SOLSTIZIO D’ESTATE

SOLSTIZIO D’ESTATE
2 giugno 2002 E:. V:
Viviamo un tempo nel quale dominano incertezze, contraddizioni e paradossi.

In questi anni che segnano i primi passi del Terzo Millennio, quotidianamente siamo costretti a fare delle scelte, che ci portano, spesso, ad adattamenti repentini del nostro atteggiamento nei confronti degli «altri», nei confronti della società della quale noi siamo parte integrante ed attiva. Abbiamo ben tracciato il nostro percorso, nella piena consapevolezza di tutti: le ragioni che ci hanno spinto, anni addietro, ad imboccare la nostra strada maestra sono rimaste valide. Le esperienze che abbiamo avuto, quelle nelle quali ci troviamo immersi continuamente, ci hanno dimostrato e ci dimostrano che le nostre «intuizioni» traevano linfa vitale dalle profonde radici della nostra Istituzione. Le «intuizioni» – che tali non possono e non devono considerarsi -hanno avuto riscontro nella realtà, ma dire che tutto ciò che abbiamo fatto è stato o possa essere sufficiente a cambiare gli scenari costruiti da altri, sarebbe velleitario e dannoso.

«Fino quando avrò fiato io griderò “Pace, nel nome di Dio”: queste parole le ha pronunziate il 22 maggio scorso in Azerbaigian Giovanni Paolo II: un richiamo ad una «pace vera, fondata sul rifiuto del fondamentalismo e di ogni forma di imperialismo», quello di Wojtyla, un pontefice stanco e sofferente che non rinuncia alla sua missione in questo mondo. Il giorno prima (il 21 maggio), a 36 ore dal suo arrivo a Mosca, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush, in una intervista ai giornali russi dichiara: «Sono un uomo di pace», sottolineando di essere convinto che il vertice con Vladimir Putin contribuirà a dare la pace al mondo. Ha detto ancora Bush: «Ritengo davvero che abbiamo una possibilità di raggiungere la pace».

Tante cose possono accadere nel corso dei giorni e dei mesi, anche se apparentemente tutto sembra rimanere statico e, sostanzialmente, sembra non mutare. Ciò che è in superficie può facilmente sparire senza che la nostra attenzione venga colpita, così come sparisce ciò che ci rifiutiamo di accettare. Tante cose importanti stanno accadendo, e Noi – a differenza dei più – le vediamo, le registriamo, le analizziamo cercando di comprenderne i meccanismi – palesi e reconditi – che le determinano.

La conoscenza degli avvenimenti e, soprattutto, di ciò che li provoca, ci pone in una condizione particolarmente privilegiata, una sorta di «potere» che dobbiamo sapere ben utilizzare.

Guardiamo con attenzione, pertanto, ai «messaggi» che inviano i rappresentanti-protagonisti di due «culture» che maggiormente e profondamente stanno incidendo nella realtà d’oggi: Papa Wojtyla e George W. Bush.

Le conclusioni che traiamo da questi «messaggi» sono, poi, le linee che sempre hanno guidato l’istituzione massonica.
Se è vero che in Tempio non ci occupiamo né di Religione, né di Politica, sappiamo bene che le Religioni devono essere elemento d’unione e non di disarmonia o, ancora peggio, di conflittualità: siamo convinti, pertanto che ogni religione dovrebbe essere chiamata a promuovere Giustizia e Pace tra i popoli. Siamo convinti che per potere avere un futuro migliore, chi è chiamato a ricoprire ruoli di responsabilità dovrà procedere con Saggezza, nella Legalità e nella salvaguardia delle istituzioni democratiche, senza lesinare sacrifici, custodendo e promuovendo i valori che fondano la vera grandezza di un popolo: onestà morale e intellettuale, difesa della famiglia, rispetto per la vita umana.

Siamo convinti che per raggiungere il traguardo di un vero Rinnovamento occorre conservare e sviluppare il patrimonio di valori spirituali e culturali di cui un Paese va fiero. Bisogna lavorare per un domani che sia migliore per tutti.
Siamo convinti che occorre divenire protagonisti della storia del domani. Oggi denaro, sesso, potere sono i totem affascinanti della società del benessere: per determinare il domani, dobbiamo partire dalla nostra vita interiore, evitando di essere distratti dagli idoli. La storia si può scrivere solo nel nome della concordia.

Dicevamo che «Viviamo un tempo nel quale dominano incertezze, contraddizioni e paradossi».

Ebbene, se noi crediamo fortemente nel valore della pace, altrettanto fortemente siamo convinti che questa pace alla quale aspiriamo, e che oggi non c’è, se non in limitate zone del globo, questa pace deve essere difesa. Quanto è accaduto recentemente vicino a noi, quanto accade non lontano da noi, i conflitti minacciano quotidianamente la pace. Il nostro Paese, l’Italia, la nostra Terra, la Sicilia, possono sprofondare nel buio solo che la follia o gli interessi economici, o la politica militare, o il mantenimento di equilibri fin troppo instabili, mutino il loro indirizzo. La Gran Loggia di Sicilia – il primo pilastro della costruzione della Gran Loggia del Mediterraneo si è prefissa il «Bene Comune» non solo fra i massoni, ma anche e soprattutto nel mondo profano, affinché l’Umanità trovi quella «armonia» complessiva che le viene negata da più parti. Stiamo vedendo che, fortunatamente, c’è chi si muove per raggiungere gli obiettivi di pace. Sono grandi i pericoli per i Paesi che difendono la libertà. E se è vero che la Sicilia è un’isola, è altrettanto vero che questa isola è Italia, e l’Italia solo con la Sicilia, può costruire il domani. Il nuovo domani si gioca principalmente in Sicilia, nell’area del Mediterraneo: per la Sicilia, e per Noi, con ciò che rappresentiamo, una grande occasione, una grande opportunità che non possono andare disperse.

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *