ abbiamo sentita congeniale ed affine a noi stessi, ma che non crediamo che sia unica, indispensabile e perfetta, così come non sono stati e non sono perfetti coloro che nel passato e nel presente l’hanno perseguita e tramandata.
Ma vi è comunque un’ incredibile abbondanza di bellezza, sapienza e verità in questa via, che difenderemo ancora più aspramente contro la superficialità e la profanità dei tempi, perché non vogliamo rappresentare lo specchio in cui si riflettano i drammi, le frustrazioni, le insufficienze, le illusioni, le brame di una società che ha perso la fede nel razionale, ma non ha ancora imparato ad avvicinarsi allo spirito se non attraverso la superstizione, l’ ignoranza e la stupidità.
Ma poiché crediamo nella reintegrazione universale quando i tempi dello spirito ritorneranno, questa difesa sarà benevolente ed anche fraterna verso coloro che non sanno quello che fanno.
Ma a coloro, invece, che ben sanno quello che fanno, agli emissari dell ‘ombra e della contro–iniziazione, sapremo ben indicare quel sole invitto che dissolve la putredine nel fulgore di fuoco della sua luce.
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