Gran Loggia 2004 “
Gran Loggia 2004
“La città dell’uomo”
Allocuzione del Gran Maestro Gustavo Raffi
Gentili Autorità presenti, Signore e Signori, Carissimi Fratelli,
anche quest’anno, per la quinta volta consecutiva, il Grande Oriente d’Italia, conformemente a un proprio desiderio di continuo rinnovamento e nel rispetto della tradizione, sospesi i lavori rituali ed esoterici, apre le porte del suo Tempio per accogliere un numero sempre più crescente di rappresentanti delle Istituzioni e di cittadini che desiderano conoscere dalla viva voce del Gran Maestro, non solo il risultato della riflessione etico-morale prodotta dalla Comunione massonica, ma anche le sue considerazioni ed i suoi progetti rivolti alla costruzione di una società migliore e più giusta.
Per molti di voi, anche se non appartengono alla nostra Comunione, l’ingresso in un Tempio massonico non costituisce più una novità; per altri, e certamente non per pochi, data la crescita di affluenza a questa manifestazione pubblica, si tratta certamente di un momento molto particolare, spero indimenticabile. In ogni caso sappiate che il vostro essere qui “tra le colonne” è per noi tutti fonte di grandissima gioia. Questo, e in generale ogni Tempio massonico, è infatti per noi luogo di estrema importanza, giacché attraverso la sua complessa simbologia esso non solo rievoca l’antico Tempio di Salomone a Gerusalemme, ma costituisce un continuo strumento di ispirazione, una sorta di macchina o di teatro della memoria di ispirazione bruniana che, al di là di ogni sua parte, evoca una serie infinita di piani interpretativi e di richiami esoterici.
Per noi il Tempio rappresenta quel luogo dove i Massoni possono riunirsi in perfetta armonia, in quella che chiamiamo “catena d’unione”, ovvero in un contesto di sociabilità e di solidarietà umana ove, rispettosi delle molteplici differenze di religione, di estrazione sociale, culturale e politica, cerchiamo di educarci reciprocamente lungo la strada di un progressivo e sempre agognato perfezionamento interiore. Attraverso un continuo esercizio esoterico, i Massoni nel Tempio non celebrano riti satanici o contrari al senso comune, ma si attengono a un antico rituale, ispirato al lavoro delle più antiche corporazioni operative di maestri muratori e tagliatori di pietre, ovvero di corporazioni che, riunite in Logge, a un certo punto della loro storia, aprirono le loro porte anche a intellettuali, filosofi e uomini di scienza, i quali nell’arte della costruzione delle cattedrali trovarono un linguaggio simbolico adatto a significare l’ardua impresa che desideravano compiere, cioè quella di scolpire in ciascuno di essi un nuovo Tempio interiore. La forte propensione a costituire un rinnovato spazio di sociabilità, interreligioso, multiculturale e apolitico, da parte della Massoneria simbolica, ufficialmente costituitasi in Inghilterra nei primordi del ‘700, contribuì subito e in modo essenziale a elaborare e rafforzare le basi concettuali della moderna democrazia e del parlamentarismo occidentale; conformemente a tale tradizione, tale propensione tuttora rappresenta un esempio inderogabile. La nostra Istituzione che, non a caso, si colloca tra le Massonerie “regolari”, opera Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo; ossia essa non solo non è affatto atea o agnostica, ma pretende che tale divino principio sia accolto da colui che intenda appartenervi. La Massoneria, quindi, non solo non si oppone al concetto di Dio, né intende a priori razionalizzarlo in forma deista, ma non si oppone affatto né alla religione in generale, né in particolare a quella cristiana e segnatamente a quella cattolica.
Le leggende che tuttora circolano in merito all’ostilità della Massoneria nei confronti del Cristianesimo sono purtroppo fondate su malafede e ignoranza e talora su entrambe. Non a caso le regole fondanti della Massoneria universale sono state redatte da un pastore protestante e quindi ben difficilmente esse potevano risultare antitetiche allo spirito del Cristianesimo, visto poi che negli anni successivi anche i cristianissimi sovrani del Regno Unito ebbero modo di unire il governo della Chiesa d’Inghilterra a quello della Gran Loggia del loro Paese.
