L’ORDINE DEI CAVALIERI TEUTONICI IN PUGLIA
di
Francesco Guida
Uno dei riferimenti tradizionali della Massoneria, in particolare quella di Rito Scozzese Antico e Accettato, sono gli Ordini Cavallereschi. In questo ambito si suole trattare, esclusivamente, dell’ Ordine dei Cavalieri del Tempio, per via del loro esoterismo.
Ma il complesso panorama cavalleresco non si esaurisce con i Templari, abbracciando nei secoli XII-XIII anche altri due Ordini di altrettanto grande importanza nella storia europea: i Cavalieri Ospedalieri o Giovanniti ed i Cavalieri Teutonici.
Questi ultimi, poi, si sa che sono esistiti ma per quanto si sia scritto, non si conosce gran che se non che combatterono in Terra Santa e furono i fondatori dell’embrionale Stato prussiano. Ancor meno si sa che l’ Ordine Teutonico visse in Puglia una rigogliosa stagione nella prima metà del XIII.
I Cavalieri Teutonici differivano da tutti gli altri Ordini Cavallereschi per la loro sensibilità alle identità del gruppo d’ origine, al radicamento dell’ idea nazionale, contro la dimensione universale degli altri Ordini Cavallereschi. Templari e Giovanniti accoglievano solo uomini e di diverse nazionalità, i Teutonici uomini e donne di puro ceppo germanico. Le donne, infatti, escluse da altri Ordini, erano presenti ed attive, quali benefattrici, nei ranghi teutonici, per l’assistenza a feriti e malati in Germania. Il G. M. Ermanno di Salza Varie sono le ipotesi sulla nascita dell ‘ Ordine.
Per qualche autore l’esigenza di costituire l’Ordine è sorto dalle difficoltà incontrate dai cavalieri tedeschi nell’ entrare negli ordini Templari e Ospedalieri, formati in numero predominante da francesi ed italiani. Per altri autori l’ Ordine sorse nel 1127-1128 durante la Prima Crociata, quando un tedesco iniziò a curare a casa propria i connazionali, casa che poi trasformò in Ospedale, sito accanto ad una cappella dedicata a Maria Vergine. Per qualche altro autore il fondatore fu Federico Barbarossa. Per altri ancora l’ Ordine nacque nel 1189 durante l’ assedio di S. Giovanni d’ Acri, l’ antica Tolemaide da alcuni tedeschi di Brema e Lubecca, dedicati alla cura dei connazionali. Per qualche altro, infine, l’Ordine fu fondato da Federico di Svevia, figlio del Barbarossa.
Si è appurato, comunque, con certezza documentale che ai tempi del Barbarossa, intorno al 1214, esisteva in Gerusalemme l’Ospedale di Santa Maria dei Teutonici. Tanto, infatti, si ricava dai privilegi riconosciuti e confermati da Federico II. Alcuni di questi privilegi furono emanati a Catania nel 1214, a Taranto e Catania nel 1221, a Barletta nel 1229, a Foggia nel 1230.
Come ogni Ordine monastico-cavalleresco quello dei Cavalieri Teutonici doveva far riferimento ad una Regola. Secondo un autore (Sanson) inizialmente i Cavalieri Teutonici adottarono la Regola dei Templari, scritta da Bernardo di Chiaravalle, ma successivamente essa fu abbandonata per seguire quella dei canonici dello Spirito Santo, che si occupavano di Ospedale, ed ancora più tardi in Prussia adottarono la Regola dei domenicani della provincia polacca.
Secondo altro autore inizialmente adottarono la Regola degli Ospitalieri di S. Giovanni, che in seguito abbandonarono per seguire quella dei Templari, cui apportarono alcune modifiche. Secondo altro autore adottarono la Regola di S. Agostino come ordine monastico, e quella degli Ospitalieri e Templari come ordine cavalleresco.
Tali ipotesi, ognuna parziale in termini temporali, si integrano senza difficoltà, a partire da quelle del Coco, privilegiato rispetto agli altri come formazione e fonti (frate dell’ Ordine dei Minimi), in quanto i periodi temporali risultano diversi.
