L’ORIGINE DELLA LIBERA MURATORIA

1. INTRODUZIONE.

            In occasione della celebrazione  del  200°  anniversario  del  Supremo  Gran  Consiglio ( 16 marzo 1805) e del Grande Oriente d’Italia ( 20 Giugno 1805) traccerò un profilo storico della Libera Muratoria dalle sue origini fino al 1805, esaminando quanto e come  essa abbia effettivamente inciso sulla storia dell’Occidente. A conclusione della tavola viene individuato e discusso il ruolo della massoneria nel Terzo Millennio.

Ripercorrere la storia della Libera Muratoria fino al XVIII secolo rappresenta un lavoro complesso perché, pur in presenza di una vasta letteratura storiografica, essa frequentemente risulta contraddittoria; inoltre il panorama storico della Libera Muratoria alle origini risulta estremamente variegato, per la  presenza di numerosi e spesso sovrapposti filoni culturali di stampo esoterico.

 Infine la diffusione del pensiero massonico non è avvenuta in modo lineare ed omogeneo, sia  geograficamente che cronologicamente, e questo rende ancora più difficoltosa la ricerca di un filo conduttore unico.

2. PROFILO STORICO.

 L’origine della Libera Muratoria.

Nelle Grandi Costituzioni del 1786, viene riportato che “ l’origine della massoneria rimonta a quella della società umana”e nella Circolare ai Due Emisferi del 1802, viene fatta risalire “alla creazione del mondo”…”Necessità e bisogni comuni spinsero i nostri fratelli primigeni a ricercare un’assistenza reciproca”.

I principi  etici universali, su cui si basa la  Libera Muratoria, sono innati nell’uomo, e rappresentano delle costanti antropologiche. Pertanto possiamo ipotizzare che la Libera Muratoria sia svincolata dal tempo e dallo spazio e per tale motivo sia impossibile stabilire la sua origine. Essa è nata con il primo uomo ed esisterà finché l’ultimo uomo sarà presente sul nostro pianeta. Questi valori nell’uomo antico non erano diversi da quelli dell’uomo moderno.  

 Il mito dei “costruttori di Cattedrali gotiche”

La fase istituzionale della Libera Muratoria moderna risale al 24 Giugno 1717, festa di S. Giovanni Battista.

Quel giorno i responsabili di quattro logge a Londra si riunirono e decretarono la Costituzione della Grande Loggia Madre del Mondo, affinché diventasse un punto di riferimento per tutte le osservanze libero muratorie, a cui avrebbe garantito la regolarità dal punto di vista sia statutario sia simbolico.

I lavoratori manuali costituivano in quel periodo la grande maggioranza dei membri delle antiche logge Inglesi. Dopo la metà del settecento, il sempre più consistente ingresso nell’organizzazione massonica di borghesi ed intellettuali a fianco dei “liberi muratori”, determinò la progressiva trasformazione della massoneria da “operativa” in “speculativa”(1,2,3).

            La muratoria operativa è legata al concetto di costruzione in senso materiale. I muratori operativi erano maestri artigiani che costruivano nel medioevo le imponenti cattedrali, simbolo della spiritualità e depositari di un’arte antica che si rifaceva ai segreti matematici ed architettonici lontani nel tempo e nella memoria. La muratoria speculativa ha esclusivamente un significato spirituale e morale. Facendo propri i principi dell’Illuminismo la Libera Muratoria speculativa ebbe come obiettivo lo sviluppo e la diffusione di idee rivolte al miglioramento dell’uomo e dei popoli. Questo poteva avvenire anche grazie al progresso delle conoscenze scientifiche (in particolare allo studio delle scienze naturali, della biologia, della chimica, della fisica e della astronomia) e filosofiche che caratterizzarono quest’epoca. Infatti alla fine del seicento la scena era dominata da illustri scienziati come Isaac Newton e filosofi come Von Leibniz, Thomas Hobbes e Baruch Spinosa.

I ruoli dirigenziali della Gran Loggia di Londra, inizialmente ricoperti da personaggi di scarso livello sociale e culturale, vennero progressivamente assunti da personalità di rilievo. Questo fatto determinò un aumento del prestigio della Libera Muratoria sia in patria che all’estero.