Ricordiamo, inoltre, come tra fine ‘600 ed inizi del ‘700 l’esistenza di Logge cattoliche, ben documentata, ad esempio, quella di Giacomo Stuart proprio presso il Vaticano, fu una realtà che purtroppo è nota solo agli studiosi. Come dimenticare allora che alla metà del secolo dei Lumi una parte non insignificante dell’esoterismo cristiano, tanto di segno protestante che cattolico, trovò proprio nella Massoneria uno spazio di dialogo e di dialettico confronto con altre correnti di pensiero, in un duetto tra Schwärmerei e Aufklärung che ha costituito una sfida intellettuale significativamente complessa e di profondo interesse anche per molti studiosi contemporanei? Tale realtà storica può forse essere ingombrante e spiacevole per alcuni, ma resta ineludibile, così come ineludibile è il fatto che per molta parte del XVIII secolo, e non solo, la storia della Massoneria universale si è strettamente intrecciata con quella del Cristianesimo; il fatto che ciò possa a taluni anche non piacere (o seriamente dispiacere), non riesce altresì a mutare la realtà e i dati della storia.
Ovviamente, molti di voi si chiederanno il “perché”, allora, di tante querelle , di tante sofferenze, accuse, invettive, polemiche e scomuniche. Per parte nostra vogliamo solo proporre alcune riflessioni, rimandando a opportune e più circostanziate considerazioni di carattere storico che non mancheranno in altre sedi, giacché la nostra Comunione si accingerà col prossimo anno a festeggiare in forma solenne e con una imponente serie di manifestazioni culturali, scientifiche, musicali e umanitarie, i suoi 200 anni di esistenza. Innanzitutto dobbiamo considerare la novità rappresentata dall’interculturalismo massonico, dalla sua capacità di unire Cattolici e Protestanti, di ammettere nel contesto di un’associazione europea, e quindi originariamente di estrazione e ispirazione cristiana, anche gli ebrei ed i musulmani, di saldare poi aristocratici, borghesi e ceti popolari in un progetto di emancipazione dell’umanità, in un’unica catena d’unione; dobbiamo ricordare inoltre che essa è stata veicolo propositivo di idee volte alla libertà di ricerca e di interpretazione della realtà, anche metafisica, spazio di libero confronto tra eguali, nonostante le differenze censuarie e religiose; di fatto tutto questo, nel quadro dell’Europa degli Assolutismi, certamente non poteva non creare un qualche sconcerto. Paesi più aperti e liberali, o semplicemente più illuminati, trovarono un modo per accogliere la Massoneria; la Chiesa Cattolica vi vide, invece, nel quadro specifico dell’Italia dell’epoca, un gravissimo pericolo, che ne minacciava non solo la fede, ma anche e soprattutto il potere politico e temporale. La storia d’Italia e della Chiesa nel nostro Paese ha poi segnato tante altre incomprensioni e tanti altri drammatici momenti, le cui ragioni storiche dovrebbero però essersi oggi esaurite.
Entrati nel XXI secolo, in un’Europa rinnovata e in presenza di drammi e sfide di proporzioni molto più temibili e serie, già da tempo e in modo chiaro noi precisiamo che le nostre finalità non hanno nulla di contrario alle religioni, né in particolare alla Chiesa Cattolica. Noi ci distinguiamo come Istituzione che dichiara di non possedere una verità, ma non ne neghiamo affatto l’esistenza; anzi, ci riuniamo proprio nella speranza di poterci avvicinare ad essa, né chiediamo a chi diviene Massone di rinunciare al suo “credo”. Il nostro essere “uomini del dubbio” non significa che intendiamo negare l’importanza della verità o di Dio che, per evitare designazioni teologicamente orientate e confessionalmente univoche, chiamiamo semplicemente Grande Architetto dell’Universo. La Massoneria, pertanto, non è una religione, ma una Comunione di uomini liberi, appartenenti a culti e fedi diverse; una Comunione che mediante una ritualità arcaica e iniziatica cerca di creare una comunione di ideali, di valori etici e spirituali e di educare i suoi membri al rispetto, alla tolleranza e all’amore fraterno. Non riusciamo, quindi, a comprendere come sia ancora possibile, se non per ignoranza o malafede, che si possa affermare che la Massoneria sarebbe incompatibile con il Cristianesimo, quando coloro che la fondarono furono tutti cristiani, oppure quando si asserisce che essa imporrebbe un razionalismo univoco, negatorio delle verità di fede.
Anche in questo caso gli equivoci sono molti: la Massoneria non chiede una professione di fede proprio perché non è una religione; se guardate il soffitto, anche di questo Tempio, vedrete che esso rappresenta una volta stellata. Infatti, il Tempio dei Massoni non è finito, completato; gli operai simulano di volta in volta simbolicamente la sua copertura, ma quest’opera non si compie mai poiché, al suo termine, la stessa Massoneria dovrebbe sciogliersi, avendo eseguito il suo lavoro, ovvero avendo conseguito la verità. Il suo compito quindi non è quello di sostituirsi alle religioni o di combatterle, ma di offrire uno strumento ulteriore, per chi se ne voglia liberamente servire, di educazione e di riflessione comunitaria, di dubbio critico e di ricerca; insomma: per chi possiede una fede essa è uno strumento in più.
Su questa strada la Massoneria si è direttamente battuta per la difesa di valori universali, contribuendo così alla redazione della Carta dei diritti dell’uomo, dando vita a organismi internazionali finalizzati alla difesa o al ripristino della pace, o altresì progettati per operare in tutti i modi affinché l’umanità resti al centro di un percorso di salvazione e redenzione, anche e soprattutto a partire dalle sue condizioni contingenti.
Con questo lungo prologo vi abbiamo accolto nel Tempio; un Tempio che è aperto a significare che la Massoneria è un’Istituzione che nei suoi quadri dirigenti, nelle sue finalità, nella sua progettualità non ha nulla da nascondere. Una Massoneria che si sente parte viva della società civile cui intende portare il proprio contributo di uomini e di idee. Ciò non significa che la Massoneria rinunci così alla sua tradizione, al suo esoterismo, alla sua ritualità, ma solo che tutte queste attività continueranno a svolgersi in un quadro istituzionale in cui il Grande Oriente d’Italia viene a distinguersi in Italia come l’unica Comunione massonica ad essere non solo regolare, ma soprattutto dotata di una sua precisa filosofia istituzionale nei rapporti con la società civile e con il Paese.
Noi non siamo affatto una società segreta, come alcuni ancora stentano a comprendere e non sempre in buona fede; solo la modalità di svolgimento di questa assise basterebbe a provarlo; ma se ancora si avessero dei dubbi, basterebbe allora guardare alle nostre pubblicazioni, alla nostra rivista ufficiale (Hiram), al nostro bollettino periodico (Erasmo notizie), ai nostri convegni ed alle pubblicazioni scientifiche che da essi scaturiscono, al nostro sito internet istituzionale , a GOI Radio , agl’indirizzari ufficiali, dai quali si evincono chiaramente i recapiti e le attività delle nostre sedi e articolazioni territoriali. Tutto è così pubblico che abbiamo anche chi, dall’interno, si sente messo a nudo e oppone resistenze. Intima resta, invece, l’esperienza iniziatica; quella conoscenza interiore, psicologica, esperienziale, fatta di ricordi, di sensazioni, di simboli e parole, di meditazioni e di riflessioni, di continua ricerca che sperimentiamo nei nostri rituali. Si tratta, insomma, per chi fosse a caccia di scoop , di qualcosa di inafferrabile.
La nostra Comunione emerge come una fenice da un passato recente in cui aveva perduto la capacità di dialogare con la società; tale passato è ormai alle nostre spalle, anche grazie ad una serie di svolte intraprese coraggiosamente che ci hanno reinserito nella storia. Stiamo infatti vivendo una primavera della Massoneria, la cui limpidezza nei messaggi, nei valori e nelle azioni è sotto gli occhi di tutti. D’altro canto, è certo che il Gran Maestro e la sua Gran Maestranza non lasceranno spazio ad alcuna deviazione, sebbene ammantata di pseudo-esoterismo.
La nostra Comunione non tollera né Logge coperte né club di “invisibili” maestri che come superiori incogniti, dotati di chissà quali qualità spirituali e doti occulte, possano giocare al monopoli del golpismo o dell’eversione, sia essa politica o degli affari. Non tollereremo neppure che qualcuno si possa baloccare “al grande gioco”, millantando un potere eccezionale, quel credito e quella forza politico-economica che non abbiamo né siamo interessati ad avere, perché contrastante con le nostre finalità.
