QUALE MASSONERIA?
In questi mesi più volte mi sono sorpreso a ripensare alla Massoneria, o meglio alle Massonerie, in relazione ai metodi, ai concetti e alle tradizioni da queste perseguite, alle peculiarità, alle differenze che contraddistinguono le varie correnti di pensiero e alle ritualità che rappresentano.
Prima di proseguire, vorrei fare una brevissima premessa sulla mia visione della Verità, che abbraccia e deriva dal pensiero di molti filosofi. In primo luogo, la Verità non appartiene alla sfera umana ma a quella Divina; in secondo luogo, esistono due diverse Verità: quella pura, assoluta, cioè quella posseduta dal Divino e quella relativa, quella della condizione di errare, posseduta dall’uomo eternamente
smarrito. Dunque, non vi è una via unica. Tutte le «Verità relative» sono parimenti accettabili e perseguibili, in quanto funzione dei singoli criteri valutativi culturali.
Poste allora queste mie considerazioni a base della questione iniziale, cioè di quale sia la Massoneria che meglio rappresenta il nostro ideale di Iniziato, è evidente che in queste poche righe non esporrò le varie peculiarità e storie di tutte le organizzazioni massoniche che sono state o sono attive nel nostro paese, cosa che come ben immaginate necessiterebbe uno spazio enorme, ma mi limiterò a ricordare per sommi capi le origini e la tradizione della Massoneria del periodo relativo all’unificazione dell’Italia, che vede indissolubilmente uniti il Rito Simbolico Italiano e la Massoneria Italiana.
La storia ci riporta a metà dell’800, a uomini che con fermezza e determinazione contribuirono alla realizzazione di un’Italia unita, una Patria, dove compartecipare cultura e tradizioni. Massoni che hanno intuito la necessità di avere una sola ed unita famiglia massonica italiana, sottoposta alla nascente Patria, e che non fosse colonia di potenze straniere.
Questa nascente Massoneria Italiana doveva sorgere ispirandosi allo spirito più antico ed universale della Libera Muratoria, cioè alla c.d. «Massoneria Azzurra» che si sviluppa nei tre gradi, da apprendista a maestro, passando dal secondo grado di compagno, come previsto e richiesto dai protocolli internazionali di riconoscimento di tutte le Massonerie. Una Massoneria che fosse laica e laicista, con la volontà di slegarsi dai condizionamenti legati al confessionalismo, dovuti
all’influenza sociale e culturale della società alla quale apparteniamo, che potesse meglio proporsi ed aprirsi a qualsivoglia cultura, religione, e pensiero. Così fu: la Massoneria legata al nascente Stato Italiano fu caratterizzata da regole derivanti dalla tradizione Massonica più pura, al fine di abbracciare il concetto di universalità in modo fattivo. Una Massoneria sviluppata nei primi tre gradi, scevra da legami confessionistici sia nell’organizzazione che nella ritualità, una Massoneria veramente laicista.
A due anni dalla fondazione della Loggia Madre Ausonia, a cavallo tra il 1861 ed il 1862, nella Grande Assemblea svoltasi a Torino furono approvati «I cinque punti della fratellanza dei Liberi Muratori», un manifesto unico ed universale che esemplifica e rappresenta tutt’oggi lo spirito che ha animato i nostri progenitori. Sono trascorsi quasi 160 anni e tale documento, la cui lettura e rilettura consiglio a tutti, appare ancor oggi di un’attualità incredibile, a testimonianza del fatto che esistono valori umani oggettivamente indiscutibili ed universali.
La domanda che un lettore profano potrebbe porsi è con quale metodo l’uomo possa pervenire alla conoscenza di tali valori.
La risposta, almeno parzialmente, può essere fornita da un filosofo
Massone illuminista vissuto nel ’700, Gotthold Ephraim Lessing, che scrisse: «la Massoneria ha la funzione extrastorica di conoscere il destino ultimo dell’umanità, impadronendosi dei valori universali che prescindono dal relativismo delle culture e società umane».
Ed ancora: «Il valore dell’uomo non è nella verità che ritiene di possedere, ma nello sforzo incessante per raggiungerla».
Ne deriva che ciò che ci accomuna è la Conoscenza e non la Verità, quella Conoscenza prodotto della Volontà, intendendo quest’ultima come sforzo d’elaborazione conoscitiva tesa all’Assoluto; ciò è testimoniato nel rituale Massonico d’iniziazione laddove si recita: noi lavoriamo senza tregua per il nostro miglioramento.
In qualunque percorso iniziatico esiste un obiettivo ed un modo per raggiungerlo. L’obiettivo è un qualcosa che definisce la finalità del percorso, ma non lo spiega. La Via al perfezionamento non è caratterizzata dal suo obiettivo ma per i modi in cui essa è percorsa. Alla Verità si può pervenire in innumerevoli modi, ma ciò che è importante è saper distinguere tra quelli che consentono il perfezionamento e quelli che si svelano come inutile sforzo.
È con l’intuizione che l’iniziato troverà il modo adatto per raggiungere il perfezionamento, intuizione che si potrà raggiungere solo con l’agire. Perciò i Massoni possono essere una categoria di uomini del tutto speciali, cioè coloro che dovrebbero rappresentare, con la loro esemplarità, il polo di riferimento per l’intera umanità non iniziatica.
Ritornando allora al quesito originale «quale massoneria?», il mio pensiero è certamente volto ad una massoneria di soli tre gradi, che ponga al centro l’uomo, ne enfatizzi la capacità e la volontà di ricerca. Quell’uomo Massone che opera non per successivi premi, ma per l’intimo convincimento dell’indispensabilità di un forte miglioramento interiore per sé e per la società di cui è parte.
Una Massoneria veramente universale che possa accogliere con la massima serenità Fratelli di ogni etnia e religione perché laicista anche nella ritualità. Una Massoneria che sappia formare Massoni capaci di sviluppare il loro percorso di perfezionamento, con la volontà della ricerca della Conoscenza, e con l’applicazione dei valori universali umani nella propria vita ed in quella della società cui appartengono, Massoni che sappiano far progredire l’umanità attraverso l’esempio, attraverso l’opera fattiva a favore dell’altro e a favore della libertà. Che sappiano operare in qualsiasi ambito dei diritti di tutti gli uomini e a difesa del creato in tutte le sue forme, animale, vegetale, minerale, e che sappiano indagare e tutelare le verità nascoste del cosmo cercando di evitare le alterazioni degli equilibri dell’universo.
Sono caratteristiche che ritroviamo nella Massoneria Azzurra, ma che sono presenti ancora di più nel Rito Simbolico Italiano che, con la sua «Dichiarazione dei Principi», pone nel terzo grado il raggiungimento della Perfezione Massonica e che, al momento dell’istallazione dei suoi Presidenti di Collegi e Logge Regionali, chiede loro di far invitare i Maestri Architetti a meditare profondamente non solo su problemi spirituali e filosofici ma anche sui problemi umani sociali e politici.
Carissimi Fratelli Maestri Architetti, il Rito Simbolico Italiano ha avuto natali importanti, ha una grande storia da onorare, e vanta prestigiosi Fratelli che si sono adoperati fattivamente per la società profana, quali Gaetano Pini, Ausonio Franchi, Pier Carlo Boggio, Roberto Assaggioli, Roberto Ascarelli ecc.
Ora tocca a noi raccogliere il testimone e perpetuare questa grande tradizione, tenendo sempre bene in mente che, come scritto nei rituali: il lavoro conforta lo spirito ed il bene operato è l’eredità che l’uomo onesto lascia alla terra.
Buon lavoro a Tutti ed Armonia
Fratello Maestro Architetto Marziano Pagella
Serenissimo Presidente del Rito Simbolico Italiano
TRATTO DALLA RIVISTA “ACACIA “ 2020/2