Quale azione esercita la cultura massonica sul mondo: influsso reciproco delle classi sociali
Se questo problema si potesse pure con piena serietà presentare in forma di dubbio, ancora si potrebbe, effettivamente, domandare se l’Ordine agisca anche sul mondo, sulla maggiore società umana.
Quest’uomo così educato nell’intima santità dell’Ordine, non rimane dunque come prima di fronte al mondo, e come prima occupa in esso il suo posto?
Non resta, com’era prima, sposo, padre di famiglia, compagno, membro della condizione che egli riveste nel mondo? Può forse mancare che la sua cultura, ottenuta nell’Ordine, ma diventata ora interamente sua propria, cosi da formare una parte costitutiva della sua personalità, a cui egli non può tanto arbitrariamente rinunciare, quando abbandona la loggia, può forse mancare che questa cultura si manifesti in tutte queste relazioni [sociali]? E non agisce così l’Ordine, in forma sommamente benefica, sul mondo, mediante i suoi membri?
Richiamo la vostra attenzione su qualche cosa che vi sosterrà nelle vostre proprie riflessioni.
Nessuno occupa il suo posto nella più grande società in maniera meglio idonea di colui che può stender lo sguardo oltre il suo posto medesimo, che non vede soltanto questo, ma anche intuisce e contempla la sottile linea di separazione dove esso trapassa e penetra nella più grande società: come è il caso del grande e illustre scienziato, che volge lo sguardo non solo alla sua disciplina, ma anche a quelle confinanti, e anche a tutto quanto il campo del sapere. Soltanto colui che sta in tal modo nella sua posizione, agisce per il mondo con gli occhi aperti e con buona coscienza di sé: l’altro è un cieco strumento di lavoro; che forse opera affatto rettamente al suo posto, mala cui attività soltanto per opera del tutto viene da ultimo indirizzata alla verace mèta. Il primo sa, a tempo opportuno, ora lasciar
perdere parte delle esigenze e delle norme della sua condizione, ora attenervisi strettamente, e ora acuirle; quest’altro nulla intende del poi, ma procede, come una macchina, oggi e domani per il cammino a cui se fermamente abituato. Ora, è proprio la Massoneria quella che innalza tutti gli uomini sopra la loro condizione; essa educa quindi, in quanto educa degli uomini, anche i più abili membri della più grande società: dotti c sapienti amabili e popolari, uomini d’affari non soltanto capaci, ma anche forniti di giudizio, guerrieri umani, buoni padri di famiglia e savi educatori dei loro figliuoli. A qualsiasi relazione umana si voglia pure pensare, la Massoneria esercita su di essa il più vantaggioso influsso.
La società umana deve inoltre essere occupata in un continuo progredire: tutte le sue relazioni devono diventare sempre più pure, c perfezionarsi sempre più. In particolare, uno stato ben governato progredisce nella legislazione, nell’amministrazione, nelle istituzioni educative, e tiene sempre un orecchio aperto a tutte le obiezioni e correzioni. Uno stato siffatto, tutto occupato a procedere verso la perfezione, nulla può intraprendere con dei professionisti che non abbiano mai proteso lo sguardo oltre la ristretta sfera della loro particolare vocazione e che non potrebbero progredire se non sulla via fino a ieri battuta: essi diventano inutili tosto che vien fuori un miglioramento: e poiché non vogliono diventare inutili, si impuntano contro i miglioramenti, e impiegano tutto il proprio influsso per impedirli, oppure preparano ad essi, nonostante il loro buon volere di promuoverli, una cattiva riuscita. Dove è così disposta la maggioranza dei professionisti di uno stato, là si rimarrà in eterno all’antico.
È vero che già uno studio fondamentale delle scienze eleva sopra a questa angusta cerchia della routine professionale e delle contratte abitudini; la scienza mostra la reciproca dipendenza di tutte le relazioni umane e indica i punti, dai quali si deve muovere il passo più avanti. Ma la scienza esercita poi
effettivamente questo influsso sul mondo? Quando anche la maggioranza usasse studiare più a fondo che non faccia; quand’anche essa non fosse solita a dimenticare senz’altro, dopo alcuni anni, questa mezza cultura che porta via seco, in qualche modo, dalle università: quand’anche tutto ciò non fosse, a che giova il mero sapere, senza esercizio pratico? Qui, dove nulla può ulteriormente giovare, ritorna ora a mezzo la Massoneria, come un istituto di esercizio pratico perla versatilità; e riempie una lacuna, che la grande società civile doveva necessariamente lasciar aperta. Vi rammento qui, di passaggio, lo stato in cui tutti noi viviamo, al quale non si può negare, senza somma ingiustizia, il vanto dello sforzo verso la perfezione. Non sentenzierò se questa tendenza proceda pure all’infuori della Massoneria, che in esso da lungo tempo è fiorita, ovvero se c come fin qui sia stata sostenuta dalla Massoneria stessa; ma posso recisamente affermare che questa tendenza deve trovar nell’Ordine un buon appoggio per avvenire.
