IL GRANDE ORIENTE D’ITALIA RIAMMETTE I TRANSFUGHI DEL ’93
RIMINI, 9 APRILE 2000 – La Gran Loggia di Primavera del Grande Oriente d’ Italia di Palazzo Giustiniani – che ha chiuso a Rimini una tre giorni a cui hanno partecipato oltre duemila aderenti – ha deliberato di riammettere, su domanda degli interessati, quanti nel ’93 abbandonarono la maggiore associazione massonica italiana per una organizzazione minore, la Gran Loggia Regolare d’Italia, guidata da Giuliano Di Bernardo. Esclusi da questa apertura – ha precisato nel comunicato finale l’associazione – sono i piduisti «nei confronti dei quali la chiusura è assoluta e netta» e, ovviamente, i leader e gli organizzatori dell’ operazione del ’93.
«L’atto di clemenza che abbiamo adottato – ha detto il Gran Maestro Gustavo Raffi, all’epoca pubblico accusatore contro quanti avevano tramato all’ interno dell’ istituzione – è partita dal presupposto che il tempo e le indagini che da quelle accuse sono scaturite ci hanno dato completamente ragione e che occorreva sapere distinguere tra la responsabilità dei dirigenti transfughi di allora, capitanati da Di Bernardo e che non rientrano nel provvedimento adottato, e le responsabilità di quanti, fatti cadere in errore, avevano creduto in buona fede alle interessate accuse che ci venivano rivolte».
Al centro del documento approvato al termine dei lavori, i temi della globalizzazione, della scuola e dei diritti umani.
«La globalizzazione – si legge nel documento – deve rapportarsi anche alle ragioni degli uomini e dei popoli con i loro desideri, bisogni, valori ed ideali, anziché privilegiare le merci e il mercato».
Quanto alla scuola, «il pluralismo culturale – si sostiene – è il fondamento delle società democratiche e permette la formazione etica e critica dei cittadini». Da qui la necessità che il sistema educativo privilegi «la scuola laica, sia essa statale o privata, senza discriminazioni politiche o religiose».
«I liberi Muratori – afferma ancora il documento – difendono i valori fondamentali della democrazia e sono un baluardo della laicità dello Stato e della società, perché vi sia la più ampia libertà di pensiero e di associazione».
Sui diritti umani il documento sottolinea «la necessità che siano regolamentati quelli dei malati, degli anziani, dei meno abbienti» e ribadisce che «i Liberi Muratori sono da sempre contrari alla pena di morte».