Vedendo ed osservando
il dollaro statunitense, si notano alcuni simboli massonici. Non è solo una
semplice impressione. Vi è infatti la piramide che è sormontata dalla luce
della Sapienza divina (triangolo ed occhio). Al tempo della Costituzione
americana, gli stati confederati erano soltanto tredici, (basterà contare le
stelle, disposte entro il sigillo di Salomone, sopra l’aquila che campeggia sul
lato opposto alla piramide). Si era nel 1776, anno inciso con cifre romane alla
base della piramide. I tredici stati dichiararono la propria indipendenza
dall’impero britannico, formularono i diritti dell’uomo, fondati su “life, liberty
and the pursuit of the happiness”, cioè il diritto alla vita, alla
libertà e alla ricerca della felicità. Anche i gradi di pietre che
compongono il tronco di piramide sono tredici: i tredici stati nell’ordine
“secolare”, cioè nel mondo, che trovano compimento e unità nella Sapienza
divina di cui sono emanazione.
Sul recto del dollaro è il ritratto di George
Washington, che è ripreso da un quadro che lo ritrae, con i piedi a squadra,
con le insegne massoniche di Maestro. Il rovesciamento del volto è dovuto alla
tecnica incisoria. (Info da Zenit).
Il simbolo del Dollaro $
Interessante è la spiegazione data dal Guenon (Simboli
della Scienza sacra) alla grafica del Dollaro USA. “Su antiche monete spagnole,
si vede una raffigurazione delle colonne d’Ercole, legate da una specie di
banderuola sulla quale è scritto il motto non plus ultra” (riferito alle
Colonne d’Ercole); “ora, fatto che sembra abbastanza poco noto e che segnaliamo
qui a titolo di curiosità, da questa raffigurazione è derivato il contrassegno
usuale del dollaro americano; ma in tale immagine tutta l’importanza è stata
data alla banderuola, cheall’origine era solo un accessorio ed è stata mutata
nella lettera ~, di cui aveva pressappoco la forma, mentre le due
colonne, che costituivano l’elemento essenziale, si trovavano ridotte a due
trattini paralleli, verticali come le due tangenti al cerchio nel simbolismo
massonico appena spiegato; e cosa non è priva di una certa ironia, visto che
proprio la “scoperta” dell’America ha annullato, di fatto, l’antica
applicazione geografica del non plus ultra.”.
M.B.:
Sigla massonica tuttora riportata sui grembiuli da Maestro di
fattura anteriore al 1970, in quanto parte dell’abbigliamento rituale del terzo
Grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato. È andato in disuso dopo la netta
separazione delle competenze tra Riti ed Ordine. Rappresenta la parola segreta
del Maestro Massone che, secondo la tradizione, ricorda l’espressione
pronunciata dai primi Maestri che toccarono i resti di Hiram, il sovrintendente
ai lavori per la costruzione del Tempio di Salomone di Gerusalemme. Secondo
alcuni studiosi, l’espressione deriverebbe dall’ebraico, ed avrebbe il
significato di “Figlio di Moab“, oppure di “Egli vive
nel figlio“, ricordando che come i Moabiti si difesero
dall’oppressione giudaica, così il Maestro Massone deve difendersi dall’assalto
della profanità.
Maat,
la Regola: Nell’antico Egitto Maat era la regola, e la regola era
Maat. Nessun concetto poteva significarne tanti alla pari di Maat. Essa era
l’ordine, la saggezza, la ritualità, la rettitudine, la giustizia, la morale,
l’armonia universale. Era il cubito dell’artigiano, secondo il quale ogni cosa
veniva misurata esattamente. Era la custode della legge divina, verità perfetta
e sapienza assoluta. Simbolo di Maat, nel linguaggio dei geroglifici, era lo
zoccolo del trono, rettitudine per eccellenza. Dire e fare Maat, porre la
regola nel suo cuore per governare con armonia: questo e solo questo era il
compito principale del Sovrano, espressione terrena della divinità. Ispirandosi
alla regola di Maat, il Re interveniva negli affari giuridici, proteggeva il
debole dal più forte. E’ in virtù del suo legame con Maat che l’istituzione
faraonica fu il più durevole dei regimi politici e attraversò i secoli. É per
questo che il faraone (da per aa, grande casa) non poteva essere un
tiranno: la sua volontà doveva essere solo Maat, al di fuori di essa c’era il
caos. Maat era figlia del dio solare Ra e sorella di Thot, dio della sapienza.
Con lui sedeva sulla prua della nave di Ra, impugnando lo scettro e l’ankh
e portando la piuma bianca della verità. A Maat prestava giuramento il faraone,
al momento dell’investitura, e nella sala di Maat (la Sala della Giustizia),
al termine della vita terrena, avveniva la pesatura del cuore (v. Psicostasia)
con la piuma della giustizia. Questa era la tradizionale dichiarazione di
innocenza (dal Papiro di Ani) di fronte a Osiride: “Non ho detto il
falso: Non ho commesso razzie; Non ho rubato; Non ho ucciso uomini; Non ho
commesso slealtà; Non ho sottratto le offerte al dio; Non ho detto bugie; Non
ho sottratto cibo; Non ho disonorato la mia reputazione; Non ho commesso
trasgressioni; Non ho ucciso tori sacri; Non ho commesso spergiuro; Non ho
rubato il pane; Non ho origliato; Non ho parlato male di altri; Non ho litigato
se non per cose giuste; Non ho commesso atti omosessuali; Non ho avuto
comportamenti riprovevoli; Non ho spaventato nessuno; Non ho ceduto all’ira;
Non sono stato sordo alle parole di verità; Non ho arrecato disturbo; Non ho
compiuto inganni; Non ho avuto una condotta cattiva; Non mi sono accoppiato (con
un ragazzo); Non sono stato negligente; Non sono stato litigioso; Non sono
stato esageratamente attivo; Non sono stato impaziente; Non ho commesso
affronti contro l’immagine di alcun dio; Non ho mancato alla mia parola; Non ho
commesso azioni malvagie; Non ho avuto visioni di demoni; Non ho congiurato
contro il re; Non ho proceduto a stento nell’acqua; Non ho alzato la voce; Non
ho ingiuriato alcun dio; Non ho avuto dei privilegi a mio vantaggio; Non sono
ricco se non grazie a ciò che mi appartiene; Non ho bestemmiato il nome del dio
della città” (di Stefano Rex, Internet).
Maat:
Divinità dell’antico Egitto, dea della verità, della giustizia e
dell’ordine cosmico, perno del pensiero faraonico e vera anima dell’Egitto. La
mitologia egizia la vuole figlia di Ra (il Sole) e sposa di Thoth,
o Hermes (v.), con il quale partecipava alla cerimonia della psicostasia
(v.), il giudizio che tutti i defunti dovevano sostenere per essere “giustificati”.
Essa è l’ordine opposto al disordine (Isfet), l’altruismo contro
l’egoismo, la verità contro la menzogna, l’equilibrio contro il caos, la
giustizia contro l’iniquità. Simbolo dell’ordine universale, M. rappresenta
anche l’etica che spinge l’essere umano ad agire in accordo con la coscienza
che si ha in tale ordine, in ogni circostanza della vita. Tolomeo II Filadelfo
consacrò a M. la necropoli di Deyr el-Medina, in Tebe. La dea M. viene sempre
raffigurata come una donna con una piuma bianca di struzzo posta verticalmente
sul capo, come nel rilievo nella tomba di Sethi I, padre di Ramesse II il
Grande, nella valle dei Re. Tale piuma evoca i raggi del sole, la vita
spirituale, lo stato di perfezione verso il quale ogni essere umano deve
tendere. Tutto è M.: il Faraone e la sua funzione, il rito ed il sacerdote, il
cibo e le offerte, il lavoro dell’orafo e quello del contadino, il soldato che
fa grazia della vita al nemico vinto e l’uomo innamorato. Praticare la M.
significa vivere da persone oneste, civili, responsabili, sensibili, pienamente
consapevoli. A cominciare dal Nuovo Regno la dea M. è stata rappresentata
accovacciata, come nelle statuette che giudici e sacerdoti usavano portare
appese al collo.
Macchine
anatomiche: Denominazione data dal Canonico Celano (Notizie del
bello, dell’antico e del curioso della città di Napoli, 1792) dei due
scheletri maschile e femminile, nei quali si osservano tutte le vene e tutte le
arterie, comparsi solo vent’anni dopo il decesso del principe Raimondo di
Sangro (1771). Pare siano stati ottenuti per iniezione diretta nel sistema
sanguigno di una sostanza imbalsamante a base di mercurio. Oltre a tutti i
visceri ed agli organi del torace e dell’addome umano, si osservano i vasi
sanguigni del cranio, della bocca, della lingua. Nel torace della femmina è
evidente l’esofago (mancante nell’esemplare maschio). Nel suo addome è visibile
anche un feto, accanto alla placenta aperta, da cui fuoriesce il cordone
ombelicale collegato all’utero. Fin dal 1792 se ne attribuì la paternità ad un
medico anatomico palermitano, Giuseppe Salerno, che aveva notoriamente ottenuto
risultati simili nella sua famosa scuola di imbalsamazione.
Macedonio:
Patriarca di Costantinopoli (m. 370 ca.), semiariano (omolusiano).
Contribuì per due volte alla deposizione del suo vescovo, l’ortodosso Paolo.
Vescovo di Costantinopoli nel 342, divenne capo del partito omolusiano.
Fu deposto nel 360, allorché presso l’imperatore Costanzo prevalse l’altro
partito ariano, quello degli omei.
Macedonismo:
Dottrina di ispirazione ariana designante l’eresia degli Pneumatomachi
(v.). Il nome deriva non dalla posizione di eresiarca di Macedonio (v.), ma dal
fatto che i suoi primi seguaci di Costantinopoli e dell’Asia Minore (il più
importante fu Eustazio di Sebaste) appartenevano al partito omolusiano facente
capo a Macedonio, con il quale non risulta alcuna valida testimonianza di
relazione diretta. Tale dottrina negava la divinità dello Spirito Santo, che
riteneva creatura del Verbo in base ad un’interpretazione rigidamente letterale
delle Sacre Scritture. L’eresia fu condannata dai Concili di Costantinopoli
(381), di Efeso (391), di Calcedonia (451) e Lateranense (1139). Gli adepti del
M. furono anche denominati Maratoniani, dal nome di Maratonio, vescovo di
Nicomedia, uno dei più importanti esponenti della setta.
Machu Picchu: Antica città
del Perù precolombiano, ubicata sull’altopiano del Cuzco. Era accessibile
soltanto attraverso una strada stretta, molto erta, che giungeva dalla valle
del fiume Urubamba fino allo sperone roccioso sospeso sull’abisso dove sorgeva
la città. La sua posizione la fece sfuggire all’occupazione spagnola. M. fu
scoperta solo nel 1911 dall’archeologo americano Hiram Bigham. A 700 metri di
altezza sul fondo valle un grande portale rastremato, con duplici ante di
grosse pietre squadrate, segna l’ingresso di M.; dal portale parte una lunga
rampa di 99 gradini, che conduce verso la sommità della rupe su cui sorge la
città. Architettonicamente si nota la netta predominanza dello stile
rettangolare, con l’uso di massi di granito bianco ben tagliati. Numerosi gli
edifici pubblici e le poderose opere difensive. La città è percorsa da
scalinate che collegano i vari quartieri; le case sono ancora in ottimo stato
di conservazione, malgrado non se ne siano trovate con il tetto superstite,
dato l’uso di coprire gli edifici con materiali molto deperibili, come giunchi,
canne ed elementi vegetali in genere. Mescolati alle case ed agli edifici
pubblici, si trovano gli spazi ricavati per le coltivazioni a gradoni.
Macrocosmo:
Nel linguaggio filosofico viene usato per indicare l’universo inteso in
contrapposizione all’essere umano (microcosmo). Gli antichi filosofi prima ed i
naturalisti e panteisti (XVI Secolo) consideravano il M. come un essere animato
analogo all’uomo, asserendo che amodificazioni dell’uno corrispondessero
analoghi mutamenti nell’altro. (G.O.I.) Ad un certo punto del suo
faticoso cammino evolutivo verso una coscienza superiore, l’essere umano è
riuscito ad intuire la presenza di un mondo al di fuori del proprio Microcosmo
individuale. Un fatto di coscienza di sé stesso e del mondo fisico che lo
circonda. Tradizionalmente a tale presenza è stato imposto il nome di M., che
rappresenta una realtà percepibile, anche se in varia misura e chiarezza.
Tradizionalmente costituisce una realtà oggettiva nel campo dell’esistenza,
anche se l’esperienza della sua percezione rimane soggettiva, entro i confini
della coscienza di ciascuno. L’Ermetismo definisce il M. come ciò che staal
di sopra, in alto, un mondo ed un essere assolutamente indefinibile. Esso
si rivela talvolta come Immanenza, e talaltra come trascendenza. La sua
presenza si manifesta nel Divenire, tramite i quattro Elementi (v.). Occorre
notare che le leggi che governano il M. sono le stesse applicabili al
Microcosmo (v.).
Macumba: Termine di lontane origini, ma
si ritiene che questa parola fosse in uso in Brasile già nel XVII secolo.
Probabilmente derivato da Jongo, una specie di danza semireligiosa
importata dagli schiavi africani i quali, prima di iniziarla, chiedevano la benedizione
degli anziani chiamati “cumbas”, che avevano a che fare con la
stregoneria. In quel periodo il loro vocabolario era di chiara origine
angolana. Poiché in questo idioma per formare il plurale si antepone la
particella “ba” o “ma” al sostantivo, si può
pensare ad una naturale fusione dei due termini in M. Con il passare del tempo
e con il continuo contatto con il cattolicesimo professato dai proprietari
terrieri, queste danze si legarono ai movimenti mistico-spirituali. Si
costruirono così le basi di un movimento religioso, la cui filosofia ha
resistito al trascorrere del tempo, evolvendosi al punto da assumere le
caratteristiche di una vera dottrina realmente animistica che ha come concetto
fondamentale l’armonia tra gli uomini e le forze divine della natura.
Erroneamente la M. viene associata esclusivamente a riti di magia nera, per cui
essa incute terrore al solo pensiero del male che potrebbe provocare alle
persone che ne subiscono gli influssi. Questo perché gli argomenti di cui non
si riescono a cogliere i meccanismi incutono timore e sono considerati
pericolosi, quindi da evitare. Oggi in Brasile il termine M. sta ad indicare un
qualsiasi rito magico con cui si opera su problematiche quotidiane, agendo in
un ambito religioso, nel rispetto di regole prescritte dai movimenti spirituali
diffusi e conosciuti in tutto il Brasile. Detti movimenti si basano sul
colloquio diretto che ogni praticante ha con la propria divinità protettrice Orixà,
la quale si manifesta generalmente attraverso la trance, nel corso di sedute
spiritiche. In Brasile è diffusa la credenza secondo la quale ogni essere umano
è protetto da una o più divinità, ma soltanto pochi eletti scelti dall’Orixà
possono servire questa divinità come mezzo di comunicazione tra la parte
spirituale e quella umana. Per potersi mettere in contatto con l’Assoluto
si può ricorrere sia alla trance che al Jogo de buzios. Quest’ultima è
una forma di divinazione di derivazione africana, che si avvale dell’uso di
conchiglie; queste vengono tagliate nella parte superiore per consentire
l’innesto dell’energia maschile in questo elemento legato alla componente
femminile, ed avere in tal modo il giusto equilibrio, inteso come dualismo
maschio-femmina, positivo-negativo, astrale-umano. Le conchiglie vengono fatte
cadere in un cestino contenente monete, pietre e collane colorate. Esse
rappresentano i simboli ed i colori degli Orixà. Questi riti vengono
compiuti davanti ad un bicchiere d’acqua, che costituisce fonte di vita e
catalizzatore delle energie negative che il consultante reca con sé, ed una
candela accesa che consente al Santone di avere la giusta concentrazione e la
luce necessaria per accedere ad uno stato superiore di coscienza. I responsi
delle divinità dipendono dalla posizione assunta dalle conchiglie nel cestino,
essi forniscono anche le indicazioni che consentiranno al consultante di
raggiungere l’obiettivo sperato.
Madianiti:
Nome di un gruppo di nomadi arabi abitanti nella regione di Madyan,
a sud della Palestina, sul lato orientale del golfo di Aqaba. Essi sono anche
denominati Ismaeliti (Giudici 6, 24). Secondo la Bibbia (Esodo 2,
15-21) Mosé si rifugiò tra i M., e sposò la figlia di Jetro, loro sacerdote.
Nel corso dei conflitti per la conquista di Canaan, gli Israeliti ebbero vari
scontri con i M. (Numeri 22, 7; 25, 17-18, 31) (Giudici 6-8), pur
rimanendo in buoni rapporti con una parte di essi, i Qeniti. Secondo la
tradizione, Gedeone riportò una grande vittoria sui M. nel “giorno di
Madian” (Isaia 9, 3). Il nome di M. scomparve da allora, forse
perché assorbiti da altre tribù. Dalle relazioni di Mosé con Jetro, e più in
generale dai successivi contatti con i Qeniti, deriva l’ipotesi di una
influenza della religione madianito-qenita sull’origine della religione di
Yahweh (v.).
Maestri
Comacini: v. Comacini.
Maestro
delle Cerimonie: Ufficiale di Loggia, preposto ad espletare le
tipiche funzioni del Cerimoniere e del Maestro di Casa; deve quindi fare
accomodare i Fratelli, ricevere i Fratelli visitatori, sistemare i candelabri
e, più in generale, gli arredi del Tempio, prima dell’apertura dei Lavori. Il
M.C. è l’operatore qualificato ed autorizzato a: ·
entrare per primo nel Tempio per sistemare il Testimone ed accenderlo; al
termine dei Lavori e dopo l’uscita di tutti i Fratelli, rientra nel Tempio da
solo per spegnerlo; · preparare ed
accendere le resine rituali, quando richieste dal Maestro Venerabile; · accendere il candelabro Testimone. Il M.C.
è colui che guida la Marcia d’ingresso dei Fratelli nel Tempio, essendo in
grado di penetrare il campo energetico del luogo fisico in cui si svolgono i
Lavori, preparandolo alla sua qualificazione, cioè alla sua consacrazione,
erigendo, grazie alle energie fornite dalla volontà dei Fratelli, una barriera
magica protettiva attraverso la Squadratura. Egli è responsabile di questo
campo energetico e, collocandosi interiormente nell’Acqua prima di Cancro (alla
colonna di Settentrione), sorveglia l’eventuale passaggio dei Fratelli dall’una
all’altra Colonna. Il M.C., mediante la sua capacità di percepire lo stato
interiore di ogni Fratello e della Catena, può raccomandare al Maestro
Venerabile di non avviare i Lavori Rituali. Può quindi anche interrompere la
Squadratura del Tempio. Nel rituale Simbolico, dopo la lettura della Tavola
tracciata nella Tornata precedente, egli traccia la Tavola di Loggia, dando
così inizio ai Lavori rituali. Nei passaggi di Grado, il M.C. consiglia il
Maestro Venerabile sull’opportunità di accedere o meno allo stato di coscienza
energetico dei Lavori in Camera di Compagno o di Maestro, e provvede a
modificare la composizione delle resine e la Tavola (o Quadro) di Loggia. Y (G.O.I.) Ufficiale di Loggia, il cui
compito consiste nel procedere agli appelli nominali; aver cura che in ogni
circostanza sia osservato il cerimoniale prescritto dai Rituali (Art. 40 del
Regolamento dell’Ordine). Egli si assicura che il Tempio sia pronto in ogni
dettaglio per l’apertura dei Lavori, e coadiuva il Fratello Esperto
nell’assistere tutti i Fratelli sono usciti, si accerta che nel Tempio tutto
sia giusto e perfetto. Nell’esercizio della sua funzione rituale il
M.d.C. si avvale di un lungo Bastone o Mazza Cerimoniale (v.) che non abbandona
mai, nell’intero corso di ogni Tornata.
Maestro Massone: Designazione
del terzo Grado della Massoneria, attributo dell’Iniziato che è potenzialmente
riuscito ad assimilare tutti i segreti dell’Arte Reale (v.). Fu introdotto
nella Massoneria inglese solo a partire dal 1733. Fino ad allora esistevano
infatti due soli gradi, ovvero quello d’Apprendista (v.) e quello di Compagno
d’Arte (v.). La Maestria rappresenta ritualmente e simbolicamente l’iniziazione
massonica definitiva. Il titolo di M. era prima di allora riservato unicamente
al Compagno eletto alla conduzione della Loggia, l’attuale M. Venerabile (v.).
Fu a quel tempo che entrò nella ritualità la leggenda di Hiram (v.), di origini
mai completamente chiarite. Tale adozione scandalizzò i cultori della Bibbia,
che protestarono contro quella che giudicarono un’assurda ed inutile
invenzione, negata dal testo del 1° Libro dei Re, versetto 13, dove si dice: “Ora
il Re Salomone mandò a prendere Hiram di Tiro, figliolo d’una donna vedova
della tribù di Neftali; ma suo padre era un tirio, fabbro di rame, e compiuto
in industria, e intendimento, e scienze, da far qualunque lavoro di rame. Ed
egli venne al re Salomone, e fece tutto il suo lavoro”. Nel 2° libro delle
Cronache, cap. II, 13-14, il re Hiram di Tiro, scrivendo a Salomone, si esprime
a sua volta in questi termini: “e ora in effetti ti mando un uomo
abile, esperto in intendimento, che appartiene a Hiram-Abif (v.). figlio
di una donna dei figli di Dan ma il cui padre fu un uomo di Tiro, esperto nel
lavorare oro ed argento, rame e ferro, pietra e legno, in lana tinta di porpora
rossiccia, il filo turchino e in tessuto fine e in cremisi e nel fare ogni
sorta di incisioni, e nell’ideare ogni sorta di progetto che gli si dia insieme
ai tuoi propri uomini abili ed agli uomini abili del mio signore Davide tuo
padre”. Quindi, secondo i testi della Bibbia, nulla giustifica la leggenda
del nostro terzo Grado, Hiram non essendo mai stato chiamato a dirigere la
costruzione del Tempio di Gerusalemme, ed a comandare l’immenso esercito di
operai (almeno 70.000 uomini), suddivisi in apprendisti, compagni e maestri.
Perciò fu solo nel XVIII secolo, per le necessità di un simbolismo iniziatico
d’altissimo valore, che il personaggio biblico venne promosso architetto e
rivale in saggezza dello stesso re Salomone. Nonostante l’opinione espressa dai
suoi denigratori, dal punto di vista della scienza dei miti e dei simboli,
questo dramma resta comunque un puro capolavoro, indubbiamente senza
uguali nel suo genere. Il Rituale del Grado viene attribuito dagli studiosi ad
Elias Ashmole, una figura eccelsa dell’Obbedienza inglese, che l’avrebbe redatto
alla fine del 1648. (Da La Massoneria, Il Maestro, Libro III, Ediz.
Atanor, 1992). Il M. Massone riceve il salario nella Camera di Mezzo, la sua
età simbolica è di sette anni, e la batteria comprende nove colpi, in tre
gruppi di tre colpi ciascuna. La sua parola di passo è Tubalcain. Tra i Doveri
attribuiti dalla Tradizione al Maestro, egli deve: completare la sottomissione
di quanto deve obbedire, soprattutto degli istinti che guidano la bestia umana,
senza sopprimerli, poiché sono necessari, un dovere evidenziato dal segno
dell’ordine, posto sul ventre, sede degli appetiti che il M. riduce al
silenzio; collaborare al rinnovo delle tradizioni affrancandole dalla
consuetudine, non temendo di migliorare quanto coagula in uno stile decaduto o
che tende a pietrificarsi nel cieco culto del passato; sapersi completare
passando dalla meditazione silenziosa al confronto della libera discussione,
tanto più feconda quanto più sono divergenti le idee scambiate, senza temere di
istruirsi con avversari ritenuti in buona fede; astrarsi dallo scenario
sensibile che maschera una verità interiore deprimente, illudendosi di nulla e
giudicando inesorabilmente anche quanto ama maggiormente, soprattutto sé
stesso, poiché la penetrante visione del Saggio percepisce lo scheletro, ovvero
la realtà delle cose; mai dimenticare che non può ritenersi libero solo perché
i suoi antenati sono morti per la libertà, poiché l’indipendenza non è
ereditaria, per cui ogni giorno occorre affrancarsi per diventare e restare
liberi; essere sempre d’esempio al prossimo, sia all’interno che all’esterno
della L.M., nella piena coerenza comportamentale ed ideologica con tutte le
regole ed principi istituzionali. Secondo il Wirth, “ben
difficilmente un iniziato M. può veramente considerarsi tale. Non basta
rispondere che si conosce un certo ramoscello se non si è compreso il
significato e la portata di quel simbolo. Egli stesso, dopo quasi mezzo secolo
di Maestria, confessa di sentirsi non più che Compagno. Sapendo comunque molto
bene, dopo anni di studi e ricerche, quel che si dev’essere per potersi dire
M., egli si sentiva inferiore a tale Grado. Era cosciente di quanto lo
separasse dall’ideale, ma poteva misurare la distanza da percorrere per
conseguirlo. Ispirandosi a Ragon, ad Eliphas Levi, ad Albert Pike ed a Goethe,
era convinto che non fosse sufficiente assimilare il pensiero altrui. Per
riallacciare le tradizioni occorre rivivificare il passato con uno sforzo
personale intenso, rivivendo i tempi antichi, immergendosi nello studio dei
monumenti significativi che ci hanno lasciato. Rovine, superstizioni, filosofie
e religioni vanno esplorate con cura. Ma nulla è più rivelatore dei poemi e dei
miti. L’epopea caldea dell’eroe Gilgamesh e la leggenda di Ishtar discesa negli
inferi, sono composizioni di immenso valore iniziatico che risalgono ad oltre
cinquemila anni fa. Il racconto della morte di Osiride come molte altre favole,
svolgono in immagini insegnamenti d’una profonda saggezza. La stessa Bibbia è
preziosa per quanti sanno capirla. La seduzione di Eva da parte del serpente
allude ai principi fondamentali di ogni iniziazione. Le generazioni si
trasmettono fantasmagorie apparentemente frivole, che il pensatore non deve
disdegnare. Esse animano la vetrata della finestra d’Occidente, alla quale l’Iniziato,
partito la mattina dall’Oriente, si avvicina la sera, dopo aver esaminato a
Mezzogiorno ogni cosa allo splendore della luce del sole. Sin dall’alba la sua
ragione vigile aveva spiato presso la finestra d’Oriente i primi raggi chiamati
a penetrare nel suo spirito. Quest’illuminazione improvvisa doveva abbagliarlo
e renderlo presuntuoso. Piena d’ardore, l’intelligenza così sorpresa, si sente
forte contro l’errore. Vede ovunque pregiudizi da combattere e fantasmi da
fugare. É l’età dei giudizi affrettati che ignorano ogni autorità e che
condannano quanto non quadra con l’opinione intransigente acquisita
affrettatamente. Un’esuberanza giovanile destinata a calmarsi verso la metà
della vita. É allora che una luce implacabile cade quasi verticalmente dalla finestra
di Mezzogiorno. Gli oggetti non hanno più ombra e si rivelano nella loro
realtà. É il momento di esaminarli con attenzione, ed allora il giudizio si fa
prudente, rimanendo spesso in sospeso. Una scrupolosa comprensione rifiuta di
condannare, poiché essa analizza con indulgenza considerando ogni fattore in
causa. La piena luce conduce alla Tolleranza, che caratterizza la Saggezza dei
veri Iniziati. Occorre aver giudicato ogni cosa serenamente prima d’avere il
diritto d’aprire la finestra occidentale del Santuario del Pensiero. Il sole è
tramontato, l’agitazione del giorno si calma, la pace della sera si estende
lentamente sulla pianura. I particolari si attenuano nell’ombra crescente, che
da risalto allo splendore della stella vespertina alla cui presenza
impallidiscono tutte le altre. Questo astro non è più l’arrogante Lucifero,
ispiratore d’orgoglio e di rivolta; è un focolare di dolce luce che induce al
sogno evocatore dell’idealità. Ormai la notte può rendere più fitti i suoi
veli, le tenebre esteriori non prevalgono più sulla luce interiore. Poi, quando
i vivi tacciono, i morti si apprestano a parlare. É giunta l’ora di evocare i
detentori dei segreti che hanno portato con sé nella tomba. Sono essi i veri e
soli Maestri, di cui possiamo far rivivere il pensiero conformandoci ai riti
prescritti. Ma non attribuiamo alle cerimonie valori sacramentali. Hiram non
risuscita in noi solo perché abbiamo esteriormente recitato la sua parte. In
Iniziazione nulla conta, eccetto quanto si è compiuto interiormente. Ogni M.
simbolico deve dunque sforzarsi di trasformare i simboli in realtà. Solo
attraverso il successo in quest’impresa egli può sperare d’aver acquisito
l’effettiva Maestrìa nell’Arte Reale” (v. anche Lavoro).
Questa è la triplice problematica che la Libera
Universale Muratoria indirizza a risolvere, avvalendosi di riti, allegorie, emblemi
e simboli, che sono dei supporti adatti a facilitare la meditazione oltre che
le capacità logiche e analogiche dei FF. che vogliano, ieri come oggi, obbedire
veramente all’imperativo scolpito sul frontone del Tempio di Delfo: “Conosci
te stesso… e conoscerai Dio’’.
Poiché
esiste una precisa corrispondenza tra il Tempio massonico e il cosmo e l’Uomo,
la speculazione e la concentrazione sulle fasi del rituale e sui simboli
muratori offrono delle chiavi per comprendere l’Universo – il cosiddetto “Quaternario’’
– e per scendere nella ‘‘secreta camera de lo core” o per penetrare nella
“Camera di mezzo”. In particolare, il rituale dei primi tre gradi della
Massoneria, detti anche azzurri o simbolici, consente di concentrarsi:
a) nel punto
geografico noto ai soli Figli della Vedova in Camera di Apprendista;
b) nel punto
geometrico nel grado di Compagno;
c) nel punto
geodetico nella Camera di mezzo.
A ciò si
arriva procedendo materialmente alla rettangolazione del Tempio, marciando in
senso orario – ossia nel senso del moto apparente del sole, ma contrario alla
sequenza naturale degli elementi Terra, Aria, Acqua e Fuoco (che costituiscono
le 4 prove a cui è sottoposto il neofito) – e compiendo un percorso interiore
centripeto simbolizzante l’abbandono dei metalli (ossia delle preoccupazioni
e delle angosce profane) e il progressivo spersonalizzarsi per raggiungere il
nucleo aureo o igneo che alberga dentro di noi. Ma vediamo cosa significhino
questi tre punti e le scienze a cui fanno riferimento:
a) il.punto geografico della Camera di
Apprendista ha evidentemente una prima rispondenza fisica o tellurica; esso
serve a capire dove siamo e, quindi, “chi siamo perché ci fornisce le
coordinate spaziali e temporali di un luogo preciso (p.es.: Via Lattea,
Sistema solare, pianeta Terra, anno dell’Era volgare e nome della Valle e
della Loggia in cui si lavora al centro degli assi di intersezione Est-Ovest e
Nord-Sud, dati rispettivamente dal M.V. – I° Sorv. e dalla Colonna di
Settentrione – 2° Sorv.). Questo punto geografico, poi, in senso simbolico (dato che “terra” e “pietra”
rappresentano
l’uomo) mi farà capire dove sono e chi sono, o meglio in quale essere vivente
è andata a capitare quella scintilla di vita, parte della Vita Unica
Manifestata, che mi anima. E’ chiaro che, solo dopo aver preso coscienza di
questi dati, l’Apprendista Libero Muratore potrà compiere l’opera di
sgrossatura della propria pietra sotto la guida e la protezione del I° Sorvegliante
il cui gioiello è il filo a piombo o archipenzolo che, non certo a caso, indica
sempre il centro della Terra.
b)
Passando al punto geometrico della Camera di Compagno, va rilevato che
la Geometria è la scienza che si occupa dei punti e delle figure da essi
generate, ossia è una scienza che studia i rapporti e le misure dei vari punti
“geometrici”; fuor di metafora, il punto geo-metrico è il centro della
Loggia in cui si punta il compasso per tracciare cerchi sempre più ampi,
rappresenta altresì l’uomo in rapporto ai propri simili e in particolare agli
altri FF. verso i quali occorre avere una disposizione interiore centrale,
cardiaca, ricettiva, affinché – procedendo in comune nell’opera di levigatura
– si giunga alla perfetta pietra cubica che possa giustapporsi accanto alle
altre pietre cubiche.
