GARIBALDI : I DUE MONDI DELL’EROE
DARIO BANAUDI
Nella prima parte del mio intervento leggerò alcuni stralci della relazione che l’architetto Banaudi ha tenuto a Nizza nel settembre di questo anno al Convegno Internazionale delle Logge intitolate a G.Garibaldi. Queste le sue parole.
Vorrei spiegare il Titolo che ho dato a questa conferenza e, perspiegare questa inversione dei termini, diventati il titolo emblematico e Identificativo di Garibaldi, devo richiamarmi appunto alla Cultura della Massoneria, o meglio al suo Linguaggio Simbolico . Analizzare un Simbolo e cercare di comprenderlo vuol dire scrutarne la parte meno evidente e più nascosta. Quella che si potrebbe chiamare “l’altra faccia della Luna”: mettere cioè assieme i due pezzi di una immagine che è stata spezzata, un’operazione che è all’origine del significato etimologico di Simbolo (dal greco sym ballein, che significa appunto “unire”).
Ho allora pensato di invertire i termini del Titolo dato all’Eroe parlando dei Due Mondi ai quali egli appartiene . Non si tratta quindi di termini Geografici, ma di Livelli di coscienza e di Azione che sono la caratteristica fondamentale dell’Eroe e che ha direttamente a che fare con la sua appartenenza alla Massoneria.
Figlio di un piccolo Armatore , Garibaldi già da ragazzo vuole intraprendere la vita avventurosa del mare e, dopo alcuni tentativi di fuga, si imbarca a 15 anni come mozzo a Sanremo sulla Nave Costanza che salpa per Odessa e il Mar Nero. E’questo per lui un primo viaggio di forte esperienza ed avventuroso, ma anche di apprendimento e di disciplina.
Qui ebbe occasioni di formarsi alla cultura e agli Ideali del Romanticismo Libertario e del Risorgimento Italiano frequentando esponenti dei Fuorusciti Italiani dopo i primi Moti Carbonari in Italia e dei Francesi Sainsimonisti anch’essi esuli in quella terra.
Saint Simon ed i suoi seguaci proclamavano la fede nel progresso dell’Umanità e l’emancipazione attraverso la scienza e l’industrializzazione, portavano avanti le lotte per la libertà e l’indipendenza,per l’ emancipazionedel proletariato di tutto il mondo e della donna, inserendosi in un ambito più vasto,che nel XIX secolo prese il nome di Socialismo Umanitario.
Garibaldi nel periodo di permanenza ad Istambul e sul Mar Nero fa incontri determinanti sia con grandi personaggi che con opere letterarie e politiche( gli scritti di Mazzini, Le Ultime lettere di Jacopo Ortis del Foscolo o le Opere dei Poeti, eroi romantici, Shelley e Byron)
Incontrò in Turchia esuli Mazziniani e reduci delle Guerre napoleoniche.
La prima biografia di Garibaldi fu pubblicata nel 1850,quindiben 32 anni prima della sua morte, scritta da Gian Battista Cuneo, più o meno coetaneo di Garibaldi. Cuneo fu Mazziniano, fra i primi aderenti alla Giovine Italia, esule in Brasile ed in Uruguay dove svolse attività di Giornalista di Scrittore e di propagandista delle idee Mazziniane e di combattente insieme a Garibaldi per la Libertà dell’Uruguay.Tornato in Italia diventerà senatore del Regno d’Italia e divenne amicoe ispiratore delle idee politiche di Garibaldi.
Garibaldi sarà iniziato alla Massoneria a Rio de Janeiro nella Loggia irregolare “Asilo della Vertud” ( irregolare perché non riconosciuta dalla Francia e dall’Inghilterra) e poi a Montevideo nel 1844 fu regolarizzato nella Loggia “Les Amis de la Patrie,all’Obbedienza del Grande Oriente di Francia.
IL PROGRAMMA POLITICO
Garibaldi fu uno dei primi propugnatori degli Stati Uniti d’Europae ll 15 ottobre 1860 scrisse un memorandum alle Potenze d’Europa, dove tra l’altro è scritto:
“In tale supposizione (cioè la nascita degli Stati Uniti d’Europa), non più eserciti, non più flotte; e gli immensi capitali, strappati quasi sempre ai bisogni e alla miseria dei popoli per essere prodigati in servizio di sterminio, sarebbero convertiti, invece, a vantaggio del popolo in uno sviluppo colossale
dell’industria, nel miglioramento delle strade, nella costruzione dei ponti, nello scavamento dei
canali, nella fondazione di stabilimenti pubblici, e nell’erezione delle scuole che torrebbero alla
miseria ed all’ignoranza tante povere creature, che in tutti i paesi del mondo, qualunque sia il loro
grado di civiltà, sono condannate, dall’egoismo del calcolo e dalla cattiva amministrazione delle
classi privilegiate e potenti, all’abbrutimento, alla prostituzione dell’anima o della materia. (da:
Giuseppe Garibaldi di A. Scirocco, ed. Corriere della Sera, 2005, pag. 318)
Immaginò l’eliminazione degli eserciti stabili.
