LEZIONE DEL PASSATO PER GUARDARE IL FUTURO
La legge, in generale, è la ragione umana poiché governa tutti i popoli della terra; e le leggi politiche e civili di ogni nazione non devono essere altro che casi particolari ai quali si applica questa legge … Le leggi devono essere relative alla struttura fisica del paese… alla qualità del terreno… al genere di vita dei popoli. Esse devono essere in relazione con il grado di libertà che la costituzione può sopportare; con la religione degli abitanti, le loro tendenze, le loro ricchezze, il loro numero, il loro commercio, i loro costumi, le loro abitudini. “
Nell’ottobre del 1748 Charles-Louis De Secondat, barone di Montesquieu, pubblicava Lo Spirito delle leggi; alle idee di Montesquieu sulla libertà si ispirerà ampiamente la Dichiarazione dei Diritti dell’uomo del 1792, fonte a sua volta di quella del 1948.
La legge deve essere garante della libertà dell’uomo e può esserlo soltanto se ne rispetta la dignità, l’essenza, la vita fisica e spirituale. Purtroppo vediamo che nei due secoli e mezzo che separano la nostra epoca da quella di Montesquieu, malgrado ripetute Carte dove si elencano le libertà dell’uomo, malgrado la formazione e lo stabilizzarsi delle Costituzioni che della vita dell’individuo e della società dovrebbero essere baluardo sempre meno i diritti sono rispettati. Tutto intorno a noi è permeato di violenza fisica e morale manifesta, brutale ma ancor più spesso occultata, mascherata e perciò più subdola. La società, infatti, il singolo con le parole, le azioni ed i pensieri viola i diritti più elementari della persona umana, limita ogni forma di libertà. Nessuno è totalmente esente da una qualsiasi forma di oppressione o prevaricazione nei riguardi degli altri; si tratta di episodi trascurabili, in apparenza, di parole o di azioni i cui effetti corrodono come un acido. Secoli di violenze pubbliche e private, drammaticamente palesi, di abusi celati hanno lasciato l’uomo indifferente. Ci siamo abituati alla sofferenza altrui, all’ingiustizia, all’immoralità, accettiamo tranquillamente la povertà e l’ignoranza, parliamo di terzo, quarto mondo senza valutare il dramma di tale classificazione. La tortura, la morte, l’oppressione fisica e morale, il degrado diventano spesso spettacolo, fanno cronaca ma solo di rado scalfiscono la nostra coscienza e portano ad una reazione. L’uomo, forse per difesa, si è costruito una corazza di insensibilità e di distacco, illudendosi che ” certe cose accadono soltanto agli altri ed in altri paesi. “
L’abulia ed il disinteresse innescano nei meandri della mente umana anche un terribile meccanismo per cui alla violazione del diritto risponde l’elusione dei doveri. L’uomo tende a trascurare ” quello che deve all’umanità, alla patria, a se stesso ” poiché si vede negare ” quello che si deve a lui “. Scompare, quindi, la ragione e subentra la follia, non la pazzia dei saggi e degli illuminati ma dei ciechi, di coloro che per sete di potere, di denaro, di dominio calpestano i loro simili e, per reazione rispondono ad una ingiustizia subita, con un’altra, più grave perché dettata dal senso di vendetta.
A cosa sono valsi allora i sacrifici, le sofferenze di tutti gli uomini ” liberi e di buoni costumi ” che hanno lottato dapprima affinché si definissero e dopo si rispettassero i diritti e le leggi? Il loro impegno è servito a creare una continuità, essi hanno ispirato altri che hanno ripreso la battaglia per l’affermazione dell’uomo e della sua dignità, per l’applicazione ” giusta ” delle leggi, perché, citando ancora Montesquieu ” la libertà politica di un cittadino risiede nella tranquillità di spirito scaturita dalla consapevolezza di essere al sicuro ; ed affinché ci sia questa libertà, bisogna che il governo sia tale che un cittadino non debba temere un altro cittadino. “
Sono passati cinquant’anni dalla promulgazione della Carta dei Diritti dell’uomo, frutto di un lontano illuminismo e messaggio del pensiero massonico. Per noi massoni del XX° secolo la data del 10 dicembre 1998 non deve essere mera celebrazione ma occasione per rinnovare l’impegno preso dai nostri predecessori, Montesquieu per primo. Abbiamo il dovere ed il diritto di far sentire la nostra voce; i principi della Massoneria, tra i quali quello di legge, sono universali perché fondati sulla ragione umana. Poiché siamo fermamente convinti che l’insegnamento della Massoneria non debba rimanere all’interno del Tempio ed aspiriamo a leggi applicate con giustizia, a diritti concretamente rispettati anche noi ci faremo promotori di una Carta universale dei cittadini del mondo il cui contenuto e le cui idee ci impegnamo a diffondere e rendere fattivi.
TAVOLA SOLPITA DAL FR.’. FRANCO FRANCHI