Come organizzazione I ‘ Ordine era composto in tre classi, a parte vi erano i monaci onorari, che erano i benefattori, i cavalieri, i preti ed i serventi, in maggior parte di bassa estrazione sociale. I cavalieri, classe dominante, col tempo furono privilegiati nelle attività pratiche rispetto alle contemplative, dispensati da vari obblighi religiosi per dedicarsi alla guerra ed alla amministrazione. I primi Cavalieri Teutonici erano spesso ignoranti, con l’obbligo di recitare a memoria il Pater Noster entro un anno a pena di espulsione. Il Gran Maestro, eletto a vita, era il capo sia dell’Ordine che della Comunità della sede principale, ma non aveva potere assoluto.
La decisione era assemblea della comunità del suo castello per fatti di amministrazione locale, e del Capitolo generale per fatti dell’ Ordine. Non era quello I ‘ unico sistema di controllo. Per il tesoro, urgeva la Gran Maestro e cavaliere dell’Ordine teutonico di S. Maria di Gerusalemme segretezza per il suo ammontare, ma per il sigillo, contenuto in un forziere, a tre serrature era prevista la presenza dei tre possessori delle chiavi per aprirlo, il Gran Maestro, il Commendatore, il Tesoriere. Nel mese di settembre di ogni anno il Capitolo generale si riuniva per l’ approvazione dei conti, per accettare dimissioni e procedere col G.M. alla nomina dei nuovi dignitari.
Qual era la spiritualità dell ‘Ordine Teutonico?
“I Cavalieri Teutonici si distinsero per una loro quasi morbosa tensione al sacrificio, una vocazione incontrollabile a ricercare la morte in combattimento, retaggio di una tradizione pagana che la conversione al cristianesimo non aveva del tutto espurgato dai suoi miti. Tra i quali sopravviveva la propensione a considerare il Paradiso stesso come qualcosa di simile al Walalla di Odino, un asilo di guerrieri e di eroi, al quale la gente comune non poteva aver accesso. Ne derideva la convinzione che la beatitudine celeste fosse qualcosa di assolutamente incompatibile con lo spirito di pace, esasperando la diffusa mistica della morte violenta, inflitta o subita ” (Cuomo).
Un esempio della ferocia in battaglia dei Cavalieri Teutonici ci viene data da una cronaca dei monaci di Oliwa in Pomerania, quando fu catturato un nobile pruteno, Pipino, al quale “gli vennero estratte le budella, che furono inchiodate ad un albero, ed egli fu costretto a correre finché non cadde morto”.
La fortuna dell’ Ordine fu costituita da due alte figure del medioevo, l’imperatore Federico II e il Gran Maestro dell’Ordine Ermanno di Salza (Hermann von Salza), le cui vicende storiche ed umane procedono intrecciate per trent’ anni.
Federico influenzò l’ Ordine, come l’ Ordine influenzò Federico. Ad esempio, Federico trasmise ai cavalieri le sue conoscenze magiche ed esoteriche. Tali influssi culturali vennero poi esportati dai cavalieri nello stato prussiano. D’ altra parte si è riscontrato nei castelli federiciani il modello di quelli dell ‘ Ordine Teutonico in Prussia, che hanno tutti lo stesso impianto e lo stesso stile, servendo agli scopi stessi del
mezzogiorno d’Italia. Tanto ai castelli prussiani quanto a quelli italiani mancava l’elemento pittorico sacrificato ad una monumentalità severa di una struttura rigidamente disegnata, mirante alla semplicità geometrica.
Ermanno di Salza apparteneva ad una famiglia di “ministeriales” privilegiata dal Papa e dall ‘Imperatore. Fu il regista del matrimonio, celebrato a Brindisi, con una folta rappresentanza teutonica nel novembre 1225, tra Federico e Jolanda, figlia di Giovanni di Brenne, che fruttando all’Imperatore la corona di re di Gerusalemme, maturò altri privilegi per l’Ordine. Nel 1224 era alla corte Papale dove veniva colmato di onori. Rese ancora servigi a Federico nella mediazione con re Valdemaro di Danimarca, in tal circostanza intuì la possibilità di uno Stato Teutonico in Europa e legò la sua realizzazione alla abilità diplomatica tra il Papa e Federico. Infatti iniziò a realizzare il suo disegno ambizioso riuscendo ad ottenere nel 1220 il privilegio dell ‘ indipendenza dell ‘ Ordine dal potere temporale, nel contempo insediò I ‘ Ordine in Transilvania fondando città ed inserendo coloni tedeschi. Godendo di esenzione tributaria riuscì a far approvare dal Papa il progetto di porre sotto tutela della Curia romana i teutonici occupati. Quindi divenne padrone del Baltico ed occupò la Prussia, ove l’Ordine svolse esclusivamente funzioni amministrative. Eppur Ermanno di Salza non fu il primo Gran Maestro, carica ricoperta da Enrico Walpot di Basenheim, cui si deve l’insegna dell ‘ Ordine della croce nera su manto bianco, bensì il quarto, venendo unanimemente considerato il vero fondatore dell’ Ordine. Morì a Salerno nel 1239 e venne sepolto nella Chiesa dell’ Ordine a Barletta.