Jame Anderson ed il “libro delle Costituzioni dei Liberi Muratori”.

Jame Anderson, pastore presbiterano, Gran Maestro della Gran Loggia di Londra, nel 1723 pubblicò il “libro delle Costituzioni dei Liberi Muratori” (Costitutions of the free-masons), che comprendeva la storia o il mito di questa antica e venerabile confraternita.

            Vi si faceva risalire l’origine della massoneria al X secolo, al Medioevo Inglese, quando il Principe Sassone Edwin aveva convocato la prima assemblea generale dei liberi muratori.

Successivamente la Libera Muratoria si diffuse grazie anche alle adesioni della dinastia Stuart a partire dal 1600, con Giacomo I e Carlo II.

Il libro ebbe una ampia diffusione, tale da diventare rapidamente una specie di “Bibbia della Libera Muratoria”.

Agli effetti prodotti dall’opera di Anderson si affiancò l’azione promozionale di Theophilus Desaguliers, massone di fede anglicana, accolto tra i membri della Royal Society di Londra, che pubblicò il libro degli “Antichi Doveri”.

Da quel momento in poi la Libera Muratoria si estese “a macchia d’olio” in tutta Europa, dove furono fondate le prime logge regolari (in Irlanda 1725, in Francia 1725, in Austria 1727, in Olanda 1734, in Scozia 1736, in Sassonia 1738), in Russia (1731), in America (1733) e in India (1730) . I principi della  tolleranza e della fratellanza cominciarono a circolare in questi paesi con un alto compito, quello del progresso e della civilizzazione dei popoli.

 Il mito “dell’origine crociata”

Fino al 1740 , la superiorità della Gran Loggia Inglese non venne messa in discussione. Fu la crescita della massoneria francese a creare una diversificazione sull’origine della Libera Muratoria.

Infatti in questo periodo nacque il mito sull’origine crociata della libera muratoria. Esso fu elaborato dai massoni di estrazione aristocratica-cattolica, sostenitori dei Giacomo I di Stuart, che aspiravano ad una restaurazione della monarchia Stuart, secondo alcuni da parte dei gesuiti. La nascita della massoneria andava collegata, non più ai “liberi muratori” Medioevali,  costruttori di cattedrali gotiche, ma ai guerrieri crociati fedeli alle armi ed alla religione Cristiana ; in particolare ai Principi Crociati di ritorno dalla Terrasanta.  Il passato “crociato” della massoneria viene rilevato, per la prima volta, nei manoscritti del 1738 del cavaliere Andrew Michael Ramsay.

Questo cavaliere era nato in Scozia nel 1686 ma si trasferì in Francia dove aderì al Cattolicesimo. Egli auspicava una completa riforma della Chiesa, orientata di più verso la spiritualità che verso il potere politico. Ramsay diventò Gran Oratore dei Cavalieri dell’Ordine Massonico Francese di San Lazzaro ed ebbe una vastissima risonanza dopo la pubblicazione di un suo discorso (1737) in cui esponeva le finalità della Libera Muratoria e l’origine crociata, attribuendo una discendenza aristocratica cavalleresca dell’Ordine Massonico.

Nel suo discorso sostenne che furono i crociati al seguito di Goffredo di Buglione, i reali scopritori delle leggi di questa antica confraternita, trovate nei sotterranei del Tempio di Gerusalemme. Furono i re, i principi ed i signori che una volta rientrati in patria, al ritorno dalla Palestina, vi fondarono le diverse logge. Ramsay decretò, inoltre, sulla base di questa nuova concezione, che la massoneria Francese doveva assumere il ruolo di direzione e guida della Libera Muratoria. Egli proclamò nel 1727 la nascita ufficiale della Gran Loggia di Francia indipendente da quella di Londra .

Si trattava di una operazione culturale rilevante, che serviva a dare alla Muratoria Francese un’immagine ed una struttura completamente nuova, più vicina alla tradizione Cattolica . Inoltre, rivendicando le origini aristocratiche-cavalleresche della Libera Muratoria, si contrapponeva alle pretese egemoniche delle dinastie protestanti inglesi. Infatti queste ultime, dopo le discordie legate al fanatismo religioso tra l’Europa Protestante e l’Europa Cattolica, avevano portato la Libera Muratoria  alla decadenza i cui destini avrebbero potuto sollevarsi ora solamente all’ombra di una dinastia cattolica. Questi concetti, per l’impulso di Ramsey, si affermarono inizialmente nell’ambito degli esuli stuardisti in Francia.

