Razionale ed irrazionale
Il rapporto ragione-intuizione, razionale-irrazionale è già stato oggetto della tavola “Iniziazione e Ragione” scolpita dal Fratello G. F. C.
II discorso è ampio per cui mi permetto di riprenderlo nuovamente, utilizzando un’ottica differente.
All’interno della nostra Istituzione si studia la Bibbia, i Vangeli riconosciuti o apocrifi, gli Gnostici, la Cabala, l’Ermetismo, la Magia, Ill.nduismo, lo Zen, il Tao, i Ching, il Buddismo, l’Astrologia, René Guénon, l’Alchimia, Rosacroce, la Filosofia, il Simbolismo Massonico e molte altre cose ancora. In tutti questi argomenti esistono differenti correnti, posizioni contrastanti. E ancora, gli scritti sono talora enigmatici o criptici o cifrati; valga, ad esempio, un qualunque testo di Alchimia.
E possibile occuparsi di un solo argomento: La Bibbia, l’astrologia, l’alchimia, escludendo gli altri, oppure non seguirne nessuno in particolare, ma, leggendo i testi di qualcuno di questi, mettere in risalto le analogie e le contraddizioni.
Pur inserendomi nel secondo gruppo, sono convinto che, se il lavoro viene fatto con intelligenza, il risultato non cambi e la scelta dipenda solo da attitudini individuali.
Il problema è che senso ha tutto ciò. La nostra convinzione è che i grandi del passato abbiano lasciato dei segni che ci aiutino ad uscire dal labirinto.
Sulla nostra capacità-volontà di leggere tali segni ci sarebbe molto da dire, ma si aprirebbe un discorso troppo vasto.
Sta di fatto, che se non sono osservati con un’ottica diversa, questi segni, sono assolutamente incomprensibili.
Per noi Massoni essi sono molto confusi, non univoci, di difficile comprensione, ma talora riusciamo ad avere qualche barlume di intuizione.
Essi seguono una logica non “razionale”, o “sovrarazionale” come talora si preferisce dire.
Quando affermiamo con la “Tavola smeraldina” che: “ciò che è inferiore è come ciò che è superiore e ciò che è superiore è come ciò che è inferiore per perpetuare le meraviglie della cosa una”, usiamo una logica in apparenza assurda, ma con un significato percepibile.
In questi discorsi non è possibile utilizzare il sillogismo. La ragione, che utilizza tale logica, si perde e si annoda sui grandi quesiti. Non è in grado di dimostrare l’esistenza o la non esistenza di Dio; la presenza o meno del Libero Arbitrio; la stessa percezione di una realtà esterna.
Ecco perché abbiamo bisogno di un’altra logica e di un altro linguaggio.
Il nostro non può essere un linguaggio descrittivo fatto di parole e di ragionamenti, con una causalità lineare assolutamente inattaccabile; noi dobbiamo utilizzare un linguaggio simbolico, mitico o artistico.
La nostra logica è, o dovrebbe essere, analogica.
Nella discussione che ha seguito la tavola “Iniziazione e ragione” il Fratello G. P. ha affermato che Intuizione e Ragione non sono due valori antitetici, ma complementari: “esiste un ambito per la ragione ed un ambito per l’intuizione”.
Giustissimo.
Il difficile, e cito la tavola, del Fratello G. F. C. è “trovare il giusto equilibrio tra questi valori”.
Qual è l’ambito della ragione? È necessaria? È sufficiente? È indispensabile? È controproducente?
Credo che il nostro compito di esseri umani sia non solo quello di crescere e moltiplicarsi ma di “seguir virtute e conoscenza”.
Per fare ciò abbiamo bisogno di ogni nostra capacità, che per puri motivi di comodità descrittiva abbiamo diviso in capacità sensitive, razionali, ed intuitive.
Non penso si tratti di fenomeni separati con delle semplici interconnessioni. Si tratta, a mio parere, dell’unità Uomo che noi, incapaci di comprendere in toto, preferiamo descrivere in parti staccate. Pertanto ai nostri fini la capacità di ragionare è assolutamente indispensabile, ma non può essere sufficiente.
Mi sembra che la progressione all’interno della nostra Via, avvenga per salti, per piccole illuminazioni, per intuizioni; non è un processo culturale di apprendimento che si manifesta in modo lineare; la Ragione rende possibile la successiva capacità di analisi e di interpretazione delle esperienze personali. In un secondo tempo sempre grazie alla Ragione sarà possibile comunicare le nostre intuizioni attraverso un linguaggio inadeguato, confuso, ma comunque uno dei pochi mezzi a nostra disposizione.
I mistici, in particolare quelli orientali, hanno altre tecniche; molto noto è il pensiero Zen “Nell’istante in cui parli di una cosa, essa ti sfugge”.
ln Massoneria temo che, privati delle parole, avremmo delle grandi difficoltà.
Senza un adeguato uso della ragione si rischia di parlare a vanvera; di seguire pseudo intuizioni assolutamente staccate da ogni contesto; di usare la logica sbagliata al momento sbagliato. Si diventa facilmente fideistici ed acritici.
Usando solo la ragione si strutturano splendide analisi, discorsi molto eleganti, ma, credo, non si vada da nessuna parte.
Allora ricapitolando: argomenti molto vasti e numerosi, testi poco comprensibili, difficoltà di comunicazione, linguaggio non analitico, differenti logiche da seguire; nonostante questi presupposti pensiamo di avanzare lungo la nostra Via: dunque siamo pazzi.
Un gruppo di individui adulti, di sesso maschile, che si riunisce una sera fissa della settimana, muniti di grembiule e guanti bianchi, ripetendo rituali di incerta origine può suscitare qualche preoccupazione di ordine psichiatrico.
Io penso che uno dei fondamenti della nostra Via di saggezza risieda nella assoluta apparente pazzia.
Seguire l’unica via di fuga dal carcere, anche se ad occhi profani essa sembra folle è, evidentemente, segno di profonda saggezza.
Il quid che fa scattare l’intuizione potrà essere il Caso (?), la Grazia Divina, o la Forza Interiore. Ben difficilmente sarà uno studio logico e ragionato.
Credo che il nosüo compito sia di metterci nelle migliori condizioni possibili di ricezione. E qui, in Tempio, dovremmo avere delle grandi possibilità, se ben utilizzate.
Comprendere al di là della ragione, vedere al di là della vista, ascoltare il linguaggio dei simboli; questi sono i mezzi che permettono la fuga dal carcere.
Se davvero questo è il nostro comune obbiettivo allora: BUON VIAGGIO FRATELLI
TAVOLA DEL FR.’. S. Clnn,