FIORI E ALBERI NELLE TRINCEE
La nostra annuale Gran Loggia di Rimini si è svolta in un momento geopolitico drammatico per il futuro non solo dell’Europa ma dell’intera Umanità. È ormai davanti agli occhi di tutti che stiamo vivendo una situazione molto pericolosa che ci fa temere catastrofi se non si riuscirà a fare vincere il buonsenso e la pace.
Il conflitto russo-ucraino purtroppo tocca sempre più i cuori e le coscienze di tutti noi europei.
È per questo che non dimenticherò mai lo storico evento vissuto in Gran Loggia con i fratelli ucraini e russi, lacerati dalla guerra, e spero vivamente che i valori della fratellanza possano produrre semi rigogliosi. Ai fratelli Fatih Sahin, Gran Segretario, e Maurizio Longo, Gran Segretario Aggiunto della Gran Loggia dell’Ucraina, e ad Andrey Bogdanov, Gran Maestro della Gran Loggia di Russia, ho lanciato un appello dicendo: “Voi che siete qui, fate tutto quello che è nelle vostre possibilità affinchè tra i vostri popoli regnino pace e armonia. Fate il possibile e l’impossibile affinchè le trincee si riempiano di fiori e di alberi, che daranno frutti che poi ci divideremo quando mangeremo allo stesso tavolo, l’uno accanto all’altro”.
Sono stati istanti forti, emozionanti per me, per la Giunta e per tutti i fratelli del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani.
In questa fase così tragica il mio pensiero continua a guardare ai fratelli
della Gran Loggia d’Ucraina, al Gran Maestro Anatoly Dymchuck.
Così come il pensiero di tutti noi non può non andare ai tanti civili morti ed ai milioni di profughi, donne e bambini, sparsi in giro per l’Europa a causa della guerra. Questa è una…appassionato impegno nella pro mozione “della fraternità delle genti”
Tragedia che colpisce i nostri cuori, i nostri corpi, e noi speriamo che alla fine possa prevalere la ragione e che le armi tacciano presto. Ogni
uomo, ogni libero muratore deve portare un piccolo mattone per costruire insieme la necessaria ed agognata Pace.
Noi massoni siamo costruttori di cattedrali e di ponti di pace e non di trincee e ci ricordiamo, e lo ricordiamo a chi ha la possibilità di definire i destini del mondo, che la pace si costruisce in tempo di… pace. Quando piovono le bombe, quando ci sono i massacri, quando le città vengono rase completamente al suolo, quando ci sono milioni di profughi è più difficile parlare di pace, è più difficile cercare i compromessi. Bisogna educare alla pace e far prevalere la ragione, il dialogo e la solidarietà su tutto per costruire un futuro e un mondo migliore.
Lo sapeva bene anche Teodoro Ernesto Moneta, garibaldino, giornalista e massone che nel 1907, unico italiano vincitore del Nobel per la Pace, fu insignito del l’importante riconoscimento in Svezia per il suo appassionato impegno nella promozione “della fraternità delle genti”, così venne scritto in latino sulla medaglia che gli venne consegnata il giorno della premiazione.
Moneta sosteneva giustamente che la pace fosse la necessaria e doverosa soluzione del compimento di quello spirito di solidarietà tra
gli uomini e tra le comunità umane che contribuiscono alla realizzazione dello bene per tutti.
E che per realizzare tale aureo fine bisognava adoperarsi in tal senso senza sosta. “Il pacifismo, come lo abbiamo sempre sostenuto non cerca di cancellare i paesi gettandoli nel crogiolo del cosmopolitismo, ma di organizzarli, se già non è così, secondo i dettami della giustizia. In varietate unitas! Più ogni nazione contribuisce alla società mondiale con la ricchezza delle proprie attitudini, della propria razza e delle proprie tradizioni, maggiore sarà lo sviluppo futuro e la felicità dell’umanità”. Sono state queste le sue parole, pronunciate nel discorso che tenne nel 1909 al- l’Istituto per la Pace svedese.
Parole che ancora oggi hanno un valore immenso e suonano come un monito e una missione per tutti coloro che come i massoni vogliono che a vincere sia solo la Pace per il Bene supremo dell’Umanità. Gli ideali del nostro trinomio costituiscono ieri come oggi il miglior viatico perché gli uomini possano essere fratelli e vivere armoniosamente sulla terra senza che ci siano divisioni politiche, religiose, economiche, razziali.
La libera muratoria ha sempre propugnato in maniera inderogabile i sacri valori delle Libertà, della Dignità, si è sempre battuta ha contro ogni forma di totalitarismo, tirannia, oppressione, schiavitù, negazione dei diritti umani. Nelle Logge si attua l’insegnamento dei principi morali ed etici che tutti i fratelli devono cercare di rendere fattivamente operativi nella società civile. Anche perché il compito dei massoni è l’elevazione e l’evoluzione della comunità umana conservando le sue migliori conquiste per la costruzione di una società ideale della fratellanza.
Libertà, Uguaglianza e Fratellanza pertanto sono i principi così alti e irrinunciabili che vanno difesi e perpetuati nei cuori e nelle menti di ogni uomo, di ogni nazione. È per questo nobile scopo che noi liberi muratori lavoriamo e lavoreremo sempre con forza, coraggio e sacrificio.
Possano al più presto i venti di guerra cessare e possa al più presto tornare in Europa quella serenità e quella Pace che è l’unica vera bandiera che deve sventolare gioiosamente su ogni zolla di terra nel mondo.
Stefano Bisi
Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia