APPRENDISTA FRA I SMBOLI

L’apprendista fra i simboli

Maestro Venerabile, Fratelli Carissimi,

dalla prefazione di un testo di Zimmer, scritta dallo stesso autore, ho intuito un messaggio interessante per la strada iniziatica, tanto che ho voluto “tradurlo sostituendo nel testo originale parole e frasi e trasformarlo così in una tavola per apprendisti.

L’apprendista fra i simboli

La maggior parte del retaggio di conoscenza ci è giunto da epoche remote e da lontani, sconosciuti, angoli del mondo attraverso la lettura di simboli disseminati sulla strada dell ‘uomo dai Maestri che ci hanno preceduti.

Ogni iniziato vi aggiunge qualcosa della sostanza, delle proprie intuizioni, ed i semi dei simboli così nutriti riprendono a vivere ed a produrre nuova conoscenza.

La facoltà di germinare dei simboli è perenne, attende solo di essere stimolata dalla nostra ricerca. La progressiva conoscenza proietta un raggio indagatore sulle immagini simboliche portando alla luce fondamentali elementi strutturali che prima erano immersi nelle tenebre.

L’unica difficoltà di lettura del messaggio sta nel fatto che l’interpretazione delle forme scoperte non può essere mai ridotta ad un sistema sicuro; perché nei veri simboli vi è qualcosa che non si può circoscrivere, essi sono inesauribili nel loro potere di evocare e di istruire.

I contenuti scopribili delle immagini simboliche, ampiamente disseminate nel Tempio, continuano a subire, davanti ai nostri occhi, mutazioni incessanti ed i significati devono essere costantemente riletti e ricompresi per evitare interpretazioni aride risultanti da un lavoro di metodo.

Se si abbandona l’atteggiamento di ricerca nei confronti dei simboli e si diventa certi della loro corretta interpretazione ci si priverà del contatto vivificante, dell ‘assalto stimolante e ispiratore che è effetto della virtù intrinseca del simbolo. Perdendo l’umiltà e la disponibilità dovuta a ciò che deve essere oggetto di continua ricerca, l’ Apprendista rischierà di rifiutare l’interpretazione di ciò che non verrà mai detto a chiare lettere né a lui né a nessun altro.

Il tentativo di classificare il contenuto del messaggio simbolico in categorie e capitoli già noti impedirebbe l’emergere di qualsiasi nuovo significato e rallenterebbe il cammino sulla strada iniziatica fatta di ricerca e di conoscenza.

Il potere “fertilizzante ” del simbolo si attiva proprio mediante l’interpretazione dell’innocenza e dell’umiltà interiore e la ricerca esteriore, evitando di ridurre ciò che non ci è famigliare in cose note attraverso uno sterilizzante dogmatismo avviluppato nell ‘autocompiacimento mentale.

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Solo un atteggiamento “umilmente ” ricettivo e la disponibilità a lasciarsi momentaneamente sbilanciare da una nuova concezione rivelatrice rimbalzata dall ‘urto con i simboli, consente di conversare con l’intimo, con l’Essere Supremo che è in noi ed csserc fecondati, come la terra d’Egitto dalle acque del Nilo, dalla conoscenza delle immagini dei simboli che resistono, perché vive, rinnovate, imprevedibili eppure coerenti, a tutti i tentativi di sistematizzazione.

Se l’intelligenza indagatrice rifiuta di accettare la possibilità di imparare qualcosa dall’aspetto vivente dell ‘oggetto sottoposto alla sua attenzione, l’approccio mentale all’enigma del simbolo, il progetto di sottrargli il segreto della sua profondità non può che fallire.

I simboli sono gli estremi oracoli della vita. Devono essere interrogati e consultati daccapo ad ogni epoca cd in ogni Tcmpio, ed in ogni epoca e Tempio saranno avvicinati dagli iniziati con il loro tipo di ignoranza e di incomprensione, diverse da quelle delle epoche e degli iniziati precedenti.

Le trame della vita, iniziatica e profana, che noi, nel nostro tempo, dobbiamo tessere non sono quelle di nessun ‘altra epoca; i fili da intrecciare ed i nodi da sciogliere sono sempre diversi da quelli del passato e le risposte già date ci possono servire solo se interpretate e adattate al percorso della nostra vita.

I simboli devono essere riconsultati direttamente, I ‘Apprendista ha il compito di apprendere, oltre quel che si dice abbiano già detto, il modo di avvicinarsi a loro, il modo di evocare da loro nuove parole e poi capirle. L’apprendere deve liberare l’intuizione creativa, permettendole di vivificarsi al contatto dell’affascinante scrittura delle figure simboliche.

La conoscenza che si acquisisce nel rileggere i simboli permette di misurare fino a che punto la vita, a contatto con loro, abbia condotto lo spirito verso la ricerca costante e produttiva.

E solo alimentando questa ricerca l’ Apprendista sarà sempre pronto a ricominciare daccapo e sarà in lui che i semi prodigiosi dei simboli metteranno radici c cresceranno meravigliosamente.

G. Frsn, 19 gennaio 1989 e :. v :. (1 0 Grado)

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