LE (GRANDI) COSTITUZIONI LATINE

LE (GRANDI) COSTITUZIONI LATINE

DEL 1786

 

avoro origine di ricerca e traduzione a cura di

Giuseppe Vatri

che ne autorizza la pubblicazione su questo sito

 


RA INSTITUTA SECRETA ET FUNDAMENTA ORDINIS

VETERUM STRUCTORUM LIBERORUM

AGGREGATORUM

ATQUE

CONSTITUTIONE MAGNAE

ANTIQUI ACCEPTI RITUS SCOTICI

Anni MDCCLXXXVI

UNIVERSI TERRARUM ORBIS SUMMI ARCHITECTONIS

GLORIA AB INGENIIS

NUOVI ISTITUTI SEGRETI E BASI FONDAMENTALI

della antichissima e rispettabilissima Società dei Muratori Antichi Riuniti, conosciuta sotto il nome di Ordine Reale e Militare della libera arte dei tagliatori della pietra.

Noi, FEDERICO, per grazia di Dio, Re di Prussia, Margravio di Brandeburgo, ecc. ecc. ecc.

Sovrano Gran Protettore, Gran Comandante, Gran Maestro Universale e Conservatore della antichissima e rispettabilissima Società degli Antichi Liberi Muratori o Architetti Uniti, altrimenti chiamata l’ORDINE Reale e Militare dell’Arte Libera dei Tagliatori della Pietra o Libera Muratoria:

A TUTTI GLI ILLUSTRI E AMATI FRATELLI CUI QUESTO DOCUMENTO ARRIVERA’:

Tolleranza, Unione, Prosperità

E’ evidente e incontestabile che, fedeli alle importanti obbligazioni che ci siamo imposti nell’accettare il protettorato della antichissima e rispettabilissima Istituzione conosciuta ai nostri giorni con il nome di ORDINE DEGLI ANTICHI LIBERI MURATORI RIUNITI, noi ci siamo applicati, come chiunque sa, a circondarla della nostra particolare sollecitudine.

Questa Istituzione universale, la cui origine risale all’inizio della società umana, è pura nel suo dogma e nella sua dottrina; essa è saggia, prudente e morale nei suoi insegnamenti, nella sua pratica, nei suoi progetti e nei suoi mezzi; essa si raccomanda soprattutto per il suo scopo filosofico, sociale e umanitario. Questa società ha per oggetto l’Unione, la Felicità, il Progresso e il Benessere della famiglia umana in generale e di ogni uomo in particolare. Essa deve dunque lavorare con fiducia ed energia e compiere sforzi incessanti per raggiungere il suo scopo, il solo che essa stessa riconosca degno di se stessa.

Ma nell’andare del tempo, la composizione degli organi della Muratoria e l’unita del primitivo governo, hanno subito dei gravi attentati, causati dai grandi rovesciamenti e dalle rivoluzioni che, mentre cambiavano la faccia del mondo o lo sottomettevano ad un continua vicissitudine, hanno, nelle diverse epoche, sia nell’antichità che nei nostri giorni, disperso gli antichi muratori su tutta la superficie del globo. Questa dispersione ha dato origine a dei sistemi eterogenei che oggi esistono sotto il nome di RITI e il cui insieme costituisce l’ORDINE.

Tuttavia, altre divisioni, nate dalle prime, hanno dato luogo alla organizzazione di nuove società: la maggior parte di queste non hanno nulla in comune con la Arte Libera della Libera Muratoria, salvo il nome di qualche formula conservata dai fondatori, per meglio nascondere i loro segreti progetti – progetti spesso troppo esclusivi, talvolta pericolosi e quasi sempre contrari ai principi e alle sublimi dottrine della Libera Muratoria, tale quali noi li abbiamo ricevuti dalla tradizione.