Ponderate inoltre la seguente osservazione. In un notevole scritto, in cui le condizioni sociali dell’uomo vengono divise in due classi, e alla prima classe sono ascritti coloro che si occupano della cultura intellettuale e morale degli altri, come pure di governarli
[politicamente]
, alla seconda coloro che si curano delle esigenze della vita terrena, in questo scritto è stato mostrato che il fondamento principale
della passata deficienza di molte relazioni umani risiede nella difficoltà dell’azione reciproca e del mutuo influsso di entrambe queste classi, luna sull’altra, e che non si può giungere a un miglioramento fondamentale, finché non sia interamente instaurato questo mutuo influsso. Se ora considerate come un male, al par di me, questa mancanza di connessione e d’influsso, voi computerete anche l’Ordine Frammassonico in conto del miglior rimedio e del mezzo più adatto per un miglioramento fondamentale. Esso riunisce infatti in sé almeno entrambi gli estremi di queste due classi, © li avvicina di più l’uno all’altro, senza riguardo alla loro occupazione di grado e di professione. Perciò è imperiosamente necessario che in una loggia (come, del resto, per solito accade) stiano a fianco non solo persone colte, ma anche uomini in dotti, e non solo indotti, ma anche dotti: e che nessuno guardi l’altro di traverso per il fatto che egli è tale, e quello non è. Un membro della seconda classe, che impara qui a deporre la sua diffidenza, la sua ombrosità, il suo timore, il suo odio o il suo disprezzo
almeno verso i membri della prima classe, che sono suoi Fratelli nell’Ordine; un membro della prima classe, che apprende qui a scacciare il suo dispregio, almeno per i membri della seconda classe, che sono suoi confratelli, porterà seco certamente questa disposizione sentimentale anche fuor della loggia, nel mondo, estenderà la sua migliorata concezione di queste classi anche ad altri membri di esse che non sono Fratelli dell’Ordine, e comunicherà tal concezione migliore ad altri non iniziati della sua propria classe. Un retto cittadino, che in qualche modo dentro all’Ordine si convincesse, che un dotto non è necessariamente un pedante, anche fuori dell’Ordine non farà più questa supposizione in modo così incondizionato, e certo comunicherà, occasionalmente, anche ad altri onesti cittadini, che non siano «Fratelli», la sua scoperta. Un dotto, che in qualche modo avesse appreso nell’Ordine che un impiegato o un cittadino senza studi non è punto un uomo ignorante e corto di mente, col quale non si possa parlare di nessun argomento razionale o dal quale nulla si possa imparare, tratterà con riguardo tali persone anche fuori dell’Ordine e diffonderà questa sua scoperta in conversazioni e scritti. E così l’Ordine massonico sarebbe una delle più importanti istituzioni in pro del mondo, quale, senza di lui, vi manca interamente.
Ma da ultimo, il che per altro io posso soltanto accennare a rapidi tratti, l’Ordine potrebbe appunto operare proprio per lo stato, per la Chiesa, per il pubblico colto, ed essere utilizzato da tutte queste realtà sociali, per preparare a poco a poco quei miglioramenti, per i quali si facesse prevedere l’opposizione della unilateralità.
Avete ora dati sufficienti sulla idoneità, utilità, anzi indispensabilità dell’Ordine Frammassonico nella grande società civile e umana. Che cosa esso possa operare, Vi è chiaro per naturali ed esatte conseguenze [tratte] dal presupposto del suo scopo; la sua attività deve seguire dal fatto ch’esso ha per scopo di far acquistare ai suoi membri, in tal colleganza, una cultura universale, puramente umana, in
opposizione alla cultura particolare di classe; ma questo scopo razionale è superiore a ogni biasimo è poi tanto certo ch’esso lo abbia, quanto è vero che si occupano assiduamente di lui uomini seri, saggi e virtuosi.
TRATTO DA “LEZIONI DI FILOSOFIA” DI NICHTE