ALBERI, FRUTTI E FELICITÀ
La parola felicità è legata etimologicamente agli alberi.
I latini, infatti, indicavano con arbor felix (albero o pianta felice) l’albero rigoglioso che dava abbondanti frutti.
Poi il termine ha allargato le sue radici, andando a designare anche uno stato d’animo umano.
Forse il più prezioso e raro.
Come amo ripetere duranti i miei corsi e le mie conferenze, la mia personale definizione di felicità si divide in tre momenti:
1. “Conosci te stesso”: si tratta di scoprire che tipo di albero siamo.
3. “Diventa te stesso”: una volta riconosciuta la nostra vera natura, si tratta di agire coerentemente ad essa e cominciare a produrre abbondanti frutti.
4. “Condividi te stesso”: questo dovrebbe essere il fine e lo scopo di ogni agire e il vero catalizzatore di felicità. Come ogni pianta o albero, anche noi produciamo frutti attraverso il nostro lavoro, che dovremmo destinare soprattutto agli altri e non unicamente a noi stessi.
La condivisione dei nostri talenti e delle nostre opere, la comunione di intenti e la collaborazione sarebbero le chiavi essenziali per crescere, diventare rigogliosi, fruttificare ed essere felici. Insieme.
MA in un bosco come tra gli esseri umani, esistono anche “piante parassite” svantaggiose che si dedicano a sfruttare un’altra pianta, succhiando linfa e luce per il loro sostentamento
e condannando l’albero a seccare.
Così come l’albero reagisce per difesa, così credo sia giusto e salutare tagliare certe relazioni e salutare 👋.
Del resto: ciò che è fatto è reso, in tutti i casi; azione-reazione.
Un sano e felice rapporto di scambio deve prevedere un mutualismo, cioè un’armonia tra il dare e l’avere, gratitudine, riconoscenza e prevedere uno spontaneo desiderio di ricambiare il frutto e il favore ricevuto.
Perché la felicità è come un girotondo di anime belle attorno ad un albero carico di frutti. E’ una meravigliosa giostra sulla quale giocare con gli altri e che può farci volare.
Ma ogni gioco ha le sue serie regole da rispettare, altrimenti sono pochi quelli che si divertono.
Roberto Zucchelli
Immagine: “Giro giro tondo”, “La grande giostra”, Giuliano Giuggio