UNA LETTER4 AD AGORÀ’ SULL’INTERVISTA AL FR. FRANCO R

UNA LETTER4 AD AGORÀ’ SULL’INTERVISTA AL FR. FRANCO RASI

La lettera al Fr. Franco Rasi, che i lettori vedono qui pubblicata, mi è stata inviata accompagnata da una nota a firma del Fr. Quazza.

In essa, Egli afferma di ritenere opportuno “far pervenire una chiara e incontrovertibile risposta al Fr. Rasi”, dichiarando anche di confidare nella “mia imparzialità dettata dal massonico desiderio di ricerca della verità per una pubblicazione, con lo stesso rilievo tipografico utilizzato per l’intervista”. Qualche precisazione si impone.

AGORA’ non è disponibile ad inviare risposte ad alcuno. Tanto meno se esse vengono definite “chiare ed incontrovertibili” con toni vagamente ultimativi e minacciosi e soprattutto AGORA’ non è disponibile a ricevere lezioni sul rilievo tipografico da dare a questo o a quell’articolo o lettera o intervento.

La verità non ha niente a che fare con il rilievo tipografico.

Trovo questo modo di procedere assolutamente profano.

AGOR4′, come tutti Fratelli sanno molto bene, è una libera tribuna. Aperta a quanti hanno la volontà difar crescere la nostra amatissima Famiglia, nell’amore e nella concordia.

Silvio Nascimben

TAURINO QUAZZA

Torino, 22 luglio 1998

Caro Franco,

leggendo le lettere inviate dai Fratelli pavesi che si dichiarano tuoi sostenitori e la tua intervista ad AGORA’ mi è sorto il sospetto che il senso dell’umorismo, il buon gusto ed il senso della misura non siano tra le vostre principali caratteristiche.

Non mi pare che coloro che usano il motto “Uniti per continuare” possiedano molto senso dell’umorismo quando tu, loro punto di riferimento, elargisci a piene mani accuse a carico a carico di un Fratello che, guarda caso, è il Gran Maestro.

Non mi pare che tu in particolare possieda in elevato grado buon gusto e senso della misura. Le critiche costruttive sono, in Massoneria, un utile elemento di progresso e di crescita. Difficile è però accettare che certi appunti siano mossi da chi per anni è stato tra gli attori delle azioni criticate. Sorge il dubbio che il tuo atteggiamento sia dettato non tanto da un improvviso rinsavimento, che ti ha indotto ad indossare il saio del penitente ed a cospargerti il capo di cenere, quanto piuttosto, confidando nella smemoratezza dei Fratelli, dalla speranza di poterti dichiarare estraneo a vicende che ti hanno visto impegnato in prima persona.

Caro Franco affermi che in principio “la via che la Giunta ha scelto è stata quella di stringersi compatta ed unita, tutta impegnata su un programma di lavoro che c’eravamo dati nei diversi campi d’azione… All’inizio abbiamo lavorato bene. Gli incarichi assegnati ai vari componenti sono stati assolti con il massimo impegno”.

Allora caro Franco, almeno all’ inizio non neghi di aver partecipato a tutte le scelte effettuate dalla Giunta del G.O.I.

Hai forse dimenticato che fu proprio quello il periodo nel quale, su tua ispirazione, furono assunte dalla Giunta alcune delle decisioni più criticate?

Hai dimenticato i 500 milioni stanziati per il Centro Pavese? Hai dimenticato che nel corso di una riunione del Collegio Circoscrizionale del Piemonte e della Valle d’ Aosta ti vantasti della paternità di queste iniziative, respingendo le critiche che ti venivano unanimemente rivolte dai ÌvN.VV., giungendo ad affermare che solo la loro carenza di managerialità impediva di comprendere i vantaggi che dall ‘iniziativa sarebbero derivati all ‘Istituzione?

Hai forse dimenticato il danno procurato all ‘ immagine ed alle finanze del G.O.I. con I ‘ abortita iniziativa di pubblicare, come quotidiano, “Palazzo Giustiniani”?

Sostieni che “Le manifestazioni pubbliche, quali i convegni, non seguono alcuna programmazione che sia

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figlia di approfondimenti tematici legati alla storia od all’ attualità. E’ solo per fortuna che ci sono ancora dei Fratelli che dentro le Logge e nei Collegi Circoscrizionali organizzano ogni tanto alcune pregevoli iniziative”.

Se non ricordo male nello scorso mese di gennaio fosti, unitamente al Fratello Ruspini, responsabile di coordinare il seminario organizzato, su mandato del G.O.I. a Torino.

E’ possibile sapere quale fu, in questo caso concreto, prescindendo dalla presidenza del seminario, il tuo contributo?

Per quanto concerne le relazioni con le Comunioni estere affermi che senti “anche parlare, con una certa ironia, di turismo massonico”. Questa frase, anche se si tratta solo di un sentito dire, nel contesto in cui è collocata non appare come una ironica battuta ma come una grande malignità, quasi una diffamazione, indegna di un Massone in particolare quando riveste la dignità di secondo Gran Sorvegliante.

Per inciso ci è noto che anche tu hai tenuto rapporti con alcune Comunioni estere.

L’ ironia sul tufismc massonico, della quale senti parlare, non comprende anche i tuoi viaggi all’ estero? Se di turismo massonico si deve parlare, non comprende anche i tuoi viaggi all’estero? Se di ftlrismo massonico si deve parlare perché escludere quello effettuato in giro per I ‘Italia?

Dici che “il conferimento della Galileo Galilei al Papa… è stata un vero e proprio fulmine a ciel sereno che ci ha lasciato tutti certamente sbigottiti”. Non sei tu che a RAI tre nel corso della trasmissione “Parlato facile” affermasti che il vescovo di Piacenza era il tuo “account”? Non sei tu che raccontasti ad alcuni Fratelli di essere il responsabile del G.O.I. per i rapporti con la santa Sede?

Caro Franco dichiari che “la Chiesa si sta appropriando, senza che non sia fatto niente per impedirlo, di quelli che a ben vedere sono i nostri valori. Parlo di libertà, di tolleranza, di solidarietà”. Hai riflettuto sull ‘ enormità di quanto affermi? Non affermiamo di lavorare per il bene ed il progresso dell ‘umanità? E non è bene se un numero sempre crescente di esseri umani fa propri i valori nei quali crediamo da sempre? Non è forse questo il fine della nostra utopia, la ragione d’essere della nostra Istituzione?

Non è stato il desiderio di renderci utili all ‘umanità che ci ha indotto ad approvare all’ unanimità, nell ‘ultima Gran Loggia, una mozione enunciante un nuovo valore etico da inserire nella Dichiarazione dei Diritti dell ‘Uomo? E tale Dichiarazione, la più alta espressione di civiltà raggiunta dall’uomo non è stata forse suggerita e realizzata da Massoni?

Affermi che è necessario “riformare profondamente la struttura interna degli uffici (del G.O.I.), in senso più professionalizzato, per eliminare sprechi ed inefficienze”. Ma i bilanci che in questi anni sono stati presentati in Gran Loggia non hanno avuto la tua approvazione? Non hai tu difeso alcune centinaia di milioni di investimenti in mezzi informatici? Non hai tu difeso la ristrutturazione, effettuata all ‘inizio del mandato di questa Giunta, il cui bilancio in termini di costi e ricavi non è stato mai formalizzato?

Se rifletti sulla discrasia esistente tra i tuoi comportamenti e le tue dichiarazioni non dovresti stupirti se le “deleghe assegnate sono state ritirate”

Caro Franco, visto che i Fratelli conservano memoria del passato, è opportuno, che in futuro, tu rifletta maggiormente prima di rilasciare interviste se veramente ritieni di essere all’altezza del compito che vuoi convincere i Fratelli ad affidarti.

Con il triplice fraterno abbraccio.

Taurino Quazza

LA RISPOSTA Dl FRANCO RASI AL FR. QUAZZA

Caro Fratello Quazza,

Il Fr. Silvio Nascimben mi trasmette la lettera che hai inviato ad AGORA’ a commento dell ‘intervista che ho rilasciato, il marzo scorso, a quella rivista e mi chiede di rispondere alle tue osservazioni.

Lo faccio ben volentieri. Per prima cosa mi domando perché Tu ritenga così importante il “senso dell’umorismo”, espressione che tu riporti ben due volte in sole quattro righe: spero Tu non voglia ridicolizzare gli sforzi compiuti per superare la grave crisi, che da tinti mesi attanaglia la nostra Istituzione, da quei Fratelli che si riconoscono nel progetto “Uniti per Continuare”.

Il dubbio sorge spontaneo anche per il livore dello scritto in cui ricorrono accuse di mancanza di

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“buon gusto”, “senso della misura” e, per l’ appunto, “senso dell’umorismo”.

Cosa ci sia da ridere, francamente, non riesco a comprendere.

E’ ben strano che Tu abbia atteso di leggere altri interventi di Fratelli per deciderti ad intervenire: se non condividevi le mie dichiarazioni o se avessi voluto dare un serio contributo alla crescita della nostra Famiglia avresti dovuto far sentire subito la tua voce. Ora, la tua, sembra piuttosto una risposta… a tempo. Proverò, comunque, a fornire alcune precisazioni. Credo che Tu sia l’unico ad avermi visto “improvvisamente rinsavire” o “cospargermi il capo di cenere”.