La “ leggenda di Hiram “

Nella prima metà dell’XVIII secolo,viene introdotto il mito della “Leggenda di Hiram”. La  Libera  Muratoria  si fonda  su due pilastri: il Grande  Architetto dell’Universo ed il mito di Hiram.

Il massone riconosce il  G T A T D T U T come legge che regola l’equilibrio più perfetto dell’universo. La figura del maestro Hiram, esprime i concetti della “costruzione etica” o del “perfezionamento” dell’uomo, nella allegoria della costruzione del tempio del re Salomone, della morte iniziatica e della rinascita (4). Questa leggenda eleva la Libera Muratoria ad un piano simbolico-spirituale completamente diverso rispetto agli antichi simbolismi dei liberi muratori, permettendo infatti il passaggio da una Libera Muratoria di tipo operativo ad una di tipo speculativo.

Sulla leggenda di Hiram si è innescata l’allegoria della Confraternita dei Rosa Croce. Il mondo templare ha esercitato, durante tutta l’età moderna, un fascino particolare per i massoni, legato al carattere militare ed assieme monastico dell’Ordine dei Templari. Esso fu fondato nel 1118 al termine della prima crociata, per proteggere i pellegrini nei viaggi in Terrasanta ed aveva la propria sede nel punto dove si credeva sorgesse il tempio di Salomone.

Le denuncie pontificie ed il periodo di repressione

La Libera Muratoria  fin dalle origini aveva in sé la tendenza a far tesoro di quanto avesse di meglio prodotto nei secoli il pensiero umano, specialmente in relazione agli aspetti speculativi-spirituali; questo  stimolava lo studio senza  nessuna scelta dogmatica.

Tra gli obiettivi del libero muratore non c’era solamente il perseguimento delle virtù civili ma anche lo studio e la comprensione della filosofia e della teologia, che andavano a soddisfare il bisogno di religiosità cattolica del momento .

Paradossalmente il tentativo da parte della Libera Muratoria di rivendicare la matrice cristiana e cattolica, coincise con un periodo di repressione dell’attività delle logge. Nel 1738 Clemente XII condannò e proibì le Società dei Framassoni. La condanna Pontificia fu una reazione sproporzionata della Chiesa Cattolica Romana di fronte alla Toscana Medicea, legata alla mancanza di successori diretti, che prefiguravano l’imminente estinzione dopo cinque secoli della dinastia dei Medici. Il Granducato aveva avviato una politica volta a riaffermare la sua sovranità di fronte all’ingerenza del confinante Stato Pontificio. Gli eventi storici del momento facevano intravedere già il complesso gioco, fatto di manovre diplomatiche da parte di diversi monarchi, per aggiudicarsi il Granducato ed in particolare la dinastia Asburgica dei Lorena, i cui esponenti erano massoni.

 Infatti alla morte dell’ultimo dei medici Giangastone, avvenuta nel 1737, fu Francesco Stefano di Lorena, iniziato in massoneria nel 1731, a divenire Granduca di Toscana.

Il Pontefice denunciò all’Inquisizione ed al Santo Uffizio l’esistenza di una loggia massonica a Firenze, con l’accusa di essere una “fonte di pericolo” ed un “covo antiromano”.

 Questo documento fu in realtà rivolto alle logge di tutta Europa. Gli inquisitori avevano il compito di contrastare i progetti degli Stati Europei che cercavano di ridurre l’influenza della Chiesa Cattolica Romana nella sfera politica e civile. La condanna Pontificia ebbe un effetto dirompente per la storia della Libera Muratoria in tutta Europa. Essa contribuì a trasformare la massoneria, che fino ad allora poteva essere considerata un fatto di “costume”, e tutto sommato di secondario rilievo, ad una entità più precisa, la cui morale interferiva non solo con la morale comune ma anche con quella Cristiana e per questo motivo l’istituzione massoneria veniva vista in conflitto con la Chiesa. Nel 1751 Benedetto XIV condannò di nuovo la massoneria con un altro documento rivolto contro il Granducato della Toscana e contro il Regno di Napoli, quest’ultimo  passato sotto il controllo dei Borboni di Spagna.

