DI FRONTE ALLO SPECCHIO
Maestro Venerabile, Fratelli carissimi,
dopo anni di frequenza e dopo aver sempre ascoltato i lavori dei Fratelli senza avere espresso mai il mio vero punto di vista, e dopo essere stato benevolmente sollecitato per ben due volte a partecipare ai lavori di Loggia con una Tavola, da ben due MM..VV.., mi sento obbligato ad azzardare finalmente l’espressione del concetto a cui sono arrivato attualmente. So che incontrerò molte difficoltà a dire quello che ho nel mio intimo e soprattutto ad esprimermi con chiarezza, anche perché la cosa non mi è congeniale e non sono abituato ad esprimermi verbalmente di fronte ad altri, anche se questi altri sono i mici Fratelli, ma cercherò ugualmente di assumermi questo compito. Innanzitutto dirò che l’unica realtà che sono riuscito a scoprire in me stesso durante la mia permanenza nella Loggia è la percezione della realtà nella Via Iniziatica, ed ecco l’espressione discorsiva di essa. La Via Iniziatica è una sola per tutte le Tradizioni e per tutti gli esseri, anche se si può manifestare in diverse forme. Essa è la confluenza della molteplicità delle intenzioni che si uniscono lungo il faticoso, intendo per me, cammino e che sono costantemente tese a TRAS-formarsi, nel vero senso di questa parola ed a concentrarsi progressivamente contribuendo alla riduzione della loro quantità dovuta all’inglobamento di esse fino a sfociare nella INTUIZIONE INTELLETTUALE che, sostituendosi al pensiero discorsivo vola speditamente lungo la Via, diretta verso la Risoluzione anche se questa può ancora essere percepita come provvisoria e che va verso la LIBERAZIONE, scopo principale della mia vita. Questa rapida traccia è la sintesi della mia provvisoria interpretazione (dico provvisoria perché può darsi che il mio pensiero possa rettificarsi ulteriormente) che mira soprattutto alla sincera espressione tratta al momento attuale dopo anni di frequenza, ascoltate parecchie tavole dei Fratelli, letti libri stilati da autori che ho accertato come degni di essere presi in considerazione e dopo avere ascoltato i pensieri dei Fratelli più prossimi alle mie idee o anche con opinioni diverse, ma che mi erano congeniali, allo scopo di avere dei confronti alle mie convinzioni. Forse darò l’impressione a qualche Fratello di avere impiegato troppo tempo prima di essere addivenuto ad una soluzione che per altri può solo essere il punto di partenza, oppure di avere compreso poco circa il lavoro massonico. ma lo scopo di questa tavola è anche una richiesta di critica, pertanto quello che importa è avere fatto il possibile per lavorare con sincerità. Queste mie espressioni vogliono essere una traccia al termine di una tappa, ma se la FORZA mi conforterà con il suo appoggio, conto di lavorare ancora per raggiungerne altre; non ha importanza soprattutto quando, perché il tempo cronologico (chronos) non credo conti molto, se la SAGGEZZA dei mici Fratelli continuerà ad appoggiarmi durante il mio lavoro. Non nascondo che ho fatto molta fatica ad esprimere il mio pensiero, anche perché l’ambiente profano in cui mi è dato vivere è per me aspro, poiché mi frappone molti impedimenti a concentrarmi sul mio lavoro, impedimenti che sono costituiti dalle ordinarie opinioni di coloro che mi sono toccati come compagni di viaggio. Queste riflessioni altresì mi fanno venire in mente una opera di grande valore. Si tratta della “Bhagavad Gita” dalla quale risulta molto chiaramente che gli impedimenti che l’uomo percepisce proiettati all’esterno sono in realtà insiti in lui stesso ed i suoi nemici sono la proiezione di ciò che in effetti alberga i lui stesso. A conferma di questo, rammento un’altra opera. Si tratta di una rappresentazione scenica, che vidi per la prima volta in un film e recentemente alla televisione, in cui si mostrano due lottatori che si combattono in una specie di lotta libera, ed alla fine della tenzone i due “lottatori” si dissimulano c lo spettatore può vedere chiaramente che si trattava di una sola persona in lotta con se stesso. Questo, secondo me è un modo di mostrare che la dualità è puramente illusoria.
TAVOLA SCOLPITA DAL FR.’. DANTE OBERTO