IL PICCOLO PRINCIPE TRA ESOTERISMO E VIA INIZIATICA.

IL PICCOLO PRINCIPE TRA ESOTERISMO E VIA INIZIATICA.

Perché il piccolo principe, che come a tutti noi è noto è catalogato tra ilibri per bambini?. Semplice, perché così non è.

Oggi io ritengo che ci sia il bisogno,che in una società che ci “trascina” ad essere sempre più “grandi”, la necessità di riscoprirsi un po’ bambini.

Antoine de Saint-Exupèry, questo è l’autore dell’opera, ci cala in un avventura dove la logica cede le armi e solo la poesia ha accesso.  lmmergendomi nel racconto, ne ho interpretato una fiaba iniziatica, un racconto di formazione, quasi un trattato esoterico filosofico. De Saint Exupèry, ci ha regalato con questa opera straordinaria un nuovo tipo di eroe,un eroe fatto di piccole e grandi cose e di piccole e grandi verità.

Fratelli cari,ho ritenuto di portare questo lavoro all’attenzione di questa camera avendo io percepito la sensazione che questo racconto voglia riprodurre proprio lo schema dell’opera esoterica per eccellenza:la partenza per una ricerca ,lotte e difficoltà lungo il percorso,comprensione o ottenimento dello scopo ed il momento del ritorno e del dono di sé. ll Piccolo Principe si rivolge a piccoli e grandi: a tutti i grandi che sono stati bambini ma non se lo ricordano più. E’ per i bambini poiché tratta la fantasia dell’infanzia. Per gli adulti poiché risveglia quel bambino che dorme per non dimenticare. ll fascino di questo racconto sta nella sua disarmante semplicità. Ci insegna tante cose che abbiamo dimenticato crescendo. Perciò esso non può  essere considerato solo un libro per bambini:ha molto da dire anche ai grandi. L’autore descrive il mondo degli adulti attraverso gli occhi innocenti di un bambino evidenziandone i comportamenti irragionevoli e talvolta inutili.  Ogni personaggio rispecchia un aspetto diverso della vita degli adulti. ll libro propone alcuni messaggi molto forti riguardanti il comportamento a volte strano, bizzarro, egoistico degli adulti. Elogia l’amicizia, l’amore fraterno, pone in evidenza la passione lacerante dell’innamoramento, che a volte non sa trasformarsi in amore duraturo.

Dal viaggio attraverso i sette asteroidi sino all’approdo decisivo sulla terra, il piccolo eroe traccia un percorso di maturazione spirituale che lo vede confrontarsi con diversi personaggi. L’incontro decisivo con la volpe porterà a termine una silenziosa iniziazione che, solo dopo l’incontro con il pilota,trasformerà il Piccolo Principe in iniziatore. La morte, spoglia di ogni drammaticità, lo condurrà, infine, verso un ritorno dove la arnbiguità avrà la meglio.

Dallo studio accurato del libro è emerso che quest’opera non è solo una sequenza di immagini  gratuite, né una lettura per bambini. E’ un racconto esoterico espresso tramite una simbologia complessa che, attraverso consigli e idee, cerca di condurre il lettore verso la sua iniziazione personale.  Saint-Exupery lo dice chiaramente :”dell’iconografia m’importa solo ciò che essa esprime. Del resto, che cosa mi posso aspettare al di la dei simboli?.  C’è, dunque, una fiducia nell’apparato simbolico, nel potere creatore che ogni immagine ha in sé: esse ci permettono di passare da un piano quotidiano e materiale alla vita permanente dello spirito, da un istante privilegiato e raro, ben localizzabile nel tempo,ad una realtà atemporale e universale. E’ difficile avvicinarsi all’opera diSaint-Exupery senza essere disposti a seguire i numerosi tentacoli del senso che, diversificandosi, non fanno altro che rafforzare la stabilità del suo corpo centrale. Da questa foresta di simboli che non vogliono essere catturati nelle loro univocità,scaturisce un esito che vede difettare la logica formale, ma che, lontano da ogni dogmatizzazione limitatíva,  amplifica la dimensione dello spirito fecondandola di parole e di idee che nascono dal profondo.

