IN RELAZIONE ALL’ELEZIONE DEL NUOVO GRAN MAESTRO DELLA GLRI:
L’occasione era la riunione del Board i cui componenti si incontravano sabato 6 ottobre 2001 al Grand Hotel Timeo di Taormina. Alle 16 il presidente dichiarava aperta la riunione e, dopo aver osservato la necessità di alcune brevi modifiche ai regolamenti vigenti in conseguenza della imminente elezione, introduceva l’argomento della successione. Nella discussione che seguiva, tutti i partecipanti esprimevano la loro opinione osservando che sarebbe stata opportuna l’individuazione di qualcuno che, superando preferenze limi tate a realtà regionali, raccogliesse il consenso di tutti i fratelli per evitare cosi possibili scontri in occasione delle votazioni. Occorreva qualcosa di più. Il presidente del Consiglio riassumeva le qualità che avrebbe dovuto rivestire il candidato. Il fratello che si ricercava doveva essere conosciuto, benvoluto e stimato; un fratello che potesse dedicare le attenzioni necessarie alla non facile gesedesse anche quelle capacità e conoscenze per intrattenere i necessari rapporti con i gruppi massonici esteri. L’attenzione generale si incentrava sul Gran Segretario Fabio Venzi che, in quel momento, G.L.R.I Rivista Massonica DE HOMINIS DIGNITATE XIX Pagina | 20 era intento a redigere il regolare verbale: cioè, proprio colui che negli ultimi anni aveva dedicato le proprie capacità e il proprio tempo alla ripresa delle attività massoniche e alla sistemazione dell’intero assetto organizzativo della stessa famiglia. Anche Giuliano Di Bernardo, rimasto in silenzio durante tutta la riunione, ammiccava alla possibile scelta e proprio al termine dell’incontro comunicava che era suo preciso intento contribuire alla indicazione dei nominativi da indicare alla assemblea di Gran Loggia di dicembre per contribuire alla sua stessa successione.
Dopo l’incontro del Board di Taormina, la Gran Loggia Regolare d’Italia si riuniva sabato 20 ottobre 2001 per Gran Loggia.
II luogo d’incontro era il suggestivo Castel dell’Ovo a Napoli. Si parlava apertamente di successione del Gran Maestro e il nominativo del Gran Segretario cominciava a girare tra i presenti, i quali dichiaravano che avrebbero gradito una segnalazione ufficiale del Board in tal senso. Fabio Venzi, nonostante il limitato tempo in cui aveva rivestito la carica di Gran Segretario, era riuscito, per le sue non comuni doti umane, a intrecciare con gran parte dei fratelli sparsi nelle diverse regioni rapporti di stima e cordialità. In occasione della Gran Loggia del 20 ottobre di Napoli Fabio Venzi presentava il suo libro Mito, Massoneria, Fascismo. Saggi sulla Massoneria.
La prefazione era di Giuliano Di Bernardo: “La prima caratteristica di questo lavoro di Fabio Venzi, che appare immediatamente dalle prime pagine, e l’impressione di una mescolanza di orientamenti filosofici e di autori. Non si comprende, infatti, con riferimento allo studio della massoneria, quale rapporto possa esistere fra concetti della psicologia junghiana, l’analisi del mite dello storico delle religioni Karoly Kerenyi, la dottrina esoterica di Rene Guenon e la teoria sociologica di Ralf Dahrendorf. Il lettore abituato ad una superficiale ma radicata tradizione a “vedere” la massoneria come una concatenazione di eventi storici, pin o meno interpretati correttamente, resta sorpreso e imbarazzato di fronte alla proposta di Venzi che, invece, lo impegna sul piano filosofico. E filosofia significa riflessione attraverso gli strumenti tipici della psicologia analitica, della storia, dell’esoterismo, della sociologia.
Tuttavia, a mano a mano che la lettura scorre, le connessioni cominciano ad apparire e il discorso si fa interessante.
Allora si rivela un’interpretazione della massoneria inusuale e perciò nuova, che apre significati
Questo breve saggio di Fabio Venzi va letto e studiato non solo per i suoi contenuti, ma anche e soprattutto per la metodologia di analisi che esso propone”.
