LA MASSONERIA, I MASSONI E LA RIVOLUZIONE FRANCESE
La leggenda che vuole che la Massoneria sia stata l’artefice della Rivoluzione Francese è nata negli ultimi anni del XIX secolo, e venne propagata esserzialmente dal gesuita padre Augustin Barruel con la sua «Mémoires pour servir è l’histoire du Jacobinisme», scritte nel 1798-99.
1 Massoni del tempo all’inizio protestarono con sdegno, e pubblicarono anche parecchie opere per confutare questa tesì, poi la leggenda prese corpo, specialmente alla fine dell’800, quando una certa Massoneria e l’Anticlericalismo francese finirono per identificarsi.
Secondo Alec Mellor, che ha scritto in questi ultimi anni testi fondamentalì sull’argomento, la leggenda massonica si è presentata sotto due forme, quella secondo la quale la Rivoluzione sarebbe stata ordinata nelle logge del XVIII secolo e sarebbe il frutto di una congiura occulta di sette anticristiane, per abolire l’antico ordine cattolico e monarchico e stabilire un ordine nuovo, e quella che sostiene che, non si trattò di una congiura, ma che tuttavia le idee filosofiche che provocarono il clima rivoluzionario nacquero nelle Logge, che diventarono il veicolo delle idee dell’Enciclopedia e di Voltaire, Rousseau ..ecc.
Questa tesi si basa sul presupposto che la Massoneria abbia avuto (ed abbia tutt’ora) una serie di principi politici, in particolare il trinomio Liberté, Egalité, Fraternité, e che abbia fatto di tutto per porre in pratica questi principi. Eppure, come sappiamo bene, la lettura Massonica del trinomio è ben diversa da una lettura profana: perchè: l’eguaglianza in Loggia non vuole dire eguaglianza politica, la libertà non può esistere senza l’autorità, e la fratellanza non è utopistico amore per un prossimo ignoto ed impersonale, ma per l’uomo in carne ed ossa con i suoi
Ha scritto infatti a questo proposito René Guenon nel suo fondamentale «Etudes sur la Franc-Maconnerie et le compagnonnage
» che: la divisa Liberté, Egalité, Fraternité, lungì dall’essere realmente di origine Massonica come si crede di solito, appare al contrario per la prima volta in uno scritto massonico, la Francs-Macons écrasés, pubblicato nel 1747; essà fu nondimeno adottata abbastanza presto dallz Massoneria francese, ma fu presa all’inizio in senso puramente spirituale, d’altronde conformemente agli insegnamenti del rituale, e non avendo niente in comune con l’interpretazione profana che prevalse sfortunatamente in seguito.
D’altra parte è utile ricordare come la Massoneria nacque e si sviluppò sul suolo francese essenzialmente per merito del Cavaliere di Remsey, il cui progetto era quello di rendere l’ateo deista, il deista cristiano, e il cristiano cattolico, non nascondendo di voler fondare, accanto alla Massoneria inglese pro-anglicana una Massoneria francese pro-cattolica, devota all’assolutismo reale.
Le costituzioni delle Logge francesi dell’epoca esigevano infatti da ogni candidato all’iniziazione «un attaccamento sentito alla religione, al re e ai suoi buoni costumi»,
E precisavano anche che «ogni incredulo che avrà scritto o parlato contro l’antica fede dei Crociati sarà escluso per sempre dall’Ordine».
Per sfatare ulteriormente la leggenda. della Massoneria che manovra segretamente per distruggere la Monarchia deve essere ricordato che in occasione degli anniversari della famiglia reale la Massoneria prendeva parte ufficialmente ai festeggiamenti e alle messe solenni. Fra l’altro
c’è da sottolineare che alcuni storici non hanno escluso l’appartenenza di Luigi XVI alla Massoneria. Non esistono documenti certi, ma in un articolo dal titolo «Les Bourbons francs-magons» si può leggere:
«Luigi AVI non [u personalmente del corpo di Versailles sotto il titolo distintivo «Ire fratelli all’Oriente della Corte» ed è facile penetrare la chiara allegoria che copre questa gloriosa protezione.
In effetti esisteva a Versailles una Loggia dal nome «Le militaires des trois frères unis» che restò in attività fino al 1788, e che riprese i lavori nel 1803. Va poi ricordato, che la documentazione è certa ed incontrovertibile, anche se ignota ai più, che furono molto più numerosi
ì Massoni che emigrarono che quelli che aderirono alla Rivoluzione.
Ed anche che alcuni dei capi della cospirazione monarchica sotto il Direttorio erano dei Massoni.
La storia della Massoneria sotto la Rivoluzione non fu delle più tranquille, e lo studio delle circolari inviate da] Grande Oriente ai propri amministrati lo comprova.
Fra le tante riportiamo la circolare del 24 gennaio 1793, nella quale sì legge: «La più parte delle Logge sono disciolte, e fra quelle che esistevano ce ne sono la cui dispersione dei membri rende, per il momento, la loro riunione impossibile.
Poi, con il 9 Termidoro, avviene la caduta di Robespierre e fino al Direttorio, la Massoneria non esisterà più; il sospetto che i Rivoluzionari avevano per tutti i gruppi organizzati, nessuno escluso, colpisce anche la Massoneria. Ancora una volta, come tante altre volte negli anni che seguirono la Massoneria deve subire le violenze del totalitarismo e dell’intolleranza!
Guido della Rosa