IL MESSAGGIO DELLA FIGLIA
Centinaia di persone al cimitero di Sterpeto per il funerale di Andrea Verreschi
Mio babbo era un grande uomo. Il più forte. E ti dava quella sicurezza che solo lui sapeva darti. Poi tutto quel fumo. Quella sporcizia di fumo nero in quella maledetta casa. Quella casa che avevamo scelto Insieme perché era vicinissima alla scuola. Nemmeno un minuto a piedi. Era così bella Asmara. Altroché Marsiglia. Non c’erano paragoni. Sapete, quando la gente ha tutto in realtà non ha niente. Tutte quelle luci, tutto quello spreco… A cosa serviva? Oh babbo… Sai io non riuscivo a dimostrarti il mio affetto. Ma tu lo sapevi che eri il mio preferito. E il dolore che provo ora è inspiegabile. Mi dovevi insegnare a guidare, insegnare a suonare con passione, con l’anima. Insegnare a vivere. Perché sì, sapete, mio babbo ha vissuto una vita da eroe. Ha viaggiato tantissimo. Ha vissuto per tantissimi anni in Africa ed era così innamorato di questo paese grandioso. E le sue storie le custodiva così gelosamente… Le sue avventure… E i suoi pensieri erano sempre giusti. Sempre. Tu mi insegnavi a leggere le stelle, tutte le costellazioni che ci sono in cielo. Quanto è bello il cielo, e quanto sono belle le stelle. Avevi ragione. Ogni volta che lo guardo infatti non posso far altro che cercare quelle costellazioni che tu mi mostravi con tanta pazienza. “Babbo io voglio vivere!” “Vivere come gli uccelli, che non hanno le ali legate”; “Babbo perché la medicina è amara?” “Amore, ma che te lo dico a fare?”. Che belle parole queste. Le scrivevi tu. Ed è per questo che non voglio fermarmi di fronte a questo ostacolo. La tua morte. Voglio continuare a scoprire il mondo come facevi tu. Quante cose sapevi. Che responsabilità. Tu mi hai reso libera. Libera da quella mentalità chiusa. Libera. “Come gli uccelli”. E mi hai resa forte. Ti amerò sempre. E ora che sto rientrando a Grosseto mi sento a casa. Ma la vera vita non è qui. Farò di tutto per continuare quella grande avventura. Mi hai reso, solo con la tua presenza, la ragazza più felice di questo mondo e tu lo devi sapere. E devi sapere che sono fiera di essere figlia di un uomo vero, coraggioso. Sì. Il più coraggioso. Ma come hai fatto a partire da solo da giovanissimo per insegnare a Worry in Nigeria? Cosa cercavi? Noi vero? La tua felicità, il tuo scopo. Ed eccoci qui babbo. Siamo qui. Ci hai accudito, ci hai allevato, con le tue poesie, i tuoi insegnamenti. Che fortuna che ho ad avere un padre come te. Vedi babbo, “se vieni al mondo sapendo di essere amato e lo lasci sapendo la stessa cosa, allora tutto ciò che nel frattempo è accaduto sarà valso la pena”. Ed è proprio il tuo caso babbo prof e maestro di vita. Adesso tutto è diverso. E sinceramente io voglio stare con te. Ma tu sei con me. àEvelina