Il pranzo rituale, che era seguito alla Gran Loggia si era così trasformato in una vera e propria occasione di verifica del consenso nei confronti del Gran Segretario. Il gradimento era totale. L’atto definitivo in merito all’indicazione della candida tura lo svolgeva il Board di sabato primo dicembre 2001: all’ordine del giorno vi era la «presa in con siderazione delle candidature alla Gran Maestranza e scelta del candidato da raccomandare alla Gran Loggia». I fratelli riuniti nel salone di Lungotevere dei Mellini dovevano scegliere colui che doveva essere sottoposto al gradimento dell’assemblea di Gran Loggia e che avrebbe dovuto guidare la Gran Loggia Regolare d’Italia per il futuro… L’apprezzamento era unanime. A conclusione della riunione, perciò, il Presidente del Board dichiarava che, a nome dell’intero Consiglio delle Proposte Generali, avrebbe raccomandato il nome di Fabio Venzi alla quarta e ultima Gran Loggia dell’anno che sarebbe stata convocata a Roma il secondo sabato del mese successivo, così come previsto dai Regolamenti…
Due settimane dopo i fratelli si incontravano a Roma. C’era molto fermento ed entusiasmo la mattina di sabato 15 dicembre 2001 presso l’Hotel Westin Excelsior, in via Vittorio Veneto 125… Poi era la volta del presidente del Board che comunicava alla Gran Loggia il nominativo che avrebbe dovuto essere votato. Questi precisava che il Consiglio delle Proposte Generali, dopo un’attenta analisi della intera situazione italiana, vagliate le precedenti proposte di candidature poi ritirate e ascoltati tutti gli aventi diritto, aveva individuato un solo nome: Fabio Venzi. Si chiedeva a tutti i Maestri Venerabili d’Italia, ai Grandi Ufficiali di Gran Loggia e a tutti gli aventi diritto di votare colui che avrebbe dovuto governare la Gran Loggia Regolare d’Italia per il futuro. La Gran Loggia non aveva esitazioni e votava unanime e soddisfatta il nuovo Gran Maestro…
Poco dopo si alzava, visibilmente commosso, abio Venzi, quarantuno anni compiuti a giugno, nato a Roma, di discendenza toscana, naturalizzato a Roma, sposato con l’erede di una nobile famiglia calabrese, sociologo, esperto anche in scienze politiche, con interessi nel settore storiografico e nel mondo dell’editoria come editor e revisore storico per collane di saggi anche in lingua inglese e tedesca. All’allegria per l’evento si Pagina | 21 Rivista Massonica DE HOMINIS DIGNITATE XIX G.L.R.I aggiungevano le aspettative per un nuovo corso. Si respirava una nuova aria6. Passiamo poi alla successiva cerimonia della mia Installazione il giorno 6 aprile a Roma: Tutti i fratelli si ritrovavano così a Roma al St. Regis Grand Hotel per la cerimonia di installazione del nuovo Gran Maestro Fabio Venzi… Al centro del tempio sfilavano i visitatori delle Grandi Logge estere tra il brusio generale sommerso dalle note degli «Oratori» di Handel. Apriva il corteo il Gran Segretario della Gran Loggia Unita d’Inghilterra Robert Morrow, accompagnato dal Gran Rappresentante per l’Italia per la Gran Loggia inglese Leslie Hicks. Seguivano poi per la Gran Loggia d’Irlanda il Gran Maestro Eric N. Waller e iI Gran Segretario Michael M. Walker. Poi era la volta del Grande Oriente del Brasile con il Gran Segretario e Gran Rappresentante Tullio Colacioppo jr accompagnato dal Grande Ufficiale David Carparelli. Seguiva la Gran Loggia del Paraguay rappresentata dal suo Gran Segretario V. Schreiber. La delegazione della Gran Loggia dello Stato di Israele era abbastanza nutrita e significativa: oltre al Gran Maestro Chaim H. Gehl era presente anche l’ex Gran Maestro Ephraim Fuchs e il Gran Rappresentante Stefan Kwiat. Segui-vano i delegati dell Gran Loggia di Turchia: il Primo Gran Sorvegliante Haluk Sanver e il Grande Elemosiniere Kaya Pasa- kay. Per la Gran Loggia Nazionale francese era intervenuto direttamente il nuovo Gran Segretario Jean-Paul Pilorge. Poi era la volta della Gran Loggia di Norvegia (con un ‘visitatore’ n.d.r.), il venerabile Thoralf Sommerfelt e della Gran Loggia del Camerun con il venerabile Gabriel Ndjeudij. Chiudeva