I dissensi ben noti che queste nuove associazioni hanno suscitato nell’ORDINE e che hanno per troppo tempo fomentato, hanno risvegliato i sospetti e la sfiducia di quasi tutti i Principi, alcuni dei quali lo hanno crudelmente perseguitato.

Alcuni Muratori, di meriti eminenti, sono infine riusciti a placare questi dissensi ed hanno tutti, da lungo tempo, espresso il desiderio che esse fossero oggetto di una deliberazione generale, al fine di provvedere ai modi per impedirne il ripresentarsi e di assicurare il mantenimento dell’ORDINE, ristabilendo l’unità nel suo governo e nella composizione primitiva dei suoi organi, così come la sua antica disciplina.

Condividendo questo desiderio che noi stessi abbiamo provato fin dal giorno nel quale siamo stati completamente iniziati ai misteri della Libera Muratoria, noi non abbiamo potuto nasconderci né il numero, né la natura, né la grandezza reale degli ostacoli che noi avremmo dovuto superare per soddisfare quel desiderio. La nostra prima cura è stata quella di consultare i membri più saggi e più eminenti dell’Ordine in tutti i paesi, sulle misure più adatte da intraprendere per raggiungere un fine così utile, rispettando le idee di ognuno, senza far violenza alla giusta indipendenza dei Muratori e soprattutto alla libertà di opinione che è la prima e la più sacra di tutte le libertà, ma nello stesso tempo la più pronta ad andare in ombra.

Fino al presente, che ci erano stati più particolarmente imposti in quanto Re, gli avvenimenti numerosi e importanti che hanno caratterizzato il nostro regno, hanno paralizzato le nostre buone intenzioni e ci hanno allontanato dallo scopo che ci eravamo imposti. Ormai è al tempo, così come alla saggezza, all’istruzione e allo zelo dei fratelli che verranno dopo di noi, che competerà il compimento ed il perfezionamento di un’opera così grande e così bella, così giusta e così necessaria. E’ a loro che noi lasciamo in eredità questo compito, raccomandando loro di lavorare senza interruzione, ma con pazienza e precauzione.

Tuttavia, nuove e pressanti richieste che, da ogni parte, ci sono state indirizzate, in questi ultimi tempi, ci hanno convinto della necessità di opporre immediatamente una robusta barriera allo spirito di intolleranza, settario, scismatico e anarchico, che alcuni innovatori cercano oggi di introdurre tra i fratelli. I loro progetti hanno maggiore o minore estensione e sono o imprudenti o reprensibili: presentati sotto falsi colori, questi progetti, cambiando la natura dell’Arte libera della Libera Muratoria, tendono a deviarla dal suo scopo e devono necessariamente causare il discredito e la rovina dell’ORDINE. Di fronte a tutto ciò che accade nei reami vicini, noi riconosciamo che un intervento da parte nostra è divenuto indispensabile.

Questa ragione e altre cause non meno gravi ci impongono dunque il dovere di riunire in un solo copro di Muratoria tutti i RITI del Regime SCOZZESE le cui dottrine sono, a parere generale, quasi le stesse che quelle delle antiche Istituzioni che tendono all’identico fine, e che, non essendo che i rami principali di un solo e stesso albero, non differiscono tra loro che per delle formule, ormai conosciute da molti, e che sono facili da conciliare. Questi RITI sono quelli conosciuti sotto i nomi di Rito Antico, di Heredom o di Hairdom, dell’Oriente di Kilwinning, di Sant’Andrea, degli Imperatori di Oriente e di Occidente, dei principi del Real Segreto o di Perfezione, del Rito Filosofico ed infine del Rito Primitivo, il più recente di tutti. Adottando, di conseguenza, come base della nostra riforma salutare, il titolo del primo di questi Riti ed il numero di Gradi della gerarchia dell’ultimo, noi li DICHIARIAMO ora riuniti in un solo ORDINE, il quale, professando il Dogma e le pure Dottrine della antica Libera Muratoria, abbraccia tutti sistemi del Rito Scozzese sotto il nome di RITO SCOZZESE ANTICO ACCETTATO.

