GUIDO GOZZANO (Torino 1883 – Torino 1916)
Guido Gozzano nacque a Torino il 19 dicembre del 1883, da una famiglia dell’alta borghesia, dalla quale ricevette l’educazione tradizionale del suo ceto: le scuole elementari dai padri barnabiti, il ginnasio ed il liceo classico in collegio. Nel 1903 frequentò la facoltà di giurisprudenza, sostenne diversi esami, ma non giunse mai alla laurea, perché, per la sua formazione intellettuale e per le scelte culturali che compì, disertò le lezioni di diritto per ascoltare quelle di letteratura italiana, frequentò la biblioteca della Società della Cultura, dove si legò in amicizia con altri giovani poeti, e cominciò a collaborare ad alcuni giornali torinesi tra i quali “La Gazzetta del Popolo della Domenica”. Ma già in questi anni fu costretto a continui spostamenti verso l’alta montagna e zone climatiche della Liguria per la tubercolosi che aveva cominciato a tormentarlo nel 1904. Le sue letture lo portarono ad essere entusiasta del D’Annunzio ed egli stesso in “A Massimo Bontempelli”, avvertì di essere malato di dannunzianesimo. Ma la sua maturazione poetica fu molto rapida e giunse rapidamente ad una cosciente opposizione alla retorica dannunziana. Nel suo periodo giovanile scrisse 25 componimenti che non costituirono una raccolta organica e neanche molto originale, data la presenza di numerose situazioni “pascoliane”; alcune poesie di questa raccolta hanno la piacevole caratteristica di raccontare e descrivere situazioni sentimentali non drammatiche o sublimi, ma possibili e addirittura comuni, usando un verso cadenzato e narrativo, con frequenti inserzioni di dialogo familiare e quotidiano. Nel 1907 pubblicò la “Via del rifugio”, che gli procurò notorietà ed un certo successo di critica; uno dei primi risultati della sua iniziale notorietà fu la relazione sentimentale con la poetessa Amalia Guglielmetti, iniziata proprio grazie uno scambio dei loro rispettivi volumi. Questa relazione durerà fino al 1910, quando poi si trasformerà in un amichevole rapporto di lavoro, lavoro che subì accelerazioni e rallentamenti in rapporto alle sue condizioni di salute, perché divennero sempre più frequenti e gravi le ricadute della malattia. Nel 1911 pubblicò “I colloqui”, che segnarono il suo definitivo successo letterario. Nel 1912 s’imbarcò a Genova per andare in India, nella speranza che il clima potesse restituirgli la salute; ritornò dopo tre mesi e cominciò a stendere, sulla base di appunti, le prose ispirate dal viaggio. Nell’aprile del 1913 consegnò all’editore il manoscritto “Farfalle”, che non venne però pubblicato, perché l’autore avrebbe voluto illustrarlo di sua mano con dei disegni che non fu poi in grado di finire. Dal 1913 al 1916 pubblicò, su giornali e riviste, le novelle, alcune delle quali saranno poi raccolte in due volumi e pubblicate dopo la sua morte: nel 1914 “I tre talismani”, nel 1917 “La principessa si sposa”, nel 1918 “L’altare del passato”, e nel 1919 “L’ultima traccia”. La prima raccolta di novelle è sicuramente migliore per il suo carattere autobiografico, con la nostalgia del passato, il gusto dei vecchi arredi, la rievocazione di una Torino settecentesca un po’ cupa e malinconica, ma tanto affascinante per il Gozzano; l’altra raccolta ha come ambiente la buona società e tratta perlopiù situazioni galanti e sentimentali senza nessuna polemica. Per tutto il 1914 La Stampa pubblicò le “Corrispondenze dall’India” che verranno poi raccolte nel 1917 in un unico volume:
“Verso la cuna del mondo”. Nel 1915 stese la trama e la sceneggiatura di “San Francesco d’Assisi”, notevole per l’abilità di visualizzare le immagini e le sequenze attraverso una minuta descrizione. Il 9 agosto 1916 morì a Torino dopo un improvviso aggravarsi del suo male. Guido Gozzano fu sempre considerato massone per le sue idee che traspaiono con evidenza nella sua lirica e nel suo epistolario; si presume appartenesse alla Loggia “Giacomo Bertaione” all’Oriente di Torino
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