CALLIOPE

Callicle ed ebbe una simile vittoria; e così furono contenti tutti e due e goderono / il primo frutto del loro amore. Nello stesso giorno salirono su la rocca, entrarono nel tempio della vergine Pallade a cui è sacro l’ulivo, e ringraziarono la Dea dell’espediente che loro aveva suggerito, a usare dell’olio di cui usano gli studiosi e gli amanti» .
Non sfugga i l riferimento a Pallade, soprattutto alla luce dell’accusa di Palladismo che presto verrà sollevata contro la Massoneria, a seguito in particolare della pubblicazione de I misteri della Massoneria svelata, nel 1 885, ad opera di Léo Taxil, uno scherzo, almeno nei termini in cui veniva tratteggiato il Palladismo, nei confronti dei creduloni cattolici, come ebbe a definire l’opera Taxil stesso a distanza di dodici anni dalla sua pubblicazione.. Un riferimento che può se non altro indicare una vicinanza del Settembrini al libertinismo, che predicava una piena e radicale libertà morale e religiosa.
Il racconto di Settembrini prosegue con la narrazione di un rapporto sessuale a tre. Callicle e Doro, infatti, frequentavano la scuola di Codro, famoso filosofo platonico di Atene secondo i l racconto, sui quarant’anni, ben vestito e affabile. Al loro maestro i due giovani confidano il loro amore ed egli ne loda il nobile sentimento, che li rende pari ad Armodio e Aristogitone, ad Achille e Patroclo, la cui morte Achille pianse amaramente, «e ricordando tutte / le dolcezze godute insieme ricordava con maggior passione quella dolce usanza Di star fra le tue cosce santamente». E ancora paragonava i due fanciulli alla schiera dei più valorosi negli eserciti ellenici, quella degli innamorati, che combattono a coppia, resi eroi dall’amore. Si tratta, prosegue Codro, di un amore perfetto in due giovani leggiadri di persona, pronti d’intelletto, e nutriti di buone lettere. Un amore temperante, che non li spinge a sciupare e disfare i l corpo con le femmine il cui desiderio è insaziabile, non l i precipita nella rovina di chi dilapida un patrimonio in cortigiane, non li tormenta con la gelosia, con rapimenti e risse e ferite e uccisioni; «ma invece come hanno goduto insieme un diletto, attendono insieme agli studi, vanno / insieme a la guerra dove l’uno è scudo dell’altro. Questo amore ha per legge la reciprocanza, e però è ottimo nei giovani della stessa età, buono in quelli di età poco diversa»

