IN RICEVIMENTO DEI FRATELLI

In ricevimento dei Fratelli G. Bitt e A. Mnncc

Maestro Venerabile, cari FrateHi,

dietro di noi i secoli. O i millenni. Perché noi siamo esistiti sempre, anche quando non ci chiamavamo ancora Massoni. Siamo esistiti da quando la scintilla del pensiero ha acceso la prima luce nella mente umana, da quando l’uomo si è accorto che la sua esistenza non era puramente vegetativa, fine a se stessa, che pensava, produceva cose nuove, sensazioni nuove nell’intimo e nella pluralità corale umana che lo attomiava, che pensando poteva percorrere una strada che man mano si illuminava di una luce: la Conoscenza

Davanti a noi l’eternità dell’istituzione, perché la Massoneria non potrebbe morire neppure con l’ultimo uomo pensante e ragionante. L’uomo è emanazione del Grande Architetto dell’Universo, si esprime e si identifica nella volta celeste, muta e si trasfigura da un mondo di materia ad un mondo di forza, ma rimane nell’Oriente etemo. Nei nostri Templi non siamo mai soli. Siedono con noi, tra le colonne, tutti i Fratelli che ci attendono nell’ineffabile.

Ma questi Fratelli ci chiedono la continuità della Famiglia ed è per tale dovere che la costruzione del Tempio prosegue con i nuovi operai che iniziamo e poi forniamo degli strumenti di lavoro. Guai a noi, Fratelli, se fossimo incapaci di insegnare loro a dirozzare la pietra!

Da questa tomata due grembiuli in più nella nostra Loggia, due motivi in più perché i nostri lavori siano giusti e perfetti.

Benvenuto a voi, Fratelli Bltt e Mnncc.

Ora siete Fratelli Massoni. Avete da compiere il lungo viaggio verso la Luce. Lo compiremo insieme, perché anche noi la Luce continuiamo a cercarla come voi la cercate, pur se ci differenzia una foggia diversa di grembiule. Quando crediamo già di poter essere illuminati, ci accorgiamo che in fondo alla strada la luce è più sfolgorante e che il carnmino non è mai compiuto se non nei primi passi. Perché non vi è limite alla ricerca del sapere, non vi è raggiungimento finale della conoscenza, non esiste diritto di sosta nel levigare la pietra grezza e quando ogni asperità sarà livellata, sempre occorrerà ancora intervenire con gli strumenti che la Massoneria ci insegna ad usare, perché la squadratura totale, definitiva è del solo Grande Architetto, mentre noi siano umili operai del Tempio, operai volenterosi, ma operai, con tutti i difetti, con tutte le imperfezioni che l’uomo trascina nel suo viaggio terreno.

Ma siamo insieme, uniti nella Catena della Fratemità ed insieme lavoreremo alla costruzione del Tempio, anche se sappiamo che il Tempio non potrà mai essere compiuto. L’importante è che si lavori da Massoni, e cioè da uomini seri e consapevoli. Poter compiere questo lavoro nella nostra Famiglia ci dà forza, coraggio, serenità, perché il segreto d’esser paghi di aver ben prodotto per il bene della Massoneria e dell’Umanità non è nell’aver raggiunto un traguardo, ma è come si tende a raggiungerlo, è nella convinzione, nella fede, nell’operosità dei nostri atti, nella purezza delle nostre

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E quindi abbastanza chiaro cosa si debba ora intendere per “essere liberi”; cosi pure è chiaro che nessuno può mai essere completamente libero, che lo si chiami Profano, oppure Iniziato, almeno nella condizione umana che sola ci è dato di conoscere. Ma anche qui la richiesta di “essere un uomo libero” non deve essere intesa come quella di un risultato già raggiunto (che è idealistico ed impossibile), ma solo come la espressione di una chiara intenzione, si potrebbe dire, di essere ogni giorno un po’ più libero del giorno precedente, o perlomeno non meno libero. Fino al punto da metterc in discussione questa “chiara intenzione”, chiedendosi cosa essa sia in realtà.

E solo su queste basi che è possibile un incontro tra Fratelli, capace di superare barriere sociali, religiose, politiche, economiche, vale a dire che è su queste basi, e solo su queste, che ha senso il trinomio, nato all’interno della Istituzione, di Libertà, Uguaglianza, Fratellanza.

Ed è per rendere possibile questo incontro che la Massoneria vive ed opera, come dice una formula rituale, “per il bene dell’Umanità ed a maggior gloria del Grande Architetto dell ‘Universo”.

Con ciò, sono dette le cose essenziali che dovrebbero rendere possibile per te, che noi forse un po’ orgogliosamente diciamo Profano, prendere una decisione al riguardo della Istituzione Massonica. Questo non è altro che l’inizio di un discorso, ma mira direttamente alla sostanza dei fatti, senza conoscere la quale discussioni su terreni quali quello dei rapporti con la Chiesa Cattolica, o altri analoghi, finiscono con l’essere diatribe accademiche prive di senso.

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