La dottrina sarà comunicata ai Muratori in trentatré Gradi, divisi in sette Templi o Classi. Ogni Muratore sarà tenuto a percorrere successivamente ognuno di questi Gradi, prima di arrivare all’ultimo e più sublime; e, per ciascun Grado, dovrà sostenere quell’intervallo di tempo e quelle prove che gli saranno imposte conformemente agli Istituti, Decreti e Regolamenti antichi e nuovi dell’ORDINE, così come nel Rito di Perfezione.

Il primo Grado sarà conferito prima del secondo, questo prima del terzo e così di seguito fino al Grado Sublime – il trentatreesimo ed ultimo – che sorveglierà, dirigerà e governerà tutti gli altri. Un corpo o Riunione di membri in possesso di questo Grado formerà un SUPREMO GRAN CONSIGLIO, depositario del Dogma; il quale sarà il Difensore ed il Conservatore dell’ORDINE che governerà e amministrerà conformemente al presente documento e alle Costituzioni qui di seguito decretate.

Tutti i Gradi dei Riti riuniti, come è detto sopra, dal primo al diciottesimo, saranno classificati tra i Gradi del Rito di Perfezione nel loro ordine rispettivo e, considerando le analogie e le similitudini che esistono tra loro, essi formeranno i diciotto primi Gradi del RITO SCOZZESE ANTICO ACCETTATO; il diciannovesimo Grado ed il ventitreesimo Grado del Rito primitivo formeranno il ventesimo Grado dell’ORDINE. Il ventesimo ed il ventitreesimo Grado del Rito di Perfezione, cioè il sedicesimo ed il ventiquattresimo grado del Rito primitivo, formeranno il ventunesimo e il ventottesimo Grado dell’ORDINE. I PRINCIPI DEL REAL SEGRETO occuperanno il trentaduesimo Grado, immediatamente al di sotto dei SOVRANI GRANDI ISPETTORI GENERALI il cui Grado sarà il trentatreesimo ed ultimo dell’ORDINE. Il trentunesimo Grado sarà quello dei Sovrani Giudici Comandanti. I Grandi Comandanti, Grandi Eletti Cavalieri Kadosh, prenderanno il trentesimo Grado. I Capi del tabernacolo, i Principi del Tabernacolo, i Cavalieri del Serpente di Bronzo, i Principi di Grazia, i Grandi Comandanti del Tempio e i Grandi Scozzesi di Sant’Andrea, comporranno rispettivamente il ventitreesimo, il ventiquattresimo, il venticinquesimo, il ventiseiesimo, il ventisettesimo e il ventinovesimo Grado.

Tutti i Sublimi Gradi di questi stessi Sistemi Scozzesi riuniti saranno, per la loro analogia o la loro identità, distribuiti nelle classi del loro ordine che corrispondono al regime detto del RITO SCOZZESE ANTICO ACCETTATO.

Ma giammai né sotto qualunque pretesto sia, nessuno di questi sublimi Gradi potrà essere assimilato al trentatreesimo e molto Sublime Grado del SOVRANO GRANDE ISPETTORE GENERALE, PROTETTORE E CONSERVATORE DELL’ORDINE, che è l’ultimo del RITO ANTICO ACCETTATO SCOZZESE e, in alcun caso, nessuno potrà godere degli stessi diritti, prerogative, privilegi o poteri dei quali noi investiamo questi Ispettori.

Così noi conferiamo loro la pienezza della potenza suprema e conservatrice.

E, affinché il presente proclama sia fedelmente e per sempre osservato, noi ordiniamo ai nostri Cari, Valenti e Sublimi Cavalieri e principi Muratori di vegliare alla sua esecuzione.

DATO dal nostro Palazzo, a Berlino, il giorno delle Calende – primo – di Maggio, l’anno di Grazia 1786, e del nostro regno il 47m

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