Il Lavoro del Compagno è
perciò in uno stato animico-ricettivo che permette di agire orizzontalmente
(facendo allusione al gioiello del I° Sorvegliante che è la livella) e di
percepire gli altri FF., conoscendosi attraverso tutta la serie di rapporti
geometrici di cui si è capaci per essere poi adoperati attivamente nella
costruzione del Tempio. È chiaro che di quest’ultimo si può parlare in almeno
due eccezioni: l’Uomo-Tempio e l’Umanità-Tempio che occorre edificare alla
gloria del G.A.D.U.
c) Per
il punto geodetico, che in chiave cosmica o in chiave umana è ineffabile
e incomunicabile, va fatto riferimento alla Geodesia, o scienza che studia la
forma e le dimensioni relative della Terra, ma anche al concetto di “geoide” e
a quello di’ “geode”; quest’ultimo, termine del linguaggio mineralogico,
allude alla “cavità tondeggiante di una roccia con le pareti tappezzate di
cristalli in genere di un solo minerale”. In termini muratori, occorre trovare
il centro di quel perfetto cristallo che è la pietra cubica, proiettandolo
verso l’alto per la costruzione della pietra cubica a punta, capolavoro del
Maestro Libero Muratore, che si compie sotto la guida del M.V. nel cui gioiello
(quadra a braccia ineguali) è raffigurato l’incontro della verticalità con la
orizzontalità.
Il Medio Impero ha inizio verso il 2060 a.C., con la fine dell’XI dinastia. Il faraone Montu-Hotep I ristabilisce il potere sul Basso Egitto servendosi dell’appoggio della borghesia egiziana. Con i suo successori, Montu-Hotep II e Montu-Hotep III, si intensificano i commerci, si apre una via commerciale verso il Mar Rosso e si riprende la politica di espansione verso il Numbia. Verso l’anno 2000 a.C., ebbe inizio la XII dinasita, una delle più celebri e più grandi di tutta la storia egiziana. L’Egitto sotto il iniziatore, Amon-Emhat I, conosce un periodo di grande prosperità. Gli successe il figlio Sesostri I, che si impadronì delle miniere d’oro dell’Uadi Allaki. Per assicurarsi la continuità della dinastia, Sesostri associò al trono il figlio maggiore: tutti i suoi successori seguiranno il suo esempio. Sui successori Amon-Emhat II e Sesostri II ci sono giunti pochissimi documenti e sappiamo ben poco del loro regno. Sesostri III invece fu uno dei maggiori sovrani che ebbe l’Egitto: con quattro campagne militari colonizzò definitivamente il Numbia, avanzò fino alla Palestina e costruì numerose fortezze alla frontiera col Sudan. La XII dinastia conclude il periodo del Medio Impero: comincia adesso il cosidetto Secondo periodo Intermedio, ancora oggi il più oscuro e il più pieno di incertezze. E’ dominato dall’invasione di popolazioni straniere di stirpe semitica provenienti dall’est del Delta chiamate dagli egiziani Hyksos. Costoro invasero le fertili pianure del Delta e fortificarono la città di Avaris e ne fecero la loro capitale. Rimasero sul suolo egiziano per circa un secolo finchè alcuni principi tebani riunirono attorno a sè altre dinastie dell’Alto Egitto e batterono l’esercito invasore. L’azione di liberazione fu portata a termine attorno al 1622 a.C. da Ahmosis che sarà allo stesso tempo il fondatore della XVIII dinastia.
Nella religione egiziana sono diversi i miti che riguardano la creazione del
mondo; ciascuna delle grandi città sede di culti religiosi tendeva con un
proprio mito a far prevalere se stessa (il proprio dio “patrono”)
sulle altre.
Eliopoli (oggi Tell Hist, un
sobborgo de Il Cairo)
Al principio sono le acque di Nun, il caos nelle cui profondità giace
addormentato lo spirito del creatore. Da Nun emerge una collinetta sabbiosa
(rappresentazione dell’Egitto), sulla quale, prendendo l’aspetto di una fenice,
si posa il creatore, Atum-ra, il Sole. Atum-ra, “tenendo il fallo in pugno
ed eiaculando diede vita ai gemelli Shu (dio dell’aria) e Tefnut (dio
dell’umidità)”. Versioni meno esplicite dicono che fu uno sputo o uno
starnuto a dare vita ai gemelli. Dai due gemelli nascono Nut (il cielo) e Geb
(la terra). Dice il mito che Geb e Nut, innamorati, se ne stavano tutto il
tempo abbracciati, impedendo alla vita di germogliare. Atum-ra allora comanda a
Shu di separarli. Shu calpesta Geb e con le mani solleva Nut (che infatti é
sempre rappresentata inarcata e con le mani ed i piedi aggrappati a Geb).
Da Geb e Nut nascono Osiride, Seth, Iside e Nefhti che con Horus (figlio di
Osiride ed Iside) ed i quattro dei loro progenitori formano l’Enneade.
Ermopoli (oggi El-Aschmuneim, anticamente
era Khmum)
Esiste una materia primordiale nella quale nuotano otto creature: Nun e
Nanhet, le acque primigene, Het e Hanhet, lo spazio infinito, Kek e Hehet,
l’oscurità, Amon e Amanuet, l’ignoto. Assieme formano l’Ogdoade. Essi fecero
nascere il sole e crearono Atum. Si fusero in un grande uovo dal quale nacque
il creatore. Dopo di ciò si estraniarono dall’universo creato. Questi otto dei
quindi precedono l’Enneade.
Menfi (oggi Mithahina)
Dal caos (Nun) nasce l’idea di Atum-ra che prende corpo nel cuore divino di
Ptah. Quindi l’idea viene espressa dalla bocca di Ptah. Segue la creazione di
tutta l’Enneade.
Teologia Predinastica
Neith (in seguito signora dei mestieri) stende il cielo nel suo telaio. Con
la navetta pazientemente vi tesse il mondo. Ultimata la tessitura Neith
intreccia alcune reti con le quali pesca gli esseri viventi dalle acque
primigene. Quindi inventa il parto e lo esperimenta su di sè per dare vita a
Ra.
Ra
Personificazione del dio solare, associato ad Atum (il tutto) è, secondo
le teologie Eliopolita ed Ermopolita, il creatore dell’universo. Viaggiava
nel cielo con il suo equipaggio su due barche: quella del giorno e quella
della notte. Veniva ingoiato la sera da Nut e partorito la mattina. Da lui
era stata emanata una figlia, Maat.
Atum
Dio principale di Eliopoli, creatore per eccellenza, fu poi identificato
con il sole la sera I suoi animali sacri erano il leone, il serpente e
l’icneumone.
Shu
Dio dell’aria secca, figlio di Atum-ra e gemello di Tefnut. Genera Geb e
Nut. Nell’iconografia separava Geb da Nut.
Tefnut
Dea dell’aria umida, figlio di Atum-ra e gemella e sposa di Shu. Dea di
Oxyrhynchos.
Nut
Dea del cielo, sorella e sposa di Geb, madre di Osiride, Iside, Seth e
Nefthi. Ingoia il sole a tramonto e lo partorisce al mattino.
Geb
Dio della terra, sposo e fratello di Nut, padre di Osiride, Iside, Seth e
Nefthi.
Osiride
Dio di Busiride. Figlio di Nut e Geb, é il dio-re dell’Egitto, lo
sposo-fratello di Iside e il padre di Horus. Dopo la morte regna sull’aldilà
dove, oltre che sovrano, é giudice supremo. Come dio della vegetazione viene
spesso rappresentato in forma di mummia da cui germogliavano delle piante.
Iside
Figlia di Nut e Geb, é la grande maga, la dea madre e regina. Osiride ne é
lo sposo-fratello, Horus il figlio. Il suo nome significa “il
trono”.
Seth
Dio di Ombos. Figlio di Nut e Geb, fratello di Osiride, Iside e Nefthi, di
quest’ultima anche sposo. Dio della siccità e del cattivo tempo, in senso
lato potenza distruttrice, simbolo del male. Secondo la leggenda fu
l’uccisore di suo fratello Osiride.
Nefthi
Dea di Diospolis Parva. Figlia di Geb e Nut, sorella di Osiride, Iside e
Seth, di quest’ultimo anche sposa (pur non innamorata) e madre di Anubi. E’
la dea della casa.
Horus
Dio di Behdet. Dio falco sdoppiato in Horus il Grande (Haroeris) e in
Horus Bambino (Arpocrate). Figlio di Iside e Osiride, regna sull’Egitto dopo
la morte del padre. I faraoni sono considerati suoi discendenti.
Ptah
Dio di Menfi e, secondo la teologia Menfita, creatore dell’universo. La
sua esistenza avrebbe preceduto quella di Atum-ra. Patrono degli scultori e
dei forgiatori, il suo animale sacro era il toro Apis.
Sekhmet
Dea di Rehesu, era la dea della salute e del male nello stesso tempo,
patrona della guerra e della medicina. E’ raffigurata in forma leonina ed é
ritenuta sposa di Ptah. Era legata a Bastet, la dea gatta, nella quale si
riteneva si fosse trasformata.
Nefertum
Dio della regione di Menfi. Era figlio di Ptah e Sekhmet.
Thot
Dio di Hermopolis. Dio della saggezza, messaggero degli dei.
Nell’oltretomba assiste alla pesatura del cuore del defunto. E’ generalmente
rappresentato con al testa di ibis. E’ il dio della scienza, della scrittura,
delle arti magiche e delle fasi lunari.
Anubi
Dio sciacallo di Cinopolis, assiste Horus e Thot nella pesatura del cuore
dei defunti, preposto ai segreti. E’ figlio illegittimo di Osiride e di
Nefthi.
Hathor
Dea di Afroditopolis e di Dendera. Dea dell’amore, patrona della musica e
della danza, generalmente rappresentata nell’aspetto di vacca. Il suo emblema
era il sistro.
Sokar
Dio della necropoli menfita, patrono della metallurgia e dei fabbri.
Khnum
Dio caprone di Hypselis, Esna ed Elefantina, inventore degli uomini
(modellati al tornio del vasaio) e, come “Signore della cascata”,
regolava le piene del Nilo.
Anuket
Dea dell’isola di Sehel e della prima cateratta; veniva raffigurata con un
copricapo di strana foggia, forse di origine straniera. Assieme a Khnum e
Satet, di cui era forse figlia, formava la triade di Elefantina.
Maat
Divinità astratta, simbolo della verità e della giustizia. Figura nella
cerimonia del giudizio del defunto. Dea della “regola” a cui
dovevano attenersi uomini, re e dei.
Neith
Dea di Sais. Il suo culto, di derivazione tribale, continua in età storia,
quando diventa la divinità funeraria nota con il nome di Mehurt. Dea
creatrice della guerra, in seguito dea della caccia. A Esna era compagna di
Khnum.
Amon
In origine una delle otto divinità primordiali adorate ad Ermopoli.
Diviene poi il dio supremo, la divinità solare Amon-ra. La città di Tebe é il
centro principale del suo culto. Il suo nome significa “il
misterioso”, assieme alla moglie Muth e al figlio Khons forma la triade
di Tebe. Il suo animale è l’ariete, come si può intuire dal viale cerimoniale
del suo tempio principale a Karnak, uno dei più grandi ed importanti del
paese.
Muth
Dea di una località vicino a Karnak, dove si eleva il suo tempio. La si
raffigura sotto forma di donna o di avvoltoio. I copricapi delle regine, che
presentano spesso le ali e una testa di avvoltoio, si intitolano alla dea,
sposa di Amon.
Khons
Dio di Tebe associato alla luna. Con Amon e Muth formava la triade di
Tebe.
Sobek
Dio coccodrillo del Fayum e di Kom Ombo, connesso alle acque ed alla
fertilità. Più tardi dio creatore.
Hapi
Divinità rappresentante il Nilo. Non si tratta del fiume divinizzato, ma
piuttosto del suo spirito, della sua essenza dinamica. Veniva rappresentato
come uomo dai seni pesanti e dal ventre prominente, a simboleggiare
abbondanza; la divinità portava sempre doni, fiori e piante.
Appartiene alla cerchia delle dee maghe, associate a Iside. Dea scorpione,
era rappresentata come scorpione a testa di donna o come donna con uno
scorpione in testa. Secondo le leggende locali era la madre di Harakhte (il
sole all’orizzonte) e sposa di Horus.
Massa liquida primordiale da cui é emerso il dio-sole Atum-ra. Oltre che nei
miti della creazione compare in quello della distruzione del genere umano come
la divinità che consigliò a Ra di inviare il proprio occhio contro i ribelli.
Dio della terra e della fecondità, appellativo di Horus. Era il dio locale di
Coptos e della regione desertica tra il Nilo ed il mar Rosso, come pure di
Panopolis. Veniva sempre rappresentato come dio itifallico.
Dea di Bubasti. Raffigurata con testa di gatta, fa parte di un mito che la
vede ultima trasformazione del ciclo: l’occhio del sole, figlio di Ra, si era
infuriato e, trasformatosi in leonessa (Sekhmet) era fuggita in Nubia; qui,
raggiunta da Thot, era stata calmata dal dio. Più tranquilla, si trasformò in
donna dalla testa di gatta, dall’indole pacifica.
Dea serpente di Buto, era patrona della regalità e associata a Nekhbet nei
titoli del faraone.
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Ente per l’Enciclopedia Cattolica, Firenze 1952, coll. 312-325
MASSONERIA. – Società segreta a carattere
cosmopolita e iniziatico, sorta col fine di affratellare gli uomini di tutte le
nazioni e di organizzare la società su basi esclusivamente umanitarie e laiche.
I. M. OPERATIVA. – L’origine si ricollega con le
antiche corporazioni dei maestri d’arte rnuraria, che ebbero la massima
espansione e importanza specialmente dall’XI al XIII sec. Nella febbrile
attività edilizia di quell’età si spiega come buoni architetti e buoni
muratori, capomastri, lapicidi ecc. venissero dappertutto ricercati e allettati
con privilegi, immunità e franchigie e come l’arte muraria acquistasse una
sorta d’internazionalità ed un primato su tutte le altre arti. I pontefici non
si mostrarono meno larghi dei principi secolari: Bonifacio IV (1110) e Niccolò
III (1277), Benedetto XII (1331), riconobbero loro il diritto di governarsi
secondo i propri statuti con esenzioni da oneri e obbligazioni locali, di
potersi trasferire di paese in paese liberamente, di godere di una specie di
monopolio per la costruzione di fabbriche religiose di maggior importanza. Di
qui l’appellativo liberi, franc, frei, free, e l’attributo che con legittimo
orgoglio le corporazioni murarie si attribuirono di arte reale. A conservare ed
accrescere tale prestigio contribuì non poco la rigida osservanza delle norme
stabilite negli statuti corporativi circa l’iniziazione di nuove reclute e la
promozione dal grado di apprendista, con cui esse venivano ascritte all’arte, a
quelli di compagno e di maestro, la solennità di cerimonie e di riti con cui
venivano vestite dei simboli dell’arte, squadra, compasso, grembiule ecc., i
solenni giuramenti, l’inviolabile osservanza dei segreto professionale e dei doveri
civili, religiosi e morali imposti dagli statuti. Con tale investizione, il
fratello (così si nominavano i membri fra di loro), era reso partecipe di una
parola d’ordine, di segni di riconoscimento, ecc. con i quali veniva ricevuto
dovunque si recasse ed accolto fraternamente da compagni d’arte, provveduto ed
aiutato nei propri bisogni.
Gli statuti corporativi erano molto esigenti quanto
ai requisiti non solo professionali, ma anche personali dei membri, né
permettevano l’ammissione se non a persone le quali avessero giusti natali e
condotta religiosa e morale del tutto ineccepibile. Un documento francese della
fine del sec. XIV, il Poème maçonnique, in cui si ha una specie di galateo,
civile e religioso, del buon libero muratore, insiste in particolar modo sulla
devozione che questo deve avere verso Dio, verso i santi e verso la Chiesa. Gli
stessi precetti sono inculcati in tutti gli antichi statuti corporativi che si
conservano, fino alle Constitutions of Masonry del 1704, che sono le ultime che
in Inghilterra si conoscano prima della trasformazione delle logge da operative
in speculative. L’attaccamento dei franchi muratori alla Chiesa cattolica è
dimostrata in Francia dalla parte rilevante presa da essi nel movimento della
Ligue, in Inghilterra dalla tenace resistenza fatta agli sforzi di Enrico VIII
e della regina Elisabetta per introdurre la riforma nelle logge, in Italia
dalla frequenza di altari e di cappelle erette dalle corporazioni dei
“Lombardi”, là dove si ritrovavano in maggior numero. Accanto alle
corporazioni di mestiere esistevano assai spesso confraternite, che il
protestantesimo (dice il Le Forestière) riformò, ma che sussistono ancora,
osservando il culto della fratellanza, il rispetto alla religione ufficiale e
gli usi tradizionali.
L’abbandono dell’architettura religiosa nei paesi
invasi dalla riforma protestante, nonché le dissensioni intestine che presto si
incominciarono a manifestare tra maestri e artigiani (collegati questi in
segrete leghe di resistenza [compagnonnage], dai nomi strani, a riti e gergo
non meno bizzarri: una sentenza del 14 marzo 1655 della Facoltà teologica della
Sorbona ne dichiara empie, sacrileghe e superstiziose le pratiche e i riti),
arrecò con la crisi professionale anche il decadimento delle corporazioni. Per
rialzare il loro prestigio queste adottarono il sistema di ammettere membri
onorari influenti appartenenti alle classi dell’alta società. Fin dal principio
del sec. XVII in Inghilterra si contano non pochi nobili tra i membri delle
corporazioni ed era una moda, un gesto di squisita eleganza farsi iscrivere ad
esse. A poco a poco l’elemento intellettuale e aristocratico costituì il vero
elemento direttivo, così da preparare insensibilmente la trasformazione della
M. da operativa in speculativa. “Tutto porta e cedere – dice il Bertolot –
che dal principio del sec. XVII gli elementi speculativi la vincessero su
quelli operativi, sicché la sostituzione già dal principio del sec. XVIII fosse
in atto in tutti i grandi paesi d’Europa”. Ormai gli storici seri, anche
massoni, hanno definitivamente ripudiate come infondate certe mirabolanti
versioni, che vorrebbero far discendere la M. da Lameck, architetto del tempio
di Gerusalemme, da Zoroastro, da Confucio, da Pitagora, dai misteri di Egitto e
di Grecia, dai Templari e perfino da Noè e da Adamo.
II. M. POLITICA. – Per avere una idea della grande
evoluzione che si ebbe in seno alla M. operativa, si deve tener conto di ciò
che avvenne nella vita politica e sociale in Inghilterra dalla fine del sec.
XVII al principio del seguente, e alle alterne vicende cui soggiacquero i due
grandi partiti in contrasto, dei Tories, partigiani degli Stuart e fedeli alle
tradizioni cattoliche, e dei Whigs, fautori del parlamentarismo e della
riforma. Le logge massoniche, sia per il segreto di cui si circondavano, sia
per la loro medesima natura che non ispirava sospetti, offrivano terreno assai
propizio alle cospirazioni, sì all’uno come all’altro partito. Quando alla
morte di Anna Stuart (1 agosto 1714) i Tories, e con essi le logge scozzesi o
giacobite, decisero di tentare uno sforzo supremo in favore di Giacomo III, fu
giocata l’ultima carta non solo della dinastia, ma anche della M. Il trionfo di
Giorgio I d’Hannover (1714) e il sopravvento dei Whigs segnarono la fine del
giacobitismo e della Chiesa cattolica e il primo grande successo della M.
inglese e protestante.
III. ORIGINI DELLA M. SPECULATIVA. – Durante questi
avvenimenti quattro logge operative dissidenti, esistenti in vari quartieri di
Londra, dietro ispirazione di un protestante immigrato francese, Teofilo
Désaguiliers, membro della Royal Society, si unirono in un’unica grande loggia;
ciò avvenne il 24 giugno 1717, festa di s. Giovanni Battista. Così ebbe origine
la Grande Loggia d’Inghilterra, destinata a diventare la Grande Loggia madre
mondiale: ed ebbe così principio anche la vera M. speculativa. Le logge
giacobite subirono allora invasioni, i loro archivi vennero dispersi e
bruciati. Fonte principale d’informazione restano i pochi cenni lasciati
dall’Anderson nella prefazione delle Costituzioni del 1738, ma non vi si può
dare cieca fede. Uno dei primi fondatori della Gran Loggia, lo Stuckeley,
attesta che molto contribuì alla voga della nuova istituzione il mistero di cui
si circondava, nonché la suggestiva nomea che vi si coltivassero scienze
occulte. Del vero carattere che la M. veniva assumendo, non pare che quei primi
membri avessero ancora percezione ben chiara.
Costituzioni di Anderson. – L’incarico di compilare
nuove costituzioni fu affidato subito a Giacomo Anderson, pastore protestante;
il 27 dic. 1721 egli presentò il lavoro, che fu ufficialmente approvato il 17
gen. 1723. La M. vi è concepita come un “centro d’unione ed un mezzo di
stabilire una sincera amicizia fra persone le quali, altrimenti, si sarebbero
trovate sempre separate le une dalle altre”. Nel primo cap. (Circa Dio e
la Religione) si esprimeva il concetto: un massone che “intende bene
l’arte”, non diverrà mai né un “ateo stupido” né un
“libertino irreligioso”. Mentre anticamente si faceva obbligo al massone
di “praticare dappertutto la religione del paese”, ora si riconosceva
più opportuno di non imporre “altra religione che quella nella quale tutti
si trovano d’accordo”, lasciando “pienamente libero ciascuno sulle
opinioni personali”.
Ad opera del medesimo Anderson le Costituzioni nel
1738 vennero riformate, e nel capitolo relativo ai doveri religiosi venne
introdotta una notevole variazione secondo la quale il massone deve impegnarsi
ad “osservare la legge morale come un vero noachita”, e “riconoscere
i tre grandi articoli di Noè come sufficienti a preservare il cemento della
legge”. In ambedue le redazioni delle Costituzioni appare manifesta la
preoccupazione di rimediare in qualche modo ai funesti effetti della riforma
protestante, con lo stabilire pacifica convivenza, sulla base della
aconfessionalità e in spirito di tolleranza; ma, anzitutto, come pensa il
Lantoine, di staccare definitivamente la M. dal cattolicesimo per inserirla
nell’anglicanesimo. Il primo passo è costituito dalle Costituzioni del 1723, il
secondo da quelle del 1738, dove si fa richiamo alla Bibbia come norma
dottrinale e morale, ma in una forma così vaga e indeterminata da potervi
accogliere persone d’ogni setta ed opinione religiosa.
IV. ESPANSIONE DELLA M. – Si può spiegare la rapida
diffusione della M. nel mondo solo mettendola in relazione con la potenza e il
prestigio raggiunto in quegli anni dall’Inghilterra. Le antiche logge del
Galles, come quelle d’Irlanda e di Scozia, furono le prime a sottomettersi alla
Grande Loggia di Londra e costituirono ciascuna una Grande Loggia provinciale.
Alla metà del secolo la M. era penetrata in tutti i principali paesi di Europa:
Francia (1721), Olanda (1725), Spagna (1726), Russia (1732), Italia (1733),
Svezia (1735), Svizzera (1736), Polonia (1739), Austria (1742), Danimarca
(1743), Norvegia (1745), e inoltre Calcutta (1728), Gambini e Capo Coart-Castle
(1735), Massachussets (1735).
1. M. anglosassone. – In Inghilterra, causa il
danno spirituale che produceva il dottrinarismo materialistico e irreligioso
nelle logge, verso la metà del ‘700 ci fu un movimento di reazione. La Gran
Loggia inglese fece curare una nuova edizione delle Costituzioni dal pastore
anglicano Entech e stabilì come dogmi fondamentali la fede in Dio, Grande
Architetto dell’Universo, e il rispetto alla Bibbia. La M. anglosassone, fedele
a questi criteri, s’è di regola astenuta dall’ingerirsi in questioni politiche
e confessionali ed ha preferito esplicare la sua attività nel campo umanitario.
Nell’àmbito dominato da essa (Inghilterra, Irlanda, Scozia, Germania, Stati
Uniti, ecc.) non ha fin qui attecchito quell’anticlericalismo astioso proprio
della M. dei paesi latini, e la Chiesa cattolica non ha intralci nella sua
missione religiosa e civile.
2. Orientamenti della M. in Francia e in
Inghilterra. – La M. politica ebbe campo di radicare in Francia dalla fine del
sec. XVII, quando Giacomo II Stuart, perduto il trono d’Inghilterra, passò in
Francia con le truppe rimastegli fedeli. Sorsero allora numerose logge
giacobite che servirono a tener uniti gli esuli fra loro e questi con gli amici
politici di Scozia e d’Inghilterra. In opposizione alle logge stuartiane, le
quali avrebbero avuto quale primo Gran Maestro l’eroico e pio Carlo Rathcliff,
fiorirono non meno numerose le logge orangiste; finché, cessate le rivalità
politiche tra Francia ed Inghilterra, si cercò una conciliazione anche fra le
due M. Se ne rese patrono autorevole il cavaliere di Ramsay (1685-1743), amico
fedele, poi biografo ed editore, di Fénelon, dal quale era stato riconciliato
con la Chiesa cattolica. Al Ramsay è dovuto un celebre Discorso stampato la
prima volta nel 1738 insieme con le Costituzioni riformate di Anderson che
esercitò sulla M. un’influenza non meno vasta e profonda di queste.
Temperamento idealista e mistico, egli si studiò di liberare la M. dalle
pastoie della politica e di metterla a servizio di un ideale spirituale,
umanitario e morale.
Le complesse circostanze tra cui si svolse
l’attività massonica in Francia non permisero che i generosi propositi del
Ramsay giungessero a maturità. Sotto il lungo governo del Gran Maestro conte di
Clermont (1743-79), e in quello del successore, duca Luigi Filippo d’Orléans
(Philippe Egalité), la M. francese sempre più si allontanò dall’ideale
cristiano. Le logge massoniche, sotto il conte di Clermont, furono teatro di
spettacoli indegni, la M. ne andò screditata e si frazionò in innumerevoli
obbedienze dai nomi più eterocliti e bizzarri. Il duca d’Orléans si adoperò a
riorganizzare la M. in un corpo saldo e compatto, e in parte vide coronati i
suoi sforzi. Appoggiata ad alti e potenti protettori, la M. poté contare nelle
sue file molti dei principali esponenti della magistratura, della scienza e
dell’esercito. Fra le molte logge della capitale, La Loge des neuf Soeurs era
riservata ai massimi campioni dell’illuminismo, dell’enciclopedismo e della
Rivoluzione: ne fecero parte Lalande, Helvétius, Franklin, Condorcet, La
Fayette e Voltaire.
Dalle logge emanava la propaganda di dottrine
dissolvitrici di ogni autorità, che corrodevano i gangli della vita sociale
contemporanea; e, se gli storici non sono d’accordo quanto all’efficacia che la
M. esercitò sulla Rivoluzione Francese, tutti però riconoscono che le logge
furono i canali più attivi di diffusione di quelle idee che ne formarono il
substrato ideale. Strano, ma caratteristico indizio del tempo è il trovare fra
gli ascritti alla M. Luigi XVI e i fratelli, e l’amoreggiare con essa di non
pochi ecclesiastici intinti di gallicanismo e ostili alla Curia romana.
“Alla vigilia della Rivoluzione – dice il
Berteloot – s’incontrano in quasi tutte le logge preti appartenenti a tutti gli
Ordini religiosi…. priori e superiori di conventi, senza contare i curati e i
vicari”. Lo stesso si verificava in Belgio : a Liegi nel 1774 tutti i
canonici della Cattedrale erano massoni; a Mons esisteva una loggia riservata a
soli ecclesiastici; in genere fin dal 1745 vigeva un precetto che prescriveva
ai massoni belgi la perfetta osservanza della religione in cui erano
battezzati.
Dal principio della Rivoluzione Francese (1792) la
M. francese ufficialmente dormì, Philippe Egalité si dimise da Gran Maestro, e
la carica restò vacante diversi anni. Solo nel 1799 la Gran Loggia di Francia
sorse a rivendicare il diritto, che pretendeva competerle, di unico organo
legittimo della M. francese. Ma il Direttorio adoperò largamente la M. in
servizio dei suoi organi diplomatici; parecchi dei suoi generali, come Masséna,
Cambacères ecc. erano attivi massoni. Napoleone, divenuto imperatore, si servì
più largamente ancora della M. come mezzo di dominio, risuscitò in tutti i
paesi sottomessi una M. a modo suo, mettendone a capo qualcuno dei suoi
fratelli o favoriti. Giuseppe Bonaparte fu Gran Maestro a Parigi, poi a Napoli,
dove ebbe a successore il Murat; Luigi Bonaparte in Olanda, Eugenio di
Beauharnais del Grande Oriente d’Italia, creato nel 1805 a Milano, confederato
con quello di Parigi.
3. M. in Italia. – Stabilitisi gli Stuart a Roma,
ivi spuntò qualche loggia scozzese. Sono stati pubblicati i protocolli di una
di tali logge che operava al tempo di Clemente XII (W. J. Hughan, The Jacobite
Lodge at Rome 1735-37, Leicester 1910). A Firenze fu aperta una loggia nel 1733
per opera dell’archeologo inglese Stosch e del poeta toscano Tomaso Crudeli suo
maestro d’italiano, per cui questi subì un processo nel 1739 dall’Inquisizione
(F. Sbigoli, Tomaso Crudeli e i Primi framassoni in Firenze, Milano 1884). Fin
dal 1736 anche a Bologna la S. Inquisizione ebbe ad occuparsi della M.
(Battistella, Il S. Offizio e la Riforma in Bologna, ivi 1905, p. 150). A
Napoli la regina Maria Carolina, sorella di Giuseppe II, si servì della M. come
di un mezzo di governo.
Nei territori soggetti all’Austria, Francesco
Stefano di Lorena, Maria Teresa e Giuseppe II protessero la M. Quest’ultimo con
un’ordinanza del 21 gen. 1786 la metteva addirittura sotto la “tutela
dello Stato”: e in verità il suo regno fu l’epoca d’oro della M.
L’Alfieri, nell’Impostura, bolla mordacemente la setta e i suoi aderenti come
troppo accomodanti e sempre in caccia dei propri tornaconti.
4. La M. dopo la Restaurazione. – Distrutta
l’organizzazione della M. in Italia e indebolita negli altri paesi latini, essa
vigoreggiò nei paesi anglosassoni, con il favore dei sovrani e delle classi
dirigenti; e ciò specialmente negli Stati Uniti, dove la M. è rimasta ancor più
che in Inghilterra attaccata ai principi tradizionali. Non si potrebbe tenere
dietro alle vicende della M. nei vari paesi senza perdersi in un labirinto.