Dopo la sua gestione, il livello morale dell ‘ Ordine degradò rapidamente. Una dispensa concessa da Papa Alessandro IV al G.M. Pappo di Osterna consentiva all ‘ Ordine di ricevere nuovi membri, esonerandoli dal noviziato di sei mesi imposto dalla regola, del resto non molto esigente; concesse ai sacerdoti dell’ Ordine la facoltà di assolvere gli autori di incendi e saccheggi, che dopo l’ingresso nell’Ordine per liberarsi dalle loro responsabilità, fossero tornati alle loro case ed avessero ripreso il loro antico modo di vivere lasciando all ‘ Ordine il frutto delle loro rapine.
Lo Stato Teutonico finì nel 1561, ma l’Ordine ha perpetuato la sua esistenza sino ad oggi. Il G. M. risiede ancor oggi a Vienna ed oltre alle attività religiose l’ Ordine coordina una missione culturale e si dedica allo studio del proprio passato. Comunque, l’Ordine cessò di avere un ruolo nella storia europea nel XVI secolo quando non ci fu più spazio per una istituzione fondata sull ‘ideologia cavalleresca.
Gli Insediamenti in Puglia
La presenza dei Cavalieri Teutonici in Puglia è attestata ancor prima della Costituzione dell’ Ordine. Infatti, nel 1197 vi è traccia di tali presenze nell’Ospedale di San Tommaso presso Barletta. Lì si costituì la casa principale, tanto che vi furono trasferite ed inviate le spoglie del Gran Maestro Ermanno di Salza.
Quando l’Ordine incorporò l’abbazia agostiniana Sita su una collina presso Siponto, l’odierna Manfredonia, il centro degli interessi si spostò a nord di Barletta. Il periodo di fondazione risalirebbe a cavallo dei secoli XI-XII ad opera dei monaci agostiniani. Verso la fine del 1200 1’abbazia fu ceduta ai Cavalieri Teutonici, che l’ottennero senza difficoltà in quanto a quell’epoca questi avevano adottato la regola agostiniana. Col tempo l’ abbazia si arricchì di beni immobili al punto tale da essere considerata la più ricca d’Italia. La sua decadenza iniziò nella seconda metà del XIV secolo per poi concludersi nel 1809, soppressa da Gioacchino Murat che donò i beni immobili all’Ospedale di Foggia. Con concessione del 1231 di Federico II l’ Ordine ricevette una vasta area in territorio di Corneto, ove nel XV secolo fu edificato un castello, di cui è residuata una Torre, chiamata Alemanna o Torre La Manna. Di questo genere di case torri, edificate a scopo difensivo, esistono altri esempi in Capitanata.
Altra importante presenza teutonica prima della fondazione dell’Ordine è attestata a Brindisi nel 1191-92, essendo questo uno dei porti più affollati per le Crociate, e quindi meta anche di Tedeschi. Da questa intensa presenza derivò l’ esigenza di un Ospedale. Tale edificio non fu fondato dagli Svevi bensì dal loro avversario Tancredi, venendo ben presto incorporato nell’ Ordine. Così nel 1191 il Maestro Guinaldo chiese all’arcivescovo Pietro di sistemarsi accanto alla Chiesa di S. Maria sul porto. Quindi fu costruito l’Ospedale, con l’autorizzazione di Enrico VI, amico dell’Ordine, e fu titolata ‘la Chiesa a S. Maria dei Teutonici ‘ .
