IL CANTO DELL’APPRENDISTA

 

 

Subito dopo la fondazione della Gran Loggia di  L ondra nel 1717, vi fu la necessità di dotarla di un corpo di diritto. Il compito fu affidato a due pastori protestanti: James Anderson e Theofilo Desaguliers. L’incarico avevo lo scopo di ordinare, sulla base di antichi documenti, un progetto di costituzione che riassumesse il contenuto delle antiche disposizioni, tenendo però conto delle circostanze attuali. La bozza iniziale venne completata in soli tre mesi, verso la fine del 1721, e fu presentata al Comitato di Gran Loggia con il titolo di “Storia, doveri, organizzazione e poesie” . Il 17 gennaio 1723 venne data comunicazione alle allora venti logge affiliate alla Gran Loggia di Londra dell’approvazione delle “Costitutions of the Free Masons” .

Le Costituzioni sono considerate il principale documento e la base legale della Società massonica, avendo avuto, fin dall’inizio, le prerogative istituzionali che sempre conserveranno.

Il lavoro di Anderson è diviso in quattro parti:  Storia della Massoneria o più esattamente

dell’arte della costruzione;

 Doveri del Massone;

 Regolamenti generali;

 Quattro canti massonici.

In quest’ultima parte vengono riportati per intero i testi in lingua inglese preceduti da un titolo e da un’indicazione sul momento più conveniente per l’esecuzione; seguono le partiture musicali di soli tre canti.

Questo l’elenco dei canti:  L’inno del Maestro o la Storia della Massoneria;

 Canto del Sorvegliante o un’altra Storia della  L’inno del Compagno;

 L’inno dell’Apprendista Ammesso.

Anche se alcuni autori vorrebbero far comparire la cosiddetta musica massonica nelle logge dei tempi antichi, è proprio con le Costituzioni di Anderson che essa acquista vigore e specificità definendo un rapporto che, per la stessa natura dei due termini, musica e massoneria, sarà sempre inscindibile. A partire dal mondo antico, la musica ha sempre avuto un ruolo importante nelle società iniziatiche,  basti pensare ai numerosi studi di Pitagora in campo acustico. La musica è di fatto ”rappresentazione di tutto ciò che è trascendente,superiore”1 ed è quindi essenziale in loggia. È normale che la Libera Muratoria, ordine di carattere iniziatico, si sia da tempo interessata alla musica: attraverso di essa si può percepire l’inesprimibile, rendere comprensibile il simbolismo, arricchire la percezione del sacro. Già nel 1737 usciva a Parigi, dove si trovavano appena quattro logge, il primo canzoniere massonico ad opera del flautista Jacques-Christophes Naudot.

Esso contava solo 9 canti ai quali però se ne aggiunsero ben presto altri 24. Dalla metà del XVIII secolo e in numerosi Paesi furono composte migliaia di canti d’ispirazione massonica, non solamente per rallegrare la convivialità delle tavolate, ma anche per accompagnare le cerimonie in loggia. Di questi molti sono rimasti manoscritti, al massimo pubblicati privatamente dalle logge che li utilizzavano. Taluni, i

più apprezzati, furono riuniti in raccolte, delle quali la più nota fu la Lire maçonne, stampata in Olanda, vero best-seller di oltre 500 pagine, che conobbe numerose edizioni fra il 1763 e il 1787.

“Dal punto di vista letterario – afferma Jean- Pierre Bouyer -, la qualità di questi canti è molto differente”2 rispetto alle opere dei grandi compositori che scrissero musica per essere cantata e suonata in loggia (Mozart e Sibelius per fare i due nomi più conosciuti). “Ma – continua Bouyer – come scrive nel 1782 André Honoré sul fronte- spizio della sua raccolta, Ce sont les vers de nos amis / Auprès de nous, qu’ils ont de prix!

L’indulgenza è la virtù preferita dai Massoni, bisogna dunque accettare che la poesia non sia molto ispirata, che i versi siano talvolta claudicanti e le musiche alquanto sempliciotte.”3

1 Pierre-François Pinaud, Colonne d’Harmonie, Musique de Tenue in “La Chaîne d’union” n° 47, Parigi 2009.

2 Jean-Pierre Bouyer, Trois siècles de chanson maçonique in “La Chaîne d’union” n° 47, Parigi 2009.

3 ibidem Il canto dell’Apprendista di Giorgio B.

