La Gestualità
La Gestualità
di F. P.
Il perché di un gesto Nell’eterno dialogo con se stesso e con il mondo che lo circonda, l’uomo I ha trovato d’istinto «l’estro» della sua gestualità e ancora oggi, a distanza di millenni, una stretta di mano universalmente rappresenta l un atto di amicizia, il desiderio profondo di comunicare sentimenti l positivi, un sentimento di gioia e gratificazione. Niente è più immediato di un abbraccio, per rassicurare una persona amata, per comunicare la gioia di un incontro o la disperazione per una partenza. La vicinanza di due corpi nell’istintualità di un abbraccio è da sempre e ovunque sinonimo di solidarietà. Quando si è soli il sistema comportamentale di comunicazione e quindi ciò che si manifesta riguarda una sola persona, se sono insieme due persone, allora la relazionalità comprende entrambi gli organismi, se i ci sono molte persone, il sistema abbraccia l’intero gruppo e se con consideriamo molti gruppi, possiamo parlare di un sistema culturale. In un sistema unipersonale i segnali viaggiano lungo le vie precostituite del corpo. In un sistema a due o più persone i segnali viaggiano sia lungo le vie del corpo che attraverso gli elementi che separano i corpi. L’uomo si distingue da tutte le altre creature per la capacità di creare nuove cose e di adattarsi all’ambiente plasmandolo. Questo talento, che gli organicisti considerano «funzione cerebrale» e al quale gli psichiatri si riferiscono come alla «psiche», non è localizzato in alcun posto. Pur non avendo una sua struttura anatomica, tuttavia necessita per il proprio funzionamento della somma di tutte le cellule e proprietà dell’organismo. Le funzioni di questo centro sono di integrare le parti in un tutto, di ingrandire o minimizzare e scartare gli eventi, di valutare il passato e prevedere il futuro, di creare ciò che prima non esisteva. Ora per un attimo siamo di fronte all’uomo di mille anni fa, senza un passato, senza un futuro. Solo con il suo angoscioso ed imperscrutabile presente, l’astratto ed il concreto si sintetizzano nell’incessante esigenza di sopravvivere a se stessi in un contesto in cui tutto è oscuro. … Noi dobbiamo cercare queste scintille che sorgono quando un’anima è toccata dall’Universo (Friedrich Daniel Ernst Schleiermacher)… Noi dobbiamo osservarle nell’istante incomprensibile in cui si formano… Quanto più sano è lo spirito tanto più acutamente e più nettamente percepirà ogni impressione; quanto più ardente è la sete, quanto più irresistibile è l’impulso a possedere l’infinito… Questi sentimenti noi li dobbiamo esprimere, conservare, esporre… Ogni vera e propria azione deve, e può anche essere morale; ma i sentimenti religiosi devono accompagnare come una sacra musica ogni azione dell’uomo: tutto si deve fare con religione, se non per religione. L’intuizione senza il sentimento è nulla, e non può avere né giusta origine né legittima forza: anche il sentimento è nulla senza l’intuizione. Percorrendo millenni di tempo speculativo l’uomo si rivolge a se stesso ed al mondo che lo circonda con un simbolismo ed una gestualità che si propagano nel tempo e nello spazio. Fermo restando il principio che il comportamento e lo sviluppo dell’individuo dipendono dallo stato delle persone e dal loro ambiente, vorrei fotografare per un attimo l’uomo all’anno zero e rapidamente ricostruire il perché della sua gestualità. Occorre pertanto calarsi in una dimensione drammaticamente obiettiva. La retrospezione nel tempo ci porta sino al primo uomo: il bambino. È il primo sguardo, il primo movimento che ci interessa. L’uomo di fronte a se stesso, l’uomo di fronte alla vita. Ogni atto ha un perché, ogni sentimento una motivazione. Lo spazio vitale del neonato può essere descritto come un campo avente relativamente poche aree solo vagamente distinguibili. Sembra che né oggetti né persone definite siano distinte. Non esiste un’area chiamata «mio proprio corpo»; non esistono eventi futuri o aspettazioni. Il bambino è regolato dalla situazione immediata. L’uomo primitivo era regolato dalla situazione immediata. Con il passare del tempo, i piani si estendono più lontano nel futuro e attività di durata sempre crescente sono organizzate come una sola unità. La differenziazione dello spazio vitale aumenta anche per quel che riguarda la dimensione realtà-irrealtà. I diversi gradi di irrealtà corrispondono ai diversi gradi di fantasia. Essi includono sia i desideri che i timori. Dinamicamente il livello della irrealtà corrisponde a un «mezzo» più fluido ed è più strettamente connesso con gli strati centrali della persona. La storia dell’uomo vede quest’ultimo in un tumulto di necessità, di aspettative che tenta di risolvere o rimanendo nella posizione più naturale immediata ed irrazionale (culto religioso-superstizioni) o aumentando la distanza fra realtà ed irrealtà, attraverso la produzione di idee (scienza). Ed è su questa base che occorre costruire un confronto nelle due gestualità: razionale e irrazionale. La Massoneria è la via più diretta per arrivare alla gestualità più razionale. Chi pone il suo piede, per la prima volta, nel Tempio, opera certo in maniera istintiva e profondamente emotiva. Inizia, quindi, la grande opera levigatrice del confronto, della introspezione, della crescita morale. Ecco che, nel tempo, la pietra grezza trova la sua forma definitiva; il processo di crescita si compie e la gestualità istintiva di un tempo si è trasformata in una gestualità logica, razionale mediata nella grande fede nella fratellanza.
di F. P.
