Risuona nell’anima stasera
un lento rintocco di campane,
e affiora sulle labbra una preghiera
rivolta a dolci immagini lontane,
con un senso di profonda tenerezza.
Oh volti amati! Quanti ricordi
s’infrangon sugli scogli della mente;
le gioie, i dolori, gli intensi sguardi
e le serate passate dolcemente
a lavorare sulla pietra grezza.
Forte nell’aria vibra l’emozione,
si spande un profumo di mestizia
ed improvviso sembra la ragione
annebbiarsi e la letizia
scivola via dai cuori, lentamente.
Il Tempio a lutto, il paramento nero
copre le pareti e la mimosa
adorna il simulacro scuro,
simbolo del Massone che riposa
nella sublime aurora dell’Oriente.
Dieci di Marzo, giorno dei defunti,
con il cuore che è pieno di tristezza,
una fila di nomi sussurrati
con rispetto, con amore, con lentezza.
Presente… presente…presente…
Una voce risponde nel silenzio.
Son nomi di Fratelli e ognuno sente
che piano piano questo sacro spazio
si riempie di anime immortali
che si uniscono in fraterna comunione,
splendidi messaggeri di ideali
di una antica, universale Tradizione.
“Non piangete, Fratelli – sembran dire –
chè la morte è una nuova iniziazione,
estremo gradino da salire
per raggiungere la suprema perfezione”.
Il Fr. Eros Rossi