Tre livelli di insegnamento si intrecciano nel contesto, ogni volta cambiando interlocutori. ll narratore istruisce il lettore ricordandogli la minaccia del baobab e raccontandogli la sua esperienza fantastica. ll pilota, a sua volta, viene istruito dal bambino e apprende che i legami orientano l’esistenza e l’essenziale e invisibile agli occhi. La volpe, infine,  inizia il piccolo eroe alla lentezza e all’importanza dell”addomesticamento”.  Si instaura,  così una gerarchia dove si alternano le   e di iniziatore e dove ognuno ricopre un ruolo essenziale per il prossimo. Non si deve dimenticare, inoltre, l’ultimo intervento dell’autore che, una volta finito il racconto,  riprende la penna per disegnare due dune di sabbia sotto una stella incolore: l’inorganico svuotato di ogni umanità. questa immagine si apre, nella pagina finale, con tutta la sua ambiguità accompagnata dalla domanda insoluta: la pecora ha mangiato o no la rosa?

ll pilota-autore traccia una cronaca latente che si sottopone ad una lettura simbolica impegnativa dove l’enigma ha la meglio. ll processo narrativo del libro è dominato dall’idea che “l’essenziale” non è nelle cose,ma nei nodi che le legano. Viene, dunque, spontaneo chiedersi se il senso è immanente alle cose o se è solo il risultato di un procedimento operato dallo spirito umano.  La risposta di Saint- Exupery a questa domanda cruciale non lascia possibilità di fraintendimento: è la coscienza dell’uomo che da senso al mondo. Secondo l’autore, infatti, non esiste una realtà a priori, già prestabilita, indipendente dalle scelte e dai punti divista, non c’è una verità che si lascia percepire in maniera definitiva. l concetti non nascono dell’ esperienza, ma sono il frutto del lavoro di uno spirito superiore alla ragione logica e l’uomo, concepito come libero produttore di senso, ha il difficile compito di rendere intelligibile questo mondo: egli ne è, dunque, responsabile. Ma questo non vuol dire che tutti i punti di vista si equivalgono,in quanto la verità creata è forte o debole a secondo dei risultati che ottiene.

ll problema che si sottopone a questo punto è se il Piccolo Principe sia davvero un libro adatto ai bambini. La risposta non è facile visto che i capolavori per l’infanzia si sono sempre situati in una fascia di difficile collocazione,  validi al tempo stesso per i bambini e per gli adulti: le avventure di Pinocchio, Alice nel paese delle meraviglie, Peter Pan, sono opere che fanno fatica ad essere inquadrate e riposte in uno spazio dai nitidi contorni. Allo stesso tempo. leggendo, anche superficialmente ,Questo racconto, si notano dei particolari che lo distinguono dai classici racconti di finzione e d’avventura adatti ad un pubblico infantile. Emergono delle situazioni, degli elementi illogici, impensabili per uno spirito Cartesiano positivo: la presenza di un bambino solo nel mezzo di un deserto, attorniato da animali che parlano, oggetti insoliti come un pozzo di campagna tra le dune, l’esistenza di un pianeta minuscolo, il disegno incessantemente richiesto di una pecora. Seguono espressioni paradossali e strane affermazioni, una struttura temporale non lineare e un inerenza, dietro queste immagini e questi temi inverosimili, di un tono serio e a volte moralizzante che cerca di controbilanciare qualche espressione più sobria .Tutto ciò evoca creazioni surrealiste, racconti di fate, alcuni trattati assurdi di alchimia, storie mitologiche e religiose,  ermetiche opere letterarie e, in una parola, atmosfere esoteriche.

JSentite cosa dice al riguardo Monin Yves che nel suo libro abbraccia pienamente quest’interpretazione mistica affermando che l’autore, attraverso le vicende del

Piccolo Principe, costringe l’uomo davanti all’ostacolo dell’incomprensione e dell’assurdità, a sentire una realtà che freme al di là della sua realtà. Lo obbliga non solo ad accettare un nuovo universo, non razionale, dove ogni miracolo si mostra possibile,  ma anche ad ammettere d’aver vissuto dentro questo sogno.