L’8 e 9 settembre 1867 partecipò a Ginevra al congresso internazionale per la pace e la libertà in
cui propose di aggiungere al programma della Lega alcuni articoli che, attuati, sarebbero stati
rivoluzionari: la fratellanza tra le nazioni, la diffusione capillare della scienza,la proibizione delle
guerre,tranne che per quelle di liberazione da un tiranno.
Indicò il suffragio universale come l’obiettivo fondamentale, essenziale per l’instaurazione di una
vera democrazia, per la rivendicazione della sovranità nazionale da parte delle masse; parlò in
difesa del decentramento amministrativo e per la lotta ai privilegi della Chiesa.
Si oppose ai progetti di colonizzazione di terre lontane perché essi avrebbero portato alla
privazione della libertà nazionale altri popoli e perché avrebbero sottratto risorse utili per lo
sviluppo di quel paese.
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Nel marzo del 1864 si recò a Londra dopo numerose insistenze dei suoi amici inglesi. Si
attendevano 100.000 persone, invece ne arrivarono 500.000. Vennero date rappresentazioni di
opere liriche in suo onore, andarono a trovarlo, il primo ministro, i membri del governo e
rappresentanti della Nobiltà Inglese. Vennero raccolti fondi che lui rifiutò, tranne, in seguito, il
dono della metà dell’isola di Caprera.
IL DISINTERESSE DI GARIBALDI
Traggo l’elenco dei fatti dalla biografia di Alfonso Scirocco Giuseppe Garibaldi, riedito dal Corriere
della Sera nel novembre del 2005.
“Nella guerra corsara autorizzata dal governo del Rio Grande do Sul, Garibaldi e il suo equipaggio
attaccano e conquistano una lancia, non lontana da Rio. Garibaldi si limita a prendere una pompa
per l’acqua, quattro barili di vino e un orologio d’argento. Quest’ultimo, poiché non viene
considerata una preda di guerra, viene ricambiato con l’equivalente in carne secca. Inoltre, prende
con sé uno schiavo, il negro Antonio, e lo affranca il 4 maggio 1837”.
Dopo l’8 novembre 1860, consegnata l’Italia meridionale a Vittorio Emanuele, quale ricompensa
“gli furono offerte cariche e prebende che secondo il solito, rifiutò: il collare dell’Annunziata
(massima onorificenza del regno), un titolo nobiliare, la promozione a generale d’armata, un
castello, una nave, una tenuta per Menotti, una dote per Teresita, la nomina di Ricciotti ad aiutante
di campo del re. Partì (alla volta dell’isola di Caprera) all’alba del 9 novembre [ … ]. Delle
ricchezze del regno portava qualche centinaio di lire (messe da parte dal segretario Basso a
sua insaputa), alcuni pacchi di caffè e di zucchero, un sacco di legumi, un sacco di
sementi, una balla di merluzzo secco”
Questo l’intervento di Banaudi a Nizza con documenti storici, anche poco conosciuti, che ci presentano un personaggio del nostro Risorgimento umile ed alto insieme: rifiuta personalmente gli onori e contemporaneamente è pronto ad agire contro la tirannia in favore della Libertà ad ogni latitudine. Coscienza, Pensiero ed Azione, due modi di essere di un uomo impegnato come Garibaldi e due mondi particolari e complementari che contraddistinguono il vero eroe.
Contraddistinguono il trascinatore di folle, come Garibaldi era. E non è un caso se centinaia di ragazzi di Follonica, di Massa Marittima, di Scarlino e Gavorrano lo seguiranno e daranno la vita perché convinti di quegli ideali . Anche l’adesione di Garibaldi alla Massoneria non fu certo una scelta estemporanea, ma fu il risultato di una personale convinzione che essa, con i suoi ideali e principi e con le sue azioni conseguenti, corrispondeva esattamente al suo progetto politico, sociale e culturale.
Detto ciò, se il compito dello Storico è quello di fermarsi all’esame dei documenti e all’inquadramento compiuto di un personaggio, di un avvenimento o di un’epoca, il compito nostro, che storici non siamo, può essere quello di prenderci qualche libertà in più, guardare un po’ più in là, valicare gli orizzonti della storia ed arrivare ai giorni nostri. Provare cioè a leggere la Storia in chiave moderna, senza forzarla, ma tentando, se possibile, di farci aiutare da essa a leggere il presente. Per metafora, ritengo che non sia inutile staccare il quadro dell’eroe dal museo o dalla galleria dei ritratti, spolverarlo ed analizzare attraverso la sua figura la realtà che ci circonda.