Solo una Massoneria viva e partecipe della e nella società, una Massoneria spiritualmente colta, profonda per valori etico-morali, crescerà come Comunione unicamente interessata all’esoterismo, allo sviluppo della cultura esoterico-filosofica, latomistica e quindi esclusivamente dedita alla diffusione e promozione di tutti quei valori di tolleranza, libertà, uguaglianza, dialogo civile e fratellanza che ci accomunano.
Molti richiami alla segretezza del lavoro iniziatico, troppe invocazioni a presunte contro-iniziazioni profanizzanti, potrebbero, invece, mascherare il desiderio di una segretezza diversa, che non solo non ci interessa come Istituzione, ma che sarebbe oltremodo dannosa e che, pertanto, non sarà in alcun modo consentita.
Ricordiamo piuttosto l’impegno continuo del Grande Oriente d’Italia nella difesa dei diritti delle formazioni sociali; l’impegno della Massoneria affinché si scriva una legge a tutela delle libere associazioni, che l’Italia ancora non ha saputo darsi; ricordiamo inoltre l’impegno profuso dalla nostra Comunione in sede legale, avanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo affinché vengano eliminate norme illiberali contro la libertà di associazione e la privacy , ancora vigenti in alcune regioni italiane: norme che sono state chiaramente concepite ed elaborate per discriminare gli appartenenti alla Libera Muratoria Universale. Per queste leggi intolleranti lo Stato Italiano, che mai avremmo voluto citare in giudizio, se solo avesse dato udienza ed ascolto alle nostre considerazioni filosofiche e giuridiche, è già stato condannato; allo stesso modo la Corte Europea si è espressa contro quelle disposizioni che hanno colpito nella carriera alcuni magistrati colpevoli soltanto di avere aderito alla Massoneria, prima ancora che norme esplicite in materia fossero introdotte per affermarne l’incompatibilità.
Noi vogliamo chiarezza e offriamo chiarezza, piena, trasparente; non accettiamo però gratuite colpevolizzazioni, norme emarginanti o discriminatorie. In questo ci sentiamo difensori di una tradizione certamente garantista e liberale che altri invocano a parole, ma sembrano dimenticare quando si tratta di Massoneria. Riteniamo che una parte della battaglia sia da combattere soprattutto nel mondo della cultura e che queste forme di illiberalità giuridica vadano stigmatizzate, invocando la sensibilità dell’opinione pubblica più informata, anche attraverso la testimonianza diretta dell’Istituzione massonica e dei singoli, che la onorano con la loro appartenenza.
Grandi impegni e sfide culturali profonde, infatti, coinvolgeranno il Grande Oriente d’Italia nei prossimi anni in modo così pregnante e impegnativo che tutta la Comunione sarà chiamata a dare il meglio di sé. Innanzitutto nel 2005 si dovranno celebrare i 200 anni di fondazione del Grande Oriente d’Italia; questa sarà un’importante occasione non solo per una rivisitazione del passato, ma per una sua riconsiderazione e per una più adeguata diffusione delle ragioni storiche e culturali che hanno segnato l’identità massonica attraverso due secoli, sia in Italia sia in Europa.
Il grande passato non dovrà quindi servire ad un’auto-celebrazione, ma a una profonda azione di promozione degli studi sulla Massoneria, e contestualmente anche della sua cultura e dei suoi ideali. Abbiamo più volte sottolineato come, in particolare nel nostro Paese, la storia della Massoneria sia stata e sia tuttora assolutamente ignorata, come siano stati scientemente posti sotto silenzio e censurati la complessità delle sue radici, il suo contributo alla filosofia, all’arte, alla musica, alla politica, alla storia, al diritto e alla giurisprudenza.
