IL MITO DI ATLANTIDE

IL MITO DI ATLANTIDE

 

(RICERCA RACCOLTA DA MARISA UBERTI)

 

 

 

Un’ Età dell’ORO in cui l’Uomo viveva in perfetta armonia con  il cosmo è sentita e tramandata da tutte le civiltà Antiche.L”ermetista  Fulcanelli, ne “Le Dimore Filosofali” ne parla in questi termini:”Quest’isola misteriosa,sulla quale Platone ci ha lasciato un’enigmatica descrizione,è forse esistita?…

 

“Alcune constatazioni sembrano dare ragione a coloro che credono nella realtà di Atlantide.Infatti,dei sondaggi effettuati nell’Oceano Atlantico hanno permesso di riportare in superficie dei frammenti di lava la cui struttura prova irrefutabilmente ch’essa si è cristallizzata all’aria.Pare dunque che i vulcani espulsori di questa lava si elevassero su delle terre emerse non ancora inghiottite dalle acque…Noi,per quel che ci riguarda,non vediamo niente di impossibile nel fatto che l’Atlantide abbia potuto avere un posto importante tra le regioni abitate,nè in quello che la civiltà si sia sviluppata fino a raggiungere l’alto grado che Dio sembra abbia fissato come limite del progresso umano…Limite al di là del quale si manifestano i sintomi della decadenza e si accentua la caduta,quando la rovina non è accelerata dal subitaneo scoppio d’un flagello improvviso”. Così ne parla  Fulcanelli, menzionando Platone:ma cosa ci ha lasciato scritto questo grande Filosofo Greco,nato ad Atene, nel 428/27-347 a.C. e fondatore dell’Accademia più importante dell’Antichità?  Egli scrisse, in  tarda età,  due dialoghi:”Timeo” e “Crizia”,in cui  discute sullo stato perfetto delle cose.A tal proposito, Crizia(il protagonista)  ricorda di aver sentito una storia,un tempo. Una storia che gli aveva raccontato suo nonno novantenne, quando questi  aveva l’eta’ di dieci anni.

Il nonno l’aveva -a sua volta -sentita dal grande legislatore ateniese Solone(638-558 a.C.), che a sua volta l’aveva appresa in Egitto da un sapiente sacerdote di Sais.

Il sacerdote  aveva descritto a Solone la bellezza di Atlantide, una terra costituita di fertili praterie e di alte montagne che la difendevano dai venti freddi del Nord e popolata da animali domestici e selvatici (tra cui l’elefante); il sottosuolo era ricco  dei piu’ pregiati metalli, tra  cui l’oricalco (che in realta’ é una lega composta da rame e zinco).

Vi abbondavano le sorgenti d’acqua calda e fredda, le cui acque affluivano poi in un grandioso bosco sacro per poi finire nei bacini del porto, dove si trovavano  moltissime navi protette da una cinta di mura dalla parte del mare e provenienti dai luoghi piu’ lontani.Vi erano palazzi e torri e un Tempio al dio Poseidone.

 

COME NACQUE ATLANTIDE?

 

“Su questa montagna aveva la sua dimora uno degli uomini primordiali di quella terra, nato dal SUOLO;  si chiamava Evenor e aveva una moglie chiamata Leucippe, ed essi avevano un’unica figlia, Cleito. La fanciulla era già donna quando il padre e la madre morirono; Poseidone si innamorò di lei ed ebbe rapporti con lei e, spezzando la terra, circondò la collina, sulla quale ella viveva, creando zone alternate di mare e di terra, le une concentriche alle altre; ve ne erano due di terra e tre d’acqua, circolari come se lavorate al tornio, avendo ciascuna la circonferenza equidistante in ogni punto dal centro, di modo che nessuno potesse giungere all’isola, dato che ancora non esistevano navi e navigazione…”.Possiamo immaginare l’isola come un’enorme “Triplice cinta” di terra e di acqua.(ricostruzione della capitale di Atlantide)

 

Platone continua, e ci informa ulteriormente:”…I sovrani di Atlantide anzitutto gettarono ponti sugli anelli di mare che circondavano l’antica metropoli, e fecero una strada che permetteva di entrare ed uscire dal Palazzo reale, che fin da principio eressero nella dimora del dio e dei loro antenati, e seguitarono ad abbellirlo di generazione in generazione, dato che ciascun re superava- all’apice della gloria-colui che l’aveva preceduto, sino a fare dell’edificio una meraviglia a vedersi, sia in ampiezza che in bellezza. E ,partendo dal mare, scavarono un canale largo trecento piedi, profondo cento, lungo 50 stadi, che arrivava alla zona più esterna creando un varco dal mare fino a che essa divenne un porto ;e il varco era abbastanza ampio da permettere l’entrata alle navi più grandi. Inoltre-a livello dei ponti-aprirono gli anelli di terra che separava gli anelli di mare, creando uno spazio sufficiente al passaggio di una trireme per volta da un anello all’altro e ricoprirono questi canali facendone una via sotterranea per le navi; infatti le rive furono innalzate di parecchio sopra il livello dell’acqua.  Ora, la più grande delle zone-cui si poteva accedere dal mare tramite questo passaggio-aveva una larghezza di tre stadi e la zona di terra che veniva dopo era altrettanto larga; ma le due zone successive, l’una d’acqua e l’altra di terra, erano larghe due stadi e quella che circondava l’isola centrale era di uno stadio soltanto. L’isola su cui sorgeva il palazzo aveva un diametro di cinque stadi…”

 

L’immagine, ricostruita, di tale descrizione può far pensare ad una sorta di ‘labirinto’ in cui in marrone sono le aree di terra e in azzurro quelle di acqua.  Espandendo le aree di terra e aggiungendo il grande canale che secondo Platone congiungeva gli anelli al mare, avremmo questa ricostruzione ipotetica:. Infine potremmo ricostruire l’isola come segue: in cui nella fascia A avremmo l’anello di terra principale;   B=anello di terra minore; C= cittadella; D= porto interno; E=secondo porto; F=Grande porto;  G=  Canale per il mare ;H=Quartiere mercantile-(elaborazione grafica dal sito web “MMM group”).Se questa ‘ricostruzione’ dovesse corrispondere alla reale mappa di    Atlantide,  la grande distribuzione di questo SIMBOLO-che possiamo assimilare ad un LABIRINTO’- porterebbe alla considerazione che molte civiltà Antiche abbiano avuto legami con essa, se non addirittura alla conclusione che gli eventuali ‘scampati’ alla grande catastrofe che la ingoiò, potrebbero essere successivamente approdati in vari continenti e aver ‘fondato’  una discendenza o aver portato delle conoscenze in quel luogo e fino a quel momento sconosciute dalle popolazioni locali. Il simbolo sarebbe dunque una reminiscenza dell’antico splendore e dell’architettura ‘sacra’ della perduta Atlantide?

 

Osserviamo, infatti,in questa sede, come il simbolo del labirinto sia stato ritrovato in tutto il globo terrestre. Sul simbolismo del labirinto mi sono soffermata parlando dei labirinti presenti nelle cattedrali. Alcuni esempi:

 

Naquane – Capo di Ponte(BS),Italia, Parco delle INCISIONI Rupestri, Roccia n.5(foto originale) e sua schematizzazione : è l’esatta ‘replica’ della mappa Atlantidea. Questo ‘labirinto’ è riferibile all’arte preistorica dei Camuni ed è sovrapposto ad una più labile figura umana.Alcuni studiosi lo hanno associato al repertorio rituale del mondo agricolo, connesso in un certo qual modo al periodo della semina e del raccolto, quindi ai cicli solari. Lo ritroviamo anche nell’arte Etrusca. Allo stato attuale delle conoscenze, restano comunque ancora da spiegare adeguatamente i simboli presenti nell’arte rupestre dei Camuni.

 

Kirkcudbright ,Inghilterra: incisione presente su un blocco di basalto poco distante dal cerchio di pietre e dal cimitero di cumuli di Cauldside Burn.

