TESTIMONIANZE DEL REGIME RETTIFICATO ITALIANO
Quando parliamo di “Uomo libero” ci riferiamo solo al pensiero libero o anche a qualcos’altro?
All’inizio le corporazioni dei costruttori accettavano solo persone forti e sane in quanto il lavoro di scalpellino richiedeva una sana condizione fisica; nel corso del tempo acquisivano non solo l’esperienza ma anche la saggezza nell’uso degli strumenti e, con gli anni, tale saggezza faceva sì che venisse conferito loro una posizione più elevata, quella di Maestro. I costruttori avevano anche una grande conoscenza della geometria che nel tempo divenne una forma di espressione divina, poiché i grandi progetti architettonici rappresentavano un legame magico tra la terra el’universo; l’uomo cercava di rappresentare sulla terra un edificio dove viveva o abitava lo spirito divino di
Dio rappresentato nei templi dedicati alle divinità antiche. Fu allora che l’uomo fece un passo gigantesco nella costruzione e queste piccole corporazioni, non solo piene di saggezza ma anche di matematica divina, cercarono di mantenere quei segreti selezionando molto
meticolosamente i nuovi apprendisti. Apparve così un segreto, il modo in cui questi templi venivano progettati, generava quel tipo di connessione tra la terra e l’universo, rendendo questi luoghi centri di culto e venerazione. In quelle antiche società essere un muratore rappresentava il passaggio dal semplice scalpellino ad uno dei maestri nel mestiere più segreto ed apprezzato. I disegni e gli schemi di quelle costruzioni avevano sempre un certo grado di mistero e di esoterismo: dall’orientamento sulla terra secondo i punti cardinali, ai luoghi dove doveva entrare la luce del sole. Questi aspetti oggi passano inosservati per molte persone, ma conservano il loro valore poiché la relazione astrologica non è stata modificata nello spazio, ha semplicemente dei cicli. Con il passare degli anni e l’avvento delle crociate con la
nuova aria d’oriente portata in Europa, le costruzioni subirono una svolta drastica.
Per mantenere alcuni segreti, non solo l’insegnamento della tradizione ed il passaparola erano importanti, ma si dovettero usare alcuni simboli affinché il costruttore venuto da lontano potesse riconoscere e identificare dove si trovava e cosa doveva fare.
Questo segreto era ancora più importante perché era fondamentale non solo la conoscenza della matematica e degli strumenti, ma anche il significato magico di ogni figura che il costruttore doveva inserire nella costruzione. Dopo un periodo buio in occidente e quasi con lo sterminio di gran parte della popolazione da parte della peste nera, era necessario che le nuove menti e quella conoscenza magica e alchemica durassero nel tempo. L’uso dei simboli nelle cattedrali divenne allora molto importante; ma quei simboli non erano rivolti solo a queste persone, ma anche a coloro ai quali era evidente l’interesse per la scienza.
Il Rinascimento contribuì alla causa ponendo quegli elementi di rappresentazione di quel simbolismo non più nella pietra ma nelle nuove
idee e nei simboli iconografici. Emersero menti geniali come Leonardo Da Vinci e Michelangelo che in ogni opera d’arte inserivano quella conoscenza e quel simbolismo che veniva compreso non solo dai costruttori dei templi ma anche da quelli delle anime. Si risvegliò allora il brillante pensiero di un tempo che era, tuttavia, compreso solo da pochi nella sua grandezza; in tutto questo le società segrete divennero indispensabili per poter mantenere un segreto ancestrale che potesse essere svelato solo a chi fosse disposto a riceverlo, vale a dire un iniziato. I riti di iniziazione usati nell’antico Egitto furono riscoperti dai Templari.
Questi si sarebbero concentrati sulla liberazione della mente per dare ingresso a nuove idee e percezioni, facendo entrare una persona in uno stato di morte simbolica e farla rinascere a una nuova vita. Nel più grande studio di quei maestri iniziatici, trasformare una mente intorpidita dalla vita profana e terrena, in una mente affamata di conoscenza era la sfida più importante del tempo. La trasmutazione prima della mente e poi dell’anima divenne il vero scopo della vita: trasformare un uomo comune in un uomo migliore.