Federico II fece dono di rendite e beni immobili in riconoscenza delle spese ingenti sopportate da
Cavalieri per la cura degli infermi e feriti della Crociata. L’ Imperatore donò anche la città di Mesagne, che non accettò tale imposizione ed aprì un’ aspra polemica con i Cavalieri Teutonici. Successivamente Federico rioccupò Mesagne sottraendola ai teutonici, provocando per motivi non chiari un raffreddamento dei rapporti con l’Ordine.
Secondo alcuni autori la nobiltà brindisina, molto vicina ai Cavalieri Templari che a Brindisi avevano la Percettoria, temevano che i teutonici diventassero talmente potenti da oscurare l’ influenza Templare. Altri insediamenti teutonici furono localizzati ad Oria, Ostuni, S. Maria al Bagno nei pressi di Porto Cesareo, Nardò.
In quest’ ultima località l’ Ordine venne in contrasto con l’ arcivescovo di Otranto Stefano Pendarelli (martire dei Turchi ad Otranto nel 1480) che mal sopportava i privilegi dell’Ordine.
Altri possedimenti furono individuati ad Alessano, Galatone ed in agro di Ginosa, ove esisteva l’ abbazia di S. Maria, ricevuta dagli agostiniani.
E’ controversa la presenza di una casa teutonica a Bari. A giudicare dai documenti conservati nell’ Archivio Centrale dell’Ordine a Vienna, parrebbe di sì. Secondo un autore esisteva già dal 1209 una casa con Ospedale dell’ Ordine ed una chiesa dedicata a S. Maria degli Alemanni. Comunque, la presenza teutonica a Bari non è mai stata rilevante, come null’ altro si sa della casa di Monopoli Sita nel quartiere S. Damiano presso la porta detta di Simino.
Quale importanza rivestiva La Balia (provincia) di Puglia per l’ Ordine? A parte i fini istituzionali quali la cura dei confratelli, delle sue chiese ed ospedali, ebbe funzione di approvvigionamento per la Terra Santa. Non si può affermare con certezza se ed in quale misura il baliatico pugliese contribuisse alla gestione centrale dell’ Ordine. Riguardo la consistenza numerica del periodo della prima decadenza dell’Ordine, si ricava che vi erano 5 fratelli a Barletta, 3 a Corneto, 4 a S. Leonardo di Siponto, uno a Bari, uno a Foggia, uno a Nardò, due a Brindisi. Il baliatico di Puglia durò circa trecentocinquantanni ed ebbe fine repentina. Dopo la morte di Stefan Grube, luogotenente del Procuratore Generale Dietrich von Cuba, il 20 dicembre 1483, il baliatico non fu più restituito all ‘Ordine, Sisto IV lo affidò nel 1484 al Cardinale di Parma, Giovan Giacomo Sclafenato.
E’ stata accertata, invece, l’importanza sia economico-commerciale sia militare dell’ Ordine in Puglia, tant’è che nel Duecento questa regione assunse un ruolo di primo piano nell’ Impero, e la Balia pugliese assunse lo strategico ruolo di ponte per tutto l’ Oriente. •
Bibliografia consultata:
- FRANCO CUOMO, Gli Ordini Cavallereschi, Newton Compton 1992;
- ERNST KANTOROWICZ, Federico 11 imperatore, Garzanti 1988;
- T. MASSON, Federico 11, Rusconi 1993;
- KAROL GORSKI, L’ordine Teutonico, Einaudi 1971;
- HENRYK SAMSONOWICZ, 1 Cavalieri Teutonici, Giunti, Storia-Dossier n. 3-1987;
- EUGENIO TRAVAGLINI: Federico 11 e 1a casa dell’Ospedale di Santa Maria dei Teutonici in Gerusalemme, Atti delle giornate Federiciane, Società di Storia patria per la Puglia, Manduria 1971 p. 181-201;
- KURT FORSTREUTER, Per 1a storia del baliatico dell’ordine Teutonico in Puglia, in studi di Storia Pugliese in onore di Giuseppe Chiarelli p. 591-598 vol. II 1973, Congedo, Galatina; PRIMALDO COCO, 1 Cavalieri Teutonici nel Salento, Taranto 1925;
- P. KLEMENS WIESER, Gli inizi dell’ordine Teutonico in Puglia, in Archivio Storico Pugliese, anno XXVI, Fasc. 111-1V anno 1973 p. 475-487.