 

Altri simboli ‘labirintici’.

 

Ricostruzione del tracciato di pietre sull’isola di Gotland, Svezia.

 

Incisione presente di una moneta proveniente da Cnosso,  isola di Creta.

 

Questo è un simbolo sacro per gli indiani HOPI, una tribù del Pueblo, nel sud-ovest degli Stati Uniti.

 

Serie di monete del periodo Cretese(300-100 a.C.)Curiosa l'”evoluzione” della forma circolare in quella quadrata, sempre concentrica e con il medesimo ingresso.

 

(le immagini elaborate graficamente sono tratte dal sito web di “MMM GROUP”)

 

Per non parlare, poi, del simbolismo della “triplice cinta “di epoca più recente, che ho affrontato in altra sezione. Simbolismo che si ripete nella disposizione di mura difensive e di molti edifici nel  mondo intero.

 

Immagine di un sito archeologico Israelitico databile a 5.000 a a. fa. con costruzioni in cinte concentriche. Perchè si sentiva il bisogno di seguire questo schema architettonico?

 

IN QUALE EPOCA E DOVE COLLOCARE ATLANTIDE?

 

Platone parla di 9.000 anni prima, rispetto al tempo in cui sta raccontando la storia.

 

“In quel tempo  quel mare era

navigabile perche’ aveva l’isola Atlantide davanti al passaggio

che voi chiamate Colonne d’Ercole*; era un’isola piu’ grande che

la Libia e l’Asia** e serviva come passaggio alle altre isole a quelli

che viaggiavano, e da queste parti si poteva raggiungere il

continente, sulla riva opposta di questo mare.

Ora in codesta isola Atlantide, si affermo’ un potente regno che

signoreggio’ in tutta l’isola e in altre isole e in molte parti del

continente. Questo regno dalla nostra parte comprendeva la

Libia fino all’Egitto e l’Europa fino alla Tirrenia”.

 

*Colonne d’Ercole:  si identificano con lo Stretto di Gibilterra,  quindi il ‘mare’ di cui si  narra potrebbe essere l’ Oceano Atlantico.

 

**Per ‘Asia’dobbiamo comunque considerare la parte che allora era nota, probabilmente il Medio Oriente.

 

LA STRUTTURA SOCIALE e LA FINE DI ATLANTIDE

 

Dai racconti pervenutici attraverso Platone, e si noti con che meticolosità ce li descrive(un po’ troppo precisi per potersi trattare di pura fantasia!),sappiamo che l’Impero o il Regno Atlantideo -nonostante l’apparente condizione edenica in cui viveva, partecipava a guerre, possedeva una flotta militare immensa e poteva contare su circa 1.200.000 soldati. Tra le altre, Atlantide sostenne una grande guerra contro Atene che riuscì a sconfiggerla. Una cosa sembra impossibile: la civiltà ateniese(di millenni posteriore al 9.000 a.C.) non può essere contemporanea a quella Atlantidea.  Può essere che una simile civiltà fosse sopravvissuta per tutto quel tempo e ne restassero dei ‘brande  li’sparsi qua e là?

 

“… cerco’ d’un solo balzo di asservire il vostro territorio, il

nostro e e tutti quelli che si trovano in questa parte del mondo.

E allora, o Solone, la potenza della vostra citta’ fece risplendere

agli occhi tutto il suo eroismo e la sua forza. Poiche’ essa l’ebbe

vinta su tutte le altre per la forza d’animo e per arte militare.

Prima a capo degli Elleni, poi sola, perche’ abbandonata dagli

altri stati, Atene (…) vinse gli invasori, innalzo’ trofei, preservo’

dalla schiavitu’ quelli che non erano mai stati schiavi e (…) libero’

tutti gli altri popoli e noi stessi che abitiamo all’interno delle

colonne d’Ercole”.

 

Intanto Zeus

“…vedendo la depravazione nel quale é caduto un popolo cosi’

nobile e decidendo di punirlo (…) aduna tutti gli déi (…) Avendoli

riuniti disse loro…”.