il corteo il venerabile Madhy Bamba per la Gran Loggia del Burkina Faso. Poi, in un tempio gremito, tra le due lunghe schiere dei fratelli «stuart» posti ai lati della passatoia, facevano il loro ingresso Giuliano Di Bernardo e Fabio Venzi accompagnati in corteo da tutti i Grandi Maestri regionali e dai Grandi Ufficiali di Gran Loggia… Fabio Venzi, visibilmente commosso per il consenso tributatogli unanimemente dall’assemblea, con voce rotta dall’emozione iniziava a parlare: «Quindi il giorno fatidico e arrivato…». Poi definiva le linee programmatiche: “Ciò che auspico per la massoneria italiana e perla Gran loggia Regolare d’Italia, che rappresenta sul territorio italiano la tradizione anglosassone, e 6 Dino Arrigo, Nuovi Fratelli, Castelvecchi, Roma, 2013, pagg. 153-156. la conquista di una vera «dignità»: la creazione delle condizioni che facciano sentire i massoni orgogliosi di essere tali… Partendo da una visione iniziatica della Massoneria, il mio intento è far divenire la GLRI con il suo fedele attaccamento ai tradizionali principi massonici, il catalizzatore di tutto un movimento che altrimenti, disperdendosi, continuerebbe ad arrecare un danno all’immagine della Massoneria stessa…”
La prima allocuzione di Fabio Venzi veniva accolta con entusiasmo dai fratelli. Dopo lungo tempo un discorso di un Gran Maestro non si in- centrava più sui fasti del passato o su dichiarazioni espansionistiche. La ricerca era tornata al centro del dibattito massonico. I rappresentanti delle Massonerie estere esprimevano stima e simpatia nei confronti del novello Gran Maestro. Infine, si procedeva alla nomina dei nuovi Grandi Ufficiali di Gran Loggia…Dopo le dichiarazioni di sostegno della Gran Loggia Regolare d’Italia a un programma di intervento sanitario nel Cameroun in collaborazione con l’associazione Medici senza frontiere, che non si sarebbe limitato al solo apporto economico, il nuovo Gran Maestro procedeva a chiudere i lavori e i fratelli confluivano nell’adiacente salone per il pranzo rituale. Si registrava una nuova euforia.
Tutta la stampa dava rilievo alla cerimonia di installazione del nuovo Gran Maestro, ma solo «Freemasonry Today», l’autorevole mensile inglese, sembrava avere fatto attenzione alle novità dottrinali che erano emerse dalla allocuzione di Venzi, pubblicando, a firma del suo direttore Michael Baigent, un lungo e significativo articolo dedicato al contenuto ideale e programmatico del discorso di Fabio Venzi. La Gran Loggia Regolare d’Italia aveva il suo nuovo Gran Maestro… Fabio Venzi iniziava, proprio in quel periodo, i suoi primi contatti con il mondo esterno nella nuova qualità di Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia. Gli inviti arrivavano dalle diverse regioni italiane.
In tempi così turbolenti il novello Gran Maestro ritornava a proporre il modello di Massoneria iniziatica in occasione di un congresso internazionale intitolato ‘Dalla speranza alla pace’ che si svolgeva a Noale, Venezia, al termine del mese di aprile.
Nei giorni 26, 27 e 28 aprile 2002 si confrontavano i rappresentanti di diverse religioni e correnti di pensiero. Partecipavano all’incontro il G.L.R.I Rivista Massonica DE HOMINIS DIGNITATE XIX Pagina | 22 rabbino capo della comunità ebraica di Venezia, i responsabili della Chiesa luterana e della comunità cristiano ortodossa russa, i referenti di centri studi islamici, tibetani, ecumenici, i leader di alcune comunità indios del Centro America e gli esponenti di altri movimenti, bramini e capi spirituali provenienti da più parti del mondo.
Fabio Venzi veniva chiamato nella sua qualità di massimo rappresentante del gruppo massonico italiano e, dinanzi a un pubblico attento, traendo spunto dal pensiero di Giovanni Pico della Mirandola, reinterpretava le allegorie massoniche attribuendo rilievo alla funzione pratica dell’etica e la pace diveniva «condizione necessaria per il perfezionamento progressivo dell’uomo-massone nel suo procedere verso il bene supremo». La relazione, che aveva incuriosito i presenti, diventava oggetto di dibattito7.