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L’ORDINE DEI CAVALIERI TEUTONICI IN PUGLIA
di
Francesco Guida
Uno dei riferimenti tradizionali della Massoneria, in particolare quella di Rito Scozzese Antico e Accettato, sono gli Ordini Cavallereschi. In questo ambito si suole trattare, esclusivamente, dell’ Ordine dei Cavalieri del Tempio, per via del loro esoterismo.
Ma il complesso panorama cavalleresco non si esaurisce con i Templari, abbracciando nei secoli XII-XIII anche altri due Ordini di altrettanto grande importanza nella storia europea: i Cavalieri Ospedalieri o Giovanniti ed i Cavalieri Teutonici.
Questi ultimi, poi, si sa che sono esistiti ma per quanto si sia scritto, non si conosce gran che se non che combatterono in Terra Santa e furono i fondatori dell’embrionale Stato prussiano. Ancor meno si sa che l’ Ordine Teutonico visse in Puglia una rigogliosa stagione nella prima metà del XIII.
I Cavalieri Teutonici differivano da tutti gli altri Ordini Cavallereschi per la loro sensibilità alle identità del gruppo d’ origine, al radicamento dell’ idea nazionale, contro la dimensione universale degli altri Ordini Cavallereschi. Templari e Giovanniti accoglievano solo uomini e di diverse nazionalità, i Teutonici uomini e donne di puro ceppo germanico. Le donne, infatti, escluse da altri Ordini, erano presenti ed attive, quali benefattrici, nei ranghi teutonici, per l’assistenza a feriti e malati in Germania. Il G. M. Ermanno di Salza Varie sono le ipotesi sulla nascita dell ‘ Ordine.
Per qualche autore l’esigenza di costituire l’Ordine è sorto dalle difficoltà incontrate dai cavalieri tedeschi nell’ entrare negli ordini Templari e Ospedalieri, formati in numero predominante da francesi ed italiani. Per altri autori l’ Ordine sorse nel 1127-1128 durante la Prima Crociata, quando un tedesco iniziò a curare a casa propria i connazionali, casa che poi trasformò in Ospedale, sito accanto ad una cappella dedicata a Maria Vergine. Per qualche altro autore il fondatore fu Federico Barbarossa. Per altri ancora l’ Ordine nacque nel 1189 durante l’ assedio di S. Giovanni d’ Acri, l’ antica Tolemaide da alcuni tedeschi di Brema e Lubecca, dedicati alla cura dei connazionali. Per qualche altro, infine, l’Ordine fu fondato da Federico di Svevia, figlio del Barbarossa.
Si è appurato, comunque, con certezza documentale che ai tempi del Barbarossa, intorno al 1214, esisteva in Gerusalemme l’Ospedale di Santa Maria dei Teutonici. Tanto, infatti, si ricava dai privilegi riconosciuti e confermati da Federico II. Alcuni di questi privilegi furono emanati a Catania nel 1214, a Taranto e Catania nel 1221, a Barletta nel 1229, a Foggia nel 1230.
Come ogni Ordine monastico-cavalleresco quello dei Cavalieri Teutonici doveva far riferimento ad una Regola. Secondo un autore (Sanson) inizialmente i Cavalieri Teutonici adottarono la Regola dei Templari, scritta da Bernardo di Chiaravalle, ma successivamente essa fu abbandonata per seguire quella dei canonici dello Spirito Santo, che si occupavano di Ospedale, ed ancora più tardi in Prussia adottarono la Regola dei domenicani della provincia polacca.
Secondo altro autore inizialmente adottarono la Regola degli Ospitalieri di S. Giovanni, che in seguito abbandonarono per seguire quella dei Templari, cui apportarono alcune modifiche. Secondo altro autore adottarono la Regola di S. Agostino come ordine monastico, e quella degli Ospitalieri e Templari come ordine cavalleresco.
Tali ipotesi, ognuna parziale in termini temporali, si integrano senza difficoltà, a partire da quelle del Coco, privilegiato rispetto agli altri come formazione e fonti (frate dell’ Ordine dei Minimi), in quanto i periodi temporali risultano diversi.