 

Arriva una punizione, dunque, sottoforma di un terribile cataclisma, atto a far ‘cadere ‘l’intera civiltà Atlantidea. Questa ‘caduta’ è vista esotericamente come la caduta dell’Uomo nella materialità, vinto dai suoi stessi istinti che lo hanno portato ad allontanarsi dalla propria spiritualità e dalla sua condizione divina, paradisiaca. Un paragone può essere visto con la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre.

 

Cosa disse Zeus al ‘conclave’ degli dei che aveva riunito, non ci è dato sapere, ma Platone ci tramanda, nelle “Leggi” : “…..un tempo vi furono grandi mortalità, causate da inondazioni e da altre generali calamità, dalle quali ben pochi uomini riuscirono a salvarsi. Ed è ovvio pensare che, essendo state le città completamente rase da tale distruzione, gran parte della loro civiltà fu con esse seppellita sotto le acque, ed è occorso lunghissimo tempo per ritrovarne la traccia, e cioè non meno di parecchie migliaia di anni”. E nello specifico caso di Atlantide, nel Crizia torna a dire:

” In tempi posteriori per altro, essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte […] tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l’isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve “.

 

CAUSE PROBABILI DELLA SCOMPARSA DI ATLANTIDE

 

Platone narra così l’evento che gli viene raccontato:”… vi furono degli spaventosi terremoti e dei cataclismi. Nello spazio di un giorno e di una sola terribile notte, la vostra armata fu inghiottita d’un sol colpo e anche (…) l’Atlantide si inabisso’ nel mare e scomparve. Ecco perche’ ancora oggi quell’oceano (…) è difficile e inesplorabile per l’ostacolo dei fondi melmosi e bassi che l’isola inabissandosi vi ha formati.”

Dovremmo prima accertare dove situare Atlantide per poter fare delle ipotesi, comunque recenti indagini hanno permesso di capire che esisteva una grande civiltà nell’isola  di Thera (Santorini),che poi scomparve a seguito di un immane cataclisma, nel 1400 a.C.circa.minoan.gif (12466 byte)Come epoca siamo fuori, er collegarla ad Atlantide, a meno che si possa ammettere un errore di datazione da parte di Platone ma -d’altra parte- la sua estensione era troppo vasta per poter essere ‘contenuta’ nei limiti di questa area geografica dell’EGEO. Ma Platone fornisce alcune enigmatiche ‘indicazioni’: egli  poneva l’Atlantide nell’Atlantico ma nello stesso tempo diceva che essa era governata da Poseidone e da Eracle, entrambi decisamente associati all’Egeo, non all’Atlantico. Ciò ha permesso agli studiosi di pensare che potrebbe esserci stata davvero un’isola egea che scomparve, e quest’isola avrebbe potuto essere Thera. Inoltre, da alcuni studi condotti sulle rovine dell’isola greca,si è potuto confrontare il profilo verticale basato su carte idrografiche con la ricostruzione che si ottiene seguendo le indicazioni di Platone e si è osservato il medesimo schema alterno di terra ed acqua.

 

L’eruzione vulcanica di Thera potrebbe essere collegata alla registrazione da parte Egiziana di un evento accaduto nello stesso periodo, in cui vi fu “Oscurità prolungata, inondazioni e tuoni”. La scomparsa di Thera avrebbe portato alla scomparsa della civiltà minoica, la cui fine è ancora un mistero e aver favorito lo sviluppo di quella micenea.

 

Potrebbe essere stato l’impatto con un corpo celeste,  tipo un meteorite, un asteroide o frammenti di cometa. A tale proposito vi rimando ad una ricerca sull’argomento al link  http://dariosoldani.interfree.it/atlantide/tectiti.htm

 

NEL MONDO INTERO si ritrovano tracce di una civiltà antidiluviana

 

