LA STELLA DEL MASSONE ERRANTE
di Roberta Belluati
In un testo taoista racconta Ciuang-Ze: “Sognai una notte di essere una farfalla che volava contenta della sua sorte; poi mi svegliai ed ero Ciuang-Ze. Chi sono in realtà? Una farfalla che sogna di essere Ciuang-Ze, o CiuangZe che sogna di essere stato una farfalla? Ci sono nel mio caso due individui reali? O vi è stata trasformazione reale da un essere ad un altro? Né l’ una, né l’altra cosa: vi sono state due modificazioni irreali dell’ essere unico, della forma universale, nella quale tutti gli es seri, in tutti i loro stati sono Uno”.
Il sogno è quello stato che permette all ‘uomo di identificarsi con altri esseri ed essere contemporaneamente se stesso. Esso è in questo senso indicativo di un rapporto relazionale tra unità e molteplicità, attestando della presenza di queste due modalità all ‘interno dello stesso essere umano. I testi vedici (Mandujya Upanishad), nella considerazione degli stati molteplici caratterizzanti tale essere: veglia, sogno, sonno, descrivono quello di sogno come la condizione Taijasa (sscr.), letteralmente “luminosa”, in quanto definita dall’elemento igneo (sscr. Tejas), costituito dalla luce e dal calore. Queste componenti ignee hanno relativamente all ‘uomo il [oro corrispettivo rispettivamente nel sistema nervoso e nel sangue, in quanto canali conduttori delle energie vitali (sscr. Nadi) a livello sottile, psichico, dominio dell’anima. Essi costituiscono il collegamento tra l’anima e lo stato corporeo. E nel sogno che l’anima produce un mondo che procede da sé, secondo combinazioni simboliche, che riguardo allo stato vigile di veglia, costituiscono possibilità più estese, essendo mescolati i tempi ed interpenetrati gli spazi, in un procedere pluridirezionale, “stellato”. Ecco come il simbolo della stella si può collegare simbolicamente alla sfera psichica.
La stella presente nella simbologia massonica sia nella volta del Tempio che singolarmente, come strumento del Compagno, indica l’orientamento in virtù del suo fiammeggiare. Ciò che conduce alla ricerca dell’iniziato è il principio cognitivo non correlabile ad un metodo sistematico in cui sia implicito il compimento metafisico, ma piuttosto al movimento del pensiero che non si compie, restando fedele a se stesso, in itinere. Osservandone la geometria, la stella appare disegnata da alcune linee intersecantesi a formare una struttura ultimamente non lineare, che ne permette l’inquadramento nel cerchio. Prendendo tali linee a rappresentare la direzione lineare del metodo logico di causa-effetto, riferibile ad un pensiero che coincide con ta realtà secondo l’antico adagio dell ‘adaequatio rei et intellectus, si può notare come tale direzione contribuisca a costituirne la forma, ma non ad esaurirla. Concorrono infatti alla sua formazione altre linee che esplodono da un centro incoglibile, in senso irradiante, pluridirezionale e descrivono un movimento a raggiera, circoscrivibile in una forma circolare dinamica (il movimento è infatti indicato dal fiammeggiare della stella stessa). Il senso pluridirezionale viene così a corrispondere all’approccio cognitivo polisemico, secondo le differenti letture che possono essere fatte di una stessa realtà e dunque secondo diverse modalità comunicative tra i molteplici stati dell’essere. L’uso della logica unidirezionale nel metodo stellato appare in questo modo ridotto o comunque non assoluto o privilegiato, di fronte ad un processo dinamico asistematico, che si sviluppa secondo il principio dell’affermazione multipla o della regioni coesistenti (la pluralità dei sensi del Senso inafferrabile), oltre il metodo di confutazione, fondato sul principio di non contraddizione e di ragion sufficiente. L’approccio cognitivo è cioè, in ultima analisi, definito secondo la probabilità e l’orizzonte congiuntivo. In particolare il principio dell’affermazione multipla, all’ insegna della comunicazione e dellinterdisciplinarietà, celebra più che una ragione totalitaria, una ragione creatrice, dubbiosa ed al contempo continuamente motivata ad esplorare la vita, secondo l’apertura a 3600 del compasso, in quanto coadiuvata dalle altre facoltà dell’anima.
Il procedere a raggiera in senso pluridirezionale dice di una rete significativa che sollecita la ricerca in avanti rimanendo allo stesso tempo cosciente della memoria di una genesi. Si tratta di una sollecitazione permanente che permette di stabilire livelli interpretativi differenziati, che si sovrappongono e si combinano, senza reciprocamente escludersi, il cui continuo urto spinge a sempre nuove intuizioni. È il ragionar sognando o il sognare ragionando. La ricerca dei sensi avviene attraverso la struttura associativa, fatta di corrispondenze significative e rigorose ove ogni elemento è logicamente associato al contesto e dove lo sbocco si iscrive ogni volta nell ‘innovazione, nella nuova prospettiva che conserva il ricordo della retrospettiva, secondo la consequenzialità, l’analogia o la contraddizione ed il paradosso. La tendenza logica si avvale così della tendenza intuitiva, di quel ‘supplemento d’anima” che ha segnato la dinamica massonica nel suo procedere innovativo nei secoli, rispetto al pensiero e alla vita, alla teoria ed alla prassi, considerati a campi unificati.