Alla fine il pilota dovrà acconsentire al rítorno sistematico e cosciente del suo amico a quel pianeta parallelo al suo: sarà obbligato a dubitare del suo modo di accostarsi al mondo reale e a comprendere la tristezza, il dolore, la miseria che vi predominano e contro la quali cerca vanamente di opporsi. Arricchito da questo viaggio interiore il pilota può permettersi di portare con sé un nuovo sapere che gli servirà da guida per un ipotetica vita di gioia e felicità. Il fatto di scusarsi con i bambini per aver dedicato il suo racconto ad una “persona grande” che è stata un amico, rappresenta,  secondo lui, uno stratagemma narrativo per evitare che la sua opera venga letta con lo sguardo razionale e logico dell’adulto. Se non avesse fatto questa premessa sarebbe stato difficile ímmergersi subito nell’atmosfera fantastica del secondo capitolo!.Sembra che Saint-Exupery ci voglia preparare a non aspettarci niente di estremamente razionale sin dall’inizio, per permetterci di accettare senza condizionamenti quello che verrà descritto. E’ importante per lui, che il lettore si disarmi, prima ancora di iniziare a leggere,delle sovrastrutture e della logica che indossa ogni giorno; è essenziale che, come il pilota nel deserto, anch’egli non trovi, ma scopra e riceva ciò che non ha cercato, per non perdere quella capacità di stupirsi e meravigliarsi che arricchisce ogni conquista inaspettata. Non è una reazione íngenua quella che l’autore si aspetta da chi legge, ma, al contrario, una capacità di sospendere la logica della ragione per completarla con quella dello spirito che, solo, permette di cogliere quell’essenziale che è “invisibile agli occhi. Lo spirito vince sull’intelligenza, Pascal s’impone a Cartesio in questo libro in cui la parabola descrittiva è tutta strutturata su un’ascesí spirituale. Ritengo perciò Fratelli cari che il miglior modo per concludere questa ricerca è affidarsi alle parole del Banchini che riesce a dare un’idea chiara della dialettica su cui si fonda il confronto tra spirito e intelligenza nell’opera di Saint-Exupery: solo lo spirito governa gli uomini; a essi si sottomettono, come servi, l’interesse, la felicità, la ragione.

Domina l’intelligenza, perché questa è portata a considerare i singoli elementi, ma solo lo spirito vede l’essere unico che quegli elementi compongono, cattura il Dio che dà unità e significato a frammenti altrimenti disparati e divisi. Lo spirito sa afferrare intuitivamente l’invisibile e profondo legarne che unisce le cose, mentre l’intelligenza tutto unisce, scompone, incasella, senza tuttavia riuscire a penetrare le realtà nascoste, senza comprendere né amare quelle contraddizioni che della vita sono tanta parte, e la meno superficiale

Ed è così che seguendo un percorso tortuoso fatto di incontri, di rivelazioni, di scambi, Saint-Exupery ha allestito un opera dove l’uso vizioso dell’intelligenza è destinato a soccombere almeno su un piano metafisico. Nella miscela d’immagini parole si nasconde un invito a riflettere su quei valori che lasciano che l’essere prevalga sull’avere e che esaltano il peso della responsabilità e la lucidità del cuore. Si profila un’arte del vivere che si nutre del prezzo della lentezza, dell’importanza della scoperta, del superamento dell’apparenza. E se qualcuno affermasse che le risposte suggerite dall’autore appaiono qualche volta insufficienti, basta dire che egli stesso non avrebbe mai cessato di riproporle e di riprendere: era, infatti, più interessato a porsi domande piuttosto che fornire soluzioni. Questa d’altronde, al di là della ricerca dei valori e dei significati, è “la favola ostinata dell’enigma”.

Fr.’. L. S. 30.’.

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