Questo nostro modo d’agire, che si concreta rispondendo alla denigrazione ed alla disinformazione con un’azione capillare di informazione e di promozione dei valori massonici, non è affatto particolare, ma risponde fedelmente allo spirito dei nostri rituali, secondo i quali l’iniziando non può essere ignorante in materia di Massoneria, ma deve conoscerne “la storia e le sue finalità”. La nostra Comunione non proseguirà soltanto nella sua azione di diffusione e informazione relativamente al pensiero massonico, ma si adopererà come negli anni precedenti, anche se ci auguriamo con più incisività, nel campo dell’intervento umanitario, nel volontariato e in altre attività di carattere solidale ed ovunque sia in gioco la libertà e la dignità dell’essere umano. Non vogliamo ricordare qui tutte le molteplici iniziative che il Grande Oriente direttamente, altre associazioni ad esso collegate, oppure gruppi di Fratelli indipendentemente, organizzano per alleviare il peso delle numerose sofferenze che colpiscono altri esseri umani meno fortunati di noi.
Molti stand presenti in occasione di questa Gran Loggia testimoniano esplicitamente la forza di una cultura di solidarietà e di profondo senso di fraternità e amore per il prossimo che scaturisce da una tradizione secolare. Noi ci consideriamo degli “iniziati”, ma la nostra Iniziazione non ci allontana dal mondo; piuttosto essa ci prepara a vivere in esso con maggior maturità, carattere, senso etico e tolleranza; quando usciamo dal Tempio, non pensiamo di essere migliori degli altri, ma di dover fare qualcosa per limitare il male, la sofferenza e il dolore che sono in esso.
L’umanesimo massonico nasce dal suo tendere verso l’altro da sé, da questo Streben che ci porta a cercare una fratellanza costruita su valori fondanti, che mettono il Grande Architetto dell’Universo e l’Essere Umano al centro non solo della nostra riflessione esoterica e metafisica, ma anche di un nostro progetto interiore, che non può esaurirsi egoisticamente nel guardare e riflettere sulla sofferenza dell’umanità, ma che ci spinge a intervenire fattivamente per il suo bene. Per queste ragioni, il tema di riflessione che il Grande Oriente d’Italia si è posto questo anno concerne proprio la Città, che non è solo luogo profano ma è in primis spazio sociale, spazio umano, luogo di sociabilità e di progresso civile, quindi anche luogo esoterico, perché capace di ospitare il sacro, di delimitare spazi e luoghi, e soprattutto di circoscrivere il territorio sottratto al caos della bestialità e del non-umano. D’altro canto, la città è anche luogo di dolore e sofferenza, di morte ed emarginazione ed è, in quanto terreno politico, anche ambito di scontro, talora senza quartiere.
La guerra globale, che il terrorismo oggi propone, si sta progressivamente realizzando – come avevamo con allarme già paventato nell’ allocuzione del 2003 . La Città, come luogo della massima concentrazione umana, come crocevia di milioni di vite dirette al lavoro, a scuola, in viaggio, diviene bersaglio quantitativamente allettante in cui colpire senza distinzione, senza pietà, pur di ottenere il massimo danno possibile. Questa sinfonia della morte e della disperazione che il terrorismo internazionale intende disseminare non può non essere oggetto di attenta riflessione anche da parte della Massoneria. Ciò, infatti, sia perché la cultura nichilista, criminale, intollerante, genocida dei terroristi, soprattutto quando la loro azione tramuta tutto e tutti in un bersaglio privo di soggettività, ma valido soltanto in quanto umano e vivente, è assolutamente antagonista ai valori propugnati dalla Libera Muratoria Universale, ma anche perché la stessa Massoneria universale, proprio a causa delle idee che essa ha professato e con maggior forza professerà in futuro, è divenuta di fatto un bersaglio. La stampa nazionale, purtroppo, non ha dato risalto ad un gravissimo fatto, avvenuto in Turchia, qualche settimana or sono, poco prima dei tragici eventi di Madrid.
Un gruppo di terroristi è riuscito a far esplodere un ordigno in una Loggia Massonica turca provocando diversi morti e feriti. Il ruolo della Massoneria nei paesi orientali e soprattutto islamici, spesso veicolo di diffusione del parlamentarismo e di ideali costituzionali e democratici, di idee giuridiche e filosofico-sociali volte a introdurre norme e categorie del diritto laiche e sovra-religiose, improntate a principi universali assimilabili a quelli contenuti nella Carta dei diritti dell’uomo, non ha soltanto avuto un riconoscimento positivo, ma ha anche suscitato un odio profondo in coloro che vedono indistintamente nella cultura laica dell’Occidente un pericolo esiziale e quindi da affrontare radicalmente.