Come organizzazione I ‘ Ordine era composto in tre classi, a parte vi erano i monaci onorari, che erano i benefattori, i cavalieri, i preti ed i serventi, in maggior parte di bassa estrazione sociale. I cavalieri, classe dominante, col tempo furono privilegiati nelle attività pratiche rispetto alle contemplative, dispensati da vari obblighi religiosi per dedicarsi alla guerra ed alla amministrazione. I primi Cavalieri Teutonici erano spesso ignoranti, con l’obbligo di recitare a memoria il Pater Noster entro un anno a pena di espulsione. Il Gran Maestro, eletto a vita, era il capo sia dell’Ordine che della Comunità della sede principale, ma non aveva potere assoluto.
La decisione era assemblea della comunità del suo castello per fatti di amministrazione locale, e del Capitolo generale per fatti dell’ Ordine. Non era quello I ‘ unico sistema di controllo. Per il tesoro, urgeva la Gran Maestro e cavaliere dell’Ordine teutonico di S. Maria di Gerusalemme segretezza per il suo ammontare, ma per il sigillo, contenuto in un forziere, a tre serrature era prevista la presenza dei tre possessori delle chiavi per aprirlo, il Gran Maestro, il Commendatore, il Tesoriere. Nel mese di settembre di ogni anno il Capitolo generale si riuniva per l’ approvazione dei conti, per accettare dimissioni e procedere col G.M. alla nomina dei nuovi dignitari.
Qual era la spiritualità dell ‘Ordine Teutonico?
“I Cavalieri Teutonici si distinsero per una loro quasi morbosa tensione al sacrificio, una vocazione incontrollabile a ricercare la morte in combattimento, retaggio di una tradizione pagana che la conversione al cristianesimo non aveva del tutto espurgato dai suoi miti. Tra i quali sopravviveva la propensione a considerare il Paradiso stesso come qualcosa di simile al Walalla di Odino, un asilo di guerrieri e di eroi, al quale la gente comune non poteva aver accesso. Ne derideva la convinzione che la beatitudine celeste fosse qualcosa di assolutamente incompatibile con lo spirito di pace, esasperando la diffusa mistica della morte violenta, inflitta o subita ” (Cuomo).
Un esempio della ferocia in battaglia dei Cavalieri Teutonici ci viene data da una cronaca dei monaci di Oliwa in Pomerania, quando fu catturato un nobile pruteno, Pipino, al quale “gli vennero estratte le budella, che furono inchiodate ad un albero, ed egli fu costretto a correre finché non cadde morto”.
La fortuna dell’ Ordine fu costituita da due alte figure del medioevo, l’imperatore Federico II e il Gran Maestro dell’Ordine Ermanno di Salza (Hermann von Salza), le cui vicende storiche ed umane procedono intrecciate per trent’ anni.
Federico influenzò l’ Ordine, come l’ Ordine influenzò Federico. Ad esempio, Federico trasmise ai cavalieri le sue conoscenze magiche ed esoteriche. Tali influssi culturali vennero poi esportati dai cavalieri nello stato prussiano. D’ altra parte si è riscontrato nei castelli federiciani il modello di quelli dell ‘ Ordine Teutonico in Prussia, che hanno tutti lo stesso impianto e lo stesso stile, servendo agli scopi stessi del
mezzogiorno d’Italia. Tanto ai castelli prussiani quanto a quelli italiani mancava l’elemento pittorico sacrificato ad una monumentalità severa di una struttura rigidamente disegnata, mirante alla semplicità geometrica.
Ermanno di Salza apparteneva ad una famiglia di “ministeriales” privilegiata dal Papa e dall ‘Imperatore. Fu il regista del matrimonio, celebrato a Brindisi, con una folta rappresentanza teutonica nel novembre 1225, tra Federico e Jolanda, figlia di Giovanni di Brenne, che fruttando all’Imperatore la corona di re di Gerusalemme, maturò altri privilegi per l’Ordine. Nel 1224 era alla corte Papale dove veniva colmato di onori. Rese ancora servigi a Federico nella mediazione con re Valdemaro di Danimarca, in tal circostanza intuì la possibilità di uno Stato Teutonico in Europa e legò la sua realizzazione alla abilità diplomatica tra il Papa e Federico. Infatti iniziò a realizzare il suo disegno ambizioso riuscendo ad ottenere nel 1220 il privilegio dell ‘ indipendenza dell ‘ Ordine dal potere temporale, nel contempo insediò I ‘ Ordine in Transilvania fondando città ed inserendo coloni tedeschi. Godendo di esenzione tributaria riuscì a far approvare dal Papa il progetto di porre sotto tutela della Curia romana i teutonici occupati. Quindi divenne padrone del Baltico ed occupò la Prussia, ove l’Ordine svolse esclusivamente funzioni amministrative. Eppur Ermanno di Salza non fu il primo Gran Maestro, carica ricoperta da Enrico Walpot di Basenheim, cui si deve l’insegna dell ‘ Ordine della croce nera su manto bianco, bensì il quarto, venendo unanimemente considerato il vero fondatore dell’ Ordine. Morì a Salerno nel 1239 e venne sepolto nella Chiesa dell’ Ordine a Barletta.