Intanto il Gran Maestro Venzi si trovava a dovere affrontare le difficoltà nascenti da un vecchio contenzioso, risalente ai tempi della presidenza del Board di Bruno Castellani, per i lavori che erano stati realizzati nei locali di via Luisa San Felice a Roma e che aveva visto soccombente la Gran Loggia per diverse centinaia di milioni di lire. La ditta incaricata della ristrutturazione sosteneva di avere sottoscritto un regolare contratto di appalto con la Gran Loggia Regolare d’Italia nelle persone di Giuliano Di Bernardo e Bruno Castellani, rispettivamente Gran Maestro e Presidente del Board, e reclamava il pagamento di tutti i lavori svolti che non sarebbero mai stai pagati dalla GLRI. Lavori che, comunque, nella fase terminale erano stati sospesi per effetto dell’intervento dei vigili del Comune di Roma che avevano contestato la mancanza di agibilità dei locali.
A seguito di ciò Bruno Castellani si era dimesso dalla Presidenza del Board, ma Di Benardo non aveva mai informato né il Consiglio né la Gran Loggia della esistenza della causa, così come non aveva mai comunicato ad alcuno che il giudizio era arrivato alla sua conclusione e che si era in attesa della sentenza, che non poteva che essere di condanna per la Gran Loggia.
Di Bernardo non aveva comunicato l’esistenza del giudizio neanche al nuovo Gran Maestro, il quale si era ritrovato tra le mani la notifica della sentenza da parte dell’ufficiale 7 Dino Arrigo, Nuovi Fratelli, Castelvecchi, Roma, 2013,
pagg.167-174.
giudiziario. Venzi, perciò, in seguito all’atto provvisoriamente esecutivo, era costretto a pagar centinaia di milioni alla ditta incaricata dei lavori senza avere la possibilità di verificare la regolarità delle somme dovute e dello stesso contratto di appalto. Inoltre, circostanza ancor più grave, il nuovo Gran Maestro Venzi non avrebbe neanche potuto confrontarsi con il firmatario del contratto, l’ex Gran Maestro Di Bernardo. Infine, verificate le date delle ultime udienze, si scopriva che la causa era stata assunta in decisione poco prima della contestata intervista rilasciata da Di Bernardo.
Quindi, quando questi aveva comunicato che sarebbe uscito dalla massoneria, era a conoscenza che dopo pochi mesi sarebbe stata emessa la sentenza che avrebbe condannato la GLRI al pagamento immediato di centinaia di migliaia di euro. Stante il numero ridotto degli iscritti, Di Bernardo sapeva che il gruppo massonico non avrebbe potuto far fronte al pagamento. I fratelli si indignavano per il comportamento poco corretto dell’ex Gran Maestro. Si arrivava a sostenere che Di Bernardo avrebbe calcolato i tempi della sua fuoriuscita e che, sapendo ormai prossima la pubblicazione della inevitabile sentenza di condanna, aveva ipotizzato la fine della stessa Gran Loggia. Un regalo per il nuovo Gran Maestro. Ma Venzi, nonostante le difficoltà iniziali, era riuscito a superare la ritrosia iniziale degli avversari i quali, in forza della sentenza favorevole dopo tanti anni di contenzioso, intendevano agire esecutivamente contro la stessa Gran Loggia per colpire direttamente il Gran Maestro Di Bernardo che all’epoca dei fatti si era, a detta loro, caparbiamente opposto a qualunque soluzione accomodante.
Anche queste circostanze non erano mai state comunicate dall’ex Gran Maestro. I dubbi sul suo operato aumentavano. Perché Di Bernardo si era opposto a una definizione transattiva della questione? Perché aveva voluto che il giudizio si dilungasse negli anni sino ad arri vare alla definitiva sentenza di condanna? E poi, perché Di Bernardo non aveva parlato con nessuno della questione e non aveva informato la Gran Loggia?
Dopo estenuanti riunioni e aver superato le diffidenze delle controparti accumulate nel Pagina | 23 Rivista Massonica DE HOMINIS DIGNITATE XIX G.L.R.I corso degli anni nei confronti dei rappresentanti della Gran Loggia e di Di Bernardo, Fabio Venzi comunicava di essere riuscito a raggiungere una soluzione transattiva particolarmente conveniente per la Gran Loggia. Il Board plaudiva al risultato ottenuto e lo autorizzava
a sottoscrivere la transazione8.
