Istituzione Solare
(E. R.)
Rispet.mo M.’. V.’.,
Carissimi Fratelli,
al momento della nostra Iniziazione abbiamo appreso che, essendo la nostra Istituzione solare, le donne non sono ammesse ai nostri Architettonici Lavori e ai nostri Misteri, anche se noi le onoriamo e le veneriamo, considerandole una parte integrante e insostituibile della nostra esistenza in quanto capaci di completare e arricchire la sensibilità e la spiritualità dell’uomo; esse rappresentano, per usare una felice espressione oggi di moda, l’altra metà del cielo. Questo mio lavoro cerca di portare un contributo conoscitivo, suscettibile di riflessioni e approfondimenti da parte di tutti noi, sul concetto di “istituzione solare” e su come storicamente le istituzioni e i culti solari abbiano avuto la preminenza su quelli lunari e le motivazioni che stanno alla base di tale processo.
Il punto di partenza dal quale si muove la mia analisi (e qui mi riallaccio al lavoro presentato tempo fa da Fr.’. M.L. : ”Gli uomini del fuoco”….) è costituito proprio dalla tecnologia o meglio dalla “logica” della tecnologia e dalla importanza che essa ha avuto nell’evoluzione del genere umano, con particolare riferimento a quella della selce e a quella dei metalli e cioè la metallurgia.
La prima di esse, la tecnologia della selce, molto antica e molto sperimentata, si è evoluta con l’uomo e nell’uomo (fu l’uomo a fare le prime armi o furono esse a fare l’uomo?); la sua caratteristica intrinseca era quella di essere essenzialmente lunare.
Al di là del simbolismo della pietra lunare contrapposta al metallo solare (la prima lavorata a freddo, il secondo ottenuto con l’aiuto del fuoco), la differenziazione fra i due processi non è costituita tanto dalla sostanza (pietra o metallo) quanto dalla “logica” del modo di produrre.
Nel caso della tecnologia della selce si assiste ad un ciclo produttivo molto elementare e di tipo individuale; anche se la tecnica e l’efficienza nel tempo si erano sicuramente affinate e migliorate, l’imponderabile giocava sempre un ruolo predominante: la qualità della lama dipendeva dal tipo di nodulo scelto, dalla grana della selce, dall’angolazione ed elasticità dell’attrezzo, in osso o in pietra dura, usato per la lavorazione.
Rimaneva preponderante l’intervento dell’individuo e degli “spiriti” suoi e del materiale, degli attrezzi, dell’ambiente, della stagione, ecc..
La metallurgia, al contrario, implica un processo continuo in una logica di controllo costante delle singole fasi. Questo tipo di “logica”, caratteristica di un ciclo di produzione, è sostanzialmente razionale, ordinativa, sistematizzata.
Con la lavorazione del metallo entriamo nell’organizzazione di tipo solare, pur non escludendo (come il già citato lavoro del FrT M.L. ci ha ampiamente dimostrato) l’aspetto rituale e magico dell’attività lavorativa; si determina un passaggio graduale dal mondo dell’istinto a quello della razionalità, dalla esaltazione dell’energia naturale e spirituale dell’individuo all’organizzazione e sviluppo del lavoro di gruppo.
Questa evoluzione nel modo di produrre ha avuto un riflesso importante nella vita sociale, culturale e spirituale dei popoli che vi erano coinvolti, i quali man mano sostituirono il culto lunare, molto antico e sperimentato, collegato al principio femminile e ai valori passivi e generativi ad esso collegati (basti pensare all’area del Mediterraneo dove aveva a lungo prosperato il culto della Grande Madre), con il culto solare che esaltava il principio maschile, razionale, propositivo, innovativo.
Lo spostamento dell’accento dal femminile al maschile provocò effetti di vasta portata: uno dei principali fu che tutta la sfera dei valori religiosi o più ampiamente spirituali fino a quel momento espressi simbolicamente con la luna venne trasferita al sole, passando sotto il controllo maschile.
L’inizio del potere sociale dell’uomo, in molte comunità, coincise proprio con l’affermazione del culto solare, affidato al sacerdozio maschile, anche se i riti lunari, affidati a sole donne, resistettero tenacemente pur in forma meno importante e predominante.
Il culto lunare peraltro, incentrato sulle potenze invisibili del mondo dello spirito, era così penetrato in profondità nell’anima degli individui, che anche quando la religione ufficiale divenne quella del sole, divinità guerriera, della potenza personale, della sfera immanente e del concreto reale, molte qualità spirituali rimasero collegate alle divinità lunari.
In effetti il culto lunare è l’adorazione delle forze creative e feconde della natura, della saggezza legata all’istinto ed alla comunione con la natura stessa.
In contrapposizione il culto solare è l’esaltazione di quanto sottomette la natura, di tutto ciò che pone ordine alla sua caotica pienezza, imbrigliandone l’energia per sottometterla agli scopi dell’uomo.
Con il prevalere di quest’ultimo vennero esaltati, nella figura del Dio solare, il principio maschile e le sue qualità: la capacità di realizzare, ordinare, costruire, progettare e pianificare; nacquero i mitici eroi che con le loro epiche imprese uccisero i serpenti dell’ignoranza e dell’indolenza, facendo propria e diffondendo la coscienza di un nuovo schema di valori spirituali.
Quando la Massoneria, quale oggi noi la conosciamo, cominciò ad affacciarsi nel panorama europeo, si dotò di regole e di rituali che risentivano dei filoni di pensiero iniziatico maturati in secoli di storia; fra questi oramai erano di gran lunga prevalenti quelli basati sulla esaltazione dei valori maschili, per cui la definizione di Istituzione Solare avvenne in modo naturale e in piena armonia con i principi e gli ideali che stavano alla base della spiritualità massonica.
Del resto l’atteggiamento dell’uomo moderno deriva da questo notevole spostamento di accento dai valori lunari a quelli solari: dal che scaturisce la convinzione che la razionalità intellettuale sia la più grande forza spirituale e che, conseguentemente, se gli uomini facessero degno uso dell’intelligenza tutto verrebbe ordinato nel modo giusto.
Questa enfatizzazione della razionalità non deve però realizzarsi a scapito del potere creativo e intuitivo, che è l’aspetto veramente divino dell’uomo; uno degli scopi più importanti di una scuola iniziatica come la Massoneria è quello di mantenere l’uomo in un giusto rapporto con il potere dello spirito, di elevare in pari misura le qualità intellettive e quelle spirituali, in modo che questo equilibrio fra la mente e lo spirito, fra razionale e intuitivo diventi tanto perfetto da generare un essere completamente nuovo: il vero Iniziato!
Capace di realizzare, costruire, progettare, ma anche in possesso di doti di intuizione irrazionale e di creatività; in grado di ordinare e sottomettere la natura, ma nel contempo di capirla ed apprezzarla, di amarla, di vivere con essa in una relazione equilibrata e armoniosa, portatore, in sintesi, di ideali e di valori tali da farlo apparire un riverbero costante dei grandi principi generatori e ordinatori del G.’.A.’. D.’. U.’.