Cos’è Umanesimo
Ha senso, oggi, porsi ancora domande sull’uomo, sul valore ed i limiti della sua esistenza, sulla progettualità che le è intrinseca, sulle responsabilità che l’accompagnano? Il frastuono degli eventi e delle informazioni che inondano la nostra quotidianità ci riduce paradossalmente, proprio nel nostro quotidiano confronto col mondo, a spettatori inerti. Esonerati dal doverci creare noi stessi le nostre immagini, le nostre opinioni, la nostra propria visione della realtà, essere utenti anziché agenti del sistema offre tutti i vantaggi propri dell’assenza di coscienza, ci dà accesso alla comodità dell’ingranaggio, il cui compito nel meccanismo è chiaro, ovvio, mai problematico.
Porsi delle domande significa invece accettare su di sé l’inquietudine della latitanza di una risposta. E’ ciò che ferma l’ingranaggio, ciò che chiede ragione del meccanismo. E’ perciò più rassicurante avere risposte, anziché domande. Soprattutto se le risposte sono esse stesse tranquillizzanti. E le risposte ufficiali ci dicono che siamo già nel mondo migliore possibile e che quel poco che rimane ancora da ritoccare è già all’attenzione di chi di dovere. Che, certo, esiste un progetto futuro per l’uomo, ma che purtroppo occorre raccordarlo alle proiezioni economiche. Che viviamo in una società superiore, basata sulla produttività, sull’efficienza e sull’adattamento. Così perfetta che in essa politica, pensiero e cultura sono degradati ad un ruolo amministrativo e privo di ogni slancio vitale, finalmente svuotati di ogni coinvolgimento emotivo.
In tali condizioni da post-histoire c’è un’impellente necessità di tornare a domandare. E, soprattutto, di tornare ad interrogarsi circa il proprio senso nel mondo, circa le proprie responsabilità nei confronti di se stessi, della propria società, della natura. Occorre riappropriarsi urgentemente di una propria linea di pensiero e ridivenire così agenti autonomi della storia. Umanesimo si propone di essere un luogo di confronto su questi temi. Un’officina in cui tutto ciò che può aiutare la ricerca di una identità dell’uomo odierno possa trovare spazio, essere discusso e meditato. La speranza è che questo progetto contribuisca alla crescita personale e collettiva di coloro che ne fanno uso, una crescita sempre più consapevole e scelta, attiva e responsabile.
Giuseppe Scuto