CHE COSA CERCHIAMO

Che cosa cerchiamo?

Cerco un oggetto la cui funzione è quella di darmi la felicità.

Di quale oggetto si tratta ?

Di cibo, di un altro essere umano, del caldo estivo, della conoscenza scientifica, di un ideale, di un uomo eccezionale , di un santo, di una fede in un dio, della droga, dell’alcool, di una bella casa, di un conto in banca, di un grosso patrimonio, di un potere su altri uomini, del dominio del successo, ecc. ecc.?

Quando l’oggetto mi manca soffro. Chiamo felicità la presenza dell ‘oggetto. Traggo felicità dall ‘oggetto. L’oggetto viene da me utilizzato per ricavarne felicità.

Dalle piante traggo il frutto, dall’oggetto traggo felicità. Molto Spesso la presenza di un oggetto particolare mi disturba, mi procura disagio, dolore, sofferenza. In tutti i modi debbo allontanarmi dall ‘oggetto dannoso o distruggerlo.

La felicità mi viene dalla distruzione o dalla fuga. Dalle piante traggo il ,frutto, dalla distruzione o dalla fuga traggo la felicità.

Traggo felicità dall’assenza o dalla presenza dell’oggetto. Per questo scopo lavoro, lotto, combatto, mi dispero, soffro. Soffro per non soffrire. Soffro nella ricerca. Soffro per l’assenza o la presenza di un oggetto

Dove sta la felicità? Di là da venire, alla fine della ricerca, alla fino della sofferenza.

Dove sta la fine dalla sofferenza ? Alla fine della ricerca.

Perché non smetto subito, in questo istante, di cercare l’oggetto, il suo frutto, la felicità?

Allora smetto, tanto più che la felicità dura solo un istante e, dopo quell’attimo, si piomba nel buio, nello sconforto, nella disperazione.

Ma è possibile rendere duraturo quello stato di felicità cosi fugace ed istantaneo?

Cerco un oggetto la cui permanenza duri almeno per la durata della mia vita e, per la durata dalla mia vita, mi procuri felicità.

Forse in questa maniera la sofferenza della ricerca ha senso.

Soffro nella ricerca, lotto, combatto e mi dispero, ma se prima di morire avrò trovato la soluzione del problema potrò essere soddisfatto.

Cercherò l’oggetto che mi darà una felicità duratura ed immutabile, almeno per il tempo della. mia vita.

Ecco, sono di nuovo sulla strada della ricerca, della lotta e della sofferenza. Ma forse questa volta ne varrà la pena.

Non perseguirò più l’oggetto che mi darà una felicità momentanea, ma cercherò l’oggetto che mi darà. una felicità duratura.

Tale oggetto può essere un ideale, una fede, un’ideologia, un Dio. Lotterò per un’idea, per un ideale, per una fede, per un’ideologia, per un Dio,

Chiamerò materialisti coloro che perseguono gli oggetti che danno una felicità effimera, e li disprezzerò!

Chiamerò idealisti tutti gli altri. Lotterò e combatterò per I ‘ideale, anche se sono convinto che i miei sforzi non otterranno risultati definitivi.

Sono sicuro che la lotta dovrà essere continuata anche dai miei successori, forse per millenni.

Un risultato almeno l’ho ottenuto. Non dovrò più perseguire l’oggetto per ricavarne pace e felicità. Perseguirò direttamente la felicità e la pace come ideali da raggiungere.

La lotta sarà dura. A volte rimarrò senza speranza, poiché essa verrà posta nel lontano futuro.

Non dovrò farmi spaventare dalla fatica. Lotterò, combatterò, superando tutte le difficoltà della mia strada.

Vivrò nella miseria, superando tutti gli ostacoli. Cercherò dei compagni.

Mi farò aiutare. Tutti insieme combatteremo contro gli elementi naturali, contro gli altri uomini uccidendo, se sarà necessario, gli oppositori.

Ucciderò gli uomini che portano un ideale diverso dal mio. L’eccidio collettivo in nome dell’ideale è sacro.

E questo che voglio? Ma in questa maniera la vita continuerà ad essere un inferno. Non cercavo forse all ‘inizio   la pace e la felicità?

E vero, voglio la pace e la felicità. per la pace e la felicità la mia vita si svolge combattendo.

Per la pace e la felicità mi trovo in guerra, devo uccidere, devo avere e procurare miseria, fame, dolore.

Questa è la trappola che io stesso ho teso. Mi trovo preso nella mia stessa trappola.

Ho tentato di imprigionare la felicità. Nel laccio sono stato preso io, la mia miseria, la mia lotta, il mio dolore, la mia infelicità.

Forse non è questa la strada della pace. E inutile continuare a combattere nell’attesa che finalmente si apra la porta della pace.

La pace armata è un inganno. Sono vittima della mia illusione.

L’ideale è una chimera. Cerco la fonte di ogni bene e mi ritrovo la bocca piena di sabbia.

Devo smettere di combattere. Devo smettere immediatamente di uccidere. Devo smettere di procurare a me stesso ed agli altri miseria, fatica, dolore.

Devo rinunciare all ‘ideale. Devo smetterla di cercare pace e felicità.

Per la ricerca della pace e della felicità, secondo un certo ideale, un giorno. sulle piazze delle città e dei paesi divamparono i roghi.

Per un altro ideale si elevarono le ghigliottine. Per l’imperatore migliaia di persone persero la vita.

Per gli ultimi e nuovi ideali sorsero i fomi crematori e le camere a gas.

Fratelli smettiamo di cercare pace e felicità. I frutti di questa ricerca sono troppo amari.

La strada che abbiamo percorso fino ad oggi ci conduce a nuove rovine. Un’altra è la strada della felicità.

D. Vttr, 8 marzo 1973 dell’e.•. v:.

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