Tavola presentata durante la riunione della Loggia di Ricerca Musicale, Santa Cecilia n.180 sul registro della GLRI, tenutasi a Roma il giorno 26 settembre 2021 A metà del Settecento compare sui documenti scritti anche la cosiddetta “Colonna d’Armonia”. È difficile definire tanto la sua natura quanto la sua evoluzione. Di sicuro questa piccola formazione di strumentisti comparve in Francia verso la fine del regno di Luigi XV. La sua missione era quella di accompagnare la ritualità della loggia.

Non si trattava di una vera e propria orchestra, ma di un piccolo gruppo che doveva adattarsi alle conoscenze e pratiche musicali dei fratelli, nonché agli spazi limitati dei luoghi di riunione delle logge. Al suo nascere essa era generalmente costituita da sei o sette strumentisti: due clarinetti, due corni, due fagotti e le percussioni. Nel tempo questa formazione subì numerose trasformazioni.

In una prima fase si è aggiunse il coro o alcune voci, successivamente entrarono alcuni strumenti ad arco, in primis il violoncello per la sua particolare timbrica che lo rende vicino alla voce umana.

In tempi più recenti l’intera formazione è stata soppiantata da un organo, da un pianoforte e, per Riporto di seguito il testo integrale con relativa traduzione:

1The Entered Apprentice’s Song

Iome, let us prepare, We Brothers that are

Here met on this happy occasion:

2 We’ll quaff and we’ll sing: Our wine has a

spring.

Here’s a health to an Accepted Mason.

The world tries in vain Our secrets to gain,

And still let them wonder and guess on;

They ne’er can divine A word or a sign

Of a Free and an Accepted Mason.

3

‘Tis this and ‘tis that, They cannot tell what,

Why the great men of every Nation,

Should aprons put on, And make themselves

One With a Free and an Accepted Mason.

4

Great Kings, Dukes, and Lords Have laid by

their swords

Our Myst’ries to put a good grace on;

And have not been ashamed To hear

themselves named

As a Free and an Accepted Mason.

5

Antiquity’s pride We have on our side,

And we keep up our old reputation:

There’s nought but what’s good To be

understood

By a Free and an Accepted Mason.

(All rise and join hands)

arrivare ai nostri giorni, da un riproduttore di CD.

 

L’inno dell’Apprendista Ammesso (The Entered Apprentice’s Song) fu scritto, come indicato fin dalla prima edizione delle Costituzioni, dal Fr.

Matthew Birkhead, già deceduto al momento della pubblicazione. Anche la musica, di cui viene riprodotta solo la linea melodica, fu composta dal Fr. Birkhead. Successivamente fu pubblicata un’armonizzazione di un tal W. Tattersall, compositore di canti luterani, organista e direttore di coro. Anderson ci dice che tale canto è “da cantarsi quando il serio lavoro è terminato e con il permesso del Venerabile”.

Evidentemente dopo la fine dei Lavori anche gli Apprendisti, cui viene imposto il silenzio, potevano esprimersi con questo inno.

Anzi, molto probabilmente, questo canto aveva la funzione precipua di sciogliere il silenzio stesso degli Apprendisti nella maniera più idonea.

L’Inno dell’Apprendista Ammesso

I

Andiamo a prepararci Noi Fratelli che siamo

Riuniti in una felice occasione;

lasciate bere, ridere, cantare: il nostro vino ha

una molla.

Questo è un saluto a un Massone Accettato.

II

Il mondo si affanna per conoscere i nostri segreti

E lasciamoli ancora fantasticare e cercarli,

essi non potranno mai divinare la Parola e il

Segno di un Massone Libero e Accettato.

III

E’ questo, è quello, non possono dire che cosa,

perché tanti grandi uomini della nazione

indossino i grembiuli per diventare tutt’uno

con un Massone Libero e Accettato.

IV

Grandi Re, Duchi, Signori hanno imposto colle

loro spade

Di mettere i nostri misteri in buona grazia

E non si sono mai vergognati di sentirsi

Chiamare Come Massoni Liberi e Accettati.

