Il Confronto
(Ferdinando Pieri)
Rispet.mo M \ V \,
Carissimi Fratelli
In questo Tempio, una volta, è stato detto che poteva venire promossa una linea di confronto. (Premetto che il confronto in Massoneria può essere accettato, almeno per quanto mi compete, solo sugli aspetti morali, o quanto ad essi inerenti.) Consentitemi, allora, una mia pur modesta puntualizzazione su questo argomento.
Prima, per stemperare il clima di tensione che si è andato a creare, ammesso che lo sia, ogniqualvolta siamo chiamati a confrontarci durante i periodi elettorali, sia in Massoneria che nel sociale. Con una differenza sostanziale però, che lo svolgimento delle elezioni viene sviluppato in due campi completamente diversi, o così almeno dovrebbe essere.
Voglio augurarmi che le mie parole le accettiate con lo spirito di sincera fratellanza con le quali io le porgo a Voi. Vi parlo con il cuore e quello che penso lo dico apertamente, lealmente e spero in modo chiaro e comprensibile.
Premesso questo, entriamo direttamente nel tema:
“Per esserci un confronto ci deve essere una contrapposizione!” Ammettiamo allora che ci sia qualcuno che vuole contrapporsi. Sarà opportuno perciò analizzare i modi, i fatti, le regole.
Quello che a me interessa è parlare del nostro modo di operare nell’ambito dell’Istituzione e non quello consuetudinario della vita profana. Se pensate che l’intervento di qualcuno sia stato fatto per aprire un confronto, per affermare in qualche modo la sua persona o per ambizioni di cariche e di potere, io vi dico che sbagliate, perché Vi posso assicurare, in tutta onestà che questo Fratello, durante il mio venerabilato, anche e specificatamente in occasione di una riunione al Collegio di Firenze, durante un pranzo, in compagnia anche di altri Fr\ mi disse testualmente che mai avrebbe accettato una certa Onorificenza del G\O\I\ (la Giordano Bruno), perché questa oramai veniva conferita più per meriti culinari o servili che di merito o di conclamata onorevole militanza.
Inoltre vi voglio ricordare i meriti e le battaglie fatte, sempre da questo Fr\, per affermare la centralità della Loggia e del Venerabile, e quanto combatté per fare chiarezza, fra la sovranità della Loggia e l’indipendenza dai condizionamenti esterni ed interni, sia dai Riti che dalle Gerarchie dell’Ordine, e quanto si adoperò, durante il suo venerabilato per l’affermazione di questi principi. Questo è un retaggio e un’eredità che sento di aver acquisito e farmene principio per il mio lavoro muratorio.
Ricordiamoci quanto fece per eliminare quel gruppetto che si era andato a creare in contrapposizione alla sua figura di Venerabile e quindi della Loggia. Ed anche in quella occasione ci ricordò che il M\ V\ ispira, presiede, governa e rappresenta la Loggia e che nell’esercizio del Magistero Iniziatico la sua autorità è sacra e inviolabile, ed è l’esecutore della volontà espressa dai Fratelli di Loggia.
Questo ho imparato da Voi FFr\ carissimi e soprattutto dai M\ V\ che mi hanno preceduto.
Ecco perché non credo che ci possa essere un confronto, perché in Massoneria non esistono, o meglio non debbono esistere, non sono compatibili con le nostre Tradizioni le quali ci dicono che si deve lavorare in unità di intenti, con spirito di tolleranza, fratellanza e libertà.
Il confronto quindi non deve esistere, perché chi si contrappone alla volontà della Loggia, agli incarichi da noi liberamente scelti e votati, alle decisioni liberamente discusse, espresse e infine prese nelle sedi spettanti e opportune, automaticamente si esclude dall’Ordine Massonico, si potrà chiamare “celliniano”, o come più Vi piace, ma non più massonico.
La Massoneria è l’unica scuola iniziatica che ci insegna la Scienza della Vita, perché tutto quello che fai all’interno della Loggia, durante i Lavori Rituali, ti può servire e lo puoi proiettare nella vita profana. Se vuoi conoscere te stesso e i tuoi simili questa è la palestra che ti serve, la quale ti dà tutti gli strumenti per la valutazione della tua conoscenza. Ma per ottenere ciò, come tutte le discipline, devi seguire le sue regole, che sono il sostegno della pratica Iniziatica, di qualsiasi Ordine e Rito. E queste regole vanno sempre rispettate, non solo quando sono favorevoli al nostro problema, ma anche e soprattutto quando non ti tornano di tua convenienza o gradimento. In Massoneria ci trovi quello che ci porti. Questa è una delle regole fondamentali del segreto iniziatico, non scordiamocelo mai. Se ci porti zizzania ci trovi tempesta. Se ci porti amore ci trovi pace e serenità. Chi ci porta vanagloria o protagonismo, ci troverà sgradevolezza e rifiuto. Ricordiamoci che tutti siamo soggetti a sbagliare, ed è umano che questo capiti o prima o dopo a ciascuno di noi. Sta ai FFr\ poi riportare chi sbaglia sulla buona strada e tollerare lo sbaglio, e lasciarlo meditare sul suo errore.
Ma quando l’errore consiste nel voler creare un’alternativa alla Volontà della Loggia, nel suo insieme, e si fa il possibile per ottenere consensi e deviazioni all’interno, in modo subdolo e sleale, trasversale e nascosto, allora è dovere della Loggia esaminare attentamente il caso e giudicare con estrema decisione e tempestività.