Dopo la sua gestione, il livello morale dell ‘ Ordine degradò rapidamente. Una dispensa concessa da Papa Alessandro IV al G.M. Pappo di Osterna consentiva all ‘ Ordine di ricevere nuovi membri, esonerandoli dal noviziato di sei mesi imposto dalla regola, del resto non molto esigente; concesse ai sacerdoti dell’ Ordine la facoltà di assolvere gli autori di incendi e saccheggi, che dopo l’ingresso nell’Ordine per liberarsi dalle loro responsabilità, fossero tornati alle loro case ed avessero ripreso il loro antico modo di vivere lasciando all ‘ Ordine il frutto delle loro rapine.
Lo Stato Teutonico finì nel 1561, ma l’Ordine ha perpetuato la sua esistenza sino ad oggi. Il G. M. risiede ancor oggi a Vienna ed oltre alle attività religiose l’ Ordine coordina una missione culturale e si dedica allo studio del proprio passato. Comunque, l’Ordine cessò di avere un ruolo nella storia europea nel XVI secolo quando non ci fu più spazio per una istituzione fondata sull ‘ideologia cavalleresca.
Gli Insediamenti in Puglia
La presenza dei Cavalieri Teutonici in Puglia è attestata ancor prima della Costituzione dell’ Ordine. Infatti, nel 1197 vi è traccia di tali presenze nell’Ospedale di San Tommaso presso Barletta. Lì si costituì la casa principale, tanto che vi furono trasferite ed inviate le spoglie del Gran Maestro Ermanno di Salza.
Quando l’Ordine incorporò l’abbazia agostiniana Sita su una collina presso Siponto, l’odierna Manfredonia, il centro degli interessi si spostò a nord di Barletta. Il periodo di fondazione risalirebbe a cavallo dei secoli XI-XII ad opera dei monaci agostiniani. Verso la fine del 1200 1’abbazia fu ceduta ai Cavalieri Teutonici, che l’ottennero senza difficoltà in quanto a quell’epoca questi avevano adottato la regola agostiniana. Col tempo l’ abbazia si arricchì di beni immobili al punto tale da essere considerata la più ricca d’Italia. La sua decadenza iniziò nella seconda metà del XIV secolo per poi concludersi nel 1809, soppressa da Gioacchino Murat che donò i beni immobili all’Ospedale di Foggia. Con concessione del 1231 di Federico II l’ Ordine ricevette una vasta area in territorio di Corneto, ove nel XV secolo fu edificato un castello, di cui è residuata una Torre, chiamata Alemanna o Torre La Manna. Di questo genere di case torri, edificate a scopo difensivo, esistono altri esempi in Capitanata.
Altra importante presenza teutonica prima della fondazione dell’Ordine è attestata a Brindisi nel 1191-92, essendo questo uno dei porti più affollati per le Crociate, e quindi meta anche di Tedeschi. Da questa intensa presenza derivò l’ esigenza di un Ospedale. Tale edificio non fu fondato dagli Svevi bensì dal loro avversario Tancredi, venendo ben presto incorporato nell’ Ordine. Così nel 1191 il Maestro Guinaldo chiese all’arcivescovo Pietro di sistemarsi accanto alla Chiesa di S. Maria sul porto. Quindi fu costruito l’Ospedale, con l’autorizzazione di Enrico VI, amico dell’Ordine, e fu titolata ‘la Chiesa a S. Maria dei Teutonici ‘ .