Nell’aprile 2003 il nostro Decennale dalla Fondazione a Taormina alla presenza del Pro Grand Master della United Grand Lodge of England, Lord Northampton: Il Gran Maestro Fabio Venzi si alzava dal suo scranno e, tra gli applausi dei presenti, consegnava al massimo rappresentante della massoneria inglese la più autorevole onorificenza prevista dalla massoneria italiana: l’insegna dell’Ordine della Stella Fiammeggiante. Era la prima volta che la Gran Loggia Regolare d’Italia conferiva tale onorificenza.
Il Pro Gran Maestro della Gran Loggia Unita d’Inghilterra Lord Northampton si alzava in piedi e nell’antico salone scendeva il silenzio. “Illustrissimo e Venerabilissimo Gran Maestro, distinti ospiti e fratelli tutti. Innanzitutto, ringrazio il Gran Maestro per avermi onorato con l’Ordine della Stella Fiammeggiante. So di parlare a nome di tutti gli ospiti nel congratularmi con voi per il decennale della Gran Loggia Regolare d’Italia e nell’augurarvi ogni successo per il futuro. Sembra quasi impossibile che siano passati dieci anni dalla formazione della GLRI, la scelta del modello massonico inglese e la traduzione del rituale Emulation.
Fu una saggia decisione ed eravamo consapevoli della solidità delle intenzioni; questi presupposti ci hanno permesso di riconoscere la nuova Gran Loggia appena fondata più velocemente di quello che altrimenti sarebbe stato. Da allora i rapporti tra le nostre Grandi Logge si sono rinforzati sempre di più…. Io vi porto i particolari saluti del mio Gran Maestro, Sua Altezza Reale il Duca di Kent. Certamente tutti noi sappiamo che voi non siete la più numerosa massoneria in Italia, ma la Massoneria non dovrebbe mai essere giudicata dall’ampiezza numerica ma piuttosto dalla qualità dei suoi membri. Il futuro della Massoneria dipende dall’entusiasmo, dall’integrità morale, dall’affetto e dal servizio di ogni singolo fratello. La Massoneria descrive sé stessa semplicemente come un sistema che guida un fratello nel suo viaggio alla scoperta del proprio 8 Dino Arrigo, Nuovi Fratelli, Castelvecchi, Roma, 2013, pagg.185-186. «io» in un contesto di affetto fra- terno e fiducia.
Tutto ciò che essa chiede è che i suoi membri pratichino i suoi princìpi e la sua dottrina nella vita quotidiana. Ogni Gran Loggia deve assicurare che i suoi membri mantengano i più alti standards sia nella loro vita profana che in quella massonica. Purtroppo, non sempre è così e il fallimento di pochi a volte danneggia inevitabilmente l’immagine di tutti noi.
Non si può negare che il numero di massoni nel mondo diminuito considerevolmente negli ultimi trenta anni e molte sono le cause. Se non dobbiamo ignorare l’importanza di questo, ci può però confortare il fatto che non siamo soli in questo fenomeno sociale. La Massoneria non è adatta a tutti e mentre noi dobbiamo fare proselitismo verso uomini con piena integrità morale, non dobbiamo seguire la strada di alcune Grandi Logge che conferiscono a migliaia di persone tutti e tre i gradi in un solo giorno. Questo espediente può essere efficace finanziariamente, ma nega all’individuo una reale esperienza iniziatica…Illustrissimo e Venerabilissimo Gran Maestro, è stato un grande piacere star con voi nel vostro decennale. Io ho osservato lo sviluppo della vostra Gran Loggia sin dalla sua forma zione e sono fiero del fatto che ho potuto aiutarvi in qualche modo quando è stata messa la prima pietra.
Mi congratulo personalmente con te per il modo in cui stai guidando la Gran Loggia Regolare d’Italia. Tu hai una visione del futuro e sono convinto che la pazienza e il duro lavoro ti ricompenseranno perché hai nel tuo cuore i più puri interessi verso l’Arte. I problemi arrivano solo quando un Gran Maestro mette i propri interessi prima di quelli della Gran Loggia e questa è una cosa che sono sicuro tu non potresti fare mai. Mi rimane solo, quindi, di ringraziarti per l’onore che oggi mi hai dato e per la grande ospitalità e la calda accoglienza che tu e tutti i fratelli italiani ancora una volta avete dato a tutti gli ospiti. Vi auguriamo pace, amore e armonia per il futuro”9.
