IL GABINETTO DI RIFLESSIONE (19/04/ 2016: la mia iniziazione).
Non nascondo una certa emozione nel raggiungere il luogo
della mia iniziazione.
Sto andando incontro a qualche cosa di “ignoto”; volutamente non ho letto
testi, non ho cercato su Internet, ho deciso di giungere a questa iniziazione
con la mente e il cuore liberi da qualsiasi idea o preconcetto derivante da
letture precedenti.
Ho anche deciso in questa tavola di metterci le mie emozioni, le mie sensazioni
ed i miei pensieri nel momento in cui sono stato introdotto nel Gabinetto di
riflessione.
Mi batte un po’ il cuore, il luogo è angusto e buio, le pareti sono nere e sono
stata proiettato in un mondo nel quale l’oscurità mi porta a fermarmi e a
riflettere.
Penso a quante poche volte nel mondo che corre come un treno veloce noi
corriamo, senza porci domande, senza chiederci dove stiamo andando e perché.
La frequenza cardiaca a poco a poco si riduce ed è come se un senso di pace,
nel silenzio e nell’oscurità , scendesse su di me.
Mi guardo intorno, la prima frase che attira la mia attenzione è “se la curiosità
ti ha condotto qui, esci”: non è la curiosità ma la “ curiositas” latina,
quindi interesse verso il mondo che mi circonda ma soprattutto in questa
situazione , interesse a guardare dentro di me, dimenticandomi di ciò che
accade fuori .
Vedo la clessidra: la sabbia che scorre in essa mi dà il senso del tempo che
scorre inesorabile allora penso: quante volte pensiamo di avere “ tempo” per
progettare, programmare, fare: in realtà nel buio rifletto e vedo la caducità
della vita con il suo scorrere senza sosta.
Mi sento bene, ho una sensazione di serenità, non sono preoccupato, il cuore ha
ripreso il suo ritmo normale sto bene qui, come fossi al riparo da tutto,
soltanto di fronte a me stesso: è una sensazione molto piacevole.
Vedo il gallo: cosa vorrà dire? Allude forse al risveglio? Alla comparsa
dell’alba dopo il buio della notte?
Ricordo ancora sul tavolo il pane raffermo e la brocca d’acqua : penso
immediatamente alla essenzialità delle cose.
Il teschio non mi fa paura , è collegato alla mia professione, immagino si
riferisca alla caducità della vita.
Ed ecco il testamento: mi è stato detto prima di entrare di rispondere per
iscritto a 3 domande riferite ai doveri dell’uomo verso Dio , verso sé stesso,
verso il prossimo.
Il mio primo pensiero è: ho lasciato tutto fuori e quindi non ho gli occhiali,
ho una pessima calligrafia!
Poi i miei pensieri scorrono veloci e la penna li segue rapidamente, sento che
quel tempo trascorso nella stanza buia mi ha “rischiarato” il cervello.
Sono contento, non ho cognizione di quanto tempo sia passato, quando il
fratello preparatore (ora so che si chiama così) viene a prendermi mi dispiace
un po’ abbandonare quel luogo dove ho potuto guardarmi dentro nel silenzio,
senza contatto con l’esterno.
Penso, cosa succederà adesso? Ma sono pronto : che la mia iniziazione abbia
inizio!
F.V. F.’. DELLA R. L. AUSONIA