V

L’orgoglio dell’antico abbiamo al nostro

fianco,

e noi portiamo avanti la nostra antica

reputazione:

nient’altro che ciò che è bene deve essere

appreso da una Massone Libero e Accettato.

(Tutti si alzano e si prendono per mano)

G.L.R.I Rivista Massonica DE HOMINIS DIGNITATE

VI

Then join hand in hand, To each other firm

stand

Let’s be merry and put a bright face on:

What mortal can boast So noble a toast

As a Free and an Accepted Mason?

In questa tavola non ritengo opportuno pre-

porre un’analisi linguistica del testo evitando

quindi di riportare una serie di varianti che nelle

diverse pubblicazioni delle Costituzioni sono

te proposte. Mi pare più interessante utilizzare

questo testo, nella redazione meno

per avviare una serie di riflessioni che possano

essere di spunto per tutti i Fratelli.

La prima stanza fa chiaramente riferimento

alla consueta Agape rituale che seguiva i Lavori

di Loggia. Molto si potrebbe dire della sua storia e

di come veniva praticata, ma qui mi preme

lineare il tono particolarmente festoso dei versi

cantati dai Fratelli: tutto rimanda a

particolare di festa dove è possibile bere, ridere e

cantare, in cui il vino ha una parte non trascurabile.

L’agape viene presentata come un momento in

cui è possibile sfogare, pur sempre

cati nei regolamenti, tutta l’energia compressa

durante i Lavori. E’ come se ad una fase di ma

sima concentrazione ne seguisse naturalmente

una in cui è possibile liberare quanto precede

temente incamerato. Si tratta senza dubbio di un

buon insegnamento che mira a far comprendere

all’Apprendista l’importanza della capacità di

colare al punto giusto le proprie diverse energie.

Nella seconda stanza si fa riferimento ai

greti della Massoneria , in particolare alla Parola

e al Segno dell’A.A. Si tratta dei primi segreti che

un Apprendista è tenuto a non rivelare mai.

L’essere a conoscenza di qualcosa di ignoto ai più

mette l’A.A. nella condizione di riconoscersi

iniziato, processo fondamentale per avviare uno

studio profondo di sé. La consapevolezza di tr

varsi su una via iniziatica è condizione necessaria

per diventare un Massone Libero e Accettato.

La terza stanza è strettamente legata alla pre-

cedente e prende in considerazione

riosa che ricopre la Massoneria agli occhi dei

profani: anche se forse ancora gli Apprendisti non

lo conoscono, tuttavia già hanno coscienza del

fatto che esiste un mistero particolare che so

tende la Muratoria, mistero che viene ricercato

affannosamente dall’esterno, ma che non è con

scibile da nessuno che non sia Massone.

La stanza successiva (la quarta

l’aiuto e la modestia che i nobili da sempre hanno

Rivista Massonica DE HOMINIS DIGNITATE XVIII

Then join hand in hand, To each other firm

Let’s be merry and put a bright face on:

What mortal can boast So noble a toast

As a Free and an Accepted Mason?

In questa tavola non ritengo opportuno pro-

porre un’analisi linguistica del testo evitando

uindi di riportare una serie di varianti che nelle

diverse pubblicazioni delle Costituzioni sono sta-

te proposte. Mi pare più interessante utilizzare

questo testo, nella redazione meno problematica,

per avviare una serie di riflessioni che possano

Fratelli.

fa chiaramente riferimento

che seguiva i Lavori

di Loggia. Molto si potrebbe dire della sua storia e

di come veniva praticata, ma qui mi preme sotto-

festoso dei versi

cantati dai Fratelli: tutto rimanda a un’occasione

particolare di festa dove è possibile bere, ridere e

parte non trascurabi-

  1. L’agape viene presentata come un momento in

pur sempre nei limiti indi-

cati nei regolamenti, tutta l’energia compressa

come se ad una fase di mas-

sima concentrazione ne seguisse naturalmente

possibile liberare quanto preceden-

temente incamerato. Si tratta senza dubbio di un

insegnamento che mira a far comprendere

all’Apprendista l’importanza della capacità di vei-

colare al punto giusto le proprie diverse energie.

si fa riferimento ai se-

, in particolare alla Parola

  1. Si tratta dei primi segreti che

un Apprendista è tenuto a non rivelare mai.