In riferimento alla mia Allocuzione del luglio 2004, ‘Disegno per una Libera Muratoria regolare’, e i successivi accadimenti, così Dino Arrigo: Il progetto del Gran Maestro Venzi era ambizioso. Attraverso un’analisi che si sarebbe avvalsa di un triplice distinto approccio, sociologico, filosofico ed esoterico, il sociologo Venzi individuava il nucleo essenziale e imprescindibile della 9 Dino Arrigo, Nuovi Fratelli, Castelvecchi, Roma, 2013,
pagg.193-194.
G.L.R.I Rivista Massonica DE HOMINIS DIGNITATE XIX Pagina | 24 massoneria moderna, contestando le tecniche di comunicazione degli altri gruppi che, per parlare di massoneria e per essere comprensibili a tutti, adottavano un linguaggio troppo semplicistico e antitradizionale, con la pretesa di spiegare seppur succintamente il significato della tradizione muratoria.
Per Venzi, oltre a tali riduzioni, una moderna massoneria dovrebbe anche rinunciare a una pretesa identità preconfezionata frutto di tesi «vecchie quasi duecento anni» e intraprendere lo studio della sua storia e del suo pensiero, evitando fraintendimenti sulle proprie origini e ancor di più sui propri fini. Venzi analizzava il fenomeno massonico con tre approcci diversi: da un punto di vista sociologico indicava il gruppo massonico come fenomeno associativo e la libera muratoria una semplice associazione per distinguerla da altre pretese forme aggregative; da un punto di vista filosofico faceva riferimento alle origini del neoplatonismo fiorentino e al suo proseguimento anglosassone e invitava a non porre sullo stesso piano dottrinale pensatori come Pico della Mirandola e Marsilio Ficino ad altri come Giordano Bruno, proprio in virtù delle loro differenti posizioni rispetto alla tradizione; da un punto di vista esoterico esortava a non fare più indistinti riferimenti a pretese tecniche mistiche o improbabili teorie nel tentativo di rinvenire tracce massoniche nei Rotoli del Mar Morto o nella Leggenda del Santo Graal. L’invito era quello «che in futuro lo studio della libera muratoria, quale fenomeno socio culturale di rilevante importanza, sia informato a criteri di scientificità e dunque di rigore storico, filosofico ed esegetico».
Le conclusioni del Gran Maestro avevano già formato oggetto di una relazione che Venzi era stato chiamato a tenere alla Cornerstone Society presso la Freemasons’ Hall di Londra, la storica sede della massoneria inglese.
Ancora una volta, a distanza di circa otto mesi, Fabio Venzi era ritornato nei secolari saloni londinesi di Great Queen Street per parlare di Massoneria agli inglesi. L’incontro del 26 giugno 2004 era iniziato proprio con la relazione del Gran Maestro italiano introdotta da David Dew, il presidente della Cornerstone Society: The Neoplatonists of Cambridge.
Per Venzi il pensiero libero-muratorio trovava rilevanti corrispondenze nel neoplatonismo di origine italiana che aveva un naturale proseguimento 10 Dino Arrigo, Nuovi Fratelli, Castelvecchi, Roma, 2013, pagg.226-227. in quello che veniva definito neoplatonismo di Cambridge e che non contrastava con le espressioni religiose e in particolare con quella cristiana.
Proprio in questa corrente di pensiero in cui coesisterebbero i concetti platonici con i princìpi della teologia cristiana, i temi della libera muratoria fungerebbero da custodi di una tradizione che, lungi dall’essere abbattuta come paventato da al- tre realtà dottrinali, dovrebbe essere salvata.
Il pensiero del Gran Maestro avrebbe poi trovato sviluppo nelle altre tre importanti conferenze che sarebbe stato chiamato a tenere in Gran Bretagna, e in particolare nel 2008 sempre presso la Cornerstone Society di Londra, nel 2009 a Edimburgo e nel 2010 a Londra invitato dalla storica Loggia Quatuor Coronati di Londra10.
Mi fermo qui, la ricostruzione è avvincente, Dino Arrigo bravissimo. Per chi cerca delle ‘vere’ informazioni sul passato della nostra Gran Loggia e sulle vicende in generale della Massoneria italiana in quei venti anni vi consiglio vivamente di leggere questo studio storico
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