Esistono, sparsi per il nostro pianeta, molti  indizi che ci parlano di una civiltà ‘antecedente’  a quelle che la Scienza Ufficiale è disposta ad ammettere, facendo risalire l’inizio della Storia(ovvero l’uscita dalla PREISTORIA)nel 3.000 a.C., facendo coincidere tale datazione con l’ “invenzione” della scrittura. Nonostante molti dati inducano, per non dire impongano, di riflettere e analizzare la situazione, gli Studiosi Accademici preferiscono ignorarli e continuare a scrivere (soprattutto nei  testi scolastici) nozioni  che non sento di condividere in molti punti. I famosi ‘Oggetti fuori posto” esistono, non si può e non si deve ignorarli facendo finta che siano tutti grosse ‘bufale’ da relegare nel teatro dell’impossibile,  quindi dell’insesitente. Non concepisco il pensiero Ufficiale, secondo il quale se un reperto è ‘inclassificabile’, ovvero non rientra in alcuna delle caselle della storia umana che hanno già scritto anzitempo, non debba essere importante. Anche fosse un solo esemplare,  quel reperto c’è! E perchè  c’è,  se in quel momento non avrebbe dovuto esserci,  se la ‘tecnologia’ di quel periodo -ci dicono- era ferma a determinati livelli? Mistero!

 

L’importante è porsi sempre domande, di fronte agli anacronismi che ci paiono ‘fuori posto’.

 

Esse ci porteranno ad approfondire aspetti che non sospettavamo neppure. Oggi, con i moderni mezzi di esplorazione tecnologici, stiamo assistendo a fatti interessanti: l’individuazione di strutture sommerse sparse nelle acque dell’intero globo!

 

Viene spontaneo domandarsi: quante “Atlantidi” sono esistite?

 

Non sempre ciò che si ritrova è una prova attendibile, anzi nessuno esclude che l’analisi scientifica sia necessaria per attribuire ad un reperto la giusta importanza. Qui cercherò soltanto di mettere in rilievo alcune delle attuali zone che vengono scandagliate con i sonar e con le immersioni(dove possibile)e che vengono rese pubbliche. Anche i più ‘prevenuti’  non potranno astenersi dal porsi alcune  inevitabili domande!

 

Una città sommersa al largo di CUBA. Il 14 maggio 2001 veniva data notizia dalla d.ssa Paulina Zelitsky (presidente della Compagnia candese ‘Advanced Digital Communications(ADC)’che era stata scoperta una città sommersa al largo delle coste occidentali di Cuba, nel Mar dei Caraibi. Osservazioni compiute con:

 

-satellite; sonar alta precisione a scansione laterale a doppia frequenza;-robot telecomandati a distanza; sistemi di perlustrazione marini.

 

Rilevazione: strutture ‘somiglianti a piramidi, strade ed edifici, un centro urbano composto da architetture simmetriche. Chiaramente forme create da mano umana”.Profondità:700/800 m. Periodo cui si fa risalire: pre-classico della storia dell’America Centrale. Sembra che tali strutture si trovino in una faglia poco distante da un vulcano inattivo, di alcune faglie geologiche e dal letto di un fiume. La struttura è alta circa 40 metri, chiaramente un tempo doveva essere emersa. Le ‘piramidi ‘ricordano. dice la dott.ssa ,quelle della civiltà di Teotihuacan, nello Yucatan.  L’area occuperebbe un’estensione di 10 Kmq: se fosse naturale, rappresenterebbe una formazione geologica unica al mondo. Studi sono in corso.(fregio Maya raffigurante il ‘Diluvio’e il vulcano in eruzione;un indigeno si allontana con una imbarcazione).

 

BIMINI:nel 1968 vennero individuate rovine megalitiche al largo di Bimini,  non lontano da Cuba, tra l’Arcipelago Caraibico e le coste della Florida. Ciò fece raddrizzare sui loro scranni tutti gli studiosi e gli appassionati della mitica Atlantide, anche se con la localizzazione che ne offre Platone saremmo ben lontani.Profondità:6 metri sotto la superficie del mare.

 

Si estendono per oltre 600 metri in lunghezza e la caratteristica è che sembrano formare una strada, la “Strada di Bimini”  conosciuta anche come ‘Muraglia’. Qui si vede un blocco portato in superficie recentemente da Frank Joseph, che ha esplorato direttamente il sito sottomarino. Si noti come la squadratura rende quasi impossibile l’ipotesi di una formazione naturale.