Basti un cenno delle vicende della M. francese, per la stretta connessione che
essa ha avuto ed ha con quella italiana. Luigi XVIII (1815-24), iniziato in
gioventù, non prese contro la M. misure repressive; uno dei suoi ministri,
Decazes, fu Supremo Gran Commendatore. Le giornate di luglio vennero celebrate
dalla M. come un trionfo proprio. Luigi Filippo (1830-48), pur avendo già
rivestita la carica di Gran Maestro, non si mostrò amico della M., né volle che
il duca d’Orléans accettasse il titolo di Gran Maestro. Il colpo di Stato del
febbr. 1848 veniva rivendicato dalla M. come il risultato di un congresso
massonico tenuto a Strasburgo nel 1847, con l’intervento di tutti i principali
esponenti del governo rivoluzionario. Lo stesso Lamartine ebbe a dichiarare che
l’esplosione era emanata du fond des loges. Napoleone III, imitando anche in
ciò Napoleone I, si servì della M. come d’un instrumentum regni, e vi pose a
capo uomini fidáti, quali Luciano Murat suo cugino, il maresciallo Magnan, e il
gen. Mellinet, manovrandola secondo l’opportunità, religiosa o politica, e
frenandone gli eccessi.
Sotto la Repubblica la M. riconquistò una piena
autonomia e a poco a poco prese tale ascendente da fare dei poteri pubblici un
proprio strumento, assoggettando il paese ad una vera e propria tirannia
settaria. Il 26 apr. 1871, un corteo massonico di ben diecimila individui, con
emblemi ed insegne, si recò trionfalmente all’Hotel de Ville a rendere omaggio
al governo della Comune, riguardandosi come due potenze alleate. Non è il caso
di diffondersi in particolari sul programma di laicizzazione attuato dalla M.
in Francia e sui metodi messi in azione per asservire la gerarchia
ecclesiastica ed estirpare gli Ordini e le Congregazioni religiose (v.
FRANCIA). Basti dire che il Grande Oriente di Francia deliberò nel 1878 di abolire
dalle Costituzioni il paragrafo che poneva come fondamentale la credenza
nell’esistenza di Dio e nell’immortalità dell’anima e ordinò di eliminare anche
dai rituali tutto ciò che vi faceva allusione; onde la M. britannica e tedesca
ruppero le relazioni con esso.
V. LA M. NEL RISORGIMENTO E NELLA VITA PUBBLICA
ITALIANA. – Chiuse le logge e soppressi dai governi restaurati i due Grandi
Orienti di Napoli e di Milano, la M. italiana si disperse : i superstiti si
rifugiarono sotto la tutela del Grande Oriente di Francia e cercarono di
esplicare la loro azione attraverso la Carboneria, spesso riuscendo ad
accaparrarsi posti di comando. Domenico Angherà attesta d’avere nel 1848
tentato di ricostruire un Grande Oriente a Palermo, ma l’iniziativa ebbe breve
durata. La M. italiana riprese vita a Torino nel 1859 per opera di persone
molto vicine al Cavour. La loggia torinese “Ausonia”, in unione con
il “Trionfo ligure” di Genova e gli “Amici veri vittoriosi”
di Livorno, ricostituirono il Grande Oriente d’ltalia. Primo Gran Maestro fu
eletto Livio Zambeccari, sostituito dopo brevissimo
governo da Costantino Nigra, l’uomo di fiducia di
Cavour, nell’evidente proposito di non dar ombra al governo e di interessare la
M. francese alla causa italiana, essendo
il Nigra ambasciatore a Parigi. Il Lenzi attesta
risultare da documenti pubblicati da lui su “L’acacia” che la persona
designata all’alta carica era Cavour stesso, ma che tale disegno venne troncato
dalla morte prematura di lui. Quasi contemporaneamente al Grande Oriente di
Torino, ne sorsero uno a Palermo, di tendenze repubblicane, che proclamò Gran
Maestro Garibaldi, ed uno a Napoli, ad iniziativa del ricordato Angherà. Ma,
scomparso il Cavour e ritiratosi il Nigra, incominciarono subito lotte e
scissioni, nelle quali si esaurì in gran parte l’attività di quei nuclei
massonici rivali.
Trasferita la capitale d’Italia a Firenze, una
costituente massonica, avvenuta in detta città nel 1865, confermò nel grado di
Gran Maestro G. Garibaldi e gli diede come Gran Maestro aggiunto Antonio
Mordini. I non pochi sforzi di Garibaldi per un accordo tra i corpi rivali di
Palermo e Torino, condussero nel 1876 alla creazione di un Supremo Consiglio di
Roma; quindi nel 1879, con intervento di alcuni Supremi Consigli esteri, di un
Supremo Consiglio d’Italia, nominando primo Sovrano Gran Commendatore Giorgio
Tamajo.
Sotto il Gran Maestrato di Giuseppe Mazzoni
(1878-80), di Giuseppe Petroni (1882-85), e soprattutto di Adriano Lemmi
(1885-95), la M. italiana fece progressi notevoli, data anche l’astensione dei
cattolici dalla vita politica. Però, nonostante per più decenni avessero in
mano il potere grandi dignitari massoni, quali Lanza, Cairoli, Depretis, Di
Rudinì, Crispi, Zanardelli, Fortis, solo parzialmente essa riuscì ad attuare il
suo programma di laicizzazione, nel quale la M. s’era impegnata con il maggiore
accanimento; la totale separazione dei due poteri, l’abolizione delle
guarentigie, il divorzio ecc., urtarono contro il profondo senso cristiano
della nazione. Riuscì invece ad impedire la riconciliazione dell’Italia con il
papato, definita “mostruosa conciliazione”, ” stupida
conciliazione “, e deprecandola come il maggior pericolo che potesse
correre la patria e la libertà (Rivista massonica, 1883, p. 88; 1884, p. 103;
1886, p. 32). Sono note le interferenze della M. per mandare a vuoto i sondaggi
fatti da Leone XIII nel 1887 presso Crispi, tramite il p. Tosti; le
declamazioni del Bovio, con le repliche dello Zanardelli e del Crispi; il
solenne encomio dato a quest’ultimo da Adriano Lemmi, per aver
“rinvigorita con sapienza civile la lotta contro il pretendente del
Vaticano” (25 giugno 1888). Grazie alla sua intransigenza anticlericale,
attesta il Lemmi (rivista cit., 1886), la M. italiana si cattivò le simpatie
della M. mondiale, che vedeva in essa la sentinella avanzata contro “il
nemico più inveterato, più accanito, più ostinato e feroce” : il papato.
Con la morte del Lemmi (1906) la M. italiana si
scisse : Saverio Fera, ch’era Luogotenente Gran Commendatore dei Supremo
Consiglio di Palazzo Giustiniani, sede della M. bleu fino dal 1901, ricusò di
riconoscere il Gran Commendatore effettivo nuovamente eletto Achille Ballori, e
insieme con i suoi aderenti costituì un Supremo Gran Consiglio autonomo ed una
Grande Loggia nazionale di rito scozzese antico ed accettato (1908),
riconosciuta dai Supremi Consigli convenuti a Washington nel 1912. Alla M. di
Palazzo Giustiniani si rimproverava d’essersi tutta data alla politica,
d’essere diventata una setta ateistica, d’interferire sulle attività proprie
del Parlamento e del governo, d’aver dato cioè all’Italia una cattiva copia
della M. francese. Supremo Gran Commendatore e Gran Maestro della nuova M. fu
confermato il Fera, che ebbe per successori Ricciardi, William Burgess, e
quindi Raoul Palermi (1919). A Palazzo Giustiniani, al Ballori successero
nell’ufficio di Gran Maestro Ettore Ferrari (1904-17), Ernesto Nathan
(1917-1921), fiero anticlericale, rimasto famoso per le volgari contumelie
lanciate contro il Vaticano, e Domizio Torrigiani. Le due obbedienze erano
legate alle due maggiori correnti massoniche del mondo, quella alla M.
anglosassone, questa a quella francese.
VI. M. e Fascismo. – Per molti anni la stampa e
l’Azione Cattolica rimasero quasi sole nella lotta contro l’invadenza massonica
che a poco a poco si andava impossessando dei gangli vitali delle nazioni
latine. Nel 1895 a Roma fu fondata una associazione antimassonica e nel 1897 si
tenne un primo congresso internazionale a Trento, seguito da altri. Purtroppo
mancarono di preparazione e mezzi adeguati, e ingenui apologisti rimasero
vittima dell’enorme trucco loro giocato da un volgare impostore, Gabriel
Antoine Jogand-Pagés (1854-1907), sotto il finto nome di Leo Taxil, che si
diede per un transfuga dalla M. e simulò le più mirabolanti rivelazioni.
Un movimento di più forte efficacia contro
l’onnipotenza massonica si suscitò in Italia, come in altri paesi, fra la
gioventù aspirante a farsi largo nell’agone politico, e a contrastare il
terreno, con mentalità rinnovata e in piena libertà di movimento, ai vecchi
partiti. Nel Congresso socialista di Reggio Emilia del 1913 il Mussolini sferrò
una energica campagna per l’eliminazione della M. dal Partito, e la proseguì a
fondo su l’Avanti!, sostenendo l’inconciliabilità tra M. e socialismo. Nello
stesso anno l’Idea nazionale, organo del Partito nazionalista, apriva un
referendum sui tre quesiti: l) se la M. era “compatibile con le condizioni
della vita pubblica moderna”; 2) se le ideologie cui s’ispirano
materialismo, umanitarismo, internazionalismo, corrispondano alle
“tendenze del pensiero contemporaneo”; 3) se la sua azione nella vita
pubblica, esercito, magistratura, scuola ecc., fosse “in beneficio o in
danno del paese”. Con generale stupore le risposte da parte dei personaggi
più ragguardevoli per dottrina e posizione sociale, pubblicate sul giornale dal
31 luglio al 9 Ott. 1913, riuscirono un grande e solenne plebiscito di
condanna. Il referendum, raccolto in volume, venne pubblicato con una
prefazione di Emilio Bodrero (Inchiesta sulla M., Milano 1925).
Quanto alla prima guerra mondiale, la M. di Palazzo
Giustiniani si vantava d’aver influito in senso decisivo sull’esito finale, ma
fu proprio in questo momento che presero vigore, non solo in Italia, ma in
quasi tutti i paesi d’Europa, quelle correnti spirituali che acuirono la crisi
antimassonica, la più profonda che mai la M. abbia attraversata. Rispetto alla
M. italiana una prima offensiva avvenne in seguito al Congresso internazionale
massonico di Parigi dei 1917, dove sembra che gli interessi della nazione
fossero stati assai male tutelati di fronte alle altre potenze alleate. Il Gran
Maestro Ferrari si vide costretto a dimettersi. In seguito alla “marcia su
Roma” e all’avvento del fascismo al potere (ott. 1927), la M. non fu
seconda a nessuno nell’adesione e nel plauso. Se in ciò la M. di Piazza del
Gesù non conobbe misura e ritegno, neppure Palazzo Giustiniani trascurò alcun
mezzo per accattivarsi le simpatie del nuovo Partito, dichiarando sulla
pubblica stampa che “a dar vita ed alimento a quel moto nel suo inizio
furono anche nuclei di fratelli molto autorevoli”, e che la M. aveva
“un’anima fascista”. In un’assemblea generale tenutasi a Palazzo
Giustiniani il 28 genn. 1923 intorno alla politica del fascismo, se riserva ci
fu, essa consisteva negli eventuali rapporti con il Vaticano, riaffermando il
principio della “laicità (dello Stato) nella più rigida concezione”.
Una conciliazione con il Papa, ebbe a dichiarare il Torrigiani, “avrebbe
nel fatto restituito al Papa posizione di sovrano temporale”. Il governo
rispose, tramite l’agenzia Volta, che queste dichiarazioni avevano suscitata
“una impressione nettamente negativa”. Il Gran consiglio fascista, da
un canto, l’Associazione nazionalista dall’altro invitarono i loro aderenti a
scegliere tra M. e Partito (febbr. 1923), e il Popolo d’Italia, mettendo in
rilievo questi fatti, affermava dover essere auspicato coronamento di essi
l’accordo tra l’Italia e la Chiesa. Il 18 maggio 1925 il Parlamento deliberava
all’unanimità l’abolizione delle società segrete e già dall’ag. 1926 si
iniziavano quegli approcci con il Vaticano che si conclusero con il Trattato
Lateranense dell’11 febbr. 1929.
La M. di Piazza del Gesù si sciolse spontaneamente
con vive proteste di fede fascista. Quella di Palazzo Giustiniani, nell’atto di
sciogliersi (6 sett. 1925) costituì un Comitato clandestino d’organizzazione
con pieni poteri, per mantenere in vita l’ordine di fronte alle necessità del
momento. Essa seguitò ad esplicare la sua attività sotto la protezione della M.
francese. Il Torrigiani, ritenuto corresponsabile dell’attentato dell’on.
Zaniboni e del gen. Capello alla vita di Mussolini, venne arrestato e
condannato a cinque anni di confine in un’isola, ma liberato dopo qualche
tempo, morì a Firenze il 31 ag. 1932.
VII. SFORZI DI CONCENTRAZIONE MONDIALE PER LA
CONCILIAZIONE CON LA CHIESA CATTOLICA. – In un congresso internazionale di
corpi massonici di diversi riti nel 1902 a Ginevra, sì tentò di ravvicinare le
diverse potenze sparse nel mondo, per dare ad esse una base di maggior
solidarietà ed unità. Il principio religioso, dalle potenze anglosassoni
(Inghilterra, Prussia, Scandinavia, Nord America) ritenuto tuttora valido, era
invece ripudiato da quelle latine (Francia, Italia, Portogallo, Spagna,
Svizzera, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Ungheria, Egitto, America latina); fu
istituito un Bureau internatìonal des relations maçonniques, con sede a
Ginevra, diretto da Ed. Quartier-La-Tente, già Gran Maestro della Gran Loggia
svizzera “Alpina”. Da esso emanò nel 1921 una Association maçonnique
internationale (AMI) con il compito principale di ravvicinare fra loro, a
guerra ormai finita, vincitori e vinti, mercé l’azione conciliatrice della M.
statunitense, divenuta, come un tempo la M. inglese, la potenza massonica più
forte e autorevole, il centro di gravitazione dello scozzesismo mondiale. Ma
non raggiunse l’intento; né la M. francese volle recedere dal proprio
dottrinarismo volteriano, né quella tedesca piegare l’orgoglio nazionale
ferito. Sicché la M. americana si ritirò dell’A.M.I., imitata dalle altre
potenze solidali, e l’Associazione ginevrina perdé gran parte della sua
autorità.
Al tempo stesso Ossian Lang, Gran Cancelliere della
Gran Loggia di Nuova York, in viaggio nei principali centri d’Europa, fondò a
Vienna, con l’appoggio dei maggiori esponenti della M. austriaca, lo storico
Eugen Lennhoff e il dott. Kurth Reichl, una associazione affine alla
precedente, la Freimaurerliga, che professava di rispettare qualsiasi
confessione religiosa, con tendenze spiccatamente conciliative verso la Chiesa
cattolica, come dimostrano alcuni articoli del dott. Reichl sull’organo della
Liga, la Wiener Freintaurer Zeitung. Nel sett. del 1930 essa tenne un convegno
a Ginevra, dove accorsero rappresentanti di molte nazioni.
Già nel periodico inglese The Freemason del 13 nov.
1909 si potevano leggere espressioni come la seguente: “Con lo spirito
liberale dominante negli Stati Uniti e in Inghilterra siamo sicuri che la
Chiesa si persuaderà col tempo che noi non siamo suoi nemici, ma suoi alleati
nella lotta contro le mostruosità ateistiche che usurpano il nostro nome a
profitto di loro basse manovre”. Ora il Lang, dal giro d’ispezione sopra
accennato, prese occasione per far qualche sondaggio. Egli, insieme al Lennhoff
e al Reichl, ebbe un incontro ad Aquisgrana il 21 maggio 1928 con il gesuita p.
Hermann Gruber, uno dei più apprezzati studiosi di cose massoniche del tempo,
per discutere intorno ad una possibile intesa. La cosa, trapelata nella stampa
profana, diede luogo ai più svariati e strani commenti. In dichiarazioni
pubbliche il Reichl ed il Gruber riconobbero la fondamentale opposizione di
principi che rendeva impossibile una vera conciliazione. L’unica intesa
possibile poteva consistere solo in una migliore comprensione reciproca e in
una maggiore lealtà e correttezza polemica, la fine di congiungere le forze per
resistere efficacemente contro l’invadente ateismo e il comunismo.
Qualche anno appresso Albert Lantoine, il più
autorevole storico moderno della M., morto nel 1949, membro del Supremo
Consiglio dei 33 di Francia, diresse un pubblico patetico appello a Pio XI, in
un volumetto a stampa intitolato: Lettre au Souverain Pontife (Parigi 1936).
Invocava anch’egli armistizio e tregua, sempre nell’intento di miglior comprensione
per unirsi contro il nemico comune, il comunismo ateo, il nazionalsocialismo
pagano, il fascismo. L’organo ufficiale della Gran Loggia di Francia sconfessò
il gesto del Lantoine, ma esso ebbe larga eco sì nella stampa massonica che in
quella profana. Il padre J. Berteloot, da esperto conoscitore, espose su la
Revue de Paris (15 sett. 1938) l’aspetto cattolico della questione, che è stata
poi ampiamente dibattuta dall’una e dall’altra sponda. Ne resta un documento
caratteristico nei 2 voIl. del p. Berteloot (v. bibl.).
VIII. RESURREZIONE DELLA M. IN ITALIA. – Caduto il
governo fascista in Italia, la M. tornò subito sulle posizioni perdute; ma tali
e tanti furono i corpi massonici che si pretendevano legittimi credi di quelli
scomparsi da derivarne una indicibile confusione. Il dott. Melwin Johnson,
Sovrano Gran Commendatore della giurisdizione nord degli Stati Uniti, in un
discorso del 18 apr. 1950 a Palazzo Brancaccio rivelò essersi formati “una
ventina di Supremi Consigli e di Grandi Logge ” (Mondo massonico, 5
[1950], p. 34).
Va premesso che l’art. 13 della Costituzione della
Repubblica Italiana, approvato l’11 apr. 1947 dall’Assemblea Costituente,
stabilisce: “Sono proibite le associazioni segrete”. La situazione
giuridica in cui la Costituzione pone le società segrete dovrà andar
disciplinata da una apposita legge. Intanto essa non impedisce alla M. di
esplicare la sua attività in segreto, bensì essa è tenuta, come le altre
società, a denunziare ai poteri pubblici i propri statuti, le proprie sedi e i capi
responsabili. Quattro principali obbedienze attualmente richiamano una speciale
attenzione .
1. M. scozzese simbolica di Palazzo Giustiniani.
Questa, avendo conservato una successione di continuità mediante i comitati
provvisori di governo, ricostituì il 12 nov. 1945 i propri organi, creando in
G. Guastalla il Sovrano Gran Commendatore e in G. Lay il Gran Maestro, con sede
in un modesto quartiere del Palazzo Giustiniani, già proprietà della M. ora in
mano dello Stato. Al Lay successe l’avv. Ugo Lenzi, che insieme alla carica di
Gran Maestro riveste quella di Supremo Gran Commendatore. Questi, in vari
discorsi fatti nei convegni regionali a Milano, Napoli, Torino, insiste sul
punto della laicizzazione, per cui si tiene in posizione di vigile attesa verso
il governo democristiano. Nel resto si professa in politica al di sopra dei
partiti; in religione contrario ad ogni confessione dogmatica e per la
“libertà di pensiero e di coscienza nella libera ricerca del Vero senza
apriorismi, senza fabulazioni mitologiche, ma con la sola guida del buon senso,
della ragione, delle scoperte delle scienze naturali e con l’ausilio della
filosofia”. Adotta una dichiarazione di principi votata dalla Gran Loggia
svizzera “Alpina” il 21 maggio 1949, secondo la quale si riconosce e
invoca il Grande Architetto dell’Universo e viene ripristinato l’antico rito
della Bibbia sull’altare. Considera i Patti Lateranensi come una
“abdicazione di conquiste civili già acquisite dallo Stato di fronte al
Vaticano”, e “una catena che dev’essere spezzata”.
2. M. di rito scozzese antico ed accettato. –
Questo ramo ha ripreso un’organica omogeneità solo dopo lunghe e travagliate
pratiche, anche a causa del disfacimento completo in cui lo aveva lasciato
l’ultimo Sovrano Gran Commendatore Palermi, ora con l’abdicare, ora con il
rivendicare le cariche già rivestite. Ad esso specialmente si riferisce la
constatazione del dott. Johnson che si è riferita. Si giunse finalmente
nell’ott. 1948 a radunare un congresso a Napoli, da cui emanò una Giunta provvisoria
di governo con sede a Roma (via Sistina 48), destinata a predisporre una
costituente nazionale che ebbe luogo in Roma, al Palazzo Brancaccio, il 24-25
apr. 1949. Questa, ottenuta la fusione di talune della Grandi Logge, spuntate
dopo il fascismo, ricostituì un Supremo Grande Consiglio, di cui risultò eletto
Supremo Gran Commendatore il sen. Arturo Labriola (rinunziante in sett. 1950);
ed una Gran Loggia, della quale fu fatto Gran Maestro il sen. Giuseppe Fusco,
quindi, rinunziando il Fusco, il col. Raffaele Ridolfi. La M. di Palazzo
Brancaccio, eccetto il rito, non pare che molto differisca nel programma da
quella di Palazzo Giustiniani. Le circolari emanate dal Labriola echeggiano
principi e propositi press’a poco identici: “ristabilire la sovranità
laica del paese”, reagire alla novella usurpazione clericale dei pubblici
poteri “netta separazione dello Stato dalla Chiesa”, opporsi al
Partito democristiano “datosi a tutt’uomo alla clericalizzazione
d’Italia”, asservito alle mire ambiziose di potenza delle “gerarchie
ecclesiastiche e del Vaticano” (circolari 25 giugno e 20 sett. 1949).
3. M. di rito scozzese autonomo e pseudocattolica.
Questo gruppo risiede presso l’antica sede di Piazza del Gesù e risulta
costituito dalla fusione di un certo numero di logge che facevano capo al
barone Furio Romano Avezzana, m. a Roma il 15 giugno 1949, con altre logge
dipendenti da G. C. Terzani e da Manfredi de Franchi, le prime con sede in via
della Mercede, queste in Piazza del Gesù. L’Era Nuova, organo del gruppo, nel
numero del sett. 1947, faceva la seguente professione di fede: “In una
nazione cattolica come l’Italia, il cristianesimo dei liberi muratori italiani
non può essere che l’unico, il vero, l’etica cattolica”. S’intendeva cioè
inaugurare una M. cattolica. Sulla stampa profana si parlò di accordi tra il
Vaticano ed una certa M., e si notò una intensa propaganda in ambienti
cattolici per attirarvi adepti. L’arcivescovo di Trento, preoccupato di tali
manovre, chiese al S. Uffizio quel che se ne doveva pensare; e il cardinale,
segretario di questo S. Tribunale, il 20 apr. 1949, rispose: “nulla è
avvenuto da poter far cambiare in questa materia la decisione della S. Sede,
perciò rimangono sempre nel loro valore, per qualsiasi forma di M., le
disposizioni del diritto canonico”.
Non cessando però questi artificiosi armeggi,
L’Osservatore Romano del 19 marzo 1950 pubblicò un articolo del p. Cordovani,
Maestro dei SS. Palazzi, in cui si smentiva che la M., almeno di certo rito,
non fosse più in contrasto con la Chiesa, che anzi, per una specie di accordo
conchiuso, era lecito ai cattolici ascrivercisi; ribadiva “Che nulla è
mutato nella legislazione della Chiesa in ordine alla M.”, soggiungendo:
“i vescovi sanno che il can. 684, e specialmente il can. 2335, che infligge
la scomunica a quanti danno il proprio nome alla M., senza distinzione di riti,
sono in pieno vigore, oggi come ieri; e tutti i cattolici lo debbono sapere e
ricordare per non cadere nell’inganno”.
4. Aggruppamento scozzese di Bari. – Sorto presso
una Loggia Madre “Onore e Giustizia”, di Bari, che aveva per
venerabile tal Liborio Granone, eresse il 24 maggio 1945 un Supremo Consiglio
Ortodosso per l’Italia meridionale e le isole, e quindi, trasferitosi a Roma,
una Gran Loggia, di cui divenne Supremo Gran Commendatore e Gran Maestro il
predetto Granone.
IX. DATI STATISTICI. – E difficile dare dati
statistici della M. italiana ancora in via di ricostruzione. Su dati forniti da
fonte ufficiale si calcola che, tra le famiglie regolari e irregolari, potranno
esservi in Italia ca. mille logge, con un complesso di 50.000 associati. Il
Grande Oriente di Palazzo Giustiniani supera le 400 logge con 25.000 iscritti.
La M. in Germania, che nel periodo prehitleriano si
calcola contasse ca. 70.000 membri, dopo l’abolizione per, i decreti nazisti
del 1933, fu sciolta e i beni confiscati. Prese a risorgere nel 1945 e ben
presto riunì 6700 massoni provenienti da tutte le zone di occupazione, anche
quelle soggette all’URSS, dove la M. è tuttora vietata. Si è ricostituita una
Grande Loggia, con sede a Francoforte, con 146 sezioni locali, aventi a Gran
Maestro il dott. Theodor Vogel di Bayreuth (Baviera).
La M. dell’America del nord, considerata già come
la più forte e potente del mondo, negli ultimi decenni ha raggiunto nuovi notevolissimi
progressi. E’ divisa in tre distinti rami.
M. simbolica (Master Mason), che trae origine dalla
prima Gran Loggia di Londra e conferisce solo i primi tre gradi simbolici,
distinta in Grandi Logge regionali e in una Grande Loggia nazionale, e conta
ca. 3.000.000 di membri.
M. di rito scozzese, che conferisce i gradi dal 4°
al 32°, distinta in due giurisdizioni . Supremo Consiglio della giurisdizione
del Sud, fondato nel 1801, con sede a Washington, di cui è Supremo Gran
Commendatore John Cowley, e conta 250.000 membri; e Supremo Consiglio della
Giurisdizione del Nord, fondato nel 1813, con sede a Boston, il cui Supremo
Gran Commendatore è Melvin M. Johnson, e conta ca. 300.000 membri.
M. del rito di York. Oltre ai corpi riconosciuti
regolari, ed altri non riconosciuti tali, come la M. nera (The Negro Masons),
la quale si crede conti ca. un milione di iscritti, esistono in America
innumerevoli confraternite di carattere umanitario o ricreativo (Friendly
Societies), considerate come ramificazioni massoniche, e contano dai sei ai
sette milioni di iscritti. Dato che le statistiche del 1910 annoverano in tutte
e tre le giurisdizioni in cui allora si dividevano gli Stati americani
1.321.530 membri, si può giudicare del grande progresso fatto in meno di un
quarantennio. Non meno rilevante è l’aumento della M. mondiale, che nel 1910 si
calcolava a ca. 1.744.878 membri, mentre oggi deve per lo meno ritenersi
triplicata.
X. DOTTRINE E RITI. – La filosofia religiosa della
M., sulle tracce segnate da Lessing, Herder e Fichte, pone tutte le religioni
sul medesimo livello, considerando in esse non altro che il prodotto di quel
dato grado di civiltà e di cultura che ha raggiunto il popolo che le professa;
una tappa nel processo evolutivo dell’umanità, verso quella suprema meta in cui
tutti gli uomini avranno raggiunto il possesso della “vera luce”. La
fede cristiana e cattolica, alla quale le vecchie corporazioni operative
rimasero sempre tenacemente attaccate, si è andata man mano dissolvendo, verso
un perfetto agnosticismo religioso nella M. latina, che ha detronizzato Iddio e
posto il Divin Redentore alla pari di tanti altri eroi dell’umanità. A dire del
Findel, quella che per taluni sarebbe la vera filosofia della M. non è in
realtà che una tarda sovrapposizione dell’età del filosofismo alla genuina
dottrina massonica, la quale consisterebbe nei “principi eterni ed
immutabili comuni a tutte le religioni”, principi che ognuno ha diritto di
vagliare e far suoi con “piena libertà di opinioni”. Non dovendo la
mente umana inchinarsi ad altre verità fuori di quelle ch’essa può da se stessa
indagare e comprendere, ne segue che la religione cattolica, con le sue verità
rivelate positive e dogmatiche, va eliminata come tutto ciò che non soggiace al
controllo della ragione e della scienza, e relegata fra i miti e le
superstizioni. La stessa formula del Grande Architetto dell’Universo che
troneggia sull’ara del tempio massonico, e il volume della Bibbia, per i più
non rappresentano che residui e tradizioni ereditate dalle vecchie maestranze e
non implicano la positiva credenza in un Dio personale e nella Rivelazione, ma
solo una certa religiosità evanescente che ciascuno può intendere a modo suo.
La meta che la M. si propone di raggiungere è l’emancipazione dell’umanità da
ogni sorta di schiavitù, civile, religiosa e morale. In ciò consiste il supremo
grado di perfezione a cui il massone può e deve aspirare, attraverso il
simbolismo e i misteriosi riti dell'”arte reale”. I tre gradi di
apprendista, compagno e maestro, nei quali si concreta in compendio tutta la
grande piramide degli alti gradi, corrispondono alle diverse tappe di questo
cammino verso la “vera luce”. Il primo grado rappresenta il passaggio
dal mondo profano alle soglie del nuovo mondo; il secondo, ch’è simboleggiato
dal passaggio fra le colonne di Booz e di Jakin, introduce nel tempio della
pura umanità; il terzo, il cui simbolo consiste nel tracciare dei segni su di
una tavola, fa del massone la pietra ormai atta per l’edificio della perfetta
umanità. A siffatte concezioni, circonfuse di un vago e vaporoso misticismo,
vanno spesso congiunte altre pratiche esoteriche, gnostiche, teosofiche,
spiritiche, cabalistiche.
Nella molteplicità di riti adottati nelle
innumerevoli sette massoniche, esiste altresì una grande varietà di gradi. Il
famigerato Giacomo Cagliostro fondò in parecchie città logge del rito di
Memphis che avevano 90 gradi, e del rito di Misraim che ne avevano 96. Ma nello
stesso rito scozzese, che è, il più antico e il più comunemente adottato, non
mancano difformità quanto alla piramide dei gradi. Così il Rito scozzese
filosofico ammette 18 gradi, lo Scozzese primitivo 25, 33 il rito Scozzese
antico ed accettato, risultante dalla combinazione dello scozzesismo francese
con un nuovo rito introdotto nel 1801 a Charlestown, nelle Caroline, che oggi è
il più diffuso di tutti. Questi 33 gradi sono distinti in quattro classi : i
primi tre, detti simbolici, comprendono i tradizionali gradi di apprendista,
compagno e maestro; i quindici seguenti sono detti capitolari; i dodici
ulteriori filosofici; e gli ultimi tre amministrativi e sublimi. Alle diverse
categorie di gradi corrispondono i diversi organi gerarchici dell’Ordine, cioè
Logge, Capitoli, Consigli, Grande Oriente e Supremo Consiglio. Quest’ultimo,
che ha a capo il Sovrano Gran Commendatore, assistito da un Principe del Real
Segreto, da un Grande Ispettore e da un certo numero di 33, di regola deve
essere unico per ciascuna nazione e riveste i supremi poteri legislativi e
giudiziari dell’Ordine. Molti degli appellativi attribuiti ai singoli gradi
derivano da leggende medievali relative all’erezione del tempio di Gerusalemme
ad opera di Hirami-Abi e all’arte muraria. Dal 300 grado in su il simbolismo
cessa e subentra quello che in linguaggio massonico si chiama “real
segreto” o “arte reale”, dovendosi supporre che a quel punto la
luce si sia manifestata senza velo o mistero. Sarà opportuno notare che gli
alti gradi non sono una invenzione recente. Già nella M. operativa e nella M.
politica si andò adottando questo metodo fin dal sec. XVII, sia per porre
argine ad iniziative individuali che potevano degenerare in anarchia, sia per
motivi di ordine puramente amministrativo o politico. Ma la grande voga degli
alti gradi incomincia al principio del sec. XIX.
XI. CONDANNE EMANATE DALLA S. SEDE. – La S. Sede
non tardò a scorgere nella M. una istituzione infesta alla religione ed
eversiva degli stessi ordinamenti civili: Clemente XII con lettera apostolica
In eminenti del 28 apr. 1738 ne colpì gli aderenti con scomunica riservata al
Pontefice, e ordinò ai vescovi di procedere contro i massoni come verso persone
vehementer sospette di eresia, dichiarando che, nell’opinione pubblica, dare il
nome alla M. equivaleva ad incorrere in una pravitatis et perversionis notam.
Benedetto XIV rinnovò la condanna con la cost. Providas, del 17 maggio 1751,
come fecero Pio VII, Leone XII ed altri. Vanno ricordate perché di particolare
importanza la cost. Apostolicae Sedis di Pio IX, l’encicl. Humanum genus di
Leone XIII, e l’allocuzione concistoriale del 20 nov. 1911 di Pio X.
La S. Congregazione del S. Uffizio il 27 giugno
1839 dichiarò che nella condanna generale va compresa anche la M. scozzese
d’Irlanda e nordamericana; e il 20 giugno 1894 vi comprese talune associazioni
umanitarie americane di emanazione massonica. La S. Congregazione di Propaganda
Fide ha emanato istruzioni per i luoghi di missione. La disciplina vigente è
compresa nei cann. 684, 2335 e 2336 del CIC; il primo ammonisce gravemente i
fedeli di guardarsi dal dare il nome ad associazioni segrete, condannate,
sediziose o sospette, o che comunque si sottraggono alla vigilanza
ecclesiastica; il secondo infligge la scomunica ipso facto incurrenda riservata
alla S. Sede a chi dà il nome alla M.; il terzo infligge pene speciali ai
chierici. – Vedi tav. XXV.
BIBL.: Gli atti relativi alla M. emanati dalla S.
Sede, si trovano per esteso, cronologicamente disposti, in : Codicis iuris
canonici fontes cura E.mi P. Card. Gasparri editi (Roma 1923-39, 9 voll.), II
nn. 412, 179, 481, 504, 507, 508, 542, 544; III, nn. 552, 563, 571, 591; IV,
nn. 877, 896, 899, 932, 1012, 1056, 1080, 1085, 1100, 1204; VII, nn. 4871,
4910, 4937; VIII, 6432. Opere di bibliografia sistematica : *A. Wolfstieg,
Bibliographie der freimaurerischen Literatur, Burg a. M. 1911-13, 3 voll.; F.
Denais e R. Lay, Bibliographie de la Franc-Maçonnerie et des sociétés secrètes,
Parigi 1912, Sgg.; * P. Maruzzi, Opere per una biblioteca massonica.
Suggerimenti bibliografici, Roma 1921.
La Civ. Catt., il periodico italiano che ha seguito
con particolare attenzione lo svolgimento dell’azione massonica, specialmente
in Italia, offre negli Indici generali un’utile fonte bibliografica.
Opere storiche e di carattere generale: N.
Deschamps-Cl. Jannet, Les Sociétés secrètes et la Société, ou Philosophie de
l’histoire contemporaine, 3 voll., Avignone 1883; G. Bord, La Franc-maçonnerie
en France des origines à 1815, Parigi 1908; W. Begemann, Vorgeschichte und
Anfange der F. M. in England, in Irland, in Schottland, 4 voll., Berlino 1909-14;
*R. F. Gould, The history of Freemasonry, Londra 1913; id., A concise history
of Freemasonry, ivi 1921; *A. Lantoine, Histoire de la Franc-Maçonnerie
francaise: I, La Franc-Maçonnerie chez elle, Parigi 1927; *G. Huard, L’Art
Royal: essai sur l’histoire de la Franc-Maçonnerie, Parigi 1930; *E. Lennhoff,
Die F. M., Vienna 1928; *A. Lantoine, II, La Franc-Maçonnerie écossaise, Parigi
1930; id., III, La Franc-Maçonnerie dans l’Etat, ivi 1935; J. Berteloot, La
Franc-Maçonnerie et l’Eglise catholique, I, Perspectives de Pacification. II,
Motifs de condamnation, 2 voll., Losanna-Parigi-Bruxelles 1942; id., Les
Francs-Maçons devant a l’histoire. Origine et diversité,
Losanna-Parigi-Bruxelles, 1949 (in continuazione). Circa i famosi trucchi del
finto convertito Leo Taxil, v. H. Gruber, Leo Taxils Palladismus-Roman, oder
Enthüllungen Dr. Batailles, Domenica Margiottas und Diana Vaughans über F. M.
und Satanismus, Berlino 1897. Circa il compagnonnage, v. E. Martin St-Leòn, Le
Compagnonnage. Son histoire, ses coutumes, ses règlements et
ses rites, Parigi 1901; id., Histoire des Corporations de métiers, Parigi 1941.
Per la M. italiana in particolare si segnalano : H.
Gruber, Mazzini, F. M. und Weltrevolution, Ratisbona 1901, trad. it. di P.
Polidori, Roma 1908; D. Spadoni, Sètte, cospirazioni e cospiratori nello Stato
Pontificio all’indomani della restaurazione, Torino 1904 (di 3 voll. promessi
non uscì che il primo); O. Dito, M., carboneria ed altre società segrete nella
storia del Risorgimento italiano, Torino-Roma 1905; *U. Bacci, Il libro del
massone, Roma 1911; A. Luzio, La M. e il Risorgimento italiano, Bologna 1925, 2
voll. (sfronda i vantati meriti della M. nel Risorgimento); *G. Leti,
Carboneria e M. nel Risorgimento italiano, Genova 1925 (polemizza col Luzio in
difesa della tesi massonica); *U. Triaca, Abrégé de l’histoire de la
Franc-Maçonnerie italienne, Parigi 1948, particolarmente interessante per i
particolari sulle vicende più recenti. Sui programmi delle tre principali
obbedienze massoniche in Italia dopo la ricostituzione, si veda, per quella di
Palazzo Giustiniani, oltre l’organo La rivista massonica, i discorsi
programmatici del Gran Maestro *U. Lenzi, Ai liberi muratori italiani, 20 marzo
1949, Roma 1949; Riunione massonica lombarda, 6 giugno 1949, ivi 1950;
Rivendichiamo il XX Settembre, 18 sett. 1949; Riunione massonica piemontese, 17
dic. 1949, Roma 1950; nonché *G. Francocci, La M. nei suoi valori storici e
ideali, con prefazione di U. Lenzi, Milano 1949; per l’obbedienza di Palazzo
Brancaccio: *Il Mondo massonico, Bollettino ufficiale della Comunione italiana
della M. universale di rito scozzese antico ed accettato, Napoli-Roma 1949
sgg.; per l’obbedienza di Piazza del Gesù: *Era Nuova – Bollettino massonico,
Roma 1946 sgg. Notizie sintetiche accurate: K. Algermissen, in LThK, IV, pp.
167-72; U. Barengo, in Dizionario di Politica, III, 1940, 65-67; B.
Dolhargaray, in DThC, VI coll. 722-31; Enc. Britannica,
IX, 732-39; G. Gautherot, s. v. in DFC, II, coll. 95-131; A. M. Ghisalberti,
a. v. in Enc. Ital., XXII, PP. 535-37; M. Rosi, s. v. in Dizionario del
Risorgimento italiano, I. I fatti, 645-51.
Le voci distinte con * sono di fonte e di
professione massonica.
Pietro Pirri S.J., dell’Ist. Storico della
Compagnia di Gesù
Genericamente si designano “rituali”
quelle azioni umane, realizzate consapevolmente in aderenza a moduli
tradizionali, alle quali viene attribuito valore simbolico.
Poiché dobbiamo esaminare gli aspetti del rito dal
punto di vista massonico, quindi in chiave esoterica, esso non può essere
considerato come un semplice insieme di formule, d’espressioni solenni, di
prescrizioni, di regole, d’atti meccanici, ma va penetrato nella sua
essenzialità.
Nell’ottica del suo significato più profondo la
caratteristica della ritualità massonica è il SIMBOLISMO.
Il simbolo – cui la Massoneria attribuisce valore
assoluto – è l’espressione di un linguaggio universale, ed è qualificato da una
particolare prerogativa: in esso, l’elemento essenziale non è il segno, ma il
significato inserito nel segno; quest’ultimo, solo ed esclusivamente dal
significato trae valore e giustificazione.
I1 simbolo massonico in particolare riveste un suo
specifico valore pregnante e condensativo, ed assume sempre una duplice
funzione riassuntiva ed evocatoria.
Tutti gli studiosi d’esoterismo concordano nel
sostenere che solo attraverso lo studio della forma simbolica è possibile
accedere alla conoscenza delle verità d’ordine superiore: metafisiche, iniziatiche,
religiose, magiche.
Unicamente attraverso il simbolismo può essere
trasmessa la conoscenza dottrinale tradizionale, in quanto il simbolo è idea, e
pertanto non individuale, ma infinito, universale.
Esso è oggettività pura, che prescinde da inquinamenti
ambientali e settari, esprimendo delle verità comuni a tutti gli uomini, solo
che ne sappiano penetrare il recondito significato.
Si pone in una dimensione cosmica, rapportandosi sia
al pensiero che alla natura dell’uomo, e rappresenta quindi la vera espressione
dell’universalità.
Abbiamo definito la ritualità ed il simbolismo, suo
fondamentale elemento caratterizzante; ma prima di delineare la collocazione
funzionale dei rituali nella Loggia Massonica, ritengo utile accennare
genericamente anche alla classificazione del concetto di rito operato dalla
Scuola Sociologica Francese, e da Durkheim in particolare: pur nell’ambito di
una più complessa suddivisione, dal punto di vista della funzione e del
contenuto i riti si dividerebbero in “positivi” e “negativi”.
I primi sono volti ad esaltare una relazione
bilaterale tra sacro e profano,
basandosi sul principio della unificazione della vita sociale:. vedansi
i così detti riti espiatori; sacrificali, totemici; mimetici (magia simpatica).
Tali riti vengono per altro configurati come una
realizzazione sacrilega.
Riti negativi per contro sarebbero quelli che
realizzano uno stato di netta separazione tra il sacro ed il profano ad
esempio, la discriminazione tra giorni festivi (sacri) da quelli comuni
(profani); ovvero i comportamenti ascetici, che separano l’individuo dal resto
del mondo.
Tra i riti negativi vengono compresi – sempre dal
punto di vista sociologico – anche le iniziazioni in genere , in quanto
determinerebbero la separazione di alcuni individui dagli altri.
Più precisamente, i riti di iniziazione vengono
qualificati come “riti di passaggio”, in quanto si articolerebbero in
tre fasi diverse e successive: fase della separazione dell’individuo dagli
altri uomini; fase di “maturazione” di questo passaggio; ed in fine,
“l’aggregazione?’ al nuovo stato.
Aderendo a questa classificazione, già possiamo
delineare una delle funzioni dei rituali nella Massoneria: il tramite
strumentale che consente all’individuo di distinguersi ed elevarsi rispetto
agli altri, e successivamente – con la ripetizione dei rituali stessi – di
amalgamarsi all’Istituzione, per realizzare quei fini conseguibili solo
attraverso la Loggia Massonica.
Ognuno di noi, ad un certo momento della sua vita,
ha sentito la necessità di evadere dagli schemi dell’esistenza quotidiana,
caratterizzata da un complesso di funzioni e di attività variamente ordinato,
il cui significato non viene colto: si mangia, si dorme, si lavora, si sente,
si soffre ma per giungere a che? Subentra inevitabilmente un atteggiamento di
scetticismo in ordine alla reale portata del significato e della finalizzazione
delle nostre azioni quotidiane. A questo punto, insorge l’esigenza di una più
profonda realizzazione; della ricerca di un aspetto più elevato del nostro vivere,
ed il desiderio di conoscere i veri significati della vita, con l’aspirazione a
sviluppare la nostra interiorità. In altri termini, ci si è resi conto che per
riconoscere la nostra autentica essenza dobbiamo percorrere la via della
ricerca spirituale.
Ed allora abbiamo bussato alla porta del Tempio:
quivi c’è stata indicata la via dello spirito, che abbiamo appreso non essere
scienza, ma arte, la più elevata e sublime, quell’arte che trasforma in
“Re” e “Sacerdote” – rispetto agli altri uomini – chi la
pratica ed in essa si perfeziona, e per ciò definita ARTE REALE.
Ma come ogni arte richiede una tecnica per operare
ed esprimersi, anche l’ARS REGIA necessita di un suo strumento operativo: i
rituali appunto.
Si è detto che ritualità equivale ad azione, ma è
azione che si diversifica dall’azione istintiva e da quella economica, in
quanto non è destinata a soddisfare immediatamente istinti primario esigenze
economiche: tali soddisfacimenti infatti rientrano negli schemi della vita
ordinaria, e condanna l’uomo per i costanti rischi di fallimento e di
insuccesso, conseguiti inevitabilmente alla precarietà dei mezzi atti a realizzarli,
ed ingenerando pertanto stati angosciosi di attesa, di ricerca, di non
riuscita, di sconfitta.
La ritualità ci salvaguarda dalla non disponibilità
del reale e ci riscatta dalle cariche d’angoscia e d’incertezza che permeano la
vita profana.
I rituali (si pensi all’apertura e chiusura dei
lavori di Loggia) spezzano gli automatismi psicologici della vita quotidiana,
ricostituiscono l’equilibrio messo in crisi dalle emergenze d’alea ed angoscia,
ed attribuiscono nuova fiducia al gruppo ed al simbolo.
Scrive Gorel Porciatti nella “Simbologia
Massonica” che nessun rito è senza valore, e che – anche se compiuto
macchinalmente – l’atto ritualistico ha la sua efficacia; il Massone ne è
occultamente influenzato al punto da non giungere mai a comportarsi in Loggia
come a qualsiasi altra riunione.
i rituali – nella Massoneria – sono costituiti da
una serie formale di atti e procedimenti di natura simbolica che implica di per
sé un codice di comunicazione sociale, in quanto queste espressioni simboliche
si incentrano nella costruzione del Tempio di Salomone.
L’io individuale, con tutti i suoi egoismi, si
spersonalizza e subentra un sentimento di compartecipazione: ci si sente con
gli altri uguali e fratelli.
I rituali costituiscono un mezzo comunicativo
primario, poiché rendono operante il simbolo, sprigionandone quindi tutta
l’essenza e l’universalità, e facendo vivere in ciascuno di tutti di noi
l’essenza dello psicodramma che descrivono.
Ogni passo, “ogni gesto, ogni parola è un
richiamo: vengono risvegliate le energie latenti dell’inconscio; risulta
favorita la concentrazione simultanea; la mente di ognuno sconfina in uno stato
di abbandono della coscienza normale, e da quelle parole, da quelle idee, da
quei gesti, anche se ripetuti e non razionalmente compresi, si sprigiona una
particolare energia psicologica che determina quella nota circolazione di
fluidi che tutti beneficamente avvolge.
Un grande iniziato (Emilio Servadio) ebbe a dire che
la semplice presenza, il semplice sentirsi accompagnati e per dir così sorretti
dai nostri abituali simboli, ogni volta che ci accingiamo a lavorare insieme, è
già tale da creare uno specifico clima d’operosità massonica, ineffabile ed
intraducibile.
In sintesi, è la ritualità che determina la
saldatura degli spiriti e consente la magia della “Catena d’Unione”.
L’utilità dei rituali può anche non essere avvertita
immediatamente, ma non v’è dubbio che si deposita nel nostro subconscio: ed
inevitabilmente. prima o poi, ne emergerà l’efficacia.
È stato scritto che l’esercizio di una prassi
cerimoniale, anche per mezzo della semplice abitudine, crea perfino la seconda
natura.
L’efficacia dei rituali non si esaurisce nella
catena empirica delle cause e degli effetti; essa non si manifesta per vie
squisitamente naturali, in quanto non costituiscono la pratica tecnica, ma
tendono attraverso la ripetizione ed il simbolo a realizzare la natura più vera
dell’uomo, rendendolo consapevole della sua partecipazione all’umanità e della
sua discendenza divina; inoltre, soddisfano in lui le esigenze di un
occasionale isolamento dalla vita quotidiana, per prendere contatto con ciò che
è più essenziale.
I Fratelli in Loggia – attraverso i rituali –
sentono profondamente di essere membri di una stessa Comunione, ed avvertono
consapevolmente il vincolo che li unisce.
Ognuno si sente riscattato dalla sua insignificanza
e casualità. Sempre, con la ripetizione di ‘un gesto, di una frase, di un rito,
qualcosa di nuovo si verifica.
Poiché alla Massoneria non si accede per
imposizione, nella Loggia la coesione può contare sull’affetto che gli iniziati
sentono reciprocamente. Ma tale coesione – che quanto è più intensa tanto più
rafforza la Loggia – si forma e si sviluppa con il frequentarsi assiduamente,
con il conoscersi, con il lavorare ritualmente insieme e spesso: tutti
indistintamente i Fratelli di Loggia sono protagonisti del lavoro muratorio
rituale.
Vorrei anche aggiungere che tutti i segni. i
toccamenti, le parole ed i riti che la Massoneria conosce per ogni suo grado
debbono essere considerati come strumenti magici intesi ad attirare nel corpo e
nel gruppo speciali influenze occulte ed a determinare e mantenere il risveglio
iniziatico. La Massoneria Islamica usa l’espressione “per rendere vivente
il corpo.
Ultima considerazione; se l’Arte si trasmette con
l’Iniziazione rituale, è col silenzio che la si conserva.
La divulgazione dei Rituali determina inevitabilmente
la loro deformazione; il non iniziato non deve usare gli stessi segni o
pronunciare le stesse formule, ne indebolirebbe l’efficacia. I rituali vanno
difesi dalla Volgarizzazione.
La disposizione della loggia o Tempio Massonico,
varia secondo i Riti e i Gradi ma esistono regole assolutamente obbligatorie da
osservare: la Loggia, di forma rettangolare. rappresenta il cammino che conduce
dall’Occidente all’Oriente, cioè “verso la Luce”: il Trono del
Venerabile all’Oriente, il suo !aro destro indica il Mezzogiorno. il lato
sinistro il Settentrione.
II soffitto (lei tempio, in forma di volta.
rappresenta il cielo stellato.
Infatti il Tempio simbolizza il Cosmo: ecco perchè è
proibito ai Massoni di darne le dimensioni (debbono rispondere: “la sua
lunghezza va dall’Occidente all’Oriente, la sua larghezza dal Settentrione al
Meridione, la sua altezza dal Nadir allo Zenit.
Il nome stesso di Loggia, deriva etimologicamente
dalla radice d’origine Indo-ariana, Ionke, iodke, in altre parole luogo del
Cosmo, un luogo preciso, spazio ben indicato e precisato, in un punto
dell’Universo.
La Loggia di Apprendista Libero Muratore è composta
di tre “appartamenti”: la Sala dei Passi Perduti. il Gabinetto di
Riflessione, il Tempio.
La Sala dei Passi Perduti non ha lana particolare
decorazione, su di essa da la porta del Tempio. e ad una sua parete è esposta
la Bolla di Fondazione della Loggia emessa Grande Oriente.
Il Gabinetto di Riflessione è una piccola stanza
tappezzata di nero con emblemi di morte: i simboli e gli arredi in esso
contenuti sono illustrati nella piantina allegata in figura assieme al quadro
che lo rappresenta.
Il Tempio, è decorato in azzurro. è di forma
rettangolare con un’unica porta di ingresso che viene considerata orientata ad
Occidente.
Ai lati della porta, al centro della parete
d’Occidente del Tempio sono due colonne: a destra una colonna corinzia con
incisa nel fusto la lettera “J” che sostiene sul capitello tre
melagrane dischiuse: a sinistra una colonna dorica con incisa sul fusto la lettera
“B” che sostiene sul capitello un globo terraqueo. Sulla stessa
parete all’estrema destra la statua di Venere: all’estrema sinistra la statua
d’Ercole.
Per il 2′ Sorvegliante tra la Colonna “J”
e la statua di Venere, è un seggio posto su di un gradino con un altare di
forma triangolare sul quale sono posti: un Maglietto. un lume a una luce. una
colonnina mobile di ordine corinzio, il collare della dignità con la
perpendicolare per gioiello, il rituale dei lavori e una spada vicino al seggio
posta in una basetta di supporto.
Per il 1′ Sorvegliante tra !a Colonna “B”
e la statua di Ercole, è un seggio posto su due gradini con un altare di forma
triangolare sul quale sono posti: un maglietto, un lume a due luci, una
colonnina mobile di ordine ionico, il collare della dignità con la livella per
gioiello, il rituale dei lavori, una spada vicino al seggio posta in una
basetta di supporto.
Gli scanni dei Fratelli sono posti, in senso
longitudinale, in doppia fila. lungo le pareti del Settentrione e del
Meridione.
Gli .apprendisti prendono costo nella prima fila
della Colonna del Settentrione.
I Compagni prendono posto nella prima fila della
Colonna dei Meridione.
I Maestri prendono poso nella seconda fila; leggii
scanni de! Meridione e del Settentrione.
Posti particolari sono assegnati ad altri Fratelli,
secondo i vari incarichi in Loggia. per come indicato nella pianta del Tempio.
Lungo dette pareti sono disposte simmetricamente 12
colonne (sei a Settentrione e sei a :Meridione). che sostengono simbolicamente
la volta del cielo, rappresentato nel soffitto dipinto di azzurro e cosparso di
stelle secondo uno schema zodiacale.
Intorno alle pareti del Tempio corre un cordone di
color rosso, appoggiato alle 12 colonne, formante sette nodi d’amore (il
meridiano dei quali è al centro nella parete d’Oriente) le cui estremità
terminano con fiocchi legati: alle colonne “J” e “B”.
Una parte dell’esedra appare incompleta.
La parte più importante del Tempio è l’Oriente dove
siede il Maestro Venerabile.
Vi é una prima rampa di tre gradini che da accesso
ad un podio dove sono i posti dell’Oratore, del Segretario e quello dei
visitatori più illustri.
Collocato su altri quattro gradini, al centro, è il
trono del Venerabile e davanti ad esso un’Ara Triangolare coperta da un tappeto
azzurro sulla quale sono collocati: un Maglietto, un lume a tre luci. una
colonnina ionica mobile, una squadra, la Spada Fiammeggiante, il Libro delle Costituzioni, quello dei
Regolamenti di Loggia insieme ai Rituali ed infine per gli usi previsti dal
cerimoniale, il Collare della Dignità con !a Squadra per .gioiello.
il Trono del Venerabile è coperto da un baldacchino
di velluto rosso con frange in nero sul battente dei quale é ricamato in oro e
a grandi lettere il simbolo iniziatico:
A:’. G:’. D:’. G:’. A:’. D:’. U:’.
Sotto questo baldacchino più in alto del Trono del
Venerabile è un Triangolo luminoso con la scritta in ebraico del Santissimo
Nome del G:’. A:’. D:’. U:’. (in
alternativa se il Triangolo. invece dei Santo Nome porta un Occhio destro. si
aggiunge più sopra la Stella Fiammeggiante con la lettera “G” in
mezzo).
Completano la parete d’Oriente i seguenti arredi.
simmetricamente al Trono del Venerabile:
–
a settentrione.
!a Bandiera nazionale, un trasparente luminoso con il Sole. la statua di Minerva;
–
al meridione.
un trasparente luminoso con la Luna crescente (in posizione diversa da quella
astronomica), il Labaro di Loggia.
Ai lati del Trono, sui podio, vi sono due tavoli:
–
uno per
l’Oratore a Settentrione,
–
l’altro per il
Segretario a Meridione.
Al centro sul limitare dell’accesso al podio
dell’Oriente c’è l’Ara dei Giuramenti. coperta da un tappeto azzurro, su di
essa sono: il Libro della Legge Sacra, la Squadra ed il Compasso ritualmente
disposto, ed un candelabro a sette luci (Hamenorà).
Sul lato dell’ara rivolto ad Occidente sono poste le
parole “Libertà – Uguaglianza – Fratellanza”
in terra, vicino all’Ara. e simmetricamente ai piedi
del Trono, sono collocati:
–
dal lato degli
Apprendisti (Settentrione): una pietra grezza, un filo a piombo o
perpendicolare, un mazzuolo, uno scalpello:
–
dal lato
simmetrico dei Compagni (.Mezzogiorno) sono collocati: una pietra cubica
sormontata da una piramide, una livella, un regolo e una leva.
Verso il centro sono collocati: una tavola da
tracciare, una squadra e una cazzuola.
Il pavimento, al di fuori del podio posto
all’Oriente è a grosse piastrelle bianche e nere poste a scacchiera.
Al centro dei Tempio tre luci obbligatorie a fiamma
viva. collocate ciascuna su un alto candelabro. disposte a Triangolo al centro
del Tempio. in mezzo alle quali ritualmente viene posto il ‘Quadro di Loggia’.
Un’altra Luce rituale. posta come !e tre prima
menzionate, è il Testimone che viene accesa sul podio al limite del suo ingresso.
Per le sistemazioni descritte ed altre ulteriori di
Fratelli ed oggetti rituali tedi l’allegata planimetria del Tempio.
ISTRUZIONI PER IL GRADO
D’APPRENDISTA
. L’apprendista nel tempio non ha diritto di parola
Età : Tre anni.
Ora di apertura : Mezzogiorno
in punto.
Ora di chiusura : Mezzanotte
in punto.
Batteria : * * *
Battere sempre le dita della
mano destra sul palmo della mano
sinistra dall’alto verso il basso.
Batteria di giubilo : * *
* * * * * * * Come la batteria semplice, ripetuta
tre volte.con colpi brevi e secchi
Batteria funebre : * * *
* * * * * *
A braccia conserte destro sul
sinistro. battere contemporaneamente le palme delle mani sulla parte superiore
delle braccia.
Parola Sacra : B . . Z.
Parola di Passo : Nessuna.
Parola Semestrale : Gli viene
comunicata nel Tempio in forma rituale.
Ordine: Stando in piedi.
portare a piatto la mano destra sotto la gola. le quattro dita unite, il
pollice distaccato a norma di squadra appoggiato sulla iugulare destra e il
braccio teso orizzontalmente.
Braccio sinistro. mano con
pollice a squadra. pendente lungo il fianco. Piedi a squadra. a 90°.
Segno: Stando all’Ordine
ritirare la mano destra orizzontalmente facendola cadere ungo il fianco.
Passi : Stando all’Ordine porsi tra le colonne e fare, partendo
con il piede sinistro, tre passi in linea retta. ricongiungendo a ciascun passo
i piedi a squadra, senza battere i tacchi.
Toccamento : Destra con destra. tre leggere
pressioni esercitate con il pollice sulla prima falange dell’indice dei
Fratello.
ORDINE DEI LAVORI
1)
Istruzioni del Grado: un ora prima dell’apertura rituale dei lavori è
compito precipuo dei Sorveglianti impartire in locale adatto le istruzioni ai
fratelli: 2° Sorvegliante agli Apprendisti. 1° Sorvegliante ai Compagni ed ai
neo Maestri.Firma del registro delle presenze. (posto fuori dal Tempio) e
giustificazione delle assenze.
2)
Attesa ordinata nella Sala dei Passi Perduti. ove i Fratelli vengono
“allineati” dal l’ Esperto.
3)
Entrata nel Tempio del Maestro delle Cerimonie per il compimento di
quanto gli compete (accensione dei Testimone con il Fuoco portogli dal Maestro
Venerabile: combustione dell’incenso é avvio della musica di ingresso).
4)
Ingresso rituale.
5)
Apertura dei Lavori.
6)
Lettura della Tavola Architettonica tracciata nella precedente
7)
Tornata.
8)
Collocazione o tracciamento del “Quadro di Loggia”.
9)
Ricevimento dei Fratelli
visitatori. (Se non sono entrati con i Fratelli di Loggia).
10) Svolgimento
dell’ordine del giorno.
11) Ricreazione ripresa
dei Lavori.
12) Esame delle domande
di iniziazione, di affiliazione ecc. ed eventuali votazioni.
13) Chiusura dei Lavori.
14) Maestro delle Cerimonie dopo aver spento le Tre Luci,
toglie (o distrugge) il “Quadro di Loggia”.
15) Uscita rituale dal Tempio, con eventuale supporto
musicale.
INGRESS0 RITUALE NEL TEMPIO
Il Maestro delle Cerimonie
ponendosi alla testa dei corteo dei Fratelli li conduce nel Tempio deambulando
in senso ORARIO facendo loro compiere un giro passando da Settentrione ad
Oriente. indi a Meridione. infine ad Occidente.
Seguono il Maestro delle
Cerimonie – nell’ordine: gli Apprendisti, i Compagni. i Maestri. gli Ufficiali
(preceduti dal 1′ e 2′ Diacono), i Dignitari (Tesoriere, Segretario. Oratore)
l’ex Maestro Venerabile e le Tre Luci (2′ Sorvegliante. I° Sorvegliante e
Maestro Venerabile).
Compiuto un giro prendono
posto nella Colonna di Settentrione gli Apprendisti, poi nella Colonna di Meridione
i Compagni, quindi nelle due Colonne, in modo che risultino equilibrate per
numero di Fratelli. i Maestri. infine gli Ufficiali e i Dignitari. Tutti i
Fratelli restano in piedi non all’ordine fino a che il Maestro Venerabile.
raggiunto il suo Posto dice: “Fratelli. sedete”.
L’ingresso viene effettuato
facendo la “squadratura” del Tempio che consiste nel procedere
ritmicamente, in linea retta secondo i lati del Tempio. con conversione a
squadra in due tempi in, corrispondenza degli angoli.
Durante i lavori i Fratelli
chiamati a muoversi nel Tempio per l’adempimento delle loro funzioni deambulano
in senso ANTIORARIO.
Il Fratello che viene fatto
entrare nel Tempio prima che sia stato posto il Quadro di Loggia, compie la
squadratura. guidato dal Maestro delle Cerimonie.
Se invece entra dopo. lo farà
con i passi rituali.
Durante i Lavori. il Maestro
Venerabile, il 1° ed i1 2° Sorvegliante non lasceranno
mai il Maglietto che terranno
sempre sul. cuore. Il Fratello Copritore Interno impugna
la spada con la mano sinistra.
l Fratelli durante i Lavori
siedono senza rigidità muscolare, in posizione eretta, con le palme delle mani
appoggiate sulle cosce ed i piedi leggermente distanziati e paralleli
(posizione detta del Faraone).
Il Fratello Maestro delle
Cerimonie impugna l’Asta (di 144cm.) con le due mani: con la sinistra poco al
di sotto del centro e la destra poco al di sopra. Solo nella marcia di uscita
la posizione delle mani è invertita.
I Diaconi impugnano l’Asta (di
72 cm.) con la mano sinistra. tenendola verticalmente appoggiata alla coscia
sinistra.
Quando i Frateìli sono
chiamati a giurare il “Segreto sui Lavori compiuti”, eseguono
stendendo il braccio sinistro in avanti. verso il Quadro di Loggia. stando
nella posizione all’Ordine e pronunciando a chiara voce : “Lo giuro”.
APERTURA DEI LAVORI
I1 Tempio è in penombra
La colonnina (ordine dorico)
del Maestro Venerabile è alzata e così resta per tutta la durata dei Lavori:
quella del 1′ Sorvegliante (ordine ionico) è abbassata; quella del 2′ Sorvegliante
(ordine corinzio) alzata.
Dopo l’ingresso rituale nel
Tempio e prima di invitare i Fratelli a sedere, il Maestro Venerabile indossa
il collare della dignità. imitato all’unisono da tutti gli altri Dignitari ed
Ufficiali di Loggia.
Lui solo si copre il capo.
quindi dice: “Fratelli sedete”.
Cessata la musica e nel
silenzio più assoluto – rimanendo seduto – con la mano destra prende il
maglietto contemporaneamente al 1° ed al 2° Sorvegliante e appoggiandolo al
cuore dice:
* * * * *
M. Ven. – Fratelli assistetemi ad aprire i lavori.
– Fratello 1°
Sorvegliante. quale è il primo dovere di un sorvegliante in Loggia
1° Sorv. – Il primo dovere è quello di
assicurarsi che il Tempio sia debitamente coperto.
M. Veri. – Assicuratevene, Fratello mio.
1° Sorv. – Fratello Copritore Interno, fate il
vostro dovere.
* * * * *
Il Copritore Interno, spada in
pugno, batte tre colpi sulla porta. ai quali risponde, con ugual numero di
colpi il Copritore Esterno. In mancanza del Copritore Esterno, Il Copritore
Interno, assicuratosi che non vi siano altri Fratelli nella Sala dei Passi
Perduti. chiude la porta del Tempio e depone la chiave sul Tavolo del 1°
Sorvegliante. Nelle tornate in cui si celebrano delle iniziazióni, la chiave
viene data’ in custodia al 2° Sorvegliante.
* * * * *
Copr. Int. – Fratello 1° Sorvegliante il Tempio è
debitamente coperto.
1° Sorv. – Maestro Venerabile, il Tempio è
debitamente coperto.
M. Ven. – Fratello 1° Sorvegliante, qual’è il secondo dovere dei Sorveglianti in Loggia ?
1° Sorv. – E’ quello di assicurarsi che tutti i
presenti siano Fratelli Liberi Muratori.
M. Ven. – Assicuratevene. Fratelli 1° e 2° Sorvegliante
1° Sorv. – Fratelli, in piedi.
* * * * *
I Fratelli delle Colonne si alzano
volgendo il capo all’Oriente e si pongono all’Ordine e di mano in mano che i
Sorveglianti. percorrendo le proprie Colonne in senso antiorario. si soffermano
davanti a loro che danno il Segno. I Sorveglianti riprendono infine i loro posti.
restando in piedi.
2° Sorv. – Fratello 1° Sorvegliante, tutti
coloro che compongono la Colonna di Settentrione
sono Liberi Muratori.
1°Sorv. – Maestro Venerabile, dai segni che danno, riconosco tutti
coloro che compongono le
due Colonne Liberi
Muratori.
* * * * *
Il Maestro Venerabile si alza
e con lui i Fratelli che siedono all’Oriente, mettendosi all’ Ordine.
* * * * *
M; Ven. – Per coloro che siedono all’Oriente, rispondo io. – (Batte un colpo di Maglietto).
M. Ven. – Fratelli tutti, sedete.
– Fratello 2° Sorvegliante,
qual’è il dovere del Copritore
Esterno.
2° Sorv. – Allontanare i profani e partecipare
alla preparazione dei candidati.
M. Ven. – Fratello 1° Sorvegliante, qual’è il dovere del Copritore
Interno ?
1° Sorv. – Ammettere i Liberi Muratori, ricevere
i candidati e obbedire agli ordini
del Maestro
Venerabile, del 1° e
del 2° Sorvegliante
M. Vena – Fratello 1° Sorvegliante, qual’è il dovere del 2° Diacono ?
1° Sv. – Stare alla
destra del 1° Sorvegliante e portare gli ordini del Maestro Venerabile dal
1° al 2°
Sorvegliante.
M. Ven. – Fratello 1° Sorvegliante, qual’è il dovere del 1° Diacono
?
1° Sorv. – Stare alla destra del Maestro
Venerabile, portare i suoi ordini al 1° Sorvegliante e
agli altri Dignitari
e Ufficiali, qualora occorra: attendere i messaggi del 2° Diacono.
M. Ven. – Fratello 2° Sorvegliante, qual’è il vostro dovere?
2° Sorv. – Stando a Meridione, osservare il Sole
al suo meridiano, chiamare i Fratelli dal
lavoro alla
ricreazione e dalla ricreazione al Lavoro
M. Ven. – Fratello 1° Sorvegliante, qual’è il vostro dovere?
1° Sorv. – Stando all’Occidente, osservare il
corso del Sole e chiudere il Tempio secondo.
l’ordine del Maestro
Venerabile, dopo aver accertato che ogni Operaio
abbia avuto ciò che gli è dovuto.
M. Ven. – Fratello 1° Sorvegliante, perché il Maestro Venerabile
siede all’Oriente ?
1° Sorv. – Come il Sole, apparendo ad Oriente
per dare inizio al giorno, illumina la Terra, così
il Maestro Venerabile,
sedendo all’Oriente per dirigere i Lavori, istruisce i Fratelli
con i1 Lume della
propria Scienza Muratoria.
M. Ven. – Fratello 1° Sorvegliante, a che ora gli Apprendisti
Liberi Muratori hanno
consuetudine di aprire i Lavori ?
1° Sorv. – A mezzogiorno, Maestro Venerabile.
M. Ve n. – Fratello 2° Sorvegliante, che ora è ?
2° Sorv. – Mezzogiorno in punto.
M., Ven. – Fratello 1° Sorvegliante, qual’è 1a
vostra età muratoria in Grado di Apprendista
1° Sorv. – Tre anni.
M. Ven. – Fratello 1° Sorvegliante a quale scopo ci riuniamo?
1° Sorv. – Per edificare Templi alla Virtù,
scavare oscure e profonde prigioni al Vizio e
lavorare al bene e al
progresso dell’Umanità.
M. Ven. – (Batte un colpo di Maglietto) – Fratelli, in piedi
all’Ordine.
* * * * *
Il Maestro Venerabile batte un colpo di Maglietto e si alza
assieme ai Fratelli ai quali ha ordinato di stare all’ordine.
Il Maestro delle Cerimonie si
reca dal 1′ Sorvegliante e lo accompagna precedendolo all’Altare.
Il l’ Sorvegliante, giunto
all’Altare, apre il libro della Legge Sacra alla pagina del Vangelo di San
Giovanni e vi sovrappone il Compasso e la Squadra, quindi si gira per tornare
al suo posto, sempre preceduto dal Maestro delle Cerimonie.
Accompagnato il 1*
Sorvegliante, il Maestro delle Cerimonie ritorna al proprio posto.
* * * * *
M. Ven. – Fratelli sedete. – (Batte un colpo di Maglietto)
(PAUSA)
– Fratelli
1° e 2° Sorveglianti, giacchè in grazia dell’ora e dell’età è ormai tempo
di
aprire i nostri
Architettonici Lavori, avvertite i Fratelli delle vostre Colonne che,
nel corso dei
medesimi, non è più permesso ad alcuno di passare dall’una all’altra
Colonna e di intrattenersi in questioni di politica e di religione. Non
è inoltre
permesso ad alcuno di
coprire i1 Tempio senza che ciò gli venga consentito.
Tutto, in questo Tempio, deve essere
serenità, senno, benefizio e giubilo.
1.° Sorv. – Fratelli della Colonna del Meridione,
giacché in grazia dell’ora e dell’età è tempo di
aprire i nostri
..~~hitettonici Lavori, vi avverto che, nel corso dei medesimi, non più
permesso ad alcuno di
passare dall’una all’altra Colonna e di intrattenersi in
questioni di politica
e di religione. Non è inoltre permessa ad alcuno di coprire il
Tempio senza che ciò
gli venga consentito. Tutto in questo Tempio, deve essere
serenità, senno,
benefizio e giubilo.
2° Sorv. – Fratelli della Colonna del
Settentrione, giacché in grazia dell’ora e dell’età è tempo
di aprire i nostri
Architettonici Lavori, vi avverto che, nel corso dei medesimi, non
è più permesso ad
*alcuno di passare dall’una all’altra Colonna e di intrattenersi in
questioni di. politica
e di religione. Non è inotre permesso ad alcuno di coprire il
Tempio senza che ciò
gli venga consentito. Tutto in questo Tempio, deve essere
serenità, senno,
benefizio e Giubilo.
M. Ven. . – (Batte un colpo di Maglietto) –
Fratelli in piedi all’Ordine.
(PAUSA)
– Alla Gloria del Grande
Architetto dell’Universo in nome della Massoneria
Universale, sotto gli
auspici del Grande Oriente Scozzese d’Italia – Comunione
di Piazza del Gesù,
per i poteri a me conferiti. dichiaro aperti i Lavori in Grado
d’Apprendista di
questa Rispettabile Loggia N° ………. all’Ori.ente.
di ……..
………………………………………..Valle del
……………………………….
– (Batte tre colpi di
Maglietto)
–
1° Sorv. – (Batte tre colpi di Maglietto e
alza la colonnina)
2° Sorv. – (Batte tre colpi di Maglietto e
abbassa la Colonnina)
* * * * *
Il Maestro Venerabile. il 1′ e
il 2′ Sorvegliante scendono dai loro Scanni – e si avvicinano ai candelabri
posti al centro del Tempio – il Maestro delle Cerimonie porge la fiamma (ossia
un candelino acceso dalla fiamma del Testimone) al Maestro Venerabile che
accende la prima torcia dicendo:
Che la Sapienza illumini il
nostro Lavoro
Il Maestro Venerabile passa la
fiamma al 1° Sorvegliante che accende la seconda torcia dicendo:
Che la forza lo renda saldo.
Il 1° Sorvegliante passa la
fiamma al 2° Sorvegliante. che accende la terza torcia. dicendo:
Che la bellezza lo irradi e
lo compia.
L’Ex Venerabile conclude (O in
assenza dell’ex Venerabile l’Oratore)
Per il bene dell’Umanità e
alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo.
A questo punto il Maestro
delle Cerimonie spegne il Candelino e procede alla completa accensione del!e
luci del Tempio che in precedenza, come annotato, era in penombra.
ll Maestro Veneratile e i
Sorveglianti riprendono i loro posti.
* * * * *
M. Ven. – A me Fratelli per il Segno e per la Batteria ( ° ° °
). Fratelli sedete.
(Batte un colpo di
Maglietto)
– Fratello Segretario,
vi prego di leggere la Tavola Architettonica tracciata
nella
precedente Tornata.
* * * * *
Il Segretario legge la Tavola
dei lavori precedenti. disegnata sul registro regolare.
L’atto della redazione
comincia:
A.G.D.G.A.D.U. In nome di San Giovanni di Scozia e sotto gli
auspici della Serenissima Gran Loggia Nazionale
del GRANDE ORIENTE SCOZZESE D’ITALIA Comunione di Piazza del Gesù” oggi (e
qui si metta la data massonica e La volgare) La R.L. ……………….. sotto il titolo distintivo di all’Or. di si è regolarmente riunita per
convocazione ordinaria (o straordinaria) sotto il punto geometrico noto ai soli
figli della Vedova
(qui si dirà il nome dei
Dignitari e degli Ufficiali titolari presenti e quello dei supplenti.
nonché quello di tutti i fratelli
intervenuti all’assemblea).
Indi: il Venerabile. dopo aver
provveduto alla sicurezza del Tempio, apre i lavori in Grado di . . . . . . . .
Qui l’esposizione articolata
dei lavori. Si comincia col menzionare la lettura fatta della tavola degli ultimi
lavori e l’approvazione della Loggia, dietro le conclusioni dell’Oratore.
Quindi si parla delle ricerche
fatte dall’Esperto nella via smarrita, dei visitatori ritrovati, delle
precauzioni prese per verificare le loro qualità massoniche e degli onori ad
essi impartiti. Seguono i lavori di ricezione se ve ne furono. circolazione del
sacco delle proposizioni, risultati, discussioni, scrutini: tronco della
Vedova, mozioni intorno al bene generale dell’Ordine Massonico e della Loggia
in particolare, appello ai Fratelli. menzione dei mancanti
senza giusta causa,
catechismo, ecc. Sempreché si trascriva una deliberazione, il periodo
finisce così:
Deliberato in Loggia sedente
alla unanimità (o maggioranza) di voti in questo giorno in pieno meriggio. La
Tavola termina con quest’ultimo periodo: il Venerabile. Pagati e rinviati
contenti gli operai, previe le invocazioni e batterie usitate. ha chiuso i
lavori a mezzanotte piena.
La Tavola. udite le
conclusioni dell’Oratore e con la sanzione della Loggia è sottoscritta dalle
tre Luci, dall’Oratore medesimo e dal Segretario, ovvero da quei Fratelli che
si trovino ad esercitare le funzioni interine di tali cariche.
Il Segretario legge stando in
piedi, salvo contraria disposizione.
Al termine:
M. Veri. – Fratelli 1° e 2° sorveglianti,
avvertite i Fratelli delle vostre Colonne che, se non
trovassero il tenore
della Tavola in conformità col disegno tracciato nella
precedente Tornata o
se avessero osservazioni da fare, 1a parola è concessa.
1° Sorv. – Fratelli della colonna del Meridione,
se qualcuno non trovasse il tenore della Tavola
in conformità col
disegno tracciato nella precedente Tornata o avesse osservazioni
da fare può chiedere la parola.
2° Sorv. – Fratelli della Colonna di
Settentrione, se qualcuno non trovasse il tenore della
Tavola in conformità
col disegno tracciato nella precedente Tornata o avesse
osservazioni da fare può
chiedere la parola.
RICHIESTA DI PAROLA
La parola può essere richiesta
solo nei momenti in cui il Maestro Venerabile ha annunciato che i Fratelli
possono richiederla. Viene effettuata la richiesta alzando la mano sinistra
aperta con le quattro dita unite e il pollice a squadra. palmo in avanti
all’altezza della spalla.
Durante i lavori in grado di.
Apprendista i Fratelli che siedono nella Colonna di Meridione fanno richiesta
al I’ Sorvegliante, quelli della colonna di Settentrione ai 2′ Sorvegliante; i
Sorveglianti con un leggero inchino della testa fan capire al Fratello che
hanno preso atto della richiesta. ed al momento opportuno comunicano (battendo
un colpo di maglietto) la richiesta avanzata. al Maestro Venerabile, il quale
risponde direttamente all’interessato. I Sorveglianti, l’Oratore ed il
Segretario richiedono la parola direttamente al Maestro Venerabile così come
fanno tutti i Fratelli che siedono all’Oriente.
Durante lo svolgimento dei
Lavori in Grado di Compagno si osservano identiche modalità mentre quando la
Loggia lavora in terzo Grado i Fratelli Maestri tutti chiedono la parola
direttamente . al.. Venerabilissimo.
Terminate le eventuali
osservazioni e dopo che il Segretario ha preso nota delle correzioni da citare
nella Tavola Architettonica della Tornata in corso, quando nessuno più chiede
la parola:
2° Sorv. – Fratello 1° Sorvegliante, la mia
Colonna tace.
1° Sorv. – Maestro Venerabile, le Colonne
tacciono.
M. Ven. – Fratello Oratore, vi prego di darci le vostre
conclusioni.
Orat. – Propongo che la
Tavola Architettonica venga posta ai voti per l’approvazione.
M. Ven. – I Fratelli che approvano la Tavola Architettonica alzino la mano al colpo del mio
Maglietto.
Batte un colpo di Maglietto
I Fratelli votano alzando la
mano sinistra e facendola ricadere a piatto sulla coscia.
M. Ven. – Fratello Segretario annotate che la tavola è approvata
all’unanimità (oppure a
maggioranza).
Il Maestro delle Cerimonie
porta al Maestro Venerabile e successivamente all’Oratore la Tavola per la
firma; poi la riconsegna al Segretario che vi appone la propria.
Il Maestro delle Cerimonie
depone o traccia al centro del Tempio. fra i tre candelabri. il Quadro di
Loggia, premendo con la punta dell’Asta, il centro del Quadro stesso.
M: Ven. – Fratello Maestro delle Cerimonie,
osservate se nella Sala dei Passi Perduti vi sia
qualche Fratello che chiede
di entrare e introducetolo nella debita forma.
Il Maestro delle Cerimonie nel
caso non vi fosse nessun Fratello annuncerà direttamente
M.d.Cer.
– Maestro Venerabile, nessun Fratello è alla porta del Tempio.
Il Maestro delle Cerimonie. se
vi fossero Fratelli alla Porta del Tempio. ne annuncerà i nomi e le qualifiche
massoniche, introducendoli uno alla volta (in ordine gerarchico a partire da
Apprendista L.M.).
Ad ognuno, prima di essere
ammesso. il Maestro Venerabile può rivolgere queste ed eventuali altre domande,
come a suo giudizio gli detteranno saggezza e prudenza.
M. Ven. – Fratello mio, da dove venite ?
Risp. Fr. – Dalla Loggia di San Giovanni di Scozia
N° … dal titolo distintivo all’Oriente di
M. Ven. –
Che cosa Portate ?
Risp. Fr. – Sottomissione al Maestro Venerabile,
salute e prosperità a tutti i Fratelli.
M. Ven. – Che cosa venite a fare ?
Risp. Fr. – A vincere le mie passioni, sottomettere
la mia volontà e a fare nuovi progressi nella
Massoneria Universale.
M. Ven. – Rivestite qualche carica nella vostra
Officina ?
Risp. Fr. – Sì (o no), Maestro Venerabile.
M. Ven. – Che cosa domandate, Fratello mio ?
Risp. Fr. – Un posto tra Voi.
M. V en.
– Esso vi è accordato: andate dunque ad occupare il posto che vi
sarà indicato dal
Maestro delle Cerimonie.
Indi la Loggia passa allo
svolgimento dei Lavori posti all’Ordine dei Giorno.
L’INIZIAZIONE
I “riti iniziatici”
sono derivati da fonti multiple: iniziazioni operative e di consorteria.
“misteri dell’antichità”, rituali gnostici. alchemici. ecc., e per
quanto concerne i rituali degli Alti Gradi, di origine Rosa•Croce. l’ermetismo
cristiano.
GABINETTO DI RIFLESSIONE E
ALCHIMIA SPIRITUALE
L’aspirante attua una
“riflessione” e cioé, nel senso etimologico della parola. un
ripiegamento su se stesso.
Il profano rappresenta la
“materia prima” della Grande Opera Alchemica: il Gabinetto di Riflessione
corrisponde all’alambicco (Zohar) dell’alchimista. al suo uovo filosofale (di
origine orfico-itagorica) ermeticamente sigillato; il profano vi trova il
sepolcro tenebroso nel quale deve volontariamente morire alla sua esistenza
passata.
Il profano rinasce quindi rigenerato:
il Gabinetto di Riflessione realizza una specie di sintesi della Creazione
essendo condizione primaria per qualsiasi generazione, l’assenza totale di
luce.
La parola V.I.T.R.I.O.L. è
l’anagramma della formula ermetico-alchemica: Visita Interiora Terrae
Rectificando invenies Occultum Lapidem (Visita l’interno della terra,
rettificando troverai la pietra nascosta).
E’ un invito alla ricerca
dell’EGO, dell’IO profondo. che altro non è se non l’anima umana, nel silenzio
della sua meditazione.
I1 profano è “spogliato
dei suoi metalli” in modo da ricondurre simbolicamente l’essere umano,
allo stato naturale (i metalli tolti rappresentano la civiltà con. tutto ciò
che comporta di artificiale), e, in modo da non intralciare gli influssi magici
ai quali sarà esposto l’aspirante (i metalli ostacolano la circolazione delle
correnti magiche).
Si denuda parte del petto
(segno di franchezza e sincerità), una gamba (segno di umiltà) e gli si mette
attorno al collo un nodo scorsoio, che rappresenta tutto ciò che trattiene il
profano al mondo circostante.
SIGNIFICATO DELL’INIZIAZIONE
L’iniziazione è un processo
apparentemente formale ma profondamente evocativo. destinato a realizzare
psicologicamente nell’individuo il passaggio da uno stato dell’essere, reputato
inferiore, ad uno stato superiore, la trasformazione del profano in iniziato.
Con una serie di atti
simbolici, di prove morali e fisiche. si tratta di dare all’individuo la
sensazione che egli “muore” per “rinascere” a vita nuova:
realizzando l’introduzione di un mondo superiore. in uno stato psichico più
perfetto dello stato profano.
Al limite estremo,
l’iniziazione dovrebbe configurare una vera e propria sublimazione, che propone
al soggetto di proiettarsi aldilà di qualsiasi stato condizionato.
L’iniziazione è intesa dunque
come una realizzazione puramente interiore dell’essere umano. la realizzazione
di una personalità che l’individuo aveva in sè allo stato virtuale. L’iniziato
è colui che è per sua inclinazione avviato sul cammino della conoscenza: in
questo l’iniziato si distingue dal “mistico” che è un
“irregolare” un “isolato” mentre l’iniziato può essere tale
prevalentemente per effetto di una organizzazione iniziatica, donde il
carattere “sociale” dell’iniziazione.
Ciò può essere fornito dal di
fuori (cioè la presenza dei membri dell’organizzazione) è per l’iniziato solo
un aiuto, un appoggio, una catena di “corrente magica”, ma l’opera
principale è svolta dal singolo su se stesso. In questo senso il segreto
iniziatico è incomunicabile, perchè ognuno “personalizza” in qualche
modo i dati del simbolismo rituale: i riti agiscono quasi impregnando il
subcoscente cui danno una potenza ed una efficacia reale.
La iniziazione è una
autenticizzazione dell’esistenza finalizzata ad asseverare valori da tradurre
successivamente in atti di vita
INIZIAZIONE AL GRADO DI APPRENDISTA
PREPARAZIONE DEL TEMPIO
Il tempio è immerso nella
penombra ed è decorato con i simboli dei quattro elementi
Nel tempio preparato per
l’iniziazione al Grado di Apprendista tra l’altro deve esserci:
A) Una coppa delle Libagioni
per i liquidi dolce e amaro:
B) un recipiente in terracotta
contenente sabbia di mare (peso la soglia del Tempio);
C) una capace bacinella
contenente acqua (pura per la prova dell’acqua);
D) . un piccolo asciugamano;
E) un piccolo tripode
contenente acool (per la prova del fuoco);
F) un cartone resistente e
flessibile (per la prova dell’aria);
G) alcuni ostacoli da usare
per il 2′ e 3′ viaggio;
H) un grembiule e un doppio paio
di guanti.
INIZIAZIONE AL GRADO DI APPRENDISTA
PREPARAZIONE DEL CANDIDATO
Il candidato prima della
iniziazione, fatto entrare nel Gabinetto di Riflessione. che rappresenta il
Viaggio attraverso la Terra. dovrà rispondere per iscritto a queste tre
domande:
Quali sono i doveri dell’Uomo
verso l’Umanità?
Quali sono i doveri dell’Uomo
verso la Patria?
Quali sono i doveri dell’Uomo
verso sè stesso?
Le risposte che costituiscono
il “testamento” saranno discusse in Loggia.
– (Dopo l’approvazione dei
Testamento da parte della Loggia, il Fratello Esperto Preparatore – su invito
del Maestro Venerabile – si reca dai profano e gli dà spiegazioni sui
significato degli atti che sta per compiere e gli dirà):
Profano voi dovete assoggettarvi
a delle prove; l’Istituzione della quale desiderate far parte si aspetta da voi
coraggio e fiducia. condizioni essenziali perché passiate ricevere la Luce.
“Lasciate che io vi prepari”.
– (Riferendosi alla consegna
dei metalli e dei denaro):
Vi presentate spoglio di ogni
sostanza metallica e del denaro, per significare che il Fratello Libero
Muratore non abuserà mai delle ricchezze.
– (Togliendogli la giacca.
slacciandogli il -colletto e scoprendogli il cuore):
Il fianco sinistro è scoperto
in segno di sincerità e franchezza e sta a significare che nessun sentimento
egoistico deve isolare il Libero Muratore dai suoi Fratelli.
– (Scoprendogli la gamba
destra):
Ciò sta a significare la
imperfezione della vostra mente offuscata dagli errori. dai preg~ e dalle superstizioni.
– (Facendogli togliere la
scada del piede sinistro e facendogli calzare una pantofola):
,aò si richiama ad un uso
degli orientali che si scalzavano prima di calpestare il suolo di un recinto
sacro.
– (Mettendogli una corda al collo):
La corda simbolizza il cordone
ombelicale che trattiene il bimbo alla sua matrice nello sforzo supremo di
venire alla luce; tale corda sarà simbolicamente tagliata con la cerimonia
dell’iniziazione.
– (Mettendogli la benda sugli
occhi):
Questa benda sta a significare,
con l’apparente cecità, la vostra ignoranza di fronte alla ;soneria.
Dopo essere stato così
preparato. il Recipendario viene condotto alla porta dei Tempio dove il Maestro
esperto batte ripetuti e forti colpi da profano.
INIZIAZIONE AL GRADO DI APPRENDISTA – RITUALE
M. Ven. – Fratello Esperto, consegnate al
Fratello Segretario i metalli del profano.
L’Esperto esegue.
– Fratello Esperto, recatevi
dal profano e ritirate il suo testamento.
L’Esperto esegue.
A1 ritorno. bussa ritualmente;
introdotto. rimane tra le Colonne con il Testamento piegato a triangolo e
infilato sulla punta della spada. rivolto verso il Maestro Venerabile; invitato
da questi. porta il Testamento all’Oriente.
Il Maestro Venerabile lo legge
all’Officina.
M. Ven. – Fratelli 1° e 2° Sorveglianti, pongo
in.discussione il Testamento del profano.
1° Sorv. – Fratelli della Colonna del Meridione,
il Maestro Venerabile pone in discussione il Testamento dei profano.
2° Sorv. –
Fratelli della Colonna del Settentrione, il Maestro venerabile pone in
discussione il Testamento del Profano.
Terminate le eventuali
discussioni:
2§ Sorv; – Fratello 1° Sorvegliante, la mia
colonna tace.
1° Sorv. – Maestro Venerabile. le Colonne
tacciono.
M: Ven. – Fratello Oratore. vi prego di darci le
vostre conclusioni.
Orat. – Propongo che il Testamento sia
posto ai voti per l’approvazione.
M. Ven. – I Fratelli che approvano il Testamento
alzino la mano sinistra al colpo del mio
Maglietto.
Esegue: Se la votazione è
favorevole:
M. Ven. – Fratello Oratore, vi prego di darci
le vostre conclusioni.
Orat. – Maestro Venerabile, ,in nome della
Loggia e a norma dei Regolamenti e degli Statuti
che governano i1 nostro
Ordine, vi chiedo di procedere all’Iniziazione del profano
M. Ven. – Fratello Esperto, recatevi dal
profano, informatelo che ci aspettiamo da lui il
superamento delle prove
che lo attendono per pervenire alla Luce. Preparatelo
come
prescrive il Rito e
conducetelo alla porta del Tempio.
L’Esperto si reca dal profano
e dopo averlo preparato lo conduce alla porta del Tempio e lo invita a battere
diversi colpi disordinati e forti!
Copr. Int. – Fratello 2° Sorvegliante, si batte da
profano alla porta del Tempio.
2° Sorv. – Fratello 1° Sorvegliante, si batte da
profano alla porta del Tempio.
1° Sorv. – Maestro Venerabile, si batte da
profano alla porLa del Tempio.
M. Ven. – Fratello 1° Sorvegliante, chiedete
chi osa battere così.
1° Sorv. – Fratello 2° Sorvegliante, chiedete
chi osa battere così.
2° Sorv. –
Fratello Copritore Interno, chiedete chi osa battere così.
Si fa notare che quando si
tratta di ricevere un profano la custodia del Tempio è affidata al 2′
Sorvegliante: negli altri Lavori è affidata al 1* Sorvegliante.
I1 Copritore interno apre la
porta. si informa. richiude e si reca dal 2′ Sorvegliante.
Copr. Int. – E’ il Fratello Esperto che conduce un
profano.
2° Sorv. – Fratello 1° Sorvegliante, è il
Fratello Esperto che chiede di introdurre un profano.
1° Sorv. – Maestro Venerabile, è il Fratello
Esperto che chiede di introdurre un profano.
M. Ven. – Un profano si trova alla porta del
Tempio ?’ Potrebbe essere un nemico. Fratelli,
armatevi e state in
guardia.
Tutti i Fratelli impugnano la
spada con la mano sinistra.
M. Ven. – Fratello Copritore Interno, chiedete
al Fratello Esperto perchè vuole introdurr9&
profano tra noi.
Il Copritore Interno socchiude
la porta e si rivolge all’Esperto.
Copr. Int. – Fratello Esperto, perchè volete
introdurre un profano fra noi ?
Esp. – Perchè desidera
ricevere la Luce, essendo un uomo libero e di buoni costumi.
IL Copritore Interno chiude la
porta. e si reca dal 2′ Sorvegliante e, a bassa voce. gli riferisce la
risposta.
2° Sor•j. – Fratello 1° Sorvegliante, il Fratello
Esperto conduce un profano, uomo libero e di
buoni costumi, che
chiede la Luce.
?° Sorv. – Maestro Venerabile, il Fratello Esperto
conduce un profano, uomo libero e di buoni costumi. che chiede la Luce.
M. Ven. – Poichè è libero e di buoni costumi,
domandategli nome, cognome, età, professione e
domicilio.
Il Copritore Interno. senza
attendere ulteriori ordini, apre la porta e rivolge al profano le richieste
anzidette, si reca poi dal 2′ Sorvegliante e gli trasmette a bassa voce le
risposte…
2° Sorv. – Fratello 1° Sorvegliante, il profano si
chiama … Ha … anni, è di professione …. ed è
domiciliato A …
1° Sorv. – Maestro Venerabile, il profano si
chiama … ha … anni, è di professione … ed è
domiciliato a …
M. Ven. – Introducete il profano nel Tempio.
L’Esperto conduce il profano
tra le Colonne e rimane al suo fianco.
I1 Copritore Interno chiude la
porta. quindi punta la spada sul cuore del candidato.
M. Ven. – Profano, che cosa sentite sul petto ?
Profano ……
L’Esperto non deve assolutamente
suggerire alcuna risposta al profano;
M. Ven. – Si tratta di una spada La spada che è puntata in direzione del
vostro cuore – sempre
pronta a punire gli
spergiuri – è simbolo del rimorso che vi torturerà se tradirete questa
Istituzione della quale
volete far parte, o se ne aveste chiesto l’ammissione allo scopo
di servirvi della Libera
Muratoria per ottenere vantaggi sociali ed economici.
II Copritore Interna ritira la
spada e torna al proprio posto.
M. Ven. – Profano che cosa avete sugli occhi ?
Profano ……
M. Ven. – La benda che copre i vostri occhi è il
simbolo delle tenebre nelle quali si trova l’uomo,
dominato dalle passioni e
immerso nell’ignoranza e nella superstizione. La Libera
Muratoria potrà aiutarvi a
sciogliere codesta benda, ma prima dovrete dimostrarci la
vostra buona volontà
rispondendo lealmente alle domande che vi rivolgerò.
Siete disposto ?
Profano ……
M. Ven. Che cosa volete da noi ?
Profano ……
M. Ven. – Dichiarate sui vostro onore che venite
a chiedere la Luce Massonica liberamente e
spontaneamente, con disinteresse
e spirito di sacrificio, per il vostro e per il nostro
perfezionamento ?
Profano – Lo dichiaro sul mio onore.
* * * * *
E’ sempre preferibile iniziare
un profano alla volta, ma dovendo procedere all’elezione di un altro profano.
il Venerabile invita l’Esperto a condurre il primo profano nella sala dei passi
perduti, affidandolo al Maestro delle Cerimonie.
IL Rito verrà svolto. da capo
per il secondo profano, che, nel frattempo, si trova nel Gabinetto di Riflessione.
Quando la cerimonia di
Iniziazione del secondo profano ha raggiunto questo punto, il Venerabile invita
il Copritore Interno ad introdurre il primo profano accompagnato dal Maestro
delle Cerimonie che fungerà da 2′ Esperto.
M. Ven. – Profano che cosa conoscete della
Libera Muratoria?
Profano ……
M. Ven. – I principi della Libera Muratoria,
comuni a tutti i fratelli sparsi per il mondo e fondati
sulla ragione, rendono
quest’Ordine inconfondibile ed universale. Tali principi sono
immutabili, ma sono anche
così perfetti da consentire a ciascuno la piena libertà della
ricerca del Vero. La
Tolleranza” – uno di questi princìpi – che noi consideriamo la
prima virtù del Libero Muratore,
.permette a uomini di caratteri e condizioni diverse
di sedere fraternamente
in questo tempio e di lavorare per gli stessi scopi col più
assoluto, affettuoso,
reciproco rispetto
PAUSA
– Vi è
stato detto che prima di far parte della nostra Istituzione dovete superare
alcune
prove. Siete pronto a
subirle ?
Profano ……
M. Ven. – Profano, questa Istituzione ha le sue
Leggi che impongono doveri reciproci da
osservare. Siccome nessuno
vuole imporvi obblighi che non conoscete, la saggezza di
questa assemblea ha
deliberato di dirvi quali saranno i vostri doveri …. se sarete
ammesso fra noi.
PAUSA
– Il primo è il silenzio
più assoluto su quanto potrete udire o vedere tra noi.
PAUSA
– Il secondo è di praticare
la virtù, di soccorrere i vostri Fratelli, di prevenire le loro
necessità, di alleviare 1e
loro disgrazie e di assisterli con i vostri consigli e col vostro
affetto. Queste virtù, che
nel mondo profano sono considerate qualità rare, sono tra
noi il compimento di un
dovere gradito.
PAUSA
– Il terzo dovere sarà
quello di conformarvi alle Leggi dell’Ordine dei Liberi Muratori e
ai Regolamenti di questa
Loggia. Posso tuttavia assicurarvi che tali Leggi e tali
Regolamenti non contengono
nulla che sia contrario alle Leggi dello Stato o che possa
essere in contrasto con la
vostra coscienza di uomo libero e giusto.
PAUSA
– Profano, ora che vi ho indicato
i doveri principali di un Libero Muratore, persistete
ancora ? Avete la ferma
intenzione di subire le prove alle quali vi sottoporremo ?
Profano ……
M. Ven. – Io debbo esigere da voi un giuramento
fatto sulla “Coppa delle Libagioni”.
Acconsentite a prestarlo ?
Profano ……
M. Ven. – Fratello Esperto, fate avvicinare il
profano; e voi Maestro delle Cerimonie, portate la
“Coppa dei
Giuramenti”.
L’Esperto fa avvicinare il
profano all’Oriente e lo invita a mettersi la mano destra sul cuore rimanendo
in piedi.
Il Maestro delle Cerimonie
avanza portando la Coppa dei Giuramenti.
PAUSA
M: Ven. – Fratello Esperto, porgete ! a Coppa al
profano e che egli beva.
Gli fa bere l’acqua dolce
M: Ven.
– Profano pronunciate con me questo giuramento: “Io mi impegno sul
mio onore al
silenzio più assoluto su
tutti i particolari relativi alle prove che sto per subire”.
PAUSA
M: Ven. –
Profano, dovete conoscere tutta l’importanza di un giuramento. Se voi mancaste
alla
parola così solennemente
data …. bevete.
Gli fa bere l’acqua dalla
stessa Coppa ove è stata aggiunta, nel frattempo, una sostanza che la renda
amara.
M: Ven. – che questo liquido, che da dolce è
diventato amaro sia per voi il simbolo dell’amarezza
e dei rimorsi dai quali
sarebbe invaso il vostro cuore se lo spergiuro vi avesse sfiorato
le labbra.
(PAUSA)
M: Ven. – Se avete qualche ripugnanza o qualche
scrupolo, siete ancora libero di ritirarvi: ma vi
avverto, che fra poco non
lo potrete fare più. Persistete a voler subire le prove ?
Profano ……
M. Ven. – Fratello Esperto, avendo già il profano
compiuto il primo viaggio attraverso la Terra
nel Gabinetto di
Riflessione, impadronitevi di lui e fategli compiere il secondo
viaggio.
* * * * *
L’Esperto gli farà fare alcuni
giri. in senso antiorario, per il tempio nel quale sono stati posti piccoli
ostacoli; i Fratelli produrranno forti rumori.
Al termine del viaggio.
l’Esperto conduce il Candidato davanti al 2′ Sorvegliante che sarà sceso dal
proprio seggio, e gli fa battere con la mano sinistra. tre colpi sulla spalla
destra del 2′ Sorvegliante il quale punta il maglietto sul petto del profano e
dice:
2° Sorv. – Chi è là ?
Esp. – Un profano che chiede di essere
accolto fra i Liberi Muratori.
2° Sorv. – Come osa sperarlo ?
Esp. – Perchè è 1ibero e
di buoni costumi.
2° Sorv. – Se è libero e di buoni costumi che
passi, dopo essere stato purificato dall’ACQUA.
Il 2′ Sorvegliante immerge tre
volte la mano sinistra del Candidato nell’Acqua. L’Esperto gliela asciugherà e
poi condurrà il candidato al centro del Tempio verso il fondo.
Se vi fosse un altro profano
da iniziare, a questi si farà fare il secondo viaggio prima che l’altro profano
ne cominci il terzo. Così per i successivi viaggi.
1′ Sorv. – Maestro Venerabile, il secondo viaggio
è compiuto.
M. Ven. – Profano, il viaggio simbolico che avete
compiuto è il quadro della vita umana.Il
rumore che avete udito
ricorda le passioni che l’agitano; gli ostacoli che avete
incontrato, le difficoltà
che l’uomo incontra e che non può vincere o superare se non
acquistando quella forza
interiore che gli permetta di lottare vittoriosamente.
L’ACQUA vi ha reso mondo dalle impurità.
PAUSA
M. Ven. – Fratello esperto, fate compiere al
profano il terzo viaggio.
Gli ostacoli sono ridotti e il
rumore limitato al tintinnare delle spade. L’Esperto conduce, con deambulazione
antioraria. il candidato dal 1′ Sorvegliante che è sceso dal seggio e gli fa
battere. con la mano sinistra, tre colpi sulla spalla destra del 1′
Sorvegliante il quale punta il Maglietto sul petto del Candidato e dice:
1° Sorv. – Chi è là ?
Esp. – Un profano che chiede di essere accolto
fra i Liberi Muratori.
1° Sorv. – Come osa sperarlo ?
Esp. – Perchè è libero e di buoni
costumi.
1° Sorv. – Se è libero e di buoni costumi che
passi, dopo essere stato purificato
dall’Aria.
Il 1° Sorvegliante prenderà
con le due mani il foglio di cartone che energicamente sventolerà sul corpo del
Candidato. dall’alto in basso, per tre volte. L’Esperto condurrà il Candidato
al centro del Tempio verso il fondo.
1° Sorv. – Maestro
Venerabile, il terzo viaggio è compiuto.
M. Ven. – Profano, avete trovato, in questo terzo viaggio meno difficoltà e meno ostacoli.
Essi scompaiono via via sotto il passo
dell’uomo che perseveri nel cammino iniziatico. Ma
soprattutto l’attenuazione dei rumori
indica che a questo livello le passioni dei sensi
sono pressochè scomparse
dopo essere stato purificato con L’ARIA.
PAUSA
M. Ven. – Fratello Esperto, fate compiere al profano il quarto viaggio.
Nessun ostacolo e nessun
rumore. Il Candidato è condotto, con deambulazione antioraria.
presso il `Maestro Venerabile
sceso dal Trono: gli si faranno battere. con la mano sinistra. tre colpi sulla
spalla destra del Maestro Venerabile il quale punta il Maglietto sul petto del
Candidato e dice:
M. Ven. – Chi è là ?
Esp. – Un profano che chiede di essere
accolto tra i Liberi Muratori.
M. Ven. – Come osa sperarlo ?
Esp. – Perchè è libero e di buoni costumi.
M. Ven. – Se è libero e di buoni costumi che passi,
dopo essere stato purificato dal FUOCO.
L’Esperto fa passare per tre
volte la mano sinistra dei Candidato sulla fiamma poi lo riconduce al centro
dei Tempio, verso il fondo.
Il Maestro Venerabile riprende
il suo posto.
1° Sor. – Maestro
Venerabile, il profano ha compiuto il quarto viaggio.
M. Ven. – Profano con il Fuoco sono terminate le
vostre prove. Questo Fuoco, sacra materia ignea
che è racchiusa nel vostro essere,
possa ardere incessantemente per il bene di tutta
l’Umanità. Esso da mondo vi
ha reso puro; ora si può liberamente manifestare
l’ESSENZA che vi anima.
PAUSA
M. Ven. – Profano, è il momento di ricordare il
secondo dovere del Libero Muratore … soccorrere
il proprio Fratello,
alleviare le sue disgrazie, assisterlo con i propri mezzi. I1 Libero
Muratore compie questo
dovere senza ostentazione e il suo aiuto rimane avvolto dal
segreto. Ma in questo
momento non possiamo chiedervi aiuto per un bisognoso, perchè
voi non potete disporre dei
vostri mezzi … Ricordate questo momento quando vi sarà
chiesto di donare il superfluo
a chi ha bisogno. Come voi in questo momento, tutti
possono trovarsi senza
risorse.
PAUSA
– Non dimenticate mai il
precetto universale ed eterno: possa non fare agli altri ciò che
non vorresti fosse fatto a te, e fa agli
altri tutto il bene che vorresti che gli altri facessero
a te.
PAUSA
– Profano, io sono disposto a
premiare la fermezza che avete dimostrato nel subire le
prove alle quali siete stato sottoposto.
Prima però, voglio che ascoltiate la formula del
giuramento che dovrete
prestare:
Fratello Oratore, vi prego
di leggere il giuramento.
Orat. Legge il giuramento
Io figlio di e di nato a il
liberamente e spontaneamente,
con pieno e profondo convincimento dell’anima. con assoluta ed irremovibile
volontà. alla presenza del GRANDE ARCHITETTO DELL’UNIVERSO
– PROMETTO E GIURO di non
palesare giammai i segreti della Libera Massoneria. di non far conoscere ad alcuno ciò che mi verrà svelato;
– PROMETTO E GIURO di prestare
aiuto ed assistenza a tutti i Fratelli Liberi Muratori sparsi su tutta la superficie
della Terra;
– PROMETTO E GIURO di
consacrare tutta la mia esistenza al bene ed al progresso della Patria. al bene
ed al progresso di tutta l’Umanità.
– PROMETTO E GIURO di
adempiere ed eseguire le Leggi, i Regolamenti e le disposizioni tutte dell’Ordine
e di portare ossequio ed obbedienza alla Suprema Autorità ed a quanti sono i
miei superiori;
– PROMETTO E GIURO di
mantenermi e conservarmi sempre onesto. solerte e benemerito cittadino,
ossequiente delle Leggi dello Stato, amico, membro della mia famiglia, e Mas
sone per abbattere sempre il
vizio e propugnare la virtù.
– PROMETTO E GIURO di non
attentare all’Onore delle famiglie dei miei Fratelli.
– FINALMENTE GIURO di non
appartenere ad alcuna Società che sia in urto o in opposizione con la Libera
Muratoria.
M. Ven. – Profano, vi concedo ancora qualche minuto
per riflettere. Se, udendo la formula del
giuramento, vi fosse sorto
nell’animo qualche dul:so e non vi sentiste di prestarlo, siete
ancora libero di ritirarvi …
LUNGA PAUSA
M.Ven. – Profano, siete disposto a prestare
giuramento
Profano ……
COMINCIA LA MUSICA
Il Tempio è immerso nella
penombra. I Fratelli mettono il cappuccio. L’Esperto. nel frattempo avrà tolto la
corda al collo del Candidato e gli avrà fatto ricomporre gli abiti. lo conduce
al centro del Tempio. I Fratelli in piedi all’Ordine dispongono le spade verso
il Candidato.
M. Ven. – Fratelli in piedi all’Ordine. Impugnate
le spade.
Batte un colpo di Maglietto
PAUSA
M. Ven. – Fratello 1° Sorvegliante, provvedete a
far togliere la benda che copre gli occhi del
profano.
1° Sorv. – Fratello Esperto, togliete la benda dagli
occhi del profano.
L’Esperto esegue
M. Ven. – Profano, vedete le punte delle spade
rivolte verso di voi? Esse simboleggiano la difesa
che avrete da tutti i
Fratelli se rimarrete fedele al giuramento e, qualora voi mancaste,
la loro solidarietà nel
punirvi.
PAUSA
M. Ven. – Acconsentite, dunque, a prestare il
giuramento ?
Profano ……
M. Ven. – Fratello Maestro delle Cerimonie e
Fratello Esperto, ccnducete il
Candidato all’Altare:
e voi Fratelli ritirate le spade,
tenendole sempre impugnate e rimanendo all’Ordine.
* * * * *
Il Maestro delle Cerimonie e
l’Esperto conducono all’altare il Candidato: Io `anno inginocchiare sul
ginocchio destro: gli pongono la mano destra aperta sulla Squadra e Compasso che
sono sul Libro della Legge Sacra; gli mettono nella mano sinistra un altro
Compasso chiuso, ma con le punte rivolte verso il Cuore.
M. Ven. – Batte un colpo di Maglietto
1° Sorv. – Batte un colpo di Maglietto
2° Sorv. – Batte un colpo di Maglietto
M. Ven. – Profano, ripetete con me la formula del
giuramento:
(Leggendo dal foglio sul quale
il Neofita sottoscriverà il giuramento, dirà:
Io (dite il vostro
nome) liberamente e spontaneamente
…………………..
CESSA LA MUSICA
M. Ven. – Maestro delle Cerimonie, conducete il
Candidato fra le Colonne.
Il Candidato viene
accompagnato verso il Centro del Tempio. quasi in fondo.
Tutti restano all’Ordine.
M. Ven. – Fratello 1° Sorvegliante, che cosa chiedete
per il candidato
1° Sorv. – La “LUCE”, Maestro Venerabile.
M. Ven. – Che la Luce sia al terzo colpo del mio
Maglietto.
Batte tre colpi di Maglietto
A1 terzo colpo il Tempio si
illumina; vi provvederà a seconda dei luogo in cui si trova il dispositivo. un
Fratello in precedenza designato.
I Fratelli si tolgono i
cappucci e ritirano le spade.
M. Ven. – Maestro delle Cerimonie, accompagnate il
neofita all’Altare.
Si esegue. I1 Neofita è fatto
inginocchiare sul ginocchio destro. I1 Maestro Venerabile scende dal trono. I
due Sorveglianti si pongono ai lati del Neofita formando, con le loro spade, il
triangolo sacro. Il Maestro Venerabile impugna la Spada Fiammeggiante, con la
sinistra. la impone sulla testa del Neofita e pronuncia la formula:
RIPRENDE LA MUSICA MOLTO BASSA
M. Ven. – Alla Gloria del Grande Architetto
Dell’Universo e della Massoneria Universale,
sotto gli auspici della Serenissima Gran Loggia Nazionale del GRANDE
ORIENTE
SCOZZESE D’ITALIA – Comunione di Piazza del
Gesù, in virtù dei poteri a me
conferiti, – IO TI INIZIO (Batte
un colpo di Maglietto sulla Spada)
– TI COSTITUISCO (Batte un
secondo colpo)
– TI CREO (Batte un terzo colpo)
– APPRENDISTA
LIBERO MURATORE
I1 Maestro Venerabile porge la
mano all’Iniziato, lo fa alzare. gli da il triplice bacio – prima sulla guancia
sinistra – dicendo:
M. Ven. – Tu sei mio Fratello.
Se vi è un secondo Candidato
si ripete.
Il Maestro Venerabile e i
Sorveglianti tornano al loro posto.
Subito dopo Il Maestro delle
cerimonie cinge con il grembiule i fianchi dei Neofita.
M. Ven. – Questo Grembiule è il simbolo del Lavoro
dell’Iniziato. Non dovrai mai presentarti in
Loggia senza indossarlo. Lo
porterai con la bavetta alzata.
Il Maestro delle Cerimonie
porge al Neofita un paio di guanti bianchi da. uomo.
M. Ven. – Accetta questi guanti che ti offrono i
Fratelli: non offuscar mai il loro candore. Le mani
di un Libero Muratore
debbono restare sempre pure.
Il ;Maestro delle Cerimonie
porge al Neofita un paio di guanti bianchi da donna.
M. Ven. – Fratello, essendo la nostra iniziazione
solare, le donne non sono ammesse ai nostri
misteri. Questi guanti sono
destinati alla tua perfetta polarità contraria, cioè quella
lunare.
Il Segretario presenta
all’Iniziato il testo del giuramento e glielo fa firmare.
PAUSA – CESSA LA MUSICA
M. Ven. – Fratelli sedete. Fratello, i Liberi Muratori, per riconoscersi
fra loro, hanno dei segni,
una parola e un toccamento
che dovrai imparare. Maestro delle Cerimonie e Fratello
Esperto accompagnate il
carissimo Fratello nella Sala dei Passi Perduti e nel Vestibolo
per istruirlo da Apprendista
Libero Muratore. Poi lo ricondurrete nel Tempio.
Si esegue. Appena il Neofita è
uscito ……….
M. Ven. – Fratello 2° Sorvegliante concedo alla
Loggia Tre minuti di “Ricreazione”.
2° Sorv. – (Batte un colpo di Maglietto) Fratelli, il Maestro Venerabile, concede tre
minuti
di
“Ricreazione”.
Compiuta l’istruzione, il Maestro
delle Cerimonie ne informa il Maestro Venerabile.
M. Ven. – (Batte un colpo di Maglietto)
1° Sorv. – (Batte un colpo di Maglietto)
2° Sorv. – (Batte un colpo di Maglietto)
QUANDO TUTTI SONO A POSTO
2° Sorv. –
Fratelli, in piedi all’Ordine. – (Batte
un colpo di maglietto)
M. Ven. – Fratelli, i Lavori interrotti
riprendono forza e vigore. Fratelli sedete.
(Batte un colpo di
maglietto)
I1 Neòfita batte da
Apprendista: Il Copritore Intero apre. guarda e comunica:
Copr. Int. – Fratello 2° Sorvegliante, è 1′ Iniziato
. . . . . . che chiede di entrare.
2° Sorv. – Fratello 1° Sorvegliante, l’Iniziato
chiede di entrare.
1° Sorv. – Maestro Venerabile, l’Iniziato chiede
di entrare
M. Ven_ – Che entri e resti tra le Colonne.
Il Copritore Intero apre la
porta; prima il Maestro delle Cerimonie e l’Esperto, poi il Neòfita entrano
facendo i passi rituali e salutando le tre Luci; restano all’Ordine.
M; Ven. –
Fratello Esperto, mostrate al Fratello Apprendista la pietra grezza e
insegnategli a fare
il suo lavoro di
Apprendista.
L’Esperto conduce Apprendista
accanto all’Altare e, con il martello, impugnato con la mano destra.
gli fa battere tre colpi sulla
pietra grezza, poi lo conduce tra le colonne.
M. Ven. – Fratello Esperto, accompagnate il
Fratello Apprendista dal 2° Sorvegliante affinché si faccia riconoscere come
Apprendista Libero Muratore.
L’Esperto conduce L’Apprendista
dai Sorveglianti che gli chiederanno: L’Ordine, il Segno il Toccamento e la
Parola Sacra.
2° Sorv. – Fratello 1° Sorvegliante, l’Ordine, il
Segno, i1 Toccamento e 1a Parola Sacra del
Fratello …… sono giusti e perfetti.
1° Sorv. – Maestro Venerabile, l’Ordine il Segno,
il Toccamento sono giusti e perfetti.
L’Esperto riconduce il Neòfita
al centro del Tempio, verso il fondo e si allontana.
M. Ven. – Fratelli in piedi all’Ordine; e voi Fratelli
1° e 2° Sorveglianti assistetemi.
(Batte un colpo di maglietto)
SOLENNEMENTE
Alla Gloria Del Grande
Architetto Dell’Universo, in nome della Massoneria Universale, sotto gli
auspici della Serenissima Gran Loggia Simbolica Nazionale del GRANDE ORIENTE
SCOZZESE D’ITALIA – Comunione di Piazza del Gesù, in virtù dei poteri a me
conferiti io P R 0 C L AM 0 il Fratello membro
effettivo di questa Rispettabilé Loggia numero .… . . . . . . costituita sotto
il Titolo distintivo . . . . . . . . .
. all’Oriente di ..:… , col Grado
Di Apprendista. Vi invito a riconoscerlo come tale e a prestargli aiuto ed
assistenza in ogni occasione.
1° Sorv. – Fratelli della Colonna del Meridione, vi
comunico che il Maestro Venerabile ha proclamato il Fratello …… membro
effettivo di questa Rispettabile Loggia, col Grado di Apprendista. Vi invito a
riconoscerlo come tale e a prestargli aiuto e assistenza in ogni occasione.
2° Sorv. – Fratelli della Colonna del Settentrione,
vi comunico che il Maestro Venerabile ha proclamato il Fratello …… membro effettivo di questa Rispettabile
Loggia, col Grado di Apprendista. Vi invito a riconoscerlo come tale e a
prestargli aiuto e assistenza in ogni occasione.
MUSICA
M. Ven. – A me Fratelli per il segno e la triplice
Batteria di gioia in onore del nuovo Fratello.
SI ESEGUE IL SEGNO * * * – * * * – * * * LE LUCI CON I MAGLIETTI ° ° ° – ° ° ° – ° ° ° I FRATELLI CON LE MANI
Dopo. il Maestro delle
Cerimonie chiede al Maestro Venerabile per conto del Neòfita il permesso di
coprire la batteria che esegue insieme col Neofita
M. Ven. – Fratelli sedete – Batte un colpo di
Maglietto – Maestro delle Cerimonie
Accompagnate il nuovo
Fratello alla testa della Colonna dei Compagni, il primo posto
che gli è riservato oggi. In
avvenire egli siederà secondo la sua anzianità di Iniziazione,
alla Colonna di
Settentrione. E voi, Fratello Esperto, riconsegnategli i metalli.
Il Maestro delle Cerimonie conduce
il Neòfita al posto di fronte all’Oratore, alla propria sinistra.
Il Fratello Esperto Esegue la
riconsegna dei Metalli.
CESSA LA MUSICA
M. Ven. – La parola al Fratello Oratore.
Oratore – Rivolge al nuovo Fratello il saluto
della Loggia, e gli auguri di tutti i Fratelli
MUSICA
M. Ven. – GRANDE ARCHITETTO DELL’UNIVERSO, gli
operai di questo Tempio Ti rendono
grazie e riportano in Te
tutto ciò che hanno fatto di buono, di utile e di glorioso in
questo giorno solenne nel quale hanno
visto accrescere il numero dei loro Fratelli.
Continua a proteggere i
loro Lavori e a dirigerli costantemente verso la perfezione.
Che l’armonia, ”unione e
la concordia siano sempre il triplice 2emento delle loro opere.
E voi Prudente
discrezione, modesta gioia, siate l’appannaggio di questa Officina
affinché, rientrati nel
mondo profano, si riconosca sempre dalla saggezza dei loro
discorsi, alla serietà del
loro contegno, dalla prudenza delle loro azioni, che essi sono i
veri figli della Luce.
Fai Grande Architetto
dell’Universo, che i loro pensieri, le loro parole, i loro atti
riescano sempre al
raggiungimento delle nostre idealità per il bene dell’Umanità e della
Patria.
CESSA LA MUSICA
Si prosegue con la chiusura
dei Lavori
CHIUSURA DEI LAVORI
M. Ven. – Fratelli 1′ e 2° Sorveglianti, chiedete
ai Fratelli delle vostre Colonne se hanno da
presentare proposte per
il bene dell’Ordine in generale e di questa Loggia in
particolare.
1° Sorv. – Fratelli della Colonna del Meridione, se
qualcuno deve presentare proposte per il bene
dell’Ordine in generale e
di questa Loggia in particolare, può chiedere la parola.
2° Sorv. – Fratelli della colonna di Settentrione.
se qualcuno deve presentare proposte per il bene
dell’Ordine in generale e
di questa Loggia in particolare, può chiedere la parola.
Al termine degli interventi:
2° Sorv. – Fratello 1° Sorvegliante, la mia
Colonna tace.
1° Sorv. –
Maestro Venerabile, le Colonne tacciono.
M. Ven. – Fratello oratore, vi prego ydi darci le
vostre conclusioni.
Terminate le conclusioni:
M. Ven. – Fratello Maestro delle Cerimonie, fate
passare il Tronco delle Proposte Tacite.
I1 Tronco delle Proposte
Tacite deve essere di stoffa rossa.
I1 Maestro delle Cerimonie
esegue per primo. procedendo. poi. sempre in senso antiorario, nel seguente
ordine: Maestro Venerabile. 1° Sorvegliante, 2° Sorvegliante. Fratelli
dell’Oriente. Oratore. Segretario. Tesoriere. Fratelli della colonna di
Meridione. Fratelli della Colonna di Settentrione, 1° Diacono, 2° Diacono e per
ultimo il Copritore Interno.
Tutti debbono introdurre la
mano sinistra nel sacco. Non si da segno. Il Sacco viene portato al Maestro Venerabile.
M. Ven. – Il Tronco delle Proposte Tacite ha
portato all’Ara N° proposte. Fratello
Elemosiniere,
fate circolare il Sacco
della Vedova.
Il Sacco della Vedova deve
essere di stoffa nera.
Si esegue con lo stesso ordine
con l’avvertenza che l’Elemosiniere depone per primo l’Obolo nel Tronco e il
Copritore Interno per ultimo.
I1 computo del contenuto
dichiarato in “mattoni” è a cura dell’Oratore.
Orat. – Maestro Venerabile,
il Tronco della Vedova ha fruttato n° mattoni
per la costruzione
del Tempio.
Il Maestro Venerabile può. a
suo giudizio, porre il Tronco della Vedova “Sottó Maglietto” cioè
senza che l’Oratore faccia il computo dei mattoni. In questo caso annuncerà.
comunque alla Loggia che:
M. Veri. – Fratelli, il Tronco della Vedova ha
fruttato un numero sufficiente di mattoni per la costruzione del Tempio.
A questo punto è il
“Tempo Giusto” per formare quando ciò sia possibile la “Catena
d’Unione”, sia che sia stata richiesta dai Fratelli. sufficienti per
numero, sia per iniziativa del Maestro Venerabile. Si esegue facendo in modo da
lasciare il Maestro Venerabile al suo posto e comunque rinchiudendo all’interno
le tre Luci.
M. Veri. – Fratelli in piedi. Fratelli avviatoci a
legarci ritualmente al centro del Tempio
I Fratelli, dopo essersi tolti
i guanti incrociano le braccia, il destro sopra il sinistro e si uniscono al
Fratello di sinistra dando a lui .la mano destra e con quello di destra dando a
lui la mano sinistra che verrà impugnata con la destra del vicino e così via.
Quando la catena è formata il Maestro Venerabile deve avere simmetricamente di
fronte il 1° e il 2° Sorvegliante.
Controllato che la Catena sia
giustamente formata il. Maestro Venerabile sussurrerà una parola al primo
Fratello alla sua sinistra ed una al primo Fratello di destra, i quali
sommessamente la trasmetteranno al loro vicino e così via di seguito intanto
che le due parole siano ritornate al Maestro Venerabile dalla parte opposta a
quella da cui sono partite. Se !e parole arrivate corrispondono a quelle
partite. dopo una congrua pausa meditativa. il Maestro Venerabile ad alta voce
comunicherà:”Tutto è giusto e perfetto” quindi solleverà per tre volte le
braccia dei suoi vicini imitato da tutti i partecipanti.
Ciò fatto se lo ritiene farà
recitare l’invocazione, prima di rimandare tutti ai propri posti.
Questa Catena ci unisce al di
là del tempo e dello spazio
I1 mondo delle apparenze tiene
i nostri corpi prigionieri in questo Tempio ove le nostre braccia sono
allacciate. .
I nostri spiriti sono liberi,
al di là di queste mura, al di là delle frontiere, al di là dei mari.
Mezzanotte sta per suonare. Fratelli visibili ed invisibili, presenti con il
corpo e con il pensiero vegliano sul sonno degli uomini. Fratelli che mi
intendete, noi siamo i guardiani di un antico segreto che s’asconde nel cuore
dell’umanità sin dalla culla non vi è che un solo amore. quello dei vivi e
quello dei morti, quello del lavoro e quello della bellezza, quello degli
uomini e quello delle donne, quello della natura e quello del GRANDE ARCHITETTO DELL’UNIVERSO.
In un mondo dove regnano la
materia, la forza e la menzogna, facciamo il giuramento solenne di mantenere
sempre alta e luminosa la fiaccola dell’amore Unico e dello ” Spirito Umano.
Rompiamo questa Catena !
Fratelli miei ! I nostri cuori restano uniti
………………………………………………….
Si conclude con l’oggetto
voluto dall’invocazione. Tutti tornano ai loro posti e i lavori proseguono, dopo
che tutti hanno rimesso i guanti bianchi.
M. Veri. – Fratelli 1° e 2° Sorveglianti,
assistetemi a chiudere i Lavori. Fratello
2° Sorvegliante,
perchè occupate codesto
posto in Loggia ?
2° Sorv. – Per osservare il Sole a1 suo tramonto e
rimandare gli Operai dal Lavoro alla
Ricreazione, per il bene
dell’Ordine e dell’Umanità.
M. Ven. – Fratello 2° Sorvegliante. dove siede il
Fratello 1° Sorvegliante ?
2° Sorv. – Ad Occidente, Maestro Venerabile.
M. Ven. – Fratello 1° Sorvegliante , a qual fine
occupate questo posto in Loggia ?
1° Sov. – Come il Sole tramonta in questo punto
per chiudere il giorno, così il 1° Sorvegliante
siede ad Occidente per
chiudere la Loggia, pagare gli Operai e mandarli via contenti e
soddisfatti a gloria ed
onore dell’Ordine.
M. Ven. – Fratello 1° Sorvegliante gli Operai sono
contenti?
1° Sorv. – Osserva le Colonne e dice: Tanto quelli
déll’una quanto quelli dell’altra Colonna
manifestamente lo attestano.
M. Ven. – Fratello 2° Sorvegliante, qual’è la
vostra età muratoria in Grado di Apprendista ?
2° Sorv. – Tre anni, Maestro Venerabile.
M. Ven. – Fratello 2° Sorvegliante, a che ora gli
Apprendisti Liberi Muratori hanno consuetudine
di chiudere i Lavori ?
2° Sorv. – A mezzanotte, Maestro Venerabile.
M. Ven. – Fratello 2° Sorvegliante, al momento che
ora è ?
2° Sorv. – Mezzanotte in punto.
Il Diacono riceve. nel modo
prescritto. dal Maestro Venerabile la Parola Sacra: deambulando in senso
antiorario. si reca dal 2° Sorvegliante per trasmetterla nello stesso modo 2
ritorna al proprio posto.
I1 .1′ Diacono si reca dal 2′
Sorvegliante per ricevere la Parola Sacra che trasmette al 1′ Sorvegliante; poi
torna al proprio posto, sempre deambulando in senso antiorario.