L’essere a conoscenza di qualcosa di ignoto ai più

mette l’A.A. nella condizione di riconoscersi come

iniziato, processo fondamentale per avviare uno

onsapevolezza di tro-

varsi su una via iniziatica è condizione necessaria

Massone Libero e Accettato.

è strettamente legata alla pre-

cedente e prende in considerazione l’aura miste-

che ricopre la Massoneria agli occhi dei

Apprendisti non

lo conoscono, tuttavia già hanno coscienza del

particolare che sottende la Muratoria,

mistero che viene ricercato

dall’esterno, ma che non è conoscono

che non sia Massone.

la quarta) ricorda

da sempre hanno

VI

Perciò diamoci la mano stando saldi l’un con

l’altro

Siamo felici e sorridiamo:

Quale mortale può vantare un così nobile

Brindisi Come un Massone Libero e Accettato?

dimostrato all’interno della Massoneria. Sappi

mo quanto fossero ordinate e chiuse le classi

ciali nel 1700, eppure la Massoneria andava a

proporre un modello di società in cui si

vano tutte le differenze di casta

era richiesto un abito scuro uguale

cariche non venivano concesse in base all’età o al

ceto, ma solo ed unicamente in

valore della Massoneria era considerato talmente

grande che per un Re non

di vergogna partecipare a Lavori insieme a uom

ni che nella vita profana non erano suoi pari. Po

siamo immaginare lo stupore del candidato non

particolarmente abbiente nel momento in cui, to

ta la benda, si trovava di fronte personaggi i

portanti, fino a quel momento inarrivabili.

Nella quinta stanza si affronta il tema della

tradizione. Le Costituzioni di Anderson si aprono

proprio con una parte intera dedicata alla Storia

della Massoneria per fornire a ciascun

una base solida per compren

società cui è stato affiliato. Per un

essere a conoscenza dell’antichità della Masson

ria è senza dubbio garanzia della

recente scelta.

Nell’ ultima stanza (in un’edizione successiva

ne sarà aggiunta una ulteriore fra la quinta e la

sesta) si accenna al tema della

L’indicazione precisa di costruire una catena

dandosi la mano l’un l’altro precede non a caso

questi ultimi versi. Già dai suoi primi passi

l’Apprendista comprende la grande forza di s

tirsi fratello con gli altri Massoni. Siamo qui

all’inizio di un percorso allo stesso tempo pers

nale e di gruppo che porterà l’iniziato alla

Luce.

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Perciò diamoci la mano stando saldi l’un con

Quale mortale può vantare un così nobile

un Massone Libero e Accettato?

dimostrato all’interno della Massoneria. Sappia-

mo quanto fossero ordinate e chiuse le classi so-

ciali nel 1700, eppure la Massoneria andava a

proporre un modello di società in cui si annulla-

vano tutte le differenze di casta o sangue. Perciò

era richiesto un abito scuro uguale per tutti e le

cariche non venivano concesse in base all’età o al

ceto, ma solo ed unicamente in base al merito. Il

valore della Massoneria era considerato talmente

grande che per un Re non poteva essere motivo

di vergogna partecipare a Lavori insieme a uomini

non erano suoi pari. Possiamo immaginare lo

stupore del candidato non

abbiente nel momento in cui, tolta la benda,

si trovava di fronte personaggi quel momento inarrivabili.

si affronta il tema della

Le Costituzioni di Anderson si aprono

proprio con una parte intera dedicata alla Storia

della Massoneria per fornire a ciascun iniziato

una base solida per comprendere il valore della

società cui è stato affiliato. Per un Apprendista

essere a conoscenza dell’antichità della Massone-

ria è senza dubbio garanzia della bontà della sua

(in un’edizione successiva

eriore fra la quinta e la

sesta) si accenna al tema della fratellanza .

L’indicazione precisa di costruire una catena

dandosi la mano l’un l’altro precede non a caso

questi ultimi versi. Già dai suoi primi passi

l’Apprendista comprende la grande forza di sen-

tirsi fratello con gli altri Massoni. Siamo qui solo

all’inizio di un percorso allo stesso tempo personale

e di gruppo che porterà l’iniziato alla vera

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