E’ bene fin da ora che si sappia che cosa io intendo per Massoneria.
La Massoneria è fatta di regole e ritualità che sono la nostra malta; le Logge sono i mattoni, o le chiavi di volta (a vostro gradimento); la Loggia non è altro che una proiezione di un microcosmo della società contemporanea. E la Loggia è la massima espressione di libertà e democrazia sotto forma organizzata e concreta, pensata dall’uomo.
Tutti i FFr\ hanno diritto di esprimere le loro idee ed a concorrere alle cariche secondo il loro merito. Tutti possono esprimere liberamente il proprio pensiero e manifestare le proprie volontà, criticare e dissentire; e questo è l’embrione di quello che poi, nelle grandi Democrazie fu chiamato libero Parlamento. E’ da questa impostazione che sono nati i nostri costumi di convivenza Civile e Sociale.
Ma una volta che la Loggia ha concluso le sue scelte e si demanda al suo esecutivo di operare secondo le volontà liberamente espresse, tutti e dico tutti e ripeto tutti hanno l’obbligo di sostenere chi in quel momento è al governo della Loggia. Non importa se prima era contrario o favorevole, ora si deve adoperare perché tutto quanto stabilito riesca nel migliore dei modi. Non si deve tagliare l’erba sotto i piedi di chi ha il compito di governare l’Officina.
L’onestà, la lealtà, l’attaccamento alla Loggia e quindi ai FFr\ si dimostra in questi momenti. Ci sono i tempi e i modi per dimostrare la nostra diversità, ma sempre nella lealtà e nel rispetto delle nostre regole. Pensare di creare delle fazioni, delle cordate, per comparire improvvisamente come ombre, per spiare e contrastare chissà quale potere immaginario, durante il governo della Loggia, da parte di qualcuno che pensa di avere dei meriti speciali, credo che questo comportamento sarebbe più che pericoloso, inutile.
Questo modo di agire vorrebbe dire di rimettere tutto in discussione, non solo le cariche di Loggia ma la validità della stessa Istituzione; non è il caso di dire, con tolleranza, ricominciamo da capo, ma piuttosto, se uno pensa queste cose, se sia utile per se stesso e per gli altri di continuare a stare in Massoneria. Se si sente di partecipare a questa Istituzione secondo i suoi dettami, se infine pensa che queste siano le regole comportamentali che governano il nostro Ordine; io non so come la pensiate, Fratelli carissimi, ma se vi venisse il sospetto che nell’ordine massonico si possa operare come nella vita profana allora, o io, o Voi procediamo per strade diverse.
Riflettiamoci e confrontiamoci con sincerità e lealtà, qui in Loggia, che è l’unica palestra del nostro impegno.
L’Onestà e la Lealtà non debbono essere, per uno che si considera un massone, solamente un mero esercizio di enunciazione; l’onestà e la lealtà si dimostrano sempre e comunque e in tutti i momenti della nostra vita terrena, soprattutto con gli atti e non con le parole. Così dicasi anche per chi segue il suo perfezionamento nei vari Riti. Anche questi Fratelli se vogliono essere, sentirsi e chiamarsi Massoni, debbono combattere all’interno delle loro Camere rituali di cui fanno parte, qualsiasi forma di ingerenza palese o nascosta nei confronti dell’Ordine. I nostri indirizzi Costituzionali si discutono e si deliberano solo e soltanto nell’Ordine, nell’Eggregora dei M\V\ o nelle Logge. Nella mia breve militanza non ho mai sentito discutere sia nel Tempio che in Loggia di cose che non appartenessero all’Ordine durante i nostri Lavori. Né ci siamo mai permessi di dire ai nostri FFr\ che appartengono ai vari Riti di votare questo anziché quello, per le cariche delle loro varie gerarchie rituali.
Né mai un Fr\ è stato da Noi boicottato, perché faceva parte di un Rito anziché di un altro.
Ma se questo è vero, come è vero, allora io vi chiedo che sia adottato il rispetto reciproco, sempre e comunque, e questo valga ora e per sempre. Ecco perché sono convinto che non esiste confronto o scontro, perché non esistono i presupposti per essere in quanto tale, perché si esce da quelle che sono le nostre regole, dalle nostre consuetudini, da quelle che sono le ns. Leggi Morali.
Per ricapitolare concluderò dicendo che non credo che ci sia alcuno che voglia contrapporsi per vanità o per prestigio al M\ V\, chiunque esso sia, perché il M\ V\ è l’espressione libera e confermata della Loggia.
Se ci fossero dissensi o dissapori o perplessità, è fatto obbligo a ciascuno di parlarne subito con chi regge la Loggia e di sentirsi con Lui e solo con Lui per tutto quello che concerne la Massoneria. Non ci sono altri, qualunque carica essi ricoprono o abbiano ricoperto, che siano sopra l’autorità e il rispetto che dobbiamo al nostro M\ V\.
Volenti o nolenti questa è la Massoneria. Queste sono le nostre Leggi, questi i nostri costumi.
Se però quanto sopra detto credete che sia da me male interpretato, discutiamone quando e quanto credete opportuno, Fratelli miei carissimi, perché è gioia per il mio cuore e musica per le mie orecchie, sentire il vostro parere per un problema così stimolante, fondamentale e fascinoso per tutti noi.
E tutto questo ve lo dico, credetemi, solo a Gloria ed Onore DELL’ORDINE.