Anche la Massoneria rientra pienamente tra questi pericoli e, non a caso, proprio in Turchia, Paese che con grandi difficoltà, ma con indubbio coraggio cerca di trovare una sua via per l’Europa, la Massoneria, che tanta parte ha avuto nella sua storia, viene non solo indicata come bersaglio, ma anche colpita direttamente. La pericolosità culturale della Massoneria, indicata con argomenti di una rozzezza storica sconcertante, spesso apertamente ispirati a quel ciarpame antisemita ed anti-liberale che l’esegesi storico-filologica ha dimostrato essere un falso indegno e che va sotto il nome di Protocolli dei Savi di Sion , viene oggi segnalata in diversi documenti di gruppi fondamentalisti e si può senza difficoltà leggere anche in alcuni siti internet che fanno da copertura a tali gruppi.
La Massoneria è uno spazio di sociabilità fortemente educativo e latore di valori etico-morali di apertura intellettuale, di tolleranza, di laicità e interculturalismo. Per questo essa da diversi secoli ha raccolto e raccoglie nel suo seno ed affratella cristiani, ebrei, musulmani, buddisti, induisti, zoroastriani, sikh e membri di altre antiche religioni; per questa stessa sua peculiarità la Massoneria è, altresì, contraria ad ogni facile demonizzazione e semplificazione criminalizzatrice della complessità rappresentata dal mondo islamico, al cui interno scorre un filone non solo moderato e laico, ma anche profondamente stimolante dal punto di vista dell’elaborazione filosofica ed esoterica e che deve nettamente essere distinto da una minoranza fondamentalista e autoreferenziale, la quale, attraverso il linguaggio della violenza, intende chiamare a raccolta ed unificare componenti culturali che sono estremamente eterogenee.
Riteniamo che sarebbe un errore storico di proporzioni drammatiche non comprendere la differenza di queste diverse anime, accogliendo e legittimando l’idea che la drammatica situazione attuale si chiarisca mediante il facile schema dello scontro di civiltà e di religioni.
Ricordiamo inoltre che è stato proprio nei Templi massonici che l’Europa ha appreso le regole del parlamentarismo, del confronto democratico, l’abitudine all’eleggibilità delle cariche di governo, la turnazione dei ruoli, ma anche il superamento delle differenze di censo, di tradizione religiosa e teologica, di cultura e ideologia politica. Il divieto di parlare di politica e religione per noi ha, quindi, implicato l’interdizione a trattare di tutte quelle questioni che inevitabilmente avrebbero fatto e farebbero inevitabilmente montare divergenze, polemiche e fratture intestine e, pertanto, tale interdizione ci vieta di affrontare le diverse questioni con intento partitico e fazioso; la nostra regola sta allora nell’affrontare ogni tema sotto un profilo etico e pedagogico, con profondo spirito di autocontrollo, con il senso del limite riguardo a ciò che, nel Tempio, possiamo o non possiamo dire; in questo senso l’educazione massonica costituisce la premessa per la coesistenza pacifica della diversità e per il rispetto civico. Nel presente contesto, noi però non possiamo trincerarci dietro tale interdizione per limitarci a esprimere il nostro cordoglio per le vittime del terrorismo e la nostra solidarietà nei confronti dei loro cari, ma dobbiamo con tutti i nostri mezzi favorire l’impegno dell’O.N.U., della Comunità Europea e dello Stato Italiano nella creazione di un clima capace di generare una sensibilità antagonista rispetto ai non-valori dell’eversione, dell’intolleranza, del fondamentalismo religioso e politico. E’ nostro dovere proclamare e diffondere i valori massonici della pace, della tolleranza, del rispetto tra culture e del ripudio dei mezzi di sopraffazione, ma anche la difesa rigorosa della democrazia, delle regole del parlamentarismo, della Costituzione, dei diritti umani, in uno sforzo che, nel rispetto dello Stato e della legalità, esalti al contempo anche quei concetti universali del diritto e della filosofia che impediscano l’insorgenza di nuovi e opposti fondamentalismi, di nuove e malcelate forme di intolleranza.