Federico II fece dono di rendite e beni immobili in riconoscenza delle spese ingenti sopportate da
Cavalieri per la cura degli infermi e feriti della Crociata. L’ Imperatore donò anche la città di Mesagne, che non accettò tale imposizione ed aprì un’ aspra polemica con i Cavalieri Teutonici. Successivamente Federico rioccupò Mesagne sottraendola ai teutonici, provocando per motivi non chiari un raffreddamento dei rapporti con l’Ordine.
Secondo alcuni autori la nobiltà brindisina, molto vicina ai Cavalieri Templari che a Brindisi avevano la Percettoria, temevano che i teutonici diventassero talmente potenti da oscurare l’ influenza Templare. Altri insediamenti teutonici furono localizzati ad Oria, Ostuni, S. Maria al Bagno nei pressi di Porto Cesareo, Nardò.
In quest’ ultima località l’ Ordine venne in contrasto con l’ arcivescovo di Otranto Stefano Pendarelli (martire dei Turchi ad Otranto nel 1480) che mal sopportava i privilegi dell’Ordine.
Altri possedimenti furono individuati ad Alessano, Galatone ed in agro di Ginosa, ove esisteva l’ abbazia di S. Maria, ricevuta dagli agostiniani.
E’ controversa la presenza di una casa teutonica a Bari. A giudicare dai documenti conservati nell’ Archivio Centrale dell’Ordine a Vienna, parrebbe di sì. Secondo un autore esisteva già dal 1209 una casa con Ospedale dell’ Ordine ed una chiesa dedicata a S. Maria degli Alemanni. Comunque, la presenza teutonica a Bari non è mai stata rilevante, come null’ altro si sa della casa di Monopoli Sita nel quartiere S. Damiano presso la porta detta di Simino.
Quale importanza rivestiva La Balia (provincia) di Puglia per l’ Ordine? A parte i fini istituzionali quali la cura dei confratelli, delle sue chiese ed ospedali, ebbe funzione di approvvigionamento per la Terra Santa. Non si può affermare con certezza se ed in quale misura il baliatico pugliese contribuisse alla gestione centrale dell’ Ordine. Riguardo la consistenza numerica del periodo della prima decadenza dell’Ordine, si ricava che vi erano 5 fratelli a Barletta, 3 a Corneto, 4 a S. Leonardo di Siponto, uno a Bari, uno a Foggia, uno a Nardò, due a Brindisi. Il baliatico di Puglia durò circa trecentocinquantanni ed ebbe fine repentina. Dopo la morte di Stefan Grube, luogotenente del Procuratore Generale Dietrich von Cuba, il 20 dicembre 1483, il baliatico non fu più restituito all ‘Ordine, Sisto IV lo affidò nel 1484 al Cardinale di Parma, Giovan Giacomo Sclafenato.
E’ stata accertata, invece, l’importanza sia economico-commerciale sia militare dell’ Ordine in Puglia, tant’è che nel Duecento questa regione assunse un ruolo di primo piano nell’ Impero, e la Balia pugliese assunse lo strategico ruolo di ponte per tutto l’ Oriente. •
Bibliografia consultata:
- FRANCO CUOMO, Gli Ordini Cavallereschi, Newton Compton 1992;
- ERNST KANTOROWICZ, Federico 11 imperatore, Garzanti 1988;
- T. MASSON, Federico 11, Rusconi 1993;
- KAROL GORSKI, L’ordine Teutonico, Einaudi 1971;
- HENRYK SAMSONOWICZ, 1 Cavalieri Teutonici, Giunti, Storia-Dossier n. 3-1987;
- EUGENIO TRAVAGLINI: Federico 11 e 1a casa dell’Ospedale di Santa Maria dei Teutonici in Gerusalemme, Atti delle giornate Federiciane, Società di Storia patria per la Puglia, Manduria 1971 p. 181-201;
- KURT FORSTREUTER, Per 1a storia del baliatico dell’ordine Teutonico in Puglia, in studi di Storia Pugliese in onore di Giuseppe Chiarelli p. 591-598 vol. II 1973, Congedo, Galatina; PRIMALDO COCO, 1 Cavalieri Teutonici nel Salento, Taranto 1925;
- P. KLEMENS WIESER, Gli inizi dell’ordine Teutonico in Puglia, in Archivio Storico Pugliese, anno XXVI, Fasc. 111-1V anno 1973 p. 475-487.
14 neaAgorà Il.@b-settgnbre