Il “periodo dei lumi”

In Europa nel secondo settecento, si cominciò ad assistere ad una profonda trasformazione della massoneria. Nel tentativo di soddisfare il bisogno di religiosità dell’uomo, con valori non più esclusivi della tradizione cristiana, si delineò una nuova forma di religiosità prettamente laica, basata sull’uso dell’intelletto e della ragione, che doveva portare ad una “rigenerazione dell’uomo”.

I massoni definivano se stessi “illuminati” o ”veri figli della luce”, che si assumevano  il compito di iniziare i “non illuminati”. Alla fine del seicento e primo settecento, il termine “illuminare “ rimandava all’ambito teologico ed indicava illuminazione dell’uomo da parte della volontà Divina; ma nel secondo settecento il termine cambiò di significato, non si intendeva più un individuo illuminato in senso religioso ma in senso laico , cioè dall’uso della “ragione”.

Nel 1784 il filosofo tedesco Immanuel  Kant scrisse  che “ l’Illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità, che egli deve imputare a se stesso, dovuto alla mancanza di coraggio di servirsi della propria intelligenza ”. Servirsi dei “lumi della ragione” significava porsi contro i principi fondati nella fede, nella consuetudine e nella autorità.

La comparsa nel 1751 dell’enciclopedia o “dizionario ragionato delle scienze, della arti e dei mestieri” fu una conseguenza diretta del pensiero illuminista. L’opera letteraria fu proposta da un filosofo francese di nome Diderot ed aveva lo scopo di raccogliere tutto il sapere umano e di spiegarlo con un linguaggio chiaro ed accessibile a tutti. I 28 volumi che componevano questo dizionario universale esercitarono una grande influenza non soltanto in campo scientifico e filosofico ma anche nell’attività pratica. Tutta l’opera, come scrisse Indro Montanelli (5), recava l’impronta di quei filosofi, che costituivano il grosso dei compilatori, e il cui sogno era di sostituire la scienza alla religione e se stessi ai preti.

Tra i grandi pensatori dell’Illuminismo spicca la figura del francese Voltaire , il cui vero nome era Francois-Marie Arouet, letterato, filosofo e critico delle istituzioni (Parigi 1694-1778), fu  iniziato a Parigi nella loggia delle Nove Sorelle e guidato nel tempio da Benjamin Franklin, allora ambasciatore a Parigi. Le sue opere  dilagarono dalla Francia in tutta Europa, raggiungendo tirature  di 300.000 copie, cifra enorme in un epoca in cui dominava l’analfabetismo. Voltaire portò avanti principi di “liberismo laico”, cercando di sovvertire le istituzioni non con una rivoluzione vera e propria, ma con una evoluzione morale degli uomini guidata dalla ragione. Egli combatté contro il fanatismo, le verità assolute e l’intolleranza.

Nel 1763 scrisse un ”Traité sur la tolerance”, che servì non solo per condannare le manifestazione di intransigenza religiosa, che aveva alimentato in passato roghi e scomuniche, ma anche per sottolineare che nessuno può arrogarsi il ruolo di depositario assoluto della verità.

Voltaire esercitò un influsso decisivo sulle èlites d’Europa. Giuseppe II d’Austria, Caterina di Russia, Gustavo III di Svezia, Pombal del Portogallo, Aranda di Spagna, Leopoldo di Toscana seguirono tutti la sua scuola. Federico II re di Prussia, si proclamava addirittura suo allievo, chiamando Voltaire alla sua corte di Potsdam presso Berlino. La Prussia si era imposta nello scenario europeo dopo la guerra dei sette anni (1756-1763), scoppiata a causa della concorrenza Austro-Prussiana per il controllo dell’area di lingua tedesca (6,7).