Tranquillizzati. Niente di tutto ciò. Assumo in prima persona la responsabilità di tutte le mie scelte. Quelle consapevoli, però: non quelle subite o imposte. La differenza non è da poco. E la memoria non deve tradire nessuno.

Sbaglio, o ricordo male, quando rivedo tutti i Fratelli, Maestri Venerabili e non, riuniti nella Gran Loggia, la sera di Sabato 26 novembre 1994 nel salone principale dell’Hotel Hilton di Roma, acclamare commossi con un lunghissimo applauso la consegna da parte del Gran Maestro al sindaco di S. Stefano Belbo della nostra prima, e per ora unica, parte del contributo stabilito? E tra quei Fratelli non c’eri forse anche Tu?

E queste frasi, carissimo Fratello, dove le hai già lette?

è da molto tempo che il Grande Oriente d’ Italia di Palazzo Giustiniani, la maggiore, legittima, regolare Istituzione massonica operante in Italia sin dal 1805, avverte la necessità di comunicare, al suo interno e con quanti ancora non conoscono o, peggio, conoscono poco e male la nostra Istituzione, in modo nuovo e più adatto ai tempi che stiamo vivendo. Il bisogno che tutti sentiamo è quello di favorire ed aumentare la circolazione delle idee, del nostro pensiero, delle azioni e degli atti concreti che rendono viva, operante, pulsante di attenzione e vitalità la Massoneria del Grande Oriente d’Italia. E’ una sfida che lanciamo a noi stessi. Consci come siamo della pochezza delle nostre forze ma della fermezza dei nostri sentimenti. Consci come siamo dell’assoluta necessità di lanciare forte ed alto il nostro grido disperato contro le calunnie, le infamie, le menzogne, le illiberali decisioni che vorrebbero, in Italia, spazzare via quel grande patrimonio secolare rappresentato dalla Massoneria. Consci come siamo che proprio questa Massoneria, quella del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, debba assumere sulle proprie spalle questo pesante fardello.”

Ebbene, queste frasi sono state scritte proprio dal nostro Gran Maestro nell’editoriale del numero zero di “Palazzo Giustiniani”.

Che, per quanti non lo ricordassero più, è anche intervenuto con la Sua Balaustra del 6 aprile 1995 ad illustrare a tutti i dettagli dell’iniziativa. Una rilettura di quella Balaustra, ma non solo di quella, sarebbe, per molti, molto istruttiva. Così da assegnare, per esempio, alle tue temerarie affermazioni circa il “danno procurato all’immagine e alle finanze del G.O.I.” il loro effettivo significato: a metà tra l’ignoranza e il pettegolezzo.

Ma oltre alla memoria, a te credo faccia difetto anche la capacità di distinguere tra iniziative culturali (che, confermo, non hanno seguito alcuna logica programmatica) e iniziative interne.

Caro Quazza, il seminario tenuto a Torino, eccellentemente organizzato per gli aspetti logistici dai Fratelli del Piemonte, come quello a Firenze e quello a Napoli, è stata una iniziativa di riflessione esclusivamente interna (forse sei stato informato male) che ho fortemente voluto, come sanno anche nella tua regione, e su cui mi sono personalmente molto impegnato.

Essa è nata proprio per permettere che con incontri periodici i Fratelli siano messi in condizione, dialogando tra loro, di elaborare quelle idee nuove di cui l’Umanità ha tanto bisogno e che saranno le uniche che permetteranno alla Massoneria di riprendere il fondamentale molo di guida della società civile che la Storia le assegna. Mi batterò con tutte le mie forze affinché questi approfondimenti diventino continui e costanti. Solo nel fondamentale dialogo con le Logge, con i Maestri Venerabili e con tutti i nostri Fratelli la Comunione si alimenterà dell ‘ Amore che da essi può derivare.

Nella tua lettera ironizzi su quanto si sente dire in tema di turismo massonico. E attribuisci anche a me lo stesso “vizio”.

Devi ricrederti: tutti, ma proprio tutti, i viaggi che ho compiuto all’estero visitando comunioni massoniche (in Colombia, Perù, Stati Uniti, India, Francia, Germania, .Gran Bretagna, Portogallo, Cecoslovacchia), con eccezione delle missioni in Romania e di un viaggio in Olanda effettuato col Gran Maestro, sono stati pagati di tasca mia. Missioni che, come tu ben sai, hanno ottenuto grandi risultati. Avresti dovuto controllare presso l’ amministrazione del G.O.I. prima di formulare affermazioni così gravemente azzardate. Saresti così venuto a conoscenza del fatto che anche i viaggi da me effettuati in Italia, ad eccezione di quelli legati alla funzione, sono stati, e continueranno ad essere, completamente a mio carico. Mi domandi, ancora, dov’ ero quando fu conferita la Galilei al Papa.