La Massoneria non può quindi seguire una strada facile, né lo ha mai fatto; essa deve piuttosto coniugare lo spirito di tolleranza e di interculturalità, con quello di piena fedeltà alla Carta costituzionale, offrendo il suo sostegno educativo e formativo ai giovani ed in tutti i contesti in cui essa opera. Per questo, anche la cultura e l’identità massonica sono un bersaglio, giacché rappresentano valori inconciliabili con i totalitarismi ed i fondamentalismi, con culture illiberali, antidemocratiche, teocratiche e razzistiche. A coloro che ritengono finito ed esaurito il ruolo della Massoneria, affidandolo alle anticaglie della storia passata, noi invece rispondiamo che le difficoltà in cui la moderna società si dibatte a fronte di un difficile ed ineguale processo di globalizzazione, mostrano che c’è ancora bisogno di Massoneria, e soprattutto della sua cultura, della sua sociabilità, dei suoi valori etico-morali alti e profondi, del suo messaggio educativo. Il nostro essere al di fuori dei partiti e della loro dialettica, il nostro essere “religiosi”, ma al contempo latitudinari rispetto alle singole teologie, permette di creare un tessuto culturale di educazione alla pace, al dialogo, compito che la nostra Istituzione ha sempre cercato di realizzare anche attraverso la promozione di grandi operazioni mondiali che hanno dato vita ad Organismi quali la Società delle Nazioni prima, l’O.N.U. poi; si rammenti inoltre il sostegno a mille altre iniziative umanitarie, ad esempio alla fondazione della Croce Rossa Internazionale, che sono tutte prova evidente di una cultura, che dialetticamente si muove dalla società civile al Tempio e dal Tempio di nuovo verso la società.
Uomini imperfetti, uomini lancinati dalle contraddizioni del presente, noi guardiamo al futuro con speranza e ci prepariamo ad affrontarlo con lo spirito degli antichi Muratori, pronti sempre a ricostruire anche sulle macerie, perché trionfi la luce e siano sconfitte le tenebre dell’ignoranza e dell’intolleranza. È anche per queste ragioni che il Grande Oriente d’Italia rivolge notevole attenzione al mondo dei giovani, perché ritiene che l’educazione ai valori più alti del vivere civile debbano essere instillati con forza nelle nostre scuole. La scuola diviene quindi un punto di forza del sistema democratico ed educativo del paese; tale scuola deve essere multiculturale e multireligiosa; in tale contesto la difesa della qualità della scuola pubblica non può essere sacrificata, poiché lo Stato deve garantire un alto livello della formazione dei cittadini, anche di coloro che hanno avuto e avranno dalle famiglie solo minori o inadeguate opportunità di promozione e di formazione. Solo una scuola capace di seminare contenuti profondi, diversi dalla quotidianità della televisione e dei talk show , capace di fare cultura e di darla a tutti, capace di formare il cittadino al di sopra delle diversità di religione, è una forte risposta ai fondamentalismi.
La globalizzazione e la multietnicità sono inarrestabili; a noi il compito di instradare questo processo secondo un percorso di pace, di conoscenza e di rispetto e non costruendo nuovi ghetti o nuove forme di apartheid scolastico, in cui ogni religione possa alzare le mura della propria scuola. Quale società nascerebbe allora da questo modello? Non una società complessa, multiculturale, sebbene stretta attorno ai valori civili della Costituzione e dei diritti umani, della legge e dello Stato, bensì una società della separatezza, dei quartieri antagonisti, delle quote suddivise tra gruppi religiosi ed etnici, del razzismo e dell’antagonismo inter-etnico.
A noi questa prospettiva pare una follia e pertanto ci sembra giusto sottolinearne la pericolosità. Dobbiamo, inoltre, insistere sul fatto che, insieme ad una più mirata attenzione per le discipline professionalizzanti e necessarie per l’inserimento nel mondo del lavoro, la scuola, particolarmente in un Paese come l’Italia, non può trascurare lo studio della storia, della filosofia, della letteratura e dell’educazione civica, che cementano la sensibilità etica, ideale, spirituale di una società e che ne rafforzano lo spirito. Sarebbe un errore separare radicalmente, come accadeva in passato, la cultura pratica e professionale da una buona conoscenza dei valori, dei concetti e delle idee che hanno fondato e fondano l’Europa e l’Eurasia.
Il rischio è quello di generare dei buoni “operai” in colletto bianco assolutamente privi di “coscienza”, ma ottimi consumatori; un rischio che non ci possiamo permettere e che contrasta con la visione dell’umanità propria della cultura muratoria. Come potremo fondare una società multietnica se non conosciamo né la nostra storia né quella degli altri, se la storia stessa non conta più, ma valgono solo il mercato ed il commercio? I rischi ci sembrano sotto questo profilo drammatici, perché noi vediamo nel cittadino il soggetto critico e non il suddito o il consumatore.
Oggi più che mai, in un contesto globalizzante, la conoscenza è di fatto il solo strumento per dialogare; con bieca e crassa ignoranza si può fare solo guerra, mentre insieme alla fermezza la nostra civiltà deve saper unire la tolleranza e la lungimiranza, la capacità di dialogare e negoziare soluzioni politiche.
Vorremmo anche spendere qualche parola in merito allo sviluppo della ricerca scientifica ed universitaria, che deve costituire una forza per il nostro Paese e che ci auguriamo possa crescere sempre più con maggiori investimenti e più ampie opportunità; a questo proposito il Grande Oriente d’Italia vuole sottolineare come proprio lo sviluppo della ricerca sia sintomo di libertà e di affrancamento non solo dall’oscurantismo e dall’ignoranza, ma anche, soprattutto nei campi della medicina, della biologia e delle scienze fisiche, dalla malattia e dal dolore. A questo proposito la Libera Muratoria Universale rivendica con fermezza il concetto della piena garanzia della libertà di ricerca ed indagine scientifica svincolata da pregiudizi e dogmi determinati da interpretazioni ed orientamenti strettamente teologico-religiosi. Noi riteniamo, invece, che i risultati delle conquiste scientifiche e le loro possibili applicazioni pratiche debbano in primo luogo tener presenti il benessere e la qualità della vita umana e che le religioni non possano a priori limitare la legittima aspirazione dell’umanità ad emanciparsi dal dolore per il solo timore che alcuni postulati, formulati molti secoli or sono ed in palese contrasto con le conoscenze attuali, vengano palesemente superati e quindi sconfessati.
In questo senso anche la definizione dei valori e degli spazi propri dell’etica non può essere considerata a-storicamente ed essere avulsa dalla realtà, ma necessita di un adeguamento conforme all’evoluzione della società umana, del suo contesto, delle sue conoscenze e delle sue nuove frontiere. Proprio per queste ragioni, già in passato, abbiamo affermato che quella che perseguiamo è un’etica di frontiera, perché non resta chiusa in se stessa, non è definitiva ma soggetta a mutamento, come fonte continua di valori correlati ai processi globali di cambiamento della condizione umana. Un’etica, quindi, che poggia sulle dinamiche del cambiamento e come tale è sempre innovativa ed opera come un acceleratore e non come un freno al progresso umano.
Questi e altri sono almeno alcuni dei temi centrali, delle grandi questioni sulle quali la moderna Massoneria si interroga; forte degli ideali del passato, di valori imperituri, di categorie universali, la Libera Muratoria prosegue così il suo cammino non come corpo separato e occulto rispetto alla società civile, ma in piena dialettica con esso, pur nelle sue prerogative e nei suoi limiti e finalità istituzionali.
La nostra Comunione si ripropone allora come luogo alto di riflessione e di dialogo; quindi, se si può ancora parafrasare Aristotele, essa aspira ad essere polis della dianoetica piuttosto che polis della politiché techne , funzione quest’ultima che non solo non le compete, ma che è estranea alle sue finalità iniziatiche. Paradossalmente, insomma, vi trovate dinanzi ad una Massoneria dalle fondamenta e dai valori non solo molto antichi ma dal grande passato, capace al contempo di custodire riti e contenuti tradizionali, ma proprio per questo, dato il suo carattere fortemente “illuminato”, aperta al futuro e sempre in cammino, oggi più che mai, contro l’intolleranza e l’alienazione, desiderosa di porre la sua pietra per la costruzione di una città dell’Uomo, progettata da provetti architetti per farvi regnare pace e armonia.