 

Le descrizioni fatte da Platone ne escluderebbero il collegamento con Atlantide. Allora di cosa potrebbe trattarsi?

 

A soli 5 metri di profondità si trovano interessantissimi resti di colonne di Marmo di Carrara! Come e quando è arrivato fin lì? Non è stata data ancora fornita una risposta.

 

Nella ‘mappa di Piri Reis’,del 1513,è segnata(tra le altre cose che vedremo in un’apposita sezione) una grande isola-al centro dell’arcipelago delle Bahamas-che al centro presenta grossi blocchi disposti in fila, alcuni dei quali si trovano anche sulla linea costiera orientale.

 

Ma oggi quest’isola non esiste più…i casi ipotizzabili sono due: o a quell’epoca i mari erano ad un livello più basso e quindi quell’isola era una terra emersa,  oppure il turco copiò-come si presumo-la mappa da una ben più antica,  risalente ad un tempo in cui quell’isola esisteva(ma quando? le, in seguito, venne inghiottita dalle acque.

 

GOLFO DI CAMBAY,INDIA

 

Grafico i cui picchi rivelano la presenza di mura a distanza regolare. Il 1° luglio 2001 ricercatori dell’isituto nazionale di Tecnologia Oceanica(NIOT) hanno individuato, con il sonar, casualmente durante rilevamenti per l’inquinamento, a 40 metri di profondità tracce inconfutabili di una serie di strutture che sembravano non di origine naturale. Successivamente si capì che la struttura poteva riferirsi ad un centro urbano, anzi due per l’esattezza che aveva chiare similitudini con la tipologia insediativa della cultura di Harappa,c on la differenza che ‘quelle’ erano più vecchie di almeno 2.500 anni! Le strutture si estendono per circa 18 Kmq e accanto ad esse, per circa 9 Km, si nota il profilo del letto di un fiume. Gli studiosi accademici sono scettici(quando non lo sono?).Ulteriori studi sono in corso.

 

YONAGUNI, Mar della Cina strutture piramidali levigate e squadrate

 

LANZAROTE,NELLE ISOLE CANARIE,SPAGNA il ricercatore Pippo Castellano nel 1981 ha fatto una scoperta casuale ma sensazionale; in questa foto vediamo una  strutture ‘a camera’. A 22 metri di profondità giace una scala realizzata nel basalto vivo e altre si trovano a profondità diverse.

 

Al largo di MALTA, strade e ponti giacciono sott’acqua in attesa di nuove indagini. Abbiamo parlato della geografia di questi luoghi nella sezione dedicata all’Egitto.

 

E’stato inoltre ipotizzato un possibile collocamento di Atlantide in ANTARTIDE: il cataclisma avrebbe potuto essere contemporaneo ad uno slittamento dei continenti e dei poli, quindi l’isola avrebbe potuto ritrovarsi completamente ricoperta di ghiaccio e ora introvabile. Tre, cinque chilometri di spessore separano, però, l’Uomo dal suolo Antartico e questo è un limite invalicabile per poter accertare, per ora, qualcosa in merito.

 

Consiglio la visita al link seguente, per un riassunto di varie

teorie- molte altre ancora, oltre quelle ‘tracce’ che sicuramente giacciono, ancora dimenticate e mute, sul fondo di tutti i mari del globo.  Ma l’Atlantide di Platone dov’è? Forse un luogo dove ognuno di noi possa ritrovare la parte ‘perfetta’   di sè stesso.

 

Segnalo la presenza, anche in Italia, di reperti ‘anomali’ ancora poco conosciuti e poco indagati.