1° Sorv. – Maestro Venerabile, tutto è giusto e
perfetto.
M. Ven. – Batte un colpo di Maglietto. Fratelli in piedi all’Ordine.
Si esegue. Il Maestro delle
Cerimonie si reca dal 1* Sorvegliante il quale prende posto alla destra del
Maestro delle Cerimonie e insíeme si recano all’Altare. Il 1′ Sorvegliante da
il Segno. chiude il Libro della Legge Sacra vi sovrappone Squadra e Compasso
chiuso; da di nuovo il Segno, poi si pone alla sinistra dei Maestro delle
Cerimonie e accompagnato da questi ritorna al proprio posto. Anche il Maestro
delle Cerimonie torna al proprio posto.
M. Ven. – Alla Gloria Del Grande Architetto dell’Universo,
in nome della Massoneria Universale
sotto gli auspici della
“Serenissima Gran Loggia Nazionale” del “Grande Oriente
Scozzese d’Italia – Comunione
di Piazza del Gesù”, per i poteri a me conferiti,
dichiaro chiusi i Lavori in Grado di
Apprendista Libero Muratore di questa
Rispettabile
Loggia N° con
il titolo distintivo di all’Oriente
di e
ordino al 1°
Sorvegliante di chiudere la
Loggia.
Batte tre colpi di Maglietto
A me Fratelli per il Segno …
e per la Batteria. – ° ° °
Si Esegue
1° Sorv. – Fratelli delle due Colonne, per ordine
del Maestro Venerabile chiudo la Loggia.
Batte tre colpi di Maglietto
attenuati
Abbassa la Colonnina
M. Ven. –
Maestro delle Cerimonie vogliate spegnere .le tre Luci, e togliere (o
cancellare) il
Quadro di Loggia.
Il Maestro delle Cerimonie
esegue e contemporaneamente. mentre viene spenta la rispettiva Luce dicono:
2° Sorv. – Che
la Luce della Bellezza resti nei nostri cuori.
1° Sorv. – Che la. Luce della Forza resti nei nostri
cuori.
M. Ven. – Che la Luce della Sapienza resti, nei
nostri cuori.
Dopo che il Maestro delle
Cerimonie è ritornato al suo posto e i Dignitari tranne le Luci – e gli Ufficiali hanno
deposto all’unisono le Insegne e gli Strumenti:
M; Ven; – Fratelli separiamoci in pace giurando il
segreto sui Lavori compiuti.
TUTTI – Lo giuro
I Fratelli tendono la mano
sinistra verso l’Ara, abbandonando la posizione dell’Ordine, ma restando in
piedi. pronti per l’uscita rituale dal Tempio.
M. Ven. – Fratello Maestro delle Cerimonie vogliate
provvedere a far uscire ritualmente i Fratelli
dal Tempio.
USCITA RITUALE DAL TEMPIO
Alla fine dei Lavori la marcia
di uscita si svolge in senso ANTIORARIO ed in forma circolare, con i Fratelli
disposti nello stesso ordine d’ingresso.
I Fratelli sostano nella Sala
dei Passi Perduti in silenziosa attesa, mentre le Tre Luci rientrano nel
Tempio, si scambiano il triplice abbraccio. vanno al loro posto, depongono i
Collari e i Maglietti, ed escono riprendendo la loro collocazione nel Corteo.
Il Maestro delle Cerimonie,
rientra da solo nel Tempio, spegne il Testimone, esce dal Tempio e dice al
Maestro Venerabile:
“Maestro Venerabile tutto
nel Tempio è rimasto in perfetto ordine”.
Il Maestro Venerabile
rivolgendosi ai Fratelli dice: “Fratelli il nostro Lavoro è
compiuto”.
APERTURA DEI LAVORI IN GRADO
DI COMPAGNO D’ARTE
M. Ven. – Fratelli dobbiamo elevare questa Loggia
al Grado di Compagno d’Arte.
– Fratello Maestro delle
Cerimonie, accompagnate i Fratelli Apprendisti fino al limite
– della sala dei Passi
Perduti, avvertendoli di attendere la ripresa dei Lavori nel loro
– Grado.
M. d. Cer. ESEGUE E POI RIENTRA AL SUO
POSTO
M. Ven. – Fratello Maestro delle Cerimonie,
provvedete a decorare il Tempio come è dovuto per
– il 2° Grado.
I1 Maestro delle Cerimonie
porta l’Ara del Lavoro. con sopra:
Compasso * Squadra * Maglietto
* Scalpello * Filo a Piombo * Livella * Regolo (24″) * Cazzuola
fra le tre Luci e l’Altare dei
Giuramenti. lasciando spazio sufficiente per poter operare ritualmente con comodo.
Pone al lato Sud e a quello Nord dell’Altare del Lavoro due Luci e le accende
prelevando il fuoco dal Testimone. Accende o illumina la Stella Fiammeggiante.
M. Ven. – Batte un colpo di maglietto
1° Sorv. – Batte un colpo di maglietto
M. Ven. – Fratelli, assistetemi ad aprire i
Lavori in Grado di Compagno d’Arte.
– Fratello 1° Sorvegliante,
il Tempio è debitamente coperto,.?
1° Sorv. – I Fratelli Apprendisti hanno lasciato
l’Officina, Maestro Venerabile.
M. Ven. – Fratello 1° Sorvegliante, qual’è la
vostra età nel Grado di Compagno d’Arte ?
1° Sorv. – Cinque anni, Maestro Venerabile.
M. Ven. – Fratello 1° Sorvegliante, a che ora i
Compagni d’Arte hanno consuetudine di aprire i
– loro lavori ?
1° Sorv. – A Mezzogiorno, Maestro Venerabile, e
quest’ora è giunta.
M; Ven. – Fratello 1° Sorvegliante, qual’è il
vostro primo dovere in questo Grado ?
1° Sorv. – Assicurarsi che tutti i presenti siano
Compagni d’Arte.
M. Ven. – Assicuratevene Fratello mio.
1° Sorv. – Fratelli in piedi all’Ordine. Batte un
colpo di maglietto
Il 1′ Sorvegliante. senza
lasciare il proprio posto, verifica 1a posizione dei Fratelli, e, se questa è
corretta dice:
1° Sorv. – Maestro Venerabile, dai segni che
danno, riconosco i Fratelli delle due Colonne come Compagni d’Arte.
I1 Maestro Venerabile e con
lui, se ve ne sono, i Fratelli dell’Oriente, che si pongono all’Ordine.
M. Ven. – Riconosco il Grado di Compagno d’Arte
ai Fratelli che siedono all’Oriente. Fratelli
– sedete. Batte un colpo di
maglietto
– Fratello 1° Sorvegliante, che cosa distingue il
Fratello compagno d’Arte dal Fratello
– Apprendista ?
1° Sorv. – Il Fratello Apprendista lavora sotto
il simbolo della Perpendicolare; il Fratello
– Compagno d’Arte lavo ra sotto il simbolo della Livella.
M. Ven. – In qual modo il Fratello Apprendista
può passare dalla Perpendicolare alla Livella ?
1° Sorv. – Sgrossando la Pietra.Grezza e salendo
una scala dritta di tre gradini.
M. Ven. – Fratelli Compagni d’Arte, possiamo
aprire i nostri Geometrici Lavori. In piedi
– all’Ordine.Batte un colpo di maglietto
Il 1° Sorvegliante si reca
accompagnato dal Maestro delle Cerimonie all’Altare, dispone Squadra e Compassa
in Grado di Compagno d’Arte e ritorna al suo posto.
M. Ven. – Alla Gloria del Grande Architetto Dell’Universo,
in nome della Massoneria
– Universale, sotto gli
auspici della “Serenissima Gran Loggia Simbolica Nazionale”
– del “Grande Oriente
Scozzese d’Italia – Comunione di Piazza
del Gesù”, per i poteri a
– me conferiti, dichiaro aperti
i Lavori in Grado di Compagno d’Arte di questa
– Rispettabile Loggia N° …
con il Titolo distintivo di all’Oriente
di A me Fratelli per il
– Segno
Si esegue
– e per la Batteria * * * * *
Si esegue
– Fratelli sedete. Batte un
colpo di maglietto – Prego il Fratello Segretario di leggere la
– Tavola Architettonica
tracciata nella tornata precedente.
Il Fratello Segretario legge
la Tavola. Al termine
M; Ven. – Fratello 1° Sorvegliante avvertite le
Colonne che concedo la parola ai Fratelli che
– volessero fare
osservazioni o chiedere chiarimenti sulla Tavola ora letta;
1° Sorv. – Fratelli delle due Colonne, il Maestro
Venerabile concede la parola a coloro che
– volessero fare
osservazioni o chiedere chiarimenti sulla Tavola ora lette
I Fratelli chiedono la parola
secondo la prassi; al termine degli interventi:
1° Sorv. – Maestro Venerabile, le colonne
tacciono.
M. Ven. – Fratello Oratore, vi prego di darci le
vostre conclusioni.
Orat. – Propongo che la
Tavola venga posta ai voti per l’ approvazione.
M. Ven. –
I Fratelli che approvano la Tavola alzino la mano sinistra al colpo del mio
Maglietto.
Esegue – Poi rivolto al
Fratello Segretario: La Tavola è approvata all’unanimità (oppure:
a maggioranza).
Il Maestro delle Cerimonie
porta al Maestro Venerabile e successivamente all’Oratore la Tavola per la
firma; poi la riconsegna al Fratello Segretario che vi appone la propria.
Quindi cambia il Quadro di loggia. anche sovrapponendolo a quello di
Apprendista.
INIZIAZIONE AL GRADO DI
COMPAGNO D’ARTE
Durante il Rito di
Iniziazione, la Stella Fiammeggiante viene accesa solo al momento prescritto
dal Rituale. Sull’Ara di Lavoro sono disposti i seguenti utensili:
COMPASSO * SQUADRA * MAGLIETTO
* SCALPELLO * FILO A PIOMBO * LIVELLA *
REGOLO * LEVA * CAZZUOLA
Ad Occidente vi è un quadro
con la scritta: VISTA * UDITO * OLFATTO * GUSTO * TATTO
A Oriente un quadro con la
scritta: GRAMMATICA * GEOMETRIA * FILOSOFIA * POESIA
* MUSICA
A Meridione un quadro con la
scritta: EGIZIO * ELLENICO * ETRUSCO * ROMANICO * GOTICO
A Settentrione un quadro con
la scitta: MOSE’ * PLATONE * ERMETE
TRISMEGISTO *
PITAGORA * PARACELSO.
M. Ven. – Fratello Maestro delle Cerimonie,
completate la decorazione del Tempio e
– predisponetelo per il Rito
di Iniziazione.
Il Maestro delle Cerimonie
esegue secondo quanto esposto nelle istruzionii Nel frattempo
l’Apprendista attende fuori
dal Tempio. nella Sala dei Passi Perduti: ha il Grembiule con la bavetta
alzata;
M. Ven. – Fratello Esperto, compite quanto è prescritto.
L’Esperto spegne la Stella
Fiammeggiante, quindi munitosi di un Regolo di 24″ (61 cm.) esce dal
Tempio e si reca dall’Apprendista: gli consegna il Regolo, che l’Iniziato dovrà
portare come uno strumento di Lavoro appoggiato alla spalla sinistra e gli fa bussare
alla porta del Tempio con i colpi d’Apprendista.
1° Sorv. – Maestro Venerabile, qualcuno batte da
Apprendista alla porta dei Tempio.
M. Veri. – Guardate chi batte in tal modo.
1° Sorv. – Fratello Copritore, guardate chi batte
in tal modo.
Il Copritore Interno socchiude
la porta. osserva e richiude, quindi riferisce sottovoce al Sorvegliante .
1° Sorv. – Maestro Venerabile, è un Libero
Muratore condotto dal Fratello Esperto che chiede di
–
passare dalla Perpendicolare alla Livella.
–
M. Ven. – Ditemi chi è, la sua età, il suo
mestiere, il suo domicilio.
I° Sorv. – Maestro Venerabile, il Libero Muratore
presentato dal Fratello Esperto si chiama ha
– tre anni, è Operaio apprendista
di questa Officina.
M. Ven. – Fratello 2° Sorvegliante, voi che
sovrintendete alla Colonna del Settentrione,
– conoscete questo
Apprendista? Siete contento del suo Lavoro?
2° Sorv. – Si, Maestro Venerabile.
M. Ven. – Fratelli, se consentite che sia
aumentato il salario a questo Apprendista, mostratelo a1
– colpo del mio Maglietto. Batte
un colpo di Maglietto
I Fratelli in segno di
approvazione. alzano la mano sinistra all’altezza della spalla. lasciandola
quindi ricadere sulla coscia.
M. Ven. – Fate entrare l’Apprendista.
Il Copritore Interno apre e fa
entrare l’Esperto con l’Iniziando.
M; Ven. – Fratello Esperto, trattenete
l’Apprendista fra le Colonne.
– Carissimo Fratello Apprendista. i
Compagni d’Arte acconsentono ad accordarvi
– l’aumento di salario che
sollecitate, ma prima di procedere al Rito desiderano rendersi
– conto se, con il lavoro e
con lo zelo, lo avete meritato … Carissimo ‘Fratello
– Apprendista, se avete
riflettuto sui Simboli del vostro Grado, vi sarà meno difficile
– comprendere il significato
di quanto vedrete tra poco. Con l’Iniziazione vi è stata
– aperta 1a via della nostra
Arte. Ora, come i1 mitico Ercole, siete fermo tra le Colonne
– che rappresentano la
forza e la Bellezza; riflettete sul significato di questa allegoria.
PAUSA
– Finora, i simbolici
strumenti del Lavoro Muratorio vi sono serviti per lavorare la
– Pietra Grezza della
mentalità profana. D’ora in avanti, dovrete alimentare una
–
conoscenza più sottile: alla Forza dell’Intelletto dovrete aggiungere la
Bellezza
– dell’Immaginazione perché
possa suscitarsi, in voi, l’Intuizione che trascende il
– raziocinio. Ciò vien
detto, in linguaggio muratorio, “Passare dalla Perpendicolare alla
– Livella”, cioé
dall’Attività – simboleggiata dal Filo a Piombo (verticale) – alla
– Passività simboleggiata
dalla Livella (orizzontale) – per integrare tra loro queste due
– Forze che determinano ogni
manifestazione, trascenderle e raggiungere, attraverso la
– loro confluenza. un
perfetto equilibrio. E ora, Carissirno Fratello, per giungere al
– Grado che chiedete, dovrete
compiere cinque viaggi. Fratello Esperto, consegnate
– all’Apprendista un
Maglietto e uno Scalpello e guidatelo nel primo viaggio.
L’Esperto. toglie
all’Apprendista il Regolo, che depone sull’Ara dei Lavoro e gli mette nella
destra un Maglietto e nella sinistra uno Scalpello. Quindi gli fa compiere un
giro della Loggia: passando dal Meridione. lo conduce davanti al quadro posto
ad Occidente e lo invita a leggere ad alta voce quanto vi è scritto.
Successivamente lo riaccompagna fra le colonne. L’Esperto toglie gli utensili
all’Apprendista e li depone sull’Ara di Lavoro.
M. Ven. – Carissimo Fratello, questo primo
viaggio rappresenta il primo grado di realizzazione
– del Neofita, Il suo simbolismo
si condensa nel Maglietto e nello Scalpello. Lo
– Scalpello rappresenta la
Ragione intesa come Potenza Esecutrice intelligente della
– Volontà, che è, a sua
volta, simboleggiata dal Maglietto.Fino a questo momento,
– infatti i vostri sforzi
sono stati diretti a sgrossare la
Pietra Grezza. Ora, con l’abilità – acquisita, dovete imparare a
levigarla in modo che si inserisca perfettamente
– nell’Edificio che siamo
chiamati a costruire.
– Vi abbiamo indicato come
primo oggetto di studio i cinque
sensi: e voi siete già
– troppo istruito nel
linguaggio figurato della Libera Muratoria perché sia necessario
– insistere sul loro significato
allegorico. Del resto, divenendo Compagno d’Arte,
– comprenderete ancor meglio
che un Libero Muratore deve sempre cercare di intui re – quanto si cela dietro il velo del linguaggio
simbolico. I sensi sono strumenti che
– uniscono il mondo esterno
al nostro “io” più intimo: imparate
dunque a distinguere
– quanto, nei loro messaggi, sia verità e quanto
sia illusione.
– Ed ora Fratello Esperto, consegnate al
Candidato un Regolo e un Compasso, e
– accompagnatelo nel
secondo viaggio.
L’Esperto consegna al
Candidato un Regolo – nella mano destra – ed un compasso – nella sinistra – poi
lo accompagna dj fronte al quadro posto a Meridione e lo invita a leggere. ad
alta voce. quanto vi è scritto. Quindi riconduce il Candidato fra le Colonne.
ritira gli utensili e li depone sull’Ara dei Lavoro.
1° Sorv; – Maestro Venerabile, l’Apprendista ha compiuto
il secondo viaggio.
M. Ven. – Carissimo Fratello, questo secondo
viaggio rappresenta il secondo grado di
– realizzazione: gli
strumenti che avete portato su di voi dovrebbero farvene
– comprendere la sintesi. I1
Compasso, con la sua apertura variabile, esprime la
– possibilità di accrescere
l’apertura della propria mente nella conoscenza di se stesso
– dell’Universo; il Regolo
ci insegna la rettitudine e la misura.
PAUSA
– Poco fa vi abbiamo
ricordato i principali ordini architettonici: essi, con diverse forme,
– adempiono un’unica
funzione; per questo, in questo luogo, rappresentano l’unicità
–
sostanziale, anche se espressa in maniere diverse, della Tradizione Iniziatica.
– Ed ora, carissimo
Fratello, date al Fratello Esperto il Toccamento da Apprendista.
Il Candidato esegue
Esperto – Maestro Venerabile, il Toccamento è giusto.
M. Ven. – Fratello Esperto, consegnate al
Candidato un Regolo ed una Cazzuola ed
– accompagnatelo nel Terzo
Viaggio.
L’Esperto consegna al
Candidato un Regolo – nella mano sinistra – e una Cazzuola nella destra – e
conduce il Candidato all’Oriente; gli ra leggere ad alta voce quanto sta
scritto nel quadro, quindi lo riconduce tra le Colonne; ritira gli utensili e
li depone sull’Ara del Lavoro.
1° Sorv. – Maestro Venerabile, il terzo viaggio dell’Apprendista è compiuto.
M. Ven. – Questo viaggio rappresenta il terzo
grado di realizzazione. Sapete già che il Regolo
– simboleggia la rettitudine e la misura; la
Cazzuola è lo strumento occorrente per
–
stendere la calcina che é il collegamento tra gli elementi dell’edificio. Essa
–
simboleggia il Lavoro che, non più individuale come era quello di
sgrossamento
– dell’Apprendista, il
Compagno d’Arte deve compiere per inserirsi attivamente
– nell’opera collettiva
dell’Officina.
– Le Arti
Liberali di cui avete letto i nomi suggeriscono che la mente deve indagare
– liberamente in ogni
campo della conoscenza, evitando qualsiasi dogmatismo
– limitatore. Ed ora,
carissimo Fratello datemi la Parola Sacra di Apprendista.
Cand. – Non so né leggere
né scrivere, so solo compitare. Datemi la prima lettera io vi darò
– la seconda
Si esegue
M. Ven. – Fratello Esperto, consegnate una
Squadra ed un Regolo al Candidato e conducetelo
– nel quarto viaggio.
L’Esperto pone la Squadra
nella mano sinista ed il Regolo nella destra del Candidato e gli fa compiere il
viaggio conducendolo a Settentrione e facendogli leggere ad alta voce quanto è
scritto sul quadro. Riconduce il Candidato Tra le Colonne; ritira gli utensili
e li depone sull’Ara del Lavoro.
1° Sorv. – Maestro Venerabile, il quarto
viaggio dell’Apprendista è terminato.
M. Ven. – Carissimo Fratello, il quarto
viaggio, il quarto gradino di realizzazione,
nel quale
– dovete applicare le
conoscenze acquisite, sia nel lavoro individuale, che non ha mai
– termine, sia in quello collettivo, al bene della società. Vi sono
stati affidati il
– Regolo, di cui vi è già
noto il significato, e la Squadra: questa, con i suoi bracci ad
– angolo retto rappresenta l’incontro tra il Filo a Piombo e la Livella.
La Squadra
– simboleggia, perciò,
l’equilibrio che non dovrà mai mancarvi
– insieme con la retti-
– tudine e con la misura nell’adempiere l’ultimo lavoro che vi è
assegnato in grado di
– Compagno d’Arte.
– I Nomi che avete letto,
simboleggiano la continuità, attraverso i tempi., della
– Tradizione Iniziatica.
Fratello Esperto, accompagnate il Candidato nel quinto
– viaggio.
L’Esperto esegue lasciando al
Candidato le mani libere. Quindi lo conduce tra le Colonne.
1° Sorv. – Maestro Venerabile, il quinto ed
ultimo viaggio con le mani libere dell’Apprendista è
– terminato.
M. Ven. – Carissimo Fratello, avete compiuto
il quinto viaggio con le mani libere, ma avete
– conservato il
Grembiule: in avvenire lo porterete con la bavetta abbassata.
– Ciò
significa che il Lavoro del Compagno d’Arte è meno
pesante di quello
– dell’Apprendista, ma,
pure, che è più impegnativo, perchè dovrà svolgersi in
– una
sfera meno materiale: infatti, dopo aver appreso l’uso dei simbolici utensili,
– dovrete applicarvi a1
Lavoro soprattutto con l’intelletto e con 1’intuizione.
I1 Maestro Venerabile illumina
la Stella Fiammeggiante
M. Ven. – Davanti a voi si è accesa 1a Stella Fiammeggiante
o Pentalfa dei Pitagorici. Nel suo
– centro campeggia la
lettara “G”. I1 significato di questi antichissimi simboli
– caratteristici del Grado
di Compagno d’Arte vi sarà spiegato a suo tempo. Intanto
– riflettete sul significato
della posizione che hanno, sull’Altare, gli strumenti che vi
– sono noti: la Squadra ed
il Compasso. In tal modo potrete comprendere perché
– il Compasso non è sottoposto, come
in Grado di Ap prendista, ma incrociato
alla
– Squadra.
– Ed ora Fratello Esperto,
fate eseguire a1 Candidato il
suo ultimo Lavoro da
– Apprendista.
L’Esperto consegna un Maglietta
al Candidato e lo conduce davanti alla Pietra Grezza sulla quale gli fa battere
tre colpi da Apprendista. Poi lo riconduce tra le colonne.
1° Sorv. – Maestro Venerabile, l’Apprendista ha
ultimato i1 lavoro.
L’Esperto ha terminato il suo
compito e, dopo aver deposto il Maglietta sull’Ara del Lavoro, affida il
Candidato al Maestro delle Cerimonie.
Il Maestro Venerabile può
incaricare l’Esperto di fungere da Maestro delle Cerimonie.
M. Ven. – Fratello Maestro delle Cerimonie,
fate avanzare il Candidato fino all’Ara del Lavoro
Si esegue
– Fratelli il piedi
all’Ordine.
Batte un colpo di Maglietto
– Carissimo Fratello
Apprendista, posate la mano destra sull’Ara del Lavoro.
– Fratelli, si innalzi dai nostri cuori
uniti un pensiero in onore del Lavoro, prima e
– suprema virtù muratoria
…
Poi rivolto all’Apprendista
– Fratello ripetete con me:
Io sottoscritto sul mio onore ed in piena coscienza;
– GIURO solennemente di non
rivelare i segreti che mi verranno confidati né ai Fratelli
– Apprendisti né, tanto meno
ai profani.
– GIURO di seguire le
Costituzioni dell’Ordine e di consacrarmi con tutte le mie forze
– alla difesa della
Umanità, alla diffusione dei principi Massonici e alla loro
– applicazione in ogni
settore della vita profana.
– Dite:”LO GIURO”
Fratello Segretario, prendete atto dei giuramento.
Il maestro Venerabile scende
dal Trono tenendo nella mano destra il Maglietto e nelle mano sinistra la Spada
Fiammeggiante che pone sul capo del Candidato.
M. Ven. – Fratelli I° e 2° Sorveglianti armatevi
di spada e formate con me il Triangolo Sacro.
Alla Gloria Del Grande
Architetto Dell’Universo e della Massoneria Universale, sotto gli auspici della
Serenissima Gran Loggia Simbolica
Nazionale del GRANDE ORIENTE SCOZZESE D’ITALIA – Comunione di Piazza del
Gesù, in virtù dei poteri a me conferiti,
TI RICEVO E TI NOMINO Compagno
d’Arte Libero Muratore.
Il Maestro Venerabile batte
cinque colpi di Maglietto sulla Spada Fiammeggiante. secondo la cadenza della
Batteria: fa alzare il Candidato e gli abbassa la bavetta del Grembiule.
M. Ven. – D’ora in avanti porterete il Grembiule
con la Bavetta abbassata.
Riprende posto sul Trono
I Sorveglianti tornano ai loro
posti
M. Ven. – Fratello Maestro delle Cerimonie, conducete
il Compagno d’Arte fra le Colonne.
– Fratelli sedete.
Batte un colpo di Maglietto
– Compagno, d’ora in avanti
lavorerete sulla Pietra Cubica e riceverete il salario dalla
– Colonna ‘J”. Questa
prerogativa vi farà ricordare che, come Compagno d’Arte, siete
– destinato a perfezionare
il Lavoro abbozzato dagli Apprendisti; dovrete mettere tutto il
– vostro impegno, non solo
nel correggere i difetti dei Fratelli meno illuminati di voi, ma
– anche nel coprirli col
Grembiule della Tolleranza.
Il Maestro Venerabile
coadiuvato da Maestro delle Cerimonie trasmette al nuovo Compagno d’Arte
l’Ordine, il Segno ed il Toccamento; gli comunica la Parola Sacra e quella di
Passo; gli fa mostrare come procede un Compagno d’Arte nel Tempio e come si
unisce al coro dei Fratelli nella Batteria.
M. Ven. – Maestro delle Cerimonie: accompagnate
il nuovo Compagno d’Arte dal 2° e dal 1°
– Sorvegliante per farsi
riconoscere Compagno d’Arte.
ESEGUE
1° Sorv. – Maestro Venerabile, il nuovo Compagno
d’Arte conosce il Segno, le Parole ed il
– Toccamento del suo Grado.
M. Ven. – Fratello Maestro delle Cerimonie e
Fratello Esperto conducete il Compagno d’Arte alla Pietra Sgrossata e
insegnategli a lavorarla.
L’Esperto consegna al Compagno
d’Arte un Maglietto e uno Scalpello e lo conduce alla Pietra Sgrossata sulla
quale gli fa battere cinque colpi secondo la cadenza della Batteria: dopodichè
lo riconduce tra le colonne.
1° Sorv. – Maestro Venerabile, il nuovo Compagna
d’Arte conosce il Lavoro che sarà chiamato
– a svolgere.
M. Ven. –
Batte un colpo di Maglietto – Fratelli in piedi all’Ordine.
– Fratelli 1° e 2°
Sorveglianti, ciascuno proclami alla propria Colonna.
– Se vi sono Fratelli
all’Oriente, aggiunge : Così come io faccio all’Oriente che il
– Carissimo Fratello è
stato ricevuto come Compagno d’arte in questa Rispettabile
– Loggia N°
all’Oriente di
1° Sorv. – Fratelli della Colonna del
.Meridione, vi informo che il Maestro Venerabile ha
– proclamato il Fratello ……… Compagno
d’Arte
2° Sorv. – Fratelli della Colonna del
Settentrione, vi informo che il
Maestro Venerabile ha
– proclamato il carissimo
Fratello Compagno d’Arte.
M. Ven. – Plaudiamo,
Fratelli, al Lavoro compiuto e dedichiamo una Batteria d’augurio al
– nuovo Compagno d’Arte. A
me Fratelli, per il Segno …
Si esegue
– e per la Batteria di
giubilo.
Si esegue
– Fratelli sedete. Batte
un colpo di Maglietto. Fratello Oratore, avete la parola per il
– saluto al nuovo Compagno
d’Arte.
.Al termine del discorso
dell’Oratore e degli altri eventuali interventi:
M. Ven – Fratelli, concedo cinque minuti di
“Ricreazione” alla Loggia. Durante questa
– sospensione dei Lavori, i
Fratelli Maestro delle Cerimonie, Esperto e Copritore
– Interno ritirino e ripongano
gli Utensili che abbiamo usato per il compimento del
– Rito odierno.
Eseguito quanto richiesto, il
Maestro Venerabile batte un colpo di Maglietto.
M. Ven. – Fratelli, i Lavori riprendono forza e
vigore.
* * * * * * * * *
CHIUSURA DEI LAVORI IN GRADO
DI COMPAGNO D’ARTE
M. Ven. – Fratello 1° Sorvegliante chiedete ai
Fratelli delle Colonne se hanno da presentare
– proposte per il bene
dell’Ordine in generale e di questa Loggia in Grado di Compagno
– d’Arte in particolare.
1° Sorv. – Fratelli delle due Colonne, il
Maestro Venerabile concede la parola per il bene
– dell’Ordine in generale
e di questa Loggia in Grado di Compagno d’Arte in
– particolare.
AL TERMINE DEGLI INTERVENTI
1° Sorv. – Maestro Venerabile, le Colonne
tacciono.
M. Ven. – Fratello Oratore, vi prego di darci
le vostre conclusioni.
AL TERMINE DELLE CONCLUSIONI
M. Ven. – Fratelli assistetemi a chiudere i Lavori
in Grado di Compagno d’Arte.
– Fratello 1°
Sorvegliante, in che cosa consiste il Lavoro dei Compagni d’Arte ?
1° Sorv. – Nel trasformare la Pietra Sgrossata
in Pietra Cubica e nel salire una Scala curva di
– cinque gradini.
M. Ven. – Dove conduce questa Scala ?
1° Sorv. – Nella Camera di Mezzo.
M. Ven. – Fratello 1° Sorvegliante, quando
hanno consuetudine di chiudere i Lavori i
– Compagni d’Arte
1° Sorv. – Quando è ora che i Fratelli
Apprendisti riprendano il loro posto nel
Tempio.
– Quest’ora è giunta.
M. Ven. – Batte un colpo di Maglietto – Fratelli
Compagni d’Arte, in piedi all’Ordine.
Il 1° Sorvegliante,
accompagnato dal Maestro delle Cerimonie. si reca all’Altare e dispone la
Squadra e il Compasso in Grado di Apprendista.
M. Ven. – Alla Gloria Del Grande Architetto
Dell’Universo, dichiaro chiusi i
Lavori in Grado
– di Compagno d’Arte in questa Rispettabile Loggia N°
all’Oriente di
– A me Fratelli per il
Segno
SI ESEGUE
– e per la Batteria. ( °
° ° ° ° )
SI ESEGUE
– Fratelli, giuriamo
il segreto sui Lavori compiuti.
Tutti Lo Giuro
M. Ven. – Fratello Maestro delle Cerimonie,
vi prego di decorare il Tempio in Grado di
– Apprendista.
Batte un colpo di Maglietto
SI ESEGUE
– Fratello Maestro delle
Cerimonie, invitate i Fratelli Apprendisti a rientrare nel
– Tempio.
SI ESEGUE
Maestro delle Cerimonie esce
dal Tempio. richiama i Fratelli .apprendisti e li reintroduce nel Tempio
deambulando in senso antiorario fiutando che tutti abbiano ripreso il posto
nella Colonna di Settentrione.
M. Ven – I Frate.ili Diaconi riprendano
il loro posto.
N.B. – I Fratelli Apprendisti.
dopo l’ingresso nel Tempio, dovrebbero fare i Passi. mettersi all’Ordine e
salutare ritualmente, indi ritornare al loro posto. ma possono essere
dispensati dal Maestro Venerabile.