Il perché di un gesto Nell’eterno dialogo con se stesso e con il mondo che lo circonda, l’uomo I ha trovato d’istinto «l’estro» della sua gestualità e ancora oggi, a distanza di millenni, una stretta di mano universalmente rappresenta l un atto di amicizia, il desiderio profondo di comunicare sentimenti l positivi, un sentimento di gioia e gratificazione. Niente è più immediato di un abbraccio, per rassicurare una persona amata, per comunicare la gioia di un incontro o la disperazione per una partenza. La vicinanza di due corpi nell’istintualità di un abbraccio è da sempre e ovunque sinonimo di solidarietà. Quando si è soli il sistema comportamentale di comunicazione e quindi ciò che si manifesta riguarda una sola persona, se sono insieme due persone, allora la relazionalità comprende entrambi gli organismi, se i ci sono molte persone, il sistema abbraccia l’intero gruppo e se con consideriamo molti gruppi, possiamo parlare di un sistema culturale. In un sistema unipersonale i segnali viaggiano lungo le vie precostituite del corpo. In un sistema a due o più persone i segnali viaggiano sia lungo le vie del corpo che attraverso gli elementi che separano i corpi. L’uomo si distingue da tutte le altre creature per la capacità di creare nuove cose e di adattarsi all’ambiente plasmandolo. Questo talento, che gli organicisti considerano «funzione cerebrale» e al quale gli psichiatri si riferiscono come alla «psiche», non è localizzato in alcun posto. Pur non avendo una sua struttura anatomica, tuttavia necessita per il proprio funzionamento della somma di tutte le cellule e proprietà dell’organismo. Le funzioni di questo centro sono di integrare le parti in un tutto, di ingrandire o minimizzare e scartare gli eventi, di valutare il passato e prevedere il futuro, di creare ciò che prima non esisteva. Ora per un attimo siamo di fronte all’uomo di mille anni fa, senza un passato, senza un futuro. Solo con il suo angoscioso ed imperscrutabile presente, l’astratto ed il concreto si sintetizzano nell’incessante esigenza di sopravvivere a se stessi in un contesto in cui tutto è oscuro. … Noi dobbiamo cercare queste scintille che sorgono quando un’anima è toccata dall’Universo (Friedrich Daniel Ernst Schleiermacher)… Noi dobbiamo osservarle nell’istante incomprensibile in cui si formano… Quanto più sano è lo spirito tanto più acutamente e più nettamente percepirà ogni impressione; quanto più ardente è la sete, quanto più irresistibile è l’impulso a possedere l’infinito… Questi sentimenti noi li dobbiamo esprimere, conservare, esporre… Ogni vera e propria azione deve, e può anche essere morale; ma i sentimenti religiosi devono accompagnare come una sacra musica ogni azione dell’uomo: tutto si deve fare con religione, se non per religione. L’intuizione senza il sentimento è nulla, e non può avere né giusta origine né legittima forza: anche il sentimento è nulla senza l’intuizione. Percorrendo millenni di tempo speculativo l’uomo si rivolge a se stesso ed al mondo che lo circonda con un simbolismo ed una gestualità che si propagano nel tempo e nello spazio. Fermo restando il principio che il comportamento e lo sviluppo dell’individuo dipendono dallo stato delle persone e dal loro ambiente, vorrei fotografare per un attimo l’uomo all’anno zero e rapidamente ricostruire il perché della sua gestualità. Occorre pertanto calarsi in una dimensione drammaticamente obiettiva. La retrospezione nel tempo ci porta sino al primo uomo: il bambino. È il primo sguardo, il primo movimento che ci interessa. L’uomo di fronte a se stesso, l’uomo di fronte alla vita. Ogni atto ha un perché, ogni sentimento una motivazione. Lo spazio vitale del neonato può essere descritto come un campo avente relativamente poche aree solo vagamente distinguibili. Sembra che né oggetti né persone definite siano distinte. Non esiste un’area chiamata «mio proprio corpo»; non esistono eventi futuri o aspettazioni. Il bambino è regolato dalla situazione immediata. L’uomo primitivo era regolato dalla situazione immediata. Con il passare del tempo, i piani si estendono più lontano nel futuro e attività di durata sempre crescente sono organizzate come una sola unità. La differenziazione dello spazio vitale aumenta anche per quel che riguarda la dimensione realtà-irrealtà. I diversi gradi di irrealtà corrispondono ai diversi gradi di fantasia. Essi includono sia i desideri che i timori. Dinamicamente il livello della irrealtà corrisponde a un «mezzo» più fluido ed è più strettamente connesso con gli strati centrali della persona. La storia dell’uomo vede quest’ultimo in un tumulto di necessità, di aspettative che tenta di risolvere o rimanendo nella posizione più naturale immediata ed irrazionale (culto religioso-superstizioni) o aumentando la distanza fra realtà ed irrealtà, attraverso la produzione di idee (scienza). Ed è su questa base che occorre costruire un confronto nelle due gestualità: razionale e irrazionale. La Massoneria è la via più diretta per arrivare alla gestualità più razionale. Chi pone il suo piede, per la prima volta, nel Tempio, opera certo in maniera istintiva e profondamente emotiva. Inizia, quindi, la grande opera levigatrice del confronto, della introspezione, della crescita morale. Ecco che, nel tempo, la pietra grezza trova la sua forma definitiva; il processo di crescita si compie e la gestualità istintiva di un tempo si è trasformata in una gestualità logica, razionale mediata nella grande fede nella fratellanza.