 

Ricordiamo le strutture sommerse di Capo colonna, in Calabria: blocchi di marmo semilavorato, giganteschi, coperti dall’acqua. Resta un mistero come abbiano potuto essere trasportati. In epoca Romana navi così grandi erano impossibili da manovrare e si pensi che la nave più grande costruita sotto NERONE giace sotto il porto di Fiumicino: essa non ha mai galleggiato bene per la sua stazza ,pertanto venne riempita di sabbia e la trasformarono in un pontile! A Capo colonna si trovano, sui fondali,  blocchi pesanti tonnellate e un mezzo di trasporto adatto allo scopo, in epoca Romana, non esisteva! Ammettendo pure che prima quelle colonne erano fuori dalle acque, che sono molto basse tra l’altro, e costituissero un complesso archeologico,” non si spiega comunque come siano stati portati in loco”(stralcio da un’intervista rilasciata da Pippo Castellano, su “Hera”n.19-Luglio 2001),assemblati, in qualche modo e poi-a causa di un evento imprecisato-sepolti sott’acqua.

 

 

 

Le notizie più recenti sconvolgerebbero la ‘geografia’ fin’ora  accettata, spostando le ‘colonne d’Ercole’ in Italia! Ecco un articolo al riguardo:

 

“Atlantide in Sardegna: possibile…

 

Su Atlantide si è scritto di tutto e si sono fatte le ipotesi più diverse su dove ubicare il mitico continente scomparso: Canarie, Azzorre, Creta, Santorini, Caraibi, Yucatan, Oman. A queste teorie se ne aggiunge ora una suggestiva. Assodato che, ovunque fosse, Atlantide si trovava al di là delle colonne d’Ercole, per qualcuno queste colonne non coincidevano, come da sempre si è pensato, con lo stretto di Gibilterra.

 

Secondo la teoria illustrata dall’archeologo Sergio Frau nel libro “Le colonne d’Ercole, un’inchiesta”, il limite estremo del mondo antico andrebbe spostato dalla strozzatura tra Spagna e Marocco al più prossimo canale di Sicilia. Una considerazione che darebbe ad Atlantide i confini noti e rassicuranti della Sardegna, l’isola più grande al di là del canale.

 

L’idea da cui nasce lo spostamento delle colonne, è semplice; secondo i racconti dei navigatori riportati nella letteratura antica, lo stretto posto agli estremi della Terra avrebbe fondali bassi e limacciosi (come il canale di Sicilia), costellati di secche sulle quali venivano sbattute le navi. Lo stretto di Gibilterra ha invece fondali profondi, una contraddizione palese con quanto riportato dalle fonti.

 

Ma perché la Sardegna e non, poniamo, le Baleari? Il mito parla di Atlantide come di una terra che dava tre raccolti all’anno (in Sardegna è possibile) e che, tra le sue peculiarità, era cinta da mura di ferro (l’isola è ricca di giacimenti di metallo). Se si considera inoltre che i fondatori della civiltà nuragica potrebbero avere legami di “parentela” con i Fenici, navigatori e alimentatori del mito di Atlantide, si ha un elemento in più per sostenere la teoria.

 

La parola spetta ora alla geologia: scavi e rilievi da effettuare nel Campidano, in prossimità di insediamenti nuragici coperti da una spessa fanghiglia, potranno dire se quest’ultima è di origine marina, se generata cioè da un enorme maremoto che, in epoca antica, avrebbe sconvolto la geografia dell’isola, magari facendone sprofondare una parte. E avremmo Atlantide a Porto Cervo.”

16 agosto 2002 (di Davide Passoni)

 

 

 

 

Si segnala la relazione del Congresso Internazionale tenutosi  a Milos nel luglio 2005, in cui il dr. Rosario Vieni  (Micenologo)  ha relazionato in merito alla corretta decifrazione del testo platonico, e non solo. Per leggere il pdf clicca qui.

 

Bibliografia  vastissima per approfondimenti relativa a questa sezione, ne elencherò solo alcuni:

 

“Le porte di Atlantide” Collins Andrew, Sperling & Kupfer

“Atlantide”, Alberto Arecchi-Liutprand Edizioni

“Underworld, Le misteriose origini della civilizzazione”, Graham Hancock,2002

“La fine di Atlantide. Alla ricerca della civiltà misteriosamente scomparsa sotto i ghiacci dell’Antartide” di Flem -Ath Rand Flem-Ath Rose,

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