Separando la mente da ogni pregiudizio e dogma, si entrava in uno stato di piena libertà nella mente, si studiava l’uomo come è veramente, si guardava allo scopo della vita non da un punto di vista materiale ma da un punto di vista spirituale: chi sono io, da dove vengo e dove vado?
Le società segrete cominciarono a diventare non più solo una corporazione di sapienti costruttori di
architetture sacre e urbane, ma piccoli laboratori dove trasformare quel mercurio in oro era la pietra filosofale del momento. Per questo era necessario che l’uomo fosse sano e in buone condizioni fisiche come gli iniziali scalpellini: un uomo il cui corpo non rappresentava un impedimento affinché il suo spirito potesse operare liberamente.
Essere liberi allora era solo una questione interiore, lo studio dell’anima, lo studio del miglioramento umano doveva essere il vero fine. Leonardo Da Vinci dedicò parte della sua vita allo studio del corpo umano, a quella simmetria della parte fisica dell’uomo che gli avrebbe dato la vera via per uno studio interiore. Ad un certo punto negò la parte sessuale del corpo umano perché non aveva alcun rapporto con l’armonia del resto del corpo e tanto meno con la sua anima. Era importante differenziare la bellezza dal grottesco.
Leonardo da Vinci sosteneva che quando esaltava l’essere umano, la bellezza dei genitali lo trasformava in un essere decadente e del tutto orribile. Questo fu un punto, di partenza molto importante nel corso del tempo per le società segrete: bisognava acquisire il controllo assoluto di quella parte che faceva cadere l’uomo nelle basse passioni.
Anticamente la parte sessuale dell’uomo era nascosta: gli antichi iniziati usavano un grembiule per rappresentare il dominio del più grande simbolo da dominare. Michelangelo nella sua Cappella Sistina dipinse angeli e figure di una simmetria e bellezza unica, ma rappresentò il corpo completamente nudo come simbolo di Supremazia: l’uomo non doveva nascondere questa zona nel cosiddetto Paradiso. Alla domanda come potesse fare sculture così belle e armoniche, rispose “Io sono lo strumento che toglie imperfezioni da quel marmo, la scultura è dentro ansiosa di essere mostrata”. Questa risposta ricorda ai massoni il lavoro quotidiano chiamato £sgrossatura della pietra
grezza”.
Con il passare del tempo e fino ai nostri giorni il simbolismo è stato adottato dalla Massoneria come stile di vita. Entrare in un tempio
massonico da profano e uscirne da iniziato, significa proprio essere entrati in uno stato di morte simbolica, iniziare la vera opera che è con il corpo, rimuovendo le imperfezioni e i vizi che ha appreso nella vita profana e lasciare solo quell’opera divina che è l’uomo pieno di
virtù. Ma siamo consapevoli di quali siano queste imperfezioni? Quando un massone si riferisce alle imperfezioni si riferisce a quei vizi che l’uomo domina con la parte del corpo e libera la mente preparata per il passo successivo, vale a dire estrarre la conoscenza che ci
portiamo dentro.
Per essere un uomo libero, allora le esigenze corporee devono essere sempre meno importanti poiché ci avvicinano alla terra, liberarsene significa che si è cominciato a capire cosa c’è dentro ognuno di noi, capire che quando parliamo di vizi ci riferiamo al materiale e al corporeo. Ma se parliamo di virtù dobbiamo esaminare la parte spirituale. L’opera del massone come libero pensatore è proprio quella, ricercare nella mente quella conoscenza ancestrale, quel segreto che a ciascuno viene rivelato solo il giorno della sua iniziazione, quel giorno in cui vogliamo vedere la luce, quel momento in cui con lo stato di morte simbolica iniziamo a cercare il vero significato della nostra vita, quel risveglio a una nuova vita che ci ricorda che siamo nati allo stesso modo con una mente pulita.
Essere un libero pensatore è il vero lavoro del massone.