. . . E IL NAZISMO

…e il Nazismo

Il 30 gennaio del 1933 Adolf Hitler diventò cancelliere del Reich e il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi venne a coincidere con lo Stato, sopprimendo le altre forze politiche.

Nei tredici anni di vita del Partito, con l’appoggio teorico di Alfred Rosemberg, Hitler aveva messo a punto un’ideologia fondata sul primato della razza tedesca e sul suo diritto a tutelare in ogni modo la propria integrità, nonché sull’orrore per il Bolscevismo, la peggiore e più pericolosa incarnazione di un’umanità degenerata e inferiore, che faceva peraltro tutt’uno con l’Ebraismo. Questo quadro, rispetto alla realtà storica e culturale delle forze demonizzate, era ulteriormente confuso dalla convinzione che la Massoneria si fosse prestata a fare da longa manus all’Ebraismo internazionale, alleata in un complotto mirante al dominio del mondo intero.

Edizione pubblicata in Francia nel 1943, durante il governo di Vichy, dei Protocolli degli Anziani di Sion. Si tratta di un clamoroso falso diffusosi a partire dalla Russia dei primi anni del Novecento e ampiamente sfruttato dalla propaganda antisemita in tutto il mondo e dal Nazismo in particolare. Ai presunti cospiratori intenzionati a impadronirsi del pianeta si attribuisce, tra l’altro, questa intenzione: «Sinché non avremo conquistato il potere, noi favoriremo la diffusione della Massoneria, attirando verso di essa tutti coloro che si interessano alle sorti della collettività; queste logge avranno poi una direzione unica e segreta. Tutti i piani politici altrui ci saranno noti in partenza, in quanto delle nostre logge faranno parte agenti segreti e agenti delle varie polizie».

Naturalmente la Massoneria non aveva niente a che fare con il Comunismo: molto forte nel 1700, in Russia l’Ordine era stato messo al bando da un decreto zarista nel 1822 e la sua debole ripresa agli inizi del nostro secolo (Massoneria della Duma), con un orientamento politico vicino a quello dei Menscevichi, non aveva potuto resistere alla vittoria dei Bolscevichi. Inoltre nel 1922 la Terza Internazionale a Mosca aveva ufficialmente dichiarato l’incompatibilità tra Comunismo e Massoneria, per l’interclassismo e l’antimaterialismo di quest’ultima, nonché per la sua presunta subordinazione a una visione capitalistica della società. Infine in quella che era diventata l’Unione Sovietica sopravvivevano i pregiudizi contro gli Ebrei della Russia ottocentesca e l’ipotesi di un complotto del Sionismo internazionale, non molto diversa nella sostanza da quella propagandata negli USA dal massone Henry Ford (vedi capitolo Massoneria made in USA), anche se qui poggiante sull’avversione per il capitalismo. Nonostante tutto ciò, quando nel 1935 l’Unione Sovietica venne accolta nella Società delle Nazioni, il nazista J. Streicher ribadì la tesi che i governi dei Paesi che avevano votato per l’accoglimento dovevano essere collegati al sovra-governo occulto del mondo, composto da trecento uomini che erano tutti «membri della razza ebraica e cospiratori della Massoneria».

Un’immagine del lager di Birhenau. L’assimilazione di Ebrei e Massoni come nemici dell’umanità sbandierata dal Nazismo fece sì che anche parecchie centinaia di Massoni ‘ariani’, cui non era stato possibile rifugiarsi all’estero, venissero internati nei campi di concentramento.

Nello stesso 1935 la Massoneria tedesca era stata definitivamente messa al bando per ordine del Reich e del Ministro degli Interni. Al momento della presa del potere da parte di Hitler nel 1933 era costituita da nove Grandi Logge, tre cosiddette Vecchie Prussiane e sei Umanitarie, le prime di orientamento nazionalista e aperte ad accogliere affiliati esclusivamente di religione cristiana, le altre più vicine al modello anglosassone. Queste ultime si erano orientate per l’autoscioglimento nello stesso 1933, mentre una delle Vecchie Prussiane aveva tentato di sopravvivere al regime invitando le logge sottoposte a modificare il rituale con l’abolizione di qualunque riferimento al Vecchio Testamento, la sostituzione del nome di Hiram (vedi capitolo Un passato ‘su misura’) con quello di ‘Costruttore’, la rinuncia al segreto iniziatico (‘competenti funzionari’ del Partito e dello Stato potevano partecipare ai lavori delle logge) e l’impegno a verificare le origini tedesche degli affiliati. Ma anche quello che, da Ordine Massonico, si era ribattezzato Ordine Cristiano Germanico ebbe vita breve, perché solamente lo sviluppo e l’esito degli eventi bellici posero fine all’ininterrotta propaganda tedesca contro la ‘cospirazione giudeo-massonica’. Per ironia della sorte la tesi di questa cospirazione era divampata e aveva avuto le conseguenze tragiche che sappiamo in quella stessa Germania in cui, nel secolo precedente, la Grande Loggia ‘Royal Jork’, protetta da Guglielmo I, aveva deciso di non accogliere degli Ebrei nel proprio seno ‘cristiano’.

Dopo aver analizzato un po’ più nel dettaglio il caso del Fascismo e del Nazismo, si può dire in generale che, in presenza di regimi totalitari, la Massoneria non ha spazio vitale.

Così, per il suo indirizzo in prevalenza democratico e anticlericale, venne aspramente perseguitata in Spagna e in Portogallo durante le dittature rispettivamente di Francisco Franco e Antonio Salazar. D’altra parte in questi Paesi ha trovato un formidabile avversario nell’Opus Dei, un’organizzazione cattolica attiva dal 1928 che ha il fine dichiarato di portare i propri membri a vivere più integralmente il messaggio evangelico nella vita privata, professionale, politica e sociale. ‘L’Opera’ è gerarchicamente strutturata, vincola al segreto e all’obbedienza attraverso una serie di adempimenti (per esempio quello di confessarsi solo a sacerdoti che ne facciano parte o di ‘confidarsi’ con il superiore della sede di riferimento) e incentiva l’attività ‘nel mondo’ dei suoi quadri più elevati, cui non sono preclusi gli strumenti della politica, della finanza e della cultura per «riportare la società a Dio». Pertanto rappresenta un polo di attrazione per le persone desiderose di una più profonda spiritualità, ma si configura d’altra parte come una vera fucina di ‘potere’, e tutto ciò spiega, assieme all’integralismo cattolico, la costante opposizione alla Massoneria.

Un caffè turco: a tutt’oggi negli ambienti pubblici del Paese è sempre presente un’immagine di Mustafa Kemal, detto Atatürk, ovvero ‘Padre dei Turchi’ (la si vede nell’illustrazione sopra l’orologio).

Singolare è il caso della Turchia, dove Mustafa Kemal Atatürk, a capo della rivolta dei ‘Giovani Turchi’, depose l’ultimo sultano Maometto VI e, eletto presidente della nuova Repubblica (1923), fu fino alla morte (1938) il capo incontrastato dello Stato. Membro della Loggia ‘Machedonia Resorta et Veritas’ di Salonicco, di costituzione italiana, nel corso della dittatura prese progressivamente le distanze dalla Massoneria, che a sua volta fu sempre meno attiva in Turchia, fino a ‘mettersi in sonno’ nel 1935. Nell’opera di laicizzazione e modernizzazione dello Stato, che furono i suoi principali obiettivi, Mustafa Kernal abolì tra l’altro il califfato, istituì il suffragio universale, dichiarò la parità dei sessi, adottò l’alfabeto latino, il calendario gregoriano e il sistema metrico decimale. Ma a questa ‘apertura’ corrispose addirittura la persecuzione nei confronti di una componente di profondo significato esoterico nel mondo musulmano: il Sufismo. Questo atteggiamento, incomprensibile in un uomo di formazione massonica, sembra avvalorare la tesi da alcuni espressa per cui, in una situazione in cui un Partito o un uomo si vogliono più o meno tatticamente proporre come il centro assoluto della vita di tutti, perché il carisma funzioni si deve inevitabilmente procedere all’eliminazione di qualunque altro polo di attrazione spirituale, a maggior ragione ogni forma di spiritualità ‘costruttiva’.

Massoneria e mondo comunista

Le posizioni antimassoniche sovietiche si estesero, a partire dal Quarto Congresso della Terza Internazionale (1922), a tutti i partiti che vi facevano riferimento e, dopo la fine del secondo conflitto mondiale, a tutti i Paesi del blocco comunista: furono quindi sciolte per decreto statale le logge dell’Ungheria (1950) , della Cecoslovacchia , della Polonia e della Repubblica Democratica Tedesca.

In Italia, dopo la costituzione del Partito Comunista nel 1921, la Massoneria, pure identificata come una forza prettamente borghese, ebbe il rispetto di Antonio Gramsci per il suo efficientismo, il suo senso dello Stato, le distanze mantenute rispetto alle forze politiche clericali e reazionarie. Anche Palmiro Togliatti si astenne dal demonizzarla, in una generale rivalutazione degli aspetti ‘illuminati’ della cultura borghese. Enrico Berlinguer e Giorgio Amendola, in tempi più recenti, non si unirono al coro di chi interpretava la Massoneria nel suo complesso come la copertura di intrighi politici nazionali e internazionali e di una rete di affari più o meno lecita, avendone forse presenti le idealità costitutive per avere entrambi avuto un padre massone.

Discorso particolare meritano la Cina, dove fu consentito di operare alle logge di impostazione europea cui facevano riferimento esponenti di imprese straniere presenti nel Paese, e Cuba dove, nonostante momenti di tensione, la Massoneria non è mai stata messa fuori legge dal regime castrista.

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