Non ci possiamo accontentare cioè di pagine incartapecorite nel tempo: il binomio passato-presente è inscindibile, se con Cicerone riconosciamo che la Storia è, e deve essere, Maestra di vita.
Allora, Giuseppe e Anita Garibaldi, perché personaggi senza tempo? In particolare, con il compito che ci siamo dati, la figura storica di Giuseppe Garibaldi, in che modo ci può aiutare a leggere ed interpretare il presente e i fatti che ci affliggono, anche nella situazione di crisi in cui viviamo?
Abbiamo visto che Garibaldi già nel 1860 parlava di Stati Uniti d’Europa, parlava però già allora di un’unità politica e credo che sarebbe rimasto assai deluso e contrariato di una unità solo monetaria. Lui, generale, parlava di un’Europa in pace e senza eserciti stabili, culturalmente avanzata. Con la sua adesione al programma del Socialismo Democratico e Umanitario egli si collocava senza tentennamenti dalla parte dei più deboli, pensando ai loro problemi, da non risolvere con opere di carità, ma con riforme coraggiose e sicuramente non con le colonizzazioni selvagge portate avanti in quei decenni da molti stati europei per guadagnarsi forse fin da allora “un posto al sole”.
Propugnava l’emancipazione femminile, l’istruzione obbligatoria, laica e gratuita. Pensava ad un vero Suffragio Universale, ben oltre quello parzialissimo che quasi 30 anni dopo la sua morte attuerà anche coraggiosamente Giolitti. Il nostro Paese dovrà attendere addirittura il Referendum
del 1946 per riconoscere finalmente il diritto di voto anche alle donne.
Garibaldi, personaggio insomma moderno e attuale? E allora cosa significa oggi, mi si conceda, stare con Garibaldi? Essere “garibaldini” oggi, mi sembra che voglia significare essere capaci di rinnovarci prima di tutto nelle coscienze ed agire però di conseguenza. Vuol dire non rinchiuderci nel nostro io, ma uscire, lottare contro tutte le assenze di limiti e, come diceva Spinelli prima, saperci indignare e vergognare dei soprusi e delle atrocità commesse, rendersi conto che un’altra
vita è possibile. Significa rifiutare i fondamentalismi e le guerre di religione che portano anche alle decapitazioni in diretta. Essere “garibaldini” oggi vuol dire stare con Papa Francesco che parla di Etica in Economia e nella Finanza; contrastare chi persegue l’obiettivo di disunire l’Europa e l’Italia stessa. Rinnovarci tutti nel profondo significa sapere che esiste un’altra Politica, quella scritta con la P maiuscola, significa avere il coraggio di abbandonare finalmente le vecchie ed anacronistiche nostalgie partitiche ed ideologiche, per non riportare colpevolmente indietro le lancette della storia. Significa governare le migrazioni di massa dei nostri giorni, ma anche rafforzare in noi una vera Cultura dell’Accoglienza in nome del solo vero concetto di Uguaglianza e di Fratellanza. Significa combattere la cattiva amministrazione in nome del bene comune, abbattere i privilegi che esistono e resistono, ma che non possono più essere tollerati. Avere infine il coraggio di investire nella cultura e nella ricerca individuate ancora come indispensabili per il futuro dei nostri giovani e del nostro Paese.
In occasione dei festeggiamenti del XX settembre di quest’anno il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi, senese, ricordava che Il Ragazzo dell’Europa cantato da Gianna Nannini “non pianta mai la Bandiera”, trova sempre “un passaggio per andare più in là”. E’ certamente allora inutile e stupido tentare di circoscrivere il mondo di questo ragazzo tra le valli bergamasche o nelle coste della Catalogna.
Il ragazzo cantato dalla Nannini è un Cittadino del mondo. Ecco, Garibaldi, oggi come ieri, continua ad essere un Cittadino del mondo, ancora un campione della Libertà, ma in tutte le sue poliedriche manifestazioni costituzionali: Libertà religiosa, Libertà di Associazione, Libertà di stampa, Libertà di pensiero. Nessuna esclusa, mettendo al bando ogni offensiva e puerile convenienza di corto respiro e strumentale. E questo perché, proprio per l’affermazione di ciascuna di queste Libertà, si badi bene, nessuna esclusa, molti di quelli che nella Storia ci hanno preceduto, giovani ed anziani, uomini e donne, persone famose e persone umili, hanno sacrificato in varie epoche la loro vita ieri nelle macchie tosco-emiliane, oggi nei villaggi curdi o in quelli del centro Africa, sempre nei campi di concentramento e di sterminio di ogni latitudine.
Se questo è vero, e a queste condizioni, i sacrifici fatti e le umiliazioni subite, non saranno state vane e Garibaldi a pieno titolo sarà un eroe anche del nostro tempo.