Una selva di teorie
Le ipotesi relative all’origine della Massoneria sono così numerose ed eterogenee che sarebbe impossibile prenderle tutte analiticamente in considerazione in un piccolo manuale informativo. Come si precisa in una monografia sull’argomento (L. Sessa La Massoneria: l’antico mistero delle origini, Foggia, 1997), «secondo una rilevazione effettuata nel 1909 su 206 opere storiografiche pubblicate fino ad allora, concernenti le origini della Libera Muratoria, emersero 39 opinioni diverse».
Iniziando a scorrere l’elenco, vi è chi ipotizza addirittura che la Massoneria preesistesse alla creazione del mondo e chi la dà invece per coeva alla creazione stessa, parlando della presenza di una loggia massonica nel Paradiso terrestre. Meno specificamente, sono comunque in molti a collocare l’origine della Massoneria nella notte dei tempi, o in un momento cruciale della storia dell’umanità, in relazione a come la traccia la Bibbia: dai sopravvissuti al Diluvio, oppure dalle maestranze impegnate nella costruzione della Torre di Babele.
Il collegamento con il mondo ebraico è in effetti ricorrente, anche avanzando nel tempo; in particolare i primi ‘massoni’ sarebbero stati i muratori che edificarono il Tempio di Salomone a Gerusalemme.
La costruzione della Torre di Babele, qui evocata dalla fantasia di Brueghel il Vecchio, costituisce uno degli sfondi ‘mitologici’ assunti per le origini della Libera Muratoria.
Quest’ultima ipotesi fa parte di un altro gruppo di leggende, accolte all’interno delle cosiddette Costituzioni gotiche delle corporazioni edili. In tale contesto Salomone gioca un ruolo affine a quello di Euclide e di Pitagora, a indicare anche il percorso geografico della tradizionale ‘sapienza massonica’ dall’Oriente, sua culla, all’Occidente, fino alle Isole Britanniche, attraverso la mediazione dell’antica Grecia.
Con una connotazione di questa ‘sapienza’ in senso spiccatamente operativo si sono poi voluti rintracciare i primi massoni tra i membri dei Collegia Artificum o Fabrorum presenti nell’antica Roma; i Maestri Comacini, già attivi in età longobarda; gli Steinmetzen tedeschi; i Compagnons francesi… per finire appunto con i Free-Masons (Liberi Muratori) inglesi e scozzesi.
Riproduzione dei simboli di un mosaico pompeiano scoperto nel 1878 in un sito dove avrebbe avuto la sua sede un Collegium romano: la livella, abbinata al filo a piombo, sovrasta un teschio (la morte fisica); sotto una farfalla (l’anima immortale) si leva sulla ruota della vita (i cicli biologici). Sono immagini come queste ad aver indotto nella Massoneria la convinzione di ricollegarsi a una Tradizione sapienzale antichissima, comportante la sacralizzazione dell’arte muratoria.
Quando si è invece più badato alla complessità dei simboli e delle cerimonie, nonché al vincolo del segreto, la Massoneria è stata apparentata ai culti misterici e ai saperi esoterici senza tralasciare alcuna tradizione, per quanto diversi ne siano stati i contesti nello spazio e nel tempo, dagli Egizi ai Caldei, dagli Esseni ai Druidi, fino ai Rosa+Croce.
Molto successo hanno avuto, per quanto destituite di qualsiasi fondamento storico, le cosiddette ‘teorie militari’, che collegano l’origine della Massoneria alla cavalleria e più precisamente all’epopea crociata e agli Ordini militari-cavallereschi, in particolare ai Templari.
Resta ancora da accennare almeno alle teorie politiche, che chiamano in gioco le vicende del trono inglese (vedi il capitolo Fedeltà agli Stuart?), e a quella che individua nel filosofo inglese Francesco Bacone (1561-1626) il fondatore della Massoneria in prima persona.
Dall’epoca di questo curioso ‘censimento’ a oggi è stato possibile, grazie anche al contributo di una seria storiografia d’ispirazione massonica, fare luce su questo guazzabuglio, collocando le varie posizioni al contesto ideologico e culturale in cui sono sorte. Deve comunque essere tenuto presente che, al di là dei fatti e dei documenti, accostando la Massoneria si ha continuamente a che fare con l’uso di un linguaggio simbolico, che può dare adito a fraintendimenti se ci si ferma alla lettera degli enunciati.
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