A casa, come tutti gli altri membri di Giunta. La decisione fu adottata in totale e perfetta solitudine dal Gran Maestro.

Ne fui informato – credo e spero – come tutti i membri di Giunta, il giorno dopo, dai giornali. Ti meravigli ancora?

Posso solo definire come pura invenzione l’ attribuirmi dichiarazioni sul Vescovo di Piacenza. Che mai ho definito mio account. La registrazione di “Parlato semplice” (non “Parlato facile” carissimo Fr. Quazza come scrivi tu: forse, lo hai dimenticato e qualcuno ti ha suggerito male) è a disposizione di quanti volessero riascoltarla. Che potrebbero riascoltare anche il tuo estemporaneo intervento ! E’ solo per dimenticanza, per mera superficialità, per un tuo difetto di valutazione o per cosa altro che ti spingi a lanciare un’ accusa, che, come Tu stesso sai, è infondata?

Da ultimo, i bilanci e gli investimenti. Carissimo Fratello io non ho “difeso” proprio niente. Ho cercato, come altri, nei limiti delle mie forze e delle mie capacità, di migliorare I ‘ esistente. Ma combattere contro i mulini a vento non è facile. Come per te, d’ altronde: quando giustamente lamenti che “il bilancio di ristrutturazione in termini di costi e ricavi non è stato mai formalizzato”. Ma sei certo che per questo Tu debba rivolgerti a me?

Per finire vorrei solo soffermarmi su una delle affermazioni che ritengo più gravi e inutilmente offensive nei miei confronti: la presunta discrasia tra i miei comportamenti e le mie dichiarazioni.

Rassicurati carissimo Fr. Quazza. Puoi stare certo che non troverai mai nei miei atti o nei miei comportamenti elementi che confermino questa tua gravissima offesa: perché libertà, coerenza e onestà sono tra quei valori fondamentali ai quali sono stato formato da un padre Massone, che per tutta la mia vita ho praticato e ai quali, evidentemente, proprio non so rinunciare.

per testimoniarlo pubblicamente anticipo in questa sede quelli che sono i punti imprescindibili del programma che alla ripresa autunnale esporrò in occasione della prossima tornata per l’elezione dei Grandi Dignitari: alcuni di questi punti sono stati da me costantemente praticati nella quotidianità della mia attività nella Giunta, altri sono la naturale espressione del mio modo di essere Massone, di intendere la Massoneria e di immaginare il ruolo del G.O.I.:

la Loggia, con il suo Maestro Venerabile, quale nucleo fondamentale del Corpus Massonico da cui partono tutte le iniziative;

i Collegi, dotati di una maggiore e più decisa autonomia patrimoniale, quali elementi propulsori dell ‘ attività della Comunione;

la solidarietà come risposta concreta alle richieste che provengono dai Fratelli e che pertanto deve veder triplicato l’impegno sin qui posto;

una politica estera che intensifichi le relazioni con le Grandi Logge Statunitensi e, in una visione europea rilanci quelle con le Massonerie continentali accelerando il dialogo con la Gran Loggia Unita d’Inghilterra;

i rapporti con le altre Comunioni italiane gestiti attraverso una Consulta che lavori con l’ obiettivo di giungere ad una dimensione confederativa, tenendo sempre presente che il G.O.I. è l’unica Fonte primigenia;

un forte impegno della Comunione sui grandi temi che agitano l’ Umanità: pace, solidarietà verso i deboli, famiglia, lavoro, ambiente, bioetica, eutanasia, aborto;

gli “immutabili principi” della Tradizione Muratoria come base per la diffusione di una direttiva universale per I ‘ Uomo del Terzo Millennio;

il recupero dell’ orgoglio di essere Massoni attraverso la riaffermazione dell’ indispensabile funzione della Massoneria;

la cultura e tutte le attività ad essa collegate, una Casa Editrice del G.O.I. per le opere dei Fratelli, il potenziamento della Biblioteca e dell’ Archivio , la realizzazione del Museo Massonico, il rafforzamento delle testate edite nelle Circoscrizioni, come momento di diffusione dei valori della Massoneria;

l’esaltazione della funzione iniziatica del Gran Maestro, la collegialità dei lavori di Giunta, la costituzione di un “Consiglio dei Saggi” e la destinazione dell’ appannaggio a beneficenza, come momento di maggiore unione nella Famiglia.

Ecco, carissimo Fratello, perché considero imprudente il tuo invito ad una maggiore riflessione prima di rilasciare interviste.

Con molti altri Fratelli, tutti intellettualmente liberi, ho riflettuto a lungo, credimi. E perciò non a comando, come tanti, troppi, fanno, forse per abitudine o per pigrizia o solo per piaggeria.

Con il triplice fraterno abbraccio

Franco Rasi

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