Si ritorna così al fiammeggiare della stella, simbolo dello stato animico, il cui principio igneo veniva già da Eraclito definito in termini divini (è nota peraltro la corrispondenza etimologica greca di theiov e theios, tra gli aggettivi sulfureo e divino):
“11 dio è giorno notte, inverno estate, guerra pace, sazietà fame: differisce come “il fuoco” che, quand’è unito agli aromi, prende il nome dal piacere proprio a ciascuno di essi’ (Fr.A91).
La stella è dunque rappresentativa del logos stesso, parola della mente, analoga alla Parola dell ‘Origine, alla Parola della Genesi che nel movimento creativo divide e riunisce. Parola originaria impronunciabile eppure evocatrice, indicativa nella sua risonanza di un quid inafferrabile, di un’origine continuamente sottratta, di un vuoto incolmabile, ma in quanto tale produttivo della polisemia analogica, dell’interpretazione infinita, del movimento di fuga dello stesso pensiero. Logos ana-logos, parola e trasgressione. Parola dunque essenzialmente poetica. il cui dire è contemporaneamente impossibilità del dire stesso, nella fuga verso I ‘oltre, in quanto il suo limite risiede nel nascondimento della sua origine: che in quanto tale permane irraggiungibile, pur costituendone l’essenzialità. Parola che è al contempo suono e silenzio essendone la relazione.
Razionalità e irrazionalità (sovrarazionalità), logica della misura e logica della dismisura risultano molto più interconnesse di quanto non appaia a prima vista. E infatti il linguaggio l’ambito strutturato della logica, della geometria, delle scienze, le quali sviluppandosi in equilibrio e misura giungono a toccare la soglia della sovrarazionalità. Il modello logico-matematico dell’adaequatio rei et intellectus è infatti indicativo della trasparenza e coerenza e dunque nella conoscenza analitica chiara e distinta, propria del sistema dualistico oppositivo, con le antinomie del vero e del falso, del bene e del male. Ma il numero matematico stesso nel suo aspetto trascendente con le connessioni infinite che esso indica, oltrepassa la connotazione logica di tipo dualistico, comprendendo in se stesso l’eco dell ‘oltre. Le due modalità razionale e irrazionale dunque si compensano e si compenetrano a livello d’impossibilità cognitiva di tipo unitario la prima e d’impossibilità cognitiva di tipo definitivo la seconda. Un’aporia del pensiero che, da qualsiasi lato la si osservi, definisce un’impotenza appropriativa riguardo l’origine ed il fine. Ma è tale impotenza, tale incompiuto del pensiero a conferirgli ricchezza e fecondità.
Pertanto oltre il postulato filosofico dell ‘identità di essere e pensare, della simultaneità assoluta negatrice del tempo e della storia, che ha segnato profondamente il pensiero e la vita dell’Occidente, ecco riemergere ancora oggi l’attualità del metodo simbolico massonico (inteso • come processo e non come sistema), coniugante mito e ragione, sogno e realtà, quali dimensioni irriducibili. Ne emerge l’ uomo nella sua dimensione autentica, relativa non solo al presente, ma anche al passato, inteso come memoria storica ed al futuro, inteso come sogni, utopia. E propria del simbolo infatti la trasposizione analogica che permette una lettura della realtà a più livelli (da quello letterale a quello profondo) nella considerazione di una “verità” che eccede la ragione, richiedendo l’utilizzo delle altre facoltà dell’anima, quali la memoria, l’immaginazione, la fantasia, l’intuizione, secondo l’adesione ad un progetto creativo in continuo divenire e dunque secondo una libertà creatrice. Un tipo di conoscenza che definisce un ‘indefinibile processo inarrestabile, illimitato, connotato dal limite di ogni traguardo, affermabile solo contestualmente e non assolutamente, in quanto relativo.
Arte interpretativa, ascolto del silenzio, invenzione analogica, sono resi possibili dal linguaggio simbolico, che traduce il mistero in parole propriamente non tali, trattandosi più di interferenze associative che oltrepassano la definizione stessa di parola. Questa “irreale realtà” sempre in fieri, sempre da ricostruire, mai compiuta, questo continuo ritorno a compiti sempre ripresi e sempre da riprendere, suggerisce all’uomo la necessità di rompere continuamente il Senso per far emergere significazioni nuove, scorrevoli tra differenti registri della realtà, secondo risonanze infinite. Questa irreale realtà costituisce l’erranza essenziale secondo un appello venuto dall’ombra, l’itinerario incompiuto del massone alle soglie della poetica dell ‘essere che, alla stregua della stella, si situa sempre altrove e altrimenti, semplicemente indicando e in tale indicare trasformando I ‘errante in un Testimone dell ‘infinito.