ln verità, prosegue Codro, ma è Settembrini che ben conosce la differenza tra il sesso praticato ad esempio a Roma tra i l pater familias e lo schiavo e l’amore greco, «amore senza reciprocanza non è elleno ma barbaro, non è amore ma furore che soverchia e oltraggia un altro, il quale non può fare a te quello che tu hai fatto a lui» . Quelli che biasimano questo amore elleno, in realtà non Io conoscono e dunque, non possono neppure parlarne. «Amare è cosa santa, godere dell’amore senza offesa altrui e senza vergogna propria, godere egualmente, è accrescimento e compimento d’amore». Desideroso di insegnare ai giovani l’arte di amare e di godere della loro bellezza, Codro li porta a casa sua e qui consuma con loro un rapporto di assoluta reciprocanza. “Codro” fu il nome dell’ultimo dei mitici re dell’Attica. Una figura nobilissima, che unita alla scuola che i due giovani frequentano, non può non ricordare il Puoti e la sua scuola, frequentata da un giovane Settembrini/ allorquando il grande classicista aveva all’incirca quarant’anni. Quando Settembrini arriva a Napoli, dopo essere stato tolto dal padre a tredici anni dal Collegio Maddaloni di Caserta, a seguito di una crisi mistica attraversata lungo il giubileo del 1825 e che lo aveva portato a una forma di fanatismo religioso, risiede per qualche tempo in Villa Stajano, non molto distante da Villa Zelo. Qui i l barone, don Gennaro Zelo, massone del Grande Oriente d’Italia, teneva di notte le sue riunioni e ospitava per qualche tempo gli inseparabili Giacomo Leopardi e Antonio Ranieri. A Napoli Settembrini sarà iniziato alla Massoneria e diverrà maestro venerabile della loggia La Libbia d’Or0 . Sposerà Luigia Fucitano, la sua Gigia, che aveva diciassette anni e che era prossima ad abbracciare la vita claustrale. Callicle e Doro vengono iniziati al sesso con una donna dalla giovane Innide, durante le Panatenee. Doro sarà il primo e Spingerà Callicle a scoprire anch’egli «la sacra porta della vita e del piacere», «la grotta di Pane ricoperta / di molto frondame lucente e morbidissimo»2. Innide, il cui nome in greco è Hymnfs, è dunque la personificazione di quell’inno che celebra l’unione del fallo, dei falli, con la ctei 74, in un paesaggio panico, ben raffigurato dalla grotta di Pan, simbolo della ctei, e durante le feste in onore della Pallade Atena. I due giovani verranno presto celebrati dagli ateniesi come eroi per essersi particolarmente distinti nella guerra che Atene dovette combattere contro Antioco re di Siria, guerra di cui tuttavia non si ha notizia. Infine si sposeranno con due donne. Callicle sposerà Psiche, che come nome di persona in realtà è rarissimo nell’antichità. Psiche è la personificazione dell’anima, una specie di «doppio» immateriale del corpo abbandonato dalla vita. Nelle Metamorfosi di Apuleio, Psiche è la fanciulla amata da Eros25 . Dunque, le nozze di Callicle sembrerebbero simboleggiare i l raggiungimento da parte del giovane dell’equilibrio tra anima e corpo. Doro sposa loessa, nome altrettanto raro, che Cantarella 26 riconduce ai Dialoghi di Luciano e che significa “violacea”. Ma loessa è anche il nome di un’orchidea, l’Epipactis ioessa, tipica dell’Italia meridionale e la cui caratteristica è quella di essere ermafrodita . Nozze che sembrerebbero adombrare, dunque,
i l mistero dell’androgino e del rebis. Nonostante i l matrimonio e la scelta di non condividere le proprie mogli, come pure prevedeva Platone nella Repubblica, Callicle e Doro continuarono ad amarsi: «Pure, < essi > si amarono sempre < tra loro e sino alla vecchiezza di tanto in tanto per qualche occasione trovandosi nel medesimo letto confondevano i piedi e si abbracciavano come nei / primi anni della loro giovinezza» Nel primo vero 'romanzo omosessuale', Maurice, di Edward Morgan Forster, scritto nel 1 914/ ma pubblicato solo negli anni Settanta del secolo scorso, Clive, primo amore di Maurice, rifugiatosi in un canonico matrimonio con una donna di adeguata condizione sociale, viene a sapere in un faccia a faccia con i l suo amico che questi aveva una relazione con il suo guardacaccia, Alec. «Mi avevi lasciato capire che il Paese al di là dello Specchio era lontano alle tue spalle ormai», dice inorridito Clive, facendo un chiaro riferimento ad Attraverso lo specchio (Through the Looking-Glass), i l secondo dei libri di Alice. Lo specchio, che rimanda l'immagine al contrario del mondo che in esso si riflette, diventa la metafora di quella che veniva chiamata "inversione". NeL Neoplatonici di Settembrini non esiste un mondo riflesso allo specchio, un mondo al contrario, poiché l'autore sembra conoscere perfettamente il segreto dell'attraversamento, che consente di riunire il corpo e il suo doppio, lasciando che sbocci la ioessa, l'androgino. Nessuna tragedia, nessuna ipocrisia, ma una serena, felice accettazione, pienamente abbracciata e vissuta, della propria natura. .

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