Federico II subì l’influsso delle idee dell’illuminismo, appassionandosi alla filosofia, alla scienza ed alla musica. Egli fu iniziato in massoneria nel 1738 e nel 1740 quando salì al trono, rese pubblica la sua appartenenza all’istituzione, scandalizzando l’opinione pubblica. Il suo contributo alla causa massonica fu cospicuo; abolì la tortura, limitò le censure, esaltò la libertà di opinione e cercò perfino di rendere obbligatoria l’istruzione elementare. Il suo nome è legato a quello del Rito Scozzese Antico ed Accettato, avendo avuto un ruolo dominante nella stesura delle Grandi Costituzioni, formulate a Berlino nel 1786, dove vengono sottolineate le finalità della Libera Muratoria.

Federico II strinse un importante patto di amicizia con il massone Benjamin Franklin, rappresentante degli Stati Uniti.

            In America infatti la democrazia stava mettendo solide radici, ma al contrario in Europa gli assolutismi anche i più illuminati, si fondavano su una concezione monocratica del potere senza alcun segno di democrazia; qualsiasi riforma sociale proveniva dall’alto con esclusione della sovranità popolare (6).

L’ “età delle rivoluzioni”

L’ultimo quarto del settecento viene di solito definito come  “l’età delle rivoluzioni”, a causa dei profondi sconvolgimenti che caratterizzarono alcuni dei paesi più importanti del mondo: l’America, l’Inghilterra e la Francia.

In Inghilterra, la “rivoluzione industriale” influenzò i destini economici, sociali e culturali del mondo contemporaneo. Dopo il 1780 in Inghilterra l’industria diventò l’asse portante dell’economia nazionale. Non si tratta di una rivoluzione improvvisa ma graduale, distribuita in più decenni. L’evoluzione del mercato, le innovazioni tecnologiche e le trasformazioni organizzative condussero alla nascita dell’industria moderna e determinarono un incremento senza precedenti della produzione. La produzione venne trasformata con la rivoluzione industriale da un processo individuale ad uno collettivo.

            In America del Nord, a partire dal 1763, gli abitanti delle 13 colonie Inglesi, si allontanarono tanto dalla Gran Bretagna, da prendere le armi contro di essa, ed arrivare dopo poco più un anno di conflitto armato, a dichiararsi indipendenti.

La Dichiarazione d’Indipendenza fu proclamata a Filadelfia nel 1776 e fu stesa materialmente dal delegato della Virginia Thomas Jefferson. Quest’ultimo e la maggior parte dei cinquantasei firmatari erano Fratelli. Essa rappresentava il primo testo politico in cui dominavano le idee dell’Illuminismo; in cui si affermava il diritto inalienabile alla vita, alla libertà, alla ricerca della felicità ed alla proprietà. Tra le condizioni che consentirono lo sviluppo dell’autonomia dalla madre patria delle colonie inglesi d’America, oltre che l’enorme crescita economica legata all’espansione commerciale, furono i grandi ideali di libertà dei coloni, che già in passato avevano spinto i loro progenitori ad emigrare dall’Europa.

Benjamin Franklin, “l’anima dell’arte muratoria statunitense”, fu inviato in Europa per perorare la causa dell’Indipendenza Americana. Egli ebbe molto successo in Francia, grazie ai rapporti stretti con i cosiddetti Philosophes, a tal punto che, nel 1778 il Governo Francese si schierò con gli insorti e la flotta francese combatté  insieme a quella spagnola contro la flotta inglese.

Nel 1783 con il “trattato di Versailles”, la Gran Bretagna riconobbe l’Indipendenza degli Stati Uniti. Nel 1789 George Washington, iniziato nel 1752 nella loggia di Fredericksburg in Virginia e comandante Supremo delle Forze Continentali della Rivoluzione Americana, fu eletto primo Presidente degli Stati Uniti.

In Francia, la spinta innovativa dell’Illuminismo e le suggestioni provenienti dalla Rivoluzione Americana, sfociarono nella Rivoluzione Francese (1789-1795) .

            L’incapacità dell’ ”ancien regime” (re, nobili, alto clero) di modificare i rapporti  fra le istituzioni, proprio nel paese che aveva espresso meglio degli altri, le idee di libertà e di progresso, sembra rappresentare la causa dominante del movimento rivoluzionario francese.

