UN BURATTINO NELLA SAVANA

Un burattino nella savana

Toscana più Africa uguale Pinocchio. Nello spettaco­lo dei venezuelano Josè Luìs Sanchez Martinez, «Ba­koo, Pinocchio, Bakoo!!», le avventure del burattino so­no l’occasione per l’incontro di culture e etnie diverse. Pinocchio sciamanico, Pinocchio come Atanor, elemen­to in cui maschile e femminile, oriente e occidente con­vergono. Martinez, in trattativa per partecipare al fe­stival internazionale del teatro di Pinocchio in aprile a Collodi, aveva già lavorato sulle avventure del burat­tino a Firenze, in occasione del centenario della morte di CoIIodi.

Stavolta ha voluto unire il mito e la favola, restituendo all’arcaico una storia ottocen­tesca la cui struttura ha mol­te affinità con la fiaba tradi­zionale dell’Africa nera. «La grandezza di Pinocchio – ha detto Martinez – è proprio il modo in cui Collodi lo scris­se: a puntate, inseguito dall’editore perché fosse puntuale. Da questa non-programmati­cità sono venute fuori una se­rie di figure che ritroviamo in tutte le culture». La visio­ne africana di Pinocchio ha un elemento esoterico, magi­co, la musica e la danza assu­mono importanza fondamen­tale. Dentro e fuori da una ca­panna sciamanica Pinocchio si racconta con la danza, i riti e la forza della narrazione orale. Dopotutto, il Pinocchio di Collodi è il libro non reli­gioso più letto al mondo. Lo spettacolo scritto e diretto da Martinez racconterà dunque il burattino fra maschere afri­cane e commedia dell’arte ita­liana: in scena un percussio­nista africano e un sassofoni­sta italiano che eseguirà le musiche di Nino Rota. A dan­zare sarà Alessandro Rossi, che ha studiato con Carolyn Carlson e con la senegalese Fanta Tourè. (dafi.)

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