ISTRUZIONI PER IL GRADO DI
MAESTRO
Età: Cinque anni e più.
Ora di apertura : Mezzogiorno.
Ora di chiusura : mezzanotte.
Batteria * *** *** ***
Ordine : Mano destra aperta
orizzontalmente con le dita distese e unite ed il pollice separato a squadra,
poggiato contro il fianco sinistro al di sotto del petto. Braccio sinistro teso
all’indietro e con la palma della mano verso l’esterno.
Piedi a squadra a 90′.
Segno : Stando all’Ordine.
portare la mano sinistra lungo il fianco sinistro; ritirare a scatto la mano ed
il braccio destro lungo la vita facendo ricadere il braccio destro sul fianco
destro.
Questa parte del Segno, che è
il riconoscimento. si completa, quando è presente la bara nel Tempio. con i
segni di “dolore” e di “rispetto”, e cioè:
– alzare le mani verso il
cielo con le dita separate reclinando il capo leggermente all’indietro. facendo
quindi ricadere le braccia lungo il corpo;
reclinare leggermente il corpo
ed il capo in avanti, portare la mano destra all’altezza del centro della
fronte leggermente scostata da questa. con la palma e dita unite rivolte verso
la fronte, come in un cenno di rispettoso saluto, riassumere quindi la
posizione all’Ordine.
Passi : eseguire prima, con le posizioni all’Ordine rispettive. i
passi da Apprendista seguiti da due passi da Compagno d’Arte. Porsi all’Ordine
in Grado di Maestro e alzando molto i piedi, come a superare degli ostacoli.
fare ancora tre passi il primo a destra. il secondo a sinistra. il terzo a
destra verso il centro, riunendo ogni volta i piedi a squadra di 90′.
Parola Sacra : M..B..
Parola di Passo : T . N
Toccamento
1) prendersi scambievolmente
la mano destra. con la mano ad artiglio. per stringere le palme. Tenersi così.
pronunciare alternativamente le due parti della Parola Sacra:
2) avvicinare reciprocamente
il piede destro per la parte interna:
3) toccare il ginocchio destro
con il proprio ginocchio destro. Flettendo leggermente:
4) avvicinarsi con la parte
superiore del corpo:
S) posarsi reciprocamente la
mano sinistra sulla spalla destra. per tenersi più strettamente e attirarsi
l’un verso l’altro.
I Fratelli Lavorano in Camera
di Mezzo con il capo coperto.
NOTE SUL TEMPIO
La Camera di !Rezzo NON è una
Camera di lutto se non si prevede che debba. svolgersi.
il Rito di Iniziazione al
Terzo Grado di qualche Fratello Compagno d’Arte. Pertanto i
simboli di lutto (maglietti
ricoperti di stoffa nera. velario nero alle pareti, ecc.) non
debbono essere normalmente
presenti nel Tempio ed i Fratelli Maestri NON porteranno
le insegne a lutto.
La decorazione del Tempio per
i normali Lavori di Terzo Grado – quando cioé non siano previste Iniziazioni –
comporterà solamente quanto segue:
– la disposizione del Quadro
di Loggia dei Terzo Grado: – nove Luci raggruppate per tre. rispettivamente
all’Est. al Sud ed all’Ovest; – la moderata illuminazione del Tempio.
Questa disposizione di decorazione
verrà effettuata dal Maestro delle Cerimonie all’inizio della ripresa dei
Lavori del Terzo Grado o su richiesta del Maestro Venerabile.
RIPRESA DEI LAVORI DELLA CAMERA DI MEZZO
Ve=mo – Fratelli, i Lavori di questa
Rispettabile Loggia devono proseguire nella Camera di
– Mezzo. Fratello Maestro
delle Cerimonie, conducete i Fratelli Compagni d’Arte fuori
– dal Tempio, avvertendoli
di attendere la ripresa dei Lavori nel loro Grado.
M.d.C. ESEGUE
Ven.mo – Fratello Maestro delle Cerimonie,
provvedete a decorare il Tempio per la-Camera di
– Mezzo.
M.d.C. ESEGUE
Ven.mo – * * *
Batte tre colpi di Maglietto. Fratelli, assistetemi a riprendere i Lavori
nella
– Camera di Mezzo.
Il Maestro delle Cerimonie si
alza ed accende la “Menorah” o candelabro a sette braccia.
Ven.mo – Fratello l° Sorvegliante, siete voi
Maestro ?
l° Sorv. – Venerabilissimo Maestro, come Apprendista
ho imparato a conoscere gli strumenti
– del Libero Muratore ed ho
salito una scala dritta di tre gradini; come Compagno
– d’Arte ho imparato a
servirmi degli strumenti ed ho salito una scala curva di cinque
– gradini; ora conosco
l’Acacia e sono in grado di lavorare sulla Tavola da Disegiio.
Ven.mo – Rispettabilissimo Maestro 1°
Sorvegliante, a che ora i Maestri riprendono i loro
– Lavori ?
1° Sorv. –
A mezzogiorno, quando i1 Sole è allo Zenit e la Luce irradia con la massima
potenza.
– Siamo pronti a riceverla
in noi.
Ven.mo – Rispettabilissimo Maestro 1°
Sorvegliante, tutti ì presenti sono Maestri Liberi
– Muratori
1° Sorv. – Rispettabili Fratelli Maestri, in
piedi all’Ordine!- Batte un colpo di Maglietto
I1 1° Sorvegliante e tutti i
Fratelli che non siedono all’Oriente si alzano e si pongono all’Ordine; il 1°
Sorvegliante. senza lasciare il suo posto. controlla con lo sguardo le due
Colonne:
1° Sorv. – Venerabilissimo Maestro, dai segni
che danno, ma più ancora-dalla loro nuova
– disposizione interiore,
riconosco tutti i Fratelli presenti come Maestri
– Liberi Muratori.
Il Venerabilissimo Maestro si
alza ponendosi all’Ordine, imitato dai Fratelli che siedono all’Oriente.
Ven.mo – Rispettabilissimo Maestro 1°
Sorvegliante, qual’è la vostra età muratoria in Grado di
– Maestro ?
1° Sorv. – Sette anni e più.
Ven.mo – Quale simbolo distingue il Lavoro dei
Maestri ?
1° Sorv. –
Compasso finalmente sovrapposto alla Squadra.
Ven.mo – Rispettabilissimo Maestro 1° Sorvegliante,
vi prego di compiere sull’Altare, il Rito che
– ciascuno di noi, in questo
momento, deve compiere interiormente.
Il 1° Sorvegliante si reca da
solo all’Altare: da il Segno, esegue le variazioni sull’apertura della Bibbia
alla pagina dei Re e del Compasso sulla Squadra. da il nuovo Segno e torna al
proprio posto.
Ven.mo – Rispettabili Maestri, per i poteri a me
conferiti nella ininterrotta Tradizione Muratoria,
– Alla Gloria Del Grande
Architetto Dell’Universo, dichiaro ripresi i Lavori della
– Camera di Mezzo di questa
Rispettabile Loggia N° all’Oriente di
– A me Rispettabili Fratelli
Maestri per il Segno …
SI ESEGUE
e per la Batteria ° ° ° ° ° ° ° ° °
SI ESEGUE
I Fratelli Maestri mettono il
copricapo.
Ven.mo – Lontano dalle passioni del mondo
profano e in possesso dell’Arte, lavoriamo in
– serenità. Rispettabili
Maestri sedete. * Batte un colpo di
Maglietto – Rispettabile
– Maestro Segretario, vi prego di
leggere la Tavola Architettonica tracciata nelle
– precedente tornata.
Il Fratello Segretario esegue.
Ven_mo – I Rispettabili Fratelli Maestri possono
chiedere la parola.
I Maestri che 1o ritengono
necessario mostrano, direttamente al Venerabilissimo, di voler parlare. Al
termine degli eventuali interventi:
Ven.mo – Rispettabile Fratello Oratore, vi
prego di darci le vostre conclusioni.
Oratore – Venerabilissimo, vi prego di
sottoporre La Tavola all’approvazione dei Rispettabili
– Maestri.
Ven.mo Chi approva la Tavola alzi la mano sinistra al terzo colpo
del mio Maglietto .
La Tavola è approvata.
Il Maestro delle Cerimonie
porta al Venerabilissimo e successivamente al Fratello Oratore la Tavola per la
Firma: poi la riconsegna al Maestro Segretario che vi appone la propria quindi
cambia il Quadro di Loggia.
ISTRUZIONI PER L’INIZIAZIONE
AL GRADO DI MAESTRO
0 C C 0 R R E N T E
Bara; due paramenti neri ed un
velario nero cosparsi di lacrime d’argento, teschi e tibie incrociate.
rispettivamente per le pareti nord e sud e per nascondere l’Oriente; drappo
nera per coprire la bara; macchia di sangue sul pavimento (simulata); velo
bianco e trasparente con macchie di sangue; regolo; squadra; i Maglietti del
Venerabilissimo e dei due Sorveglianti, velati di nero; sciarpa e grembiule da
Maestro per il Candidato; nove spade un compasso; un ramo d’Acacia.
P R E P A R A Z I 0 N E D E L
T E M P I 0
Parte che risulterà
predisposta fin dal Grado di Apprendista: alle pareti Nord e Sud i paramenti
neri; l’Oriente rimane nascosto, compreso l’Altare dei Giuramenti, dal velario
nero che va da una parte all’altra. I tre pezzi sono attaccati a fili (per
esempio di nylon) che passano per quattro anelli fissati al muro e scendono poi
verticalmente fino a circa un metro da terra, dove vengono insieme legati;
slegando contemporaneamente i sei capi di filo, i paramenti ed il velario neri
devono cadere a tema di colpo, scoprendo l’arredamento normale del Tempio.
Davanti all’Altare, che rimane
nascosto, vi è uno sgabello sul quale siederà il Venerabilissimo. Avanti a
questo sgabello ve ne sarà un secondo, fungente da Ara. sul quale sarà disposto
il Libro della Legge Sacra, il Compasso e la Squadra. Le luci del Tempio sono
spente ad eccezione di tre: una per il Venerabilissimo ed una per ciascuna dei
due Sorveglianti.
Tre lampade sepolcrali
rischiarano il Tempio. Su ciascuna Colonna un’urna funerario da cui esce un
ramo di acacia.
Nel centro della Loggia. sopra
un’ara funeraria. un teschio illuminato.
B) Parte che sarà disposta dal
Maestro delle Cerimonie, su richiesta del Venerabilissimo: Al centro del Tempio
la Bara. con i piedi verso Oriente.
A Nord della testa la macchia
di sangue.
Al momento opportuno, prende
posto nella bara uno dei Maestri ricoperto dal drappo nero ad eccezione del
viso che risulterà invece parzialmente coperto dal velo insanguinato Il
Candidato indosserà il Grembiule di Compagno d’Arte e sarà senza guanti.
Attenderà fuori dal Tempio e
non deve vedere questa seconda parte dei preparativi. I Maestri portano le
insegne a lutto.
INIZIAZIONE AL GRADO DI
MAESTRO
Ven.mo – Rispettabili Maestri, un Compagno d’Arte
che ha ottenuto l’aumento di salario sta per
– essere introdotto nel
Tempio. Assicuro che tutte le formalità sono state adempiute
– e che nulla osta al suo
ingresso tra noi. Rispettabile Maestro
delle Cerimonie, vi prego
– di completare
la decorazione del Tempio e di predisporlo per il rito di Iniziazione.
Il Maestro delle Cerimonie
esegue, predisponendo. aiutato da Maestro Copritore Interno. la parte
“B” della decorazione del Tempio. Il Fratello Maestro che deve fungere
da Maestro Hiram morto prende posto nella bara, aiutato dal Maestro delle
Cerimonie che lo ricopre, come previsto, con il drappo nero e il velo
insanguinato.
Ven.mo – Rispettabili Maestri Esperti, recatevi
dal Compagno d’Arte e introducetelo nel Tempio
– come prescive il Rito. Rispettabili Maestri, uniamoci in
catena per accogliere in questa
– Camera di Mezzo un nuovo
Maestro.
Nel frattempo i Maestri
Esperti, muniti di spada, raggiungono il Compagno d’Arte. Il 1° Esperto.
impugnando la spada con la sinistra. afferra con la destra il braccio destro
del Candidato. Il 2° Esperto impugnando la spada con la destra. afferra con la
sinistra il braccio sinistro del Candidato. Le spade vengono puntate sul petto
del Candidato che viene fatto retrocedere fino alla porta dei Tempio. Il °
Esperto con la destra bussa da Compagno d’Arte; quindi afferra il braccio del
Candidato.
1° Sorv. – Venerabilissimo Maestro, hanno bussato
da Compagno d’Arte alla porta della Camera
– di Mezzo.
Ven.mo – Rispettabilissimo Maestro l°
Sorvegliante, guardate chi osa battere in tal modo.
Il .1° Sorvegliante va ad
aprire la porta. assistito dal Copritore Interno. Restando sulla soglia dice:
1° Sorv. – Chi è là ?
1° Esperto – Un Compagno d’Arte che vuole entrare nella
Camera di Mezzo.
Dopo questo risposta il 1°
Sorvegliante ritorna al suo posto, lasciando aperta la porta. presso la quale
rimane al Copritore Interno
Ven.mo – Solo i Maestri possono entrare. Come
può osarlo un Compagno d’Arte ?
1° Esp. – Ritiene di meritare un aumento di
salario.
Ven.mo. – Dovrà provarcelo!
Ma potrebbe essere uno dei
Compagni d’Arte indegni che hanno cercato di impossessarsi, con la forza, dei nostri
segreti. Rispettabili Maestri, armiamoci e teniamoci pronti alla difesa.
I Maestri sfoderano
rumorosamente le spade – non meno di nove – e le fanno tintinnare.
Ven.mo – Rispettabili Maestri Esperti, fate
entrare il Compagno d’Arte, ma che resti presso la porta per essere
interrogato. Non osi guardare l’Oriente.
I Maestri Esperti fanno
entrare il Candidato, che cammina a ritroso, sempre tenendolo per le braccia e
puntandogli le spade nel petto. Lo fermano quindi vicino alla porta, con le spalle
rivolte all’Oriente, in modo che non possa vedere la Bara. Poi i Maestri
Esperti liberano la presa e abbassano le spade.
I1 Maestro Copritore Interno
chiude la porta.
Ven.mo – Rispettabilissimo Maestro 1°
Sorvegliante, conoscete questo Compagno d’Arte.
1° Sorv. – Si Venerabilissimo :Maestro. L’ho visto
salire una Scala divisa in due rampe, l’una di
– tre scalini, l’altra di
cinque.
Ven.mo – Rispettabile Maestro 1° Sorvegliante,
avete seguito i suoi lavori ?
1° Sorv. – Sì, Venerabilissimo Maestro, l’ho visto
intento a squadrare la Pietra Grezza.
Ven.mo – Non basta. Che altro sa fare ?
1° Sorv. – Conosce l’uso della Squadra, del
Compasso, del Regolo, della Perpendicolare e della
– Livella. I1 suo Lavoro ha prodotto una
Pietra Cubica.
Ven.mo – Bene Tuttavia potrebbe essere uno dei
Compagni d’Arte traditori che cerchiamo per il
– delitto commesso.
Ríspettabilissimo Maestro 1° Sorvegliante, esaminate le sue mani e
– mandatemi il suo
Grembiule: forse non è più degno di portarlo.
Il Maestro delle Cerimonie si
avvicina al 1° Sorvegliante, questi toglie il Grembiule al
Candidato e lo consegna al
Maestro delle Cerimonie che lo pota al Venerabilissimo.
1° Sorv. – Venerabilissimo Maestro, vi mando il
suo Grembiule.
Il 1° Sorvegliante riprende il
suo posto; Il Venerabilissimo esamina il Grembiule che il Maestro delle
Cerimonie gli ha portato.
Ven.mo – Anche il Grembiule é senza macchia.
Ora sottoporremo il Compagno d’Arte alla prova
– decisiva.
PAUSA
Ven.mo – Compagno d’Arte voltatevi
PAUSA
I1 Candidato. votandosi, vede
la bara nella quale giace il Maestro insanguinato. Gli si dà il tempo di
osservare.
Ven.mo – Compagno d’Arte, avvicinatevi alla
Bara facendo i passi da Apprendista e poi quelli
– di Compagno d’Arte.
Rispettabili Maestri Esperti, assistete il Compagno d’Arte in
– questa prova.
Gli Esperti depongono le spade
e, in silenzio, sostengono il Compagno d’Arte per le braccia, ne guidano i
passi.
Ven.mo – Ed ora, Compagno d’Arte, l’ultima
prova: dovrete scavalcare la Bara con tre passi. Se
–
siete innocente, non dovete tremare.
Gli Esperti fanno eseguire al
Candidato il primo passo, che comincia col piede destro.
Alla fine del movimento, il Candidato. dopo averla scavalcata
diagonalmente, si trova a destra della Bara, un pò avanzato rispetto al punto
di partenza. I1 Candidato esegue poi. sempre in diagonale e cominciando col
piede sinistro. il secondo passo col quale ritorna a sinistra della Bara, ancor
più spostato in avanti. Col terzo passo, che comincia col piede destro, il
Candidato scavalca solo uno spigolo della Bara e si ferma ai suoi piedi.
voltandole il dorso.
Ven.mo – Rispettabili Maestri Esperti, il
Compagno d’Arte ha tremato compiendo questa prova?
I° Esp. –
No, Venerabilissimo Maestro.
Mentre vengono pronunciate queste
frasi, il Maestro coricato nella Bara si alza senza far rumore e riprende il
suo posto.
Il Maestro delle Cerimonie
predispone la Bara per accogliervi successivamente il Candidato.
Il 1° e 2° Sorvegliante
scendono dai loro scanni e si avvicinano al Candidato; il primo munito di
Squadra, si pone alla sua sinistra; il secondo. munito di Regolo, alla sua
destra.
Gli Esperti li raggiungono e
si fermano dietro di loro.
Ven.mo – Compagno d’Arte, abbiamo fiducia in
voi e vi riveleremo i simboli segreti del nostro
– Grado. Essi sono racchiusi
in una Leggenda, il cui significato profondo dovete
– forzarvi di penetrare come
un’esperienza vissuta interiormente. Noi cercheremo di
– aiutarvi.
Il Venerabilissimo. munito di
Maglietto, si alza e si pone tra lo sgabello sul quale è posto il libro della
Legge Sacra ed il Candidato.
Il Maestro delle Cerimonie si
avvicina al Venerabilissimo per assisterlo nel Rito.
Ven.mo – Ascoltate dunque la leggenda di Hiram,
l’Architetto che Re Salomone aveva
– incaricato di costruire il
Tempio, a Gerusalemme.
PAUSA
– Hiram
aveva diviso gli operai in tre categorie: gli Apprendisti, che ricevevano il
– salario presso la Colonna “B”
; i Compagni d’Arte, che ricevevano il salario presso la
– Colonna “J” ; i
Maestri, che ricevevano il salario nella Camera di Mezzo.
– Ciascuna categoria aveva
parole e segni segreti per mezzo dei quali gli operai si
– riconoscevano fra di loro
e si facevano riconoscere per ricevere il salario secondo il
– tipo di Lavoro svolto. Un
giorno tre Compagni d’Arte, insoddisfatti del salario, ma non
– ancora meritevoli
dell’aumento, complottarono fra di loro e decisero di carpire la Paro-
– la Sacra al Maestro Hiram,
di strappargliela anche con la violenza pur di poter
– accedere alla Camera di
Mezzo e percepire il salario riservato ai Maestri.
– Al tramonto, i tre
Compagni d’Arte si nascosero nel Tempio e aspettarono che il
– Maestro Hiram venisse,
com’era solito fare ogni sera, ad ispezionare il Lavoro della
– giornata, appostandosi,
uno alla porta di Occidente, uno alla
porta di Mezzogiorno,
– uno alla porta d’Oriente.
– Quando Hiram venne, colui
che era presso La porta di Occidente lo affrontò
– impugnando
minacciosamente un Regolo: gli chiese la Parola. “ Tu sai che non posso
– rivelarla” rispose
Hiram, e l’altro, allora, 1o colpì alla gola, con il Regolo.
I1 2′ Sorvegliante esegue il gesto
sul Candidato. poi depone il Regolo.
Ven.mo – Hiram, stordito, fuggì verso la porta di Mezzogiorno: ma colui che
vi si era appostato
– lo fermò minacciandolo
con una Squadra. Con arroganza gli chiese la Parola:
– “Insensato!”
gridò Hiram.”Non così io l’ho ricevuta! Non così si deve
chiederla!”
– E l’altro allora, gli vibrò un colpo al cuore, con la
Squadra.
Il 1° Sorvegliante esegue il
gesto sul Candidato. poi depone la Squadra.
Ven.mo – Gravemente ferito, Hiram cercò scampo
trascinandosi verso la porta d’Oriente; colui
– che vi era appostato gli
si parò d’avanti. Stringeva in pugno un Maglietto, e insensibile
–
alle ferite del Maestro, anzi mi nacciandolo
con lo strumento, pretese che gli venisse
– rivelata la Parola. Hiram
non si lasciò intimorire; pur sapendo che non sarebbe
– sfuggito alla morte, ebbe
la forza di rispondere: “Lavora, persevera, impara. Solo così
– avrai diritto alla maggior
ricompensa!” L’altro, allora, colpì il suo Maestro alla fronte,
– con il Maglietto … E lo
uccise.
Con il Maglietto. il Venerabilissimo
vibra un colpo sulla fronte del Candidato.
Subito gli Esperti –
afferrandolo per le spalle e le braccia – e i Sorveglianti – afferrandolo per
le gambe – depongono il Candidato nella Bara e, dopo avergli disposto le mani
nel Segno di Compagno d’Arte, 1o coprono fino al collo con un panno nero e gli
spiegano il Grembiule da Compagno d’Arte.
Poi collocano, alla testa
della Bara, un ramo di Acacia e. sui piedi, una Squadra e un Compasso
incrociati in Grado di Compagno d’Arte.
Ve n.mo – Così morì Hiram. Così deve morire il
Compagno d’Arte per poter rinascere Maestro.
Il Venerabilissimo torna a
sedere. I Sorveglianti riprendono i propri posti. Una Pausa. durante la quale
si ode una musica di sottofondo. per es. la Marcia Funebre Massonica di Mozart
o la Terza Sinfonia (l’Eroica) di Beethoven.
CESSATA LA MUSICA:
Ven.mo – Hiram è morto. Chi potrà sovraintendere
ai Lavori della costruzione del Tempio?
1° Sorv. – La Parola è perduta.
2° Sorv. – Profonde regnano le tenebre.
1° Sorv. –
Che possiamo fare per ritrovare la Parola perduta?
2° Sorv. – Che possiamo fare per ridare la Luce al
Tempio?
Ven.mo – Non perdiamoci di coraggio. Cerchiamo
i resti mortali del Maestro
– La Sapienza che era in lui
è eterna e non può morire con
lui. Insieme dobbiamo
– cercare di farla rivivere
in noi. Viaggiate, Maestri dall’Occidente all’Oriente, dal
– Settentrione al Meridione,
finché non avrete trovato il luogo in cui è sepolto il Maestro.
LA MUSICA RIPRENDE.
I1 1° Sorvegliante seguito da
sette Maestri – i due Esperti più altri cinque
muniti
di spada e dal 2°
Sorvegliante, che chiude la fila, compirà tre giri, in senso antiorario,
all’interno dei Tempio. A metà
percorso dell’ultimo giro il 1° Sorvegliante si fermerà all’Oriente presso la
Bara.
LA MUSICA CESSA.
2° Sorv. – Questo albero di Acacia mi avverte che
qui c’è una sepoltura recente; forse il nostro Maestro è sepolto qui.
1° Sorv. – Ecco una Squadra e un Compasso. Non c’è
dubbio è la tomba che cerchiamo.
Nulla sia toccato. Solo il
Venerabilissimo Maestro ha i poteri per farlo. re Maestri restino di guardia,
gli altri vengano con me per avvertire il Venerabilissimo.
I due Esperti si dispongono ai
lati della Bara presso la testa, mentre il 2° Sorvegliante si pone ai piedi,
formando un triangolo; tutti e tre sono rivolti verso l’Oriente.
Gli altri Maestri. con il 1°
Sorvegliante in testa finiscono il giro.
Al termite, il 1° Sorvegliante
rimane vicino alla porta, mentre gli altri riprendono i loro posti.
Subito dopo il 1°Sorvegliante
si presenta al Venerabilissimo.
Ven.mo – Rispettabilissimo Maestro 1°
Sorvegliante, che notizie mi portate ?
1° Sorv. – Alla luce del crepuscolo, viaggiando
verso Oriente, abbiamo visto un albero di
– Acacia. Ai suoi piedi, sulla terra che appariva scavata di
recente, erano disposti una
– Squadra e un Compasso.
Forse lì è sepolto il nostro Maestro; ma solo voi potete fare
– quanto occorre. La tomba
è sorvegliata da tre Maestri.
Ven.mo – Verrò con voi, subito!
Il 1° Sorvegliante precede il
Venerabilissimo girando intorno alla Bara in senso antiorario. Giunti presso la
testa dal lato destro, il 1° Sorvegliante si ferma. Il Venerabilissimo si
avvicina e toglie il Grembiule dal volto del Compagno d’Arte.
Ven.mo – É proprio Hiram! ALZA LE BRACCIA AL
CIELO E DICE: Quale sciagura!
Il Venerabilissimo toglie il
ramo di Acacia e chiudendo il giro, la Squadra e il Compasso il drappo nero,
porgendoli al Maestro delle Cerimonie che nel frattempo si è avvicinato.
Ven.mo – Per come è disposto e dagli utensili
abbandonati, riconosco che gli assassini sono
– Compagni d’Arte … Si direbbe che
respiri ancora … I1 suo nobile volto rispecchia
– l’Armonia della
Coscienza!… Riportiamolo nel-Tempio.
Il Venerabilissimo si
allontana verso l’Oriente. Il 2° Sorvegliante afferra l’indice della mano
destra del Candidato. tira come per tentare di rialzarne il corpo poi, fingendo
che il dito gli sia sfuggito, lo lascia ed esclama:
2° Sorv. – La carne si stacca dalle ossa!
Il 1° Sorvegliante afferra il
dito medio della mano sinistra del Candidato. e, ripetendo il gesto del 2° Sorvegliante, dice:
1° Sorv. – È tutto putrefatto!
Ven.mo – Non è così, Fratelli miei, che
riuscirete a rialzare il Maestro. Furono tre ad uccidrlo
– per ignoranza, fanatismo e ambizione. Tre Luci sono
necessarie per annullare la loro
– opera. A me, Fratelli,
uniamo le nostre forze!
Il Venerabilissimo, postosi ai
piedi della Bara, prende con il Toccamento ad Artiglio da Maestro, la mano
destra del Candidato e lo tira a sé. I due Sorveglianti aiutano il Candidato a
mettersi seduto nella Bara. Allora il Venerabilissimo gli passa la mano
sinistra dietro il collo e, aiutato dai Sorveglianti, lo rialza e lo fa uscire
dalla Bara.
LA MUSICA PNTONA UN MOTIVO
TRIONFALE
Ven.mo – ECCOTI, MAESTRO, RISORTO TRA NOI
In questo preciso istante, i
paramenti a lutto “e il velario nero che ricoprono le pareti e l’Oriente
vengono fatti cadere di colpo a cura del Maestro delle Cerimonie.
Contemporaneamente il Copritore Interno provvede ad accendere tutte le luci.
silenziosamente i due Esperti portano la Bara in fondo al Tempio.
LA MUSICA CESSA
Tutti i Fratelli abbandonano
le insegne a lutto.
Ven.mo – Fratello, ti rivelerò ora i cinque
punti della Maestria
1 – Il Ven.mo impugna la
destra del Candidato.
– Mano con mano: ti
riconosco e saluto Fratello.
2 – Il Ven.mo pone il piede
destro a contatto con la parte interna del piede destro del Candidato.
– Piede con piede: prometto
di sostenerti per ogni legittima impresa.
3 – Il Ven.mo unisce il suo
ginocchio destro con il ginocchio destro dei Candidato.
– Ginocchio con ginocchio:
ti darò appoggio nelle tue necessità;
4 – Il Ven.mo avvicina il proprio
petto al petto del Candidato.
– Petto con petto: custodirò
i segreti che vorrai affidarmi.
5 – Il Ven.mo pota la mano
sinistra sulla scapola destra del Candidato.
– Spalla con spalla: ti abbraccio;
ti difenderò che tu sia presente o assente.
In questa posizione il Ven.mo
sussurra all’orecchio del Candidato.
– Eccoti la Parola Sacra dei
Maestri: M..B.. Ripeti.
Il Candidato esegue. Il
Venerabilissimo scioglie l’abbraccio. si scosta leggermente e dice:
Ven.mo – Maestri esultate! Hiram è rinato nel
nostro nuovo Maestro
1° Sorv. – La Parola Sacra è ritrovata.!
2° Sorv. – La Luce è tornata a splendere nel
Tempio!
Ven.mo – Rispettabili Maestri, riprendiamo i
nostri, posti.
II Maestro delle Cerimonie
conduce il nuovo Maestro all’Oriente e lo fa sedere alla destra dei
Venerabilissimo. Quindi porta sull’Altare dei Giuramenti il libro della Legge
Sacra. Quando tutti sono pronti:
Ven;mo – Fratello, quando avrai ricevuto la
consacrazione a Maestro Libero Muratore e
– l’istruzione del Grado,
prenderai il tuo posto tra le Colonne, ma in questo momento tu
– rappresenti simbolicamente
Hiram, che rinasce dal cuore degli uomini quando le forze
– della Luce trionfano su
quelle delle tenebre; perciò il tuo
posto è qui, all’Oriente, alla
– mia destra. Prima che io
possa procedere alla tua consacrazione devi impegnarti
– all’adempimento dei doveri del nuovo Grado
e unirti a noi nel vincolo di un solenne
– giuramento. Vi acconsenti
liberamente e spontaneamente?
Neofita …
RIPRENDE La MUSICA
Ven.mo – Rispettabili Maestri, in piedi
all’Ordine. * * * Batte tre colpi di Maglietto
Tutti i :Maestri si alzano e
si mettono all’Ordine ad eccezione dei Neofita che si alza soltanto. I1 2°
Esperto sale all’Oriente. e accompagna il Neofita davanti all’Altare dei
Giuramenti: lo fa inginocchiare su tutte e due le ginocchia e gli fa mettere la
mano sinistra sul cuore. Il 1° Esperto gli si avvicina con una spada e gli fa
posare la mano destra sulla lama. I1 2° Esperto prende dal Venerabilissimo il
foglio col testo dei giuramento e lo tiene davanti al Neofita in modo che questi
possa leggerlo.
Ven.mo – Leggi, dunque, ad alta voce la formula
che ti impegna finché avrai vita.
IL NEOFITA ESEGUE
Neofita – Io di mia libera e spontanea volontà, in
presenza del “GRANDE
– ARCHITETTO DELL’UNIVERSO”
e di tutti i Maestri qui riuniti, e in faccia a tutti i
– Massoni sparsi sul Globo,
prendo sul mio onore e sulla mia coscienza solenne
– giuramento di compere
fedelmente e con zelo gli obblighi imposti dal Grado
– di Maestro che sta per essermi
conferito; di praticare sempre ed in tutto i principi
– massonici; di amare e
cercare la verità; di odiare e fuggire la mensogna; GIURO di
– svolgere la mia attività
intellettuale e la mia azione di propaganda massonica incessante
– per il bene della mia Patria
e dell’Umanità con l’aspirazