AD OCCHI NUDI. . . IN UNA NOTTE CHIARA. . .

AD OCCHI NUDI… IN UNA MOTTE CHIRA..
di
Silvio Nascimben
Il nostro sistema stellare, nello smisurato cosmo, è solo una infinitesima parte di un sistema galattico, immensamente grande, composto da una ventina di galassie che occupano uno spazio… di circa un milione e mezzo di anni luce.
Considerato che un anno luce è pari a 9,46 x 10 12 Km., la dimensione della terra, nella galassia che la ospita, non dovrebbe discostarsi molto da quella di un granello di polvere, posato su di un mobile, grande quanto la terra stessa. Se la nostra attenzione, poi, dovesse soffermarsi sulle molte migliaia di nebulose a spirale, localizzate dai telescopi elettronici, l’inquietudine di dover mettere in discussione molte cose della nostra vita, se non tutto, sarebbe la prima a farsi sentire.
Nel firmamento, che si presenta in una notte chiara, a detta degli astronomi, non più di 3/4000 stelle si possono vedere ad occhio nudo. Certo, è ben poca cosa se si tiene conto che con un moderno telescopio, a riflessione ottica, viene captata la luce di miliardi di stelle, che brillano lassù, nella Via Lattea…
Ecco riproporsi l’ antico affascinate interrogativo: “Esistono nel cosmo esseri viventi, simili all ‘ uomo?”
Questo avvincente quesito, che sollecita tra I ‘ altro inquietanti emozioni, convive con I ‘ uomo da sempre e si ripropone, pressante più che mai, ogni qualvolta si diffondono notizie di avvistamenti, nel cielo, di strani oggetti volanti, non identificati. Se i testimoni, poi, non sono i soliti mitomani, presunti messaggeri in Terra di una “non identificata” religione universale che farebbe capo a “fratellanze cosmiche”, c’è da star certi che il successo è assicurato.
Una sorta di “psichismo collettivo” contribuisce, inoltre, a diffondere una ridda di notizie che, il più delle volte si sovrappongono tanto da rendere imminente lo sbarco sulla Terra, dei “Visitors”.
Premesso che tutti i fenomeni scaturiti dal coinvolgimento di massa allontanino, in verità, l’ attenzione dai veri obbiettivi scientifici di riflessione, pur sempre punti base di approfondimento di ogni indagine, volgendo il capo al cielo, come non chiederci se siamo veramente soli, in questo immenso universo?
E’ l’astronomo Harlow Shapley che ci viene in aiuto con una serie di calcoli e supposizioni, partendo dal numero di stelle che, nel campo visivo di un moderno telescopio, si presentano in ragione di 1020. Supponendo che ad una stella su mille possa essere attribuito un sistema planetario e solo uno di essi su mille, presenti le condizioni indispensabili alla vita, il calcolo che ne deriva ci propone un risultato astronomico, pari a 10 14
Shapley, a questo punto si chiede, continuando a formulare supposizioni, che se un solo pianeta di ciascuna galassia disponga di una sua atmosfera e le condizioni indispensabili alla vita, potrebbero esservi ben oltre 100 milioni di pianeti su cui potrebbe esservi la presenza di altri esseri viventi, e 100.000 circa di essi, con civiltà di gran lunga più progredite della nostra.
Le rocce seleniche, portate sulla Terra dall’ Apollo I l e analizzate in 150 laboratori di tutto il mondo, hanno dimostrato che il carbonio, materia prima nella formazione di una molecola vivente, è presente anche nello spazio. Le “condriti carbonacee”, ovvero agglomerati di sostanze a struttura arborescente contenenti carbonio, sono meteoriti caduti sulla luna. Sulla terra esse giungono però bruciate o disintegrate a causa dell’impatto con l’ atmosfera mentre sulla luna, che ne è priva, esse arrivano intatte, frantumandosi al suolo. Per la mancanza, però, delle altre condizioni ambientali indispensabili per la vita, non vi è stato alcun seguito al prosieguo del processo vitale.
Non da meno è I ‘ interessante scoperta, emersa dall’esame del materiale lunare, riguardante le “tectiti”. Queste pietruzze che si rinvengono sul fondo marino, non certo di origine terrestre, si è sempre ritenuto fossero particelle seleniche, sfuggite alla gravità del nostro satellite a seguito dell ‘impatto violento di meteoriti sul suolo lunare. Una analisi più approfondita delle “tectiti”, a seguito dello sbarco sulla luna, ha rivelato però che la loro composizione chimica è decisamente diversa da quella dei reperti portati sulla terra dagli astronauti dell ‘”Apollo I I “: non vi può essere, a questo punto, altra conclusione che materiale organico vivente proviene, di continuo, dallo spazio..
Che dire poi delle infondate opinioni diffuse che la vita possa attecchire solo in presenza di condizioni ambientali simili a quelle sulla terra, ed in particolar modo in presenza di ossigeno e di acqua? Ciò è dimostrabile con la presenza di esseri viventi, i batteri anaerobici, che non hanno bisogno di ossigeno che, addirittura, agisce come veleno.
Non potrebbero esistere esseri viventi superiori, in grado di vivere senza aver necessità di ossigeno?
E’ noto che sulla terra esistano circa due milioni di specie viventi e solo la metà di esse, conosciute dalla scienza. Ve ne sono alcune svariate migliaia, però, che per le concezioni scientifiche oggigiorno accreditate, non dovrebbero poter vivere. Si riteneva, ad esempio, che l’acqua radioattiva fosse sterile, fino a quando si è scoperto che alcune specie di batteri si erano adattati a vivere nell’acqua in cui vengono immersi i reattori nucleari.
Notevole interesse suscitò l’esperimento compiuto dal dr. Siegel che in laboratorio ricreò le condizioni vitali dell ‘atmosfera del pianeta Giove. In quella atmosfera, concordemente ritenuta da tutti “non adatta” alla vita, composta di ammoniaca, metano e idrogeno, egli allevò acari e batteri.
L’era spaziale è da poco iniziata!
Fino ad oggi, la nostra attenzione si è limitata ad osservare e studiare quanto sul nostro pianeta era ed è a portata di mano; a farci apprezzare le mutazioni delle stagioni, l’abbondanza di acqua potabile e le illimitate scorte di ossigeno tanto da ritenerlo, di conseguenza, ineguagliabile ed unico nell’universo. Ma l’universo è finito o infinito?
Questa medesima domanda venne posta ad Archita di Taranto, filosofo e musicista, discepolo di Pitagora e amico di Platone. “Immaginando che l’universo abbia un limite, e che sia finito, sarebbe possibile, quindi, camminare da un capo estremo all’ altro, dell’universo, portandosi dietro una lancia , rispose Archita. “Arri vati al punto limite dell ‘ universo, oltre il quale c’è il vuoto, se scagliassimo la lancia il più distante possibile, non vi sarebbe nulla a fermarla ed essa cadrebbe, in un punto distante, più lontano. Se giunti in quel punto rilanciassimo la lancia, essa cadrebbe ancora più lontano, in un punto raggiungibile, dove poter effettuare un altro lancio. Quindi – concluse Archita – l’universo non può avere un limite e di conseguenza è infinito”.
La Bibbia, il libro dei libri, ciò nonostante, è ricco di contraddizioni e di misteri tanto che la Genesi inizia con la “creazione della terra”. A questo punto, ci si chiede, come facesse il redattore di quel tempo a sapere che geologicamente i minerali avevano preceduto i vegetali, e gli animali?
Nessuno è riuscito ad interpretare il passo della Genesi: “E gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della Terra, e furono nate delle figlie. Avvenne che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte…” (6, 1-2) . Chi erano i figli di Dio?
Ecco, ancora una volta, ricomparire i “figli di Dio” che, mescolandosi agli uomini, ci ripropongono I ‘ antico triplice, affascinante e misterioso interrogativo: “Da dove proveniamo? Chi siamo? Dove andiamo?” Ma… eccomi immerso, nell ‘immensità del buio che mi circonda, a chiedermi, scrutando affascinato, l’immenso e meraviglioso cielo stellato, da quale stella lontana sia giunta, qui sulla terra, l’uomo e con egli, la vita…
Mi chiedo poi, assalito da un’ inquietudine sempre più crescente, a seguito di rapidi calcoli atti a stabilire il tempo che impiega la luce, ad arrivare fino a noi, nonostante l’incommensurabile sfarfallio di stelle nel firmamento, quante di esse, purtroppo, non sono, oramai, più in vita…
E se la stella madre, quella da cui la vita terrestre ha avuto origine un giorno lontano, la nostra patria, fosse… già morta…?.

“Nel mezzo di tutte le cose sta il sole… e così come seduto su un trono reale, il sole regge la famiglia dei pianeti che gli ruotano intorno.’ •

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