La nascita delle Logge  in Italia

La nascita delle singole logge avvenne senza una precisa strategia geografica, legata essenzialmente alle varianti degli originari modelli scozzese e inglese. Ben presto la libera muratoria cominciò ad espandersi nel continente.  

In Italia, suddivisa in numerosi Stati, fu impossibile una organizzazione di una Massoneria Nazionale . La Storia della Massoneria Italiana, alle sue origini deve essere letta come un collage di storie particolari, dove sembra sia stato più facile il contatto con gli stati esteri che non con quelli vicini. La Massoneria fu introdotta in Italia intorno al 1730 ed ebbe un ruolo di rilievo nella diffusione degli ideali illuministici di libertà e di tolleranza. Essa fu ben presto accettata nel tessuto sociale del paese poiché costituiva un modello attraente per le sue origini antiche, il livello sociale elevato dei suoi membri e le sue protezioni politiche.

Nel Meridione d’Italia le prime logge nacquero nel 1734, dopo le guerre di successione spagnola e polacca, che avevano portato al trono di Napoli  Don Carlo  di Borbone, poi diventato re di Spagna con il nome di Carlo III. Il Principe Sansevero era stato nominato Gran Maestro della Massoneria Napoletana. Egli ipotizzò un nuovo ruolo politico della massoneria; essa doveva  rafforzare lo Stato contro le ingerenze politiche della Chiesa.

La reazione della Chiesa fu durissima, mettendo all’indice l’attività massonica napoletana. Nel 1763 fu fondata la Loggia “Les Zeles”sulla base di lettere patenti della Gran Loggia d’Olanda.

Nel Granducato della Toscana le prime logge nacquero intorno al 1732 a Firenze, sotto la protezione di Francesco di Lorena e furono introdotte da iniziati massoni inglesi.

In Lombardia le prime Logge risalgono agli anni intorno al 1750, sotto il dominio asburgico, prima a Cremona e poi a Milano. La loggia più importante fu quella di Cremona organizzata dall’Abate Bianchi, che instaurò contatti con la massoneria europea e nordamericana.

Nel Regno della Sardegna e nel Piemonte, nacquero le prime logge nel 1765 a Torino, sotto la protezione del Duca di Savoia, il futuro Vittorio Amedeo III. La massoneria Piemontese, accogliendo come fratelli nobili, intellettuali, funzionari del regno, organizzò attività politiche culturali e scientifiche, facendo parte a pieno titolo della grande famiglia massonica europea, partecipando a tutti i “conventi” o riunioni dell’epoca.

Nella Repubblica Veneta la diffusione delle logge massoniche avviene più tardivamente intorno al 1770, prima a Venezia ( dove parteciparono le più autorevoli personalità del momento come Goldoni e Casanova), poi a Verona, a Vicenza ed a Padova .

L’età napoleonica : la nascita del Supremo Consiglio  e del Grande Oriente d’Italia (1805)

Sul finire del settecento le misure decretate quasi completamente da tutti i governi condannarono molte logge allo scioglimento. Queste misure, comunque, invece di scoraggiare, contribuirono a consolidare i massoni italiani nel loro proposito di organizzarsi meglio, con la creazione di logge per lavorare ritualmente. Esse infatti ricomparvero in età napoleonica, dopo le turbinose vicende del periodo rivoluzionario e giacobino e conobbero una fase di grande fioritura che culminò nella decisione di dar vita a un coordinamento su base nazionale (8).

Quando nel 1796 l’armata napoleonica occupò gran parte del nostro territorio nazionale, il tempo era maturo perché, sull’esempio di ciò che era avvenuto in Francia, anche in Italia la Massoneria assumesse un proprio ordinamento.

Fu così che il 16 marzo 1805, a Milano, venne insediato ritualmente un Supremo Consiglio per l’Italia ed una Gran Loggia Generale denominata, sulla falsariga di quella francese “ Grande Oriente d’Italia del Rito Scozzese Antico ed Accettato”. Sovrano Ordine Iniziatico che fa propri gli scopi ed i principi della Libera Muratoria Universale, elaborando ed espandendo il contenuto dei tre gradi simbolici (9). Promotore fu il Conte Auguste de Grasse-Tilly, arrivato in Francia con l’armata napoleonica, che agì in base a lettere credenziali rilasciategli dal Supremo Consiglio di Charleston, definito il “Supremo Consiglio madre del Mondo”, istituito nel 1801 ed attualmente con sede a Washington, che lo autorizzavano a istituire i Supremi Consigli “ dovunque nei due emisferi se ne fosse sentita la necessità”.

Infatti l’anno precedente aveva fondato il Supremo Consiglio di Francia e dopo quello Italiano, dette vita ad un  Supremo Consiglio in Spagna ed in Belgio.

Il 20 Giugno, sempre dello stesso anno 1805,  si provvide all’installazione di una Gran Loggia Generale, poi denominata “Grande Oriente d’Italia”, nella quale confluì il Grande Oriente dell’Armata d’Italia del Regno di Napoli, all’obbedienza del generale Giuseppe Lechi, creata l’anno precedente. La carica di Gran Maestro venne affidata a Eugenio di Beauharnais, che da pochi giorni aveva prestato giuramento come vicerè del Regno d’Italia.  Le logge attive in Italia, sotto l’influenza   della Gran Loggia Nazionale, nel periodo di maggiore solidità del regime napoleonico, erano circa 250. La caduta di Napoleone ebbe come naturale conseguenza la messa al bando della massoneria da parte di tutti i governi restaurati.

3. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Due sono le domande a cui dobbiamo rispondere: la prima è quale ruolo ha svolto la Libera Muratoria nei confronti della storia del mondo Occidentale; la seconda è quale ruolo ha la Libera Muratoria nella società civile del III millennio: è sempre attuale o è anacronistica?

A) RIFLESSIONI  SUL  RAPPORTO  “LIBERA  MURATORIA  E  STORIA”

Lo studio del contesto storico-culturale della Libera Muratoria del settecento e dei movimenti riformatori dell’illuminismo, mi ha fatto riflettere sul reale ruolo svolto dalla Nostra Istituzione nei confronti della “Storia”. Le logge Massoniche Americane, anche se non furono le principali artefici della Rivoluzione del Nord America del 1776, come le Francesi non lo furono per la Rivoluzione Francese del 1789 così come le Italiane non lo furono per il Risorgimento, comunque sparsero “semi fecondi” svolgendo un ruolo ideale, talvolta decisivo. La Libera Muratoria sembra pertanto avere inciso sulle grandi trasformazioni culturali e sociali della storia moderna. Le logge Europee, nel periodo illuminista, sono state considerate come un laboratorio di “etica civile”.

Gli storiografi hanno individuato nella massoneria una forma di emancipazione della Società moderna rispetto alle forme più oppressive dell’organizzazione politica dell’Europa e degli Stati Uniti nel secolo precedente (7,8).

Per discutere del rapporto tra la Libera Muratoria e la storia, è necessario distinguere, tra ciò che gli individui fanno in quanto tali e ciò che fanno in quanto massoni, cioè obbedendo a precise direttive dell’istituzione. Mi piace pensare che l’influenza dei “valori universali” della Libera Muratoria  verso i suoi affiliati è stata e continua ad essere forte, e sicuramente è capace di orientare i pensieri e le azioni verso orizzonti sempre migliori anche se alcune volte solamente utopici.

            Utopia comunque, sempre unita al disincanto, cioè alla consapevolezza della realtà e dei limiti umani (10,11). La Libera Muratoria, essendo una istituzione “libera” non può e non deve elaborare un programma ideologico rigido, simile a quello di un partito politico, ma i liberi muratori partecipando alla vita sociale, culturale e politica di uno stato, possono indirettamente agire positivamente sulla sua storia..

B) RIFLESSIONI SUL RUOLO  ATTUALE  DELLA LIBERA MURATORIA

L’analisi della storia della Libera Muratoria, suscita in noi l’inevitabile domanda sul ruolo della massoneria nella realtà contemporanea.

Nella società attuale sembra che gli  “uomini ” ormai non abbiamo più il coraggio (coraggio deriva dal latino “cor” cuore; capacità di affrontare senza cedimenti e con forza d’animo situazioni difficili) di prendere una posizione precisa e decisa, mettono in dubbio i propri principi, non credono e non difendono più i propri valori, perché non sembrano esistere più certezze.

L’uomo moderno “consumatore” non si prende più la responsabilità di dire le cose come stanno, di dire che qualcosa vale più di qualche cos’altro, sembra che non abbia nessun pensiero, nessun fondamento, tutto cioè è relativo. Infatti il pensiero dominante della nostra società sembra essere proprio “il pensiero relativista”, da alcuni definito anche “pensiero post-illuminista” o “pensiero senza fondamenti” o ancora “pensiero decostruttivo”.

La società attuale, globalizzata, multietnica e multiculturale, ha bisogno per vivere in pace, come viene ormai quotidianamente proposto da autorevoli personalità politiche e filosofiche, di una nuova“ religione civile” (12)…. « che sappia trasfondere i suoi valori in quella lunga catena che va dall’individuo alla famiglia ai gruppi alle associazioni alle comunità alla società civile, senza passare per i simboli dei partiti, i programmi dei governi, la forza degli Stati e perciò senza toccare la separazione nella sfera tra stato e religione. Possiamo definirla una “religione non confessionale”, con più praticanti e meno predicanti, in cui tutti possono ritrovarsi e sentire il bisogno di affermare e credere nei valori universali, come il rispetto della persona umana, della dignità, dell’uguaglianza, della libertà, non solo libertà di parola ma anche libertà di scegliere la propria fede religiosa ».

Questo “riarmo morale“ auspicato dagli intellettuali sembra essere prossimo, come ha scritto Vittorio Messori (13), alla ideologia della massoneria, che la Chiesa ha combattuto proprio perché pretende di essere un “ cristianesimo senza Cristo”.

Quest’ultima deduzione ci fa comprendere chiaramente l’attualità e la modernità della Libera Muratoria. Il nostro ruolo, come liberi muratori, essendo “portatori di antichi ed eterni valori”, è quello di applicare e di ridistribuire con coraggio questi valori nella società civile.

In questa “nostra ottusa contemporaneità ” (14), questo compito risulta particolarmente “alto”.

Noi liberi muratori siamo una minoranza creativa che ha dato e continua a dare un rilevante contributo alla società civile, cioè alla Storia.  Non dobbiamo credere che solo “coloro che usano il fuoco delle armi” hanno la possibilità di forgiare la storia, in realtà come affermano alcuni sociologi, il destino di una società dipende sempre dalle “minoranze creative”.

TAVOLA SCOLPITA DAL FR.’. C. S.

BIBLIOGRAFIA

1.   Natale Mario Di Luca.  La massoneria.Storia ,miti e riti. Ed.Atanor,2001

2.  M.della Campa ,G.Galli. La massoneria Italiana.Ed.F.Angeli, 1998

3.  Aldo A. Mola, Storia della Massoneria Italiana.Ed.Bompiani,1992

4.  V.Bolli – Il mito di Hiram. Gradus , Gennaio-Marzo 2004

5.  I.Montanelli,  G.Gervaso. L’Italia del settecento.  Rizzoli ed.Milano 1977

6.  R.Gervaso. I fratelli maledetti. Storia della massoneria. Ed. Bompiani, 1999.

7.  F.Conti. Storia della Massoneria Italiana. Ed. Il Mulino.2003

8.  A.Trampus. La massoneria nell’età moderna. Ed.Laterza 2001

9    C. S.   La natura e  lo spirito del .R.S.A.A.  alla luce   dell’analisi critica delle carte fondamentali del Rito. Le Grandi Costituzioni del 1786; la Circolare ai due Emisferi 1802;  il Manifesto di Losanna 1875. ( Seminario – Luglio Scozzese – Nocchi di Camaiore   2004).

10. C. S.   Utopia e pensiero massonico. In “Vita di Loggia “

11. C.S. La cultura dell’uomo massonico. Il Laboratorio.N°44, Dic.1999.

12. M.Pera,  J.Ratzinger . Senza radici. Ed. Mondadori 2005

13. V. Messori.  Corriere della Sera ,14 Dicembre 2004

14. F.Adornato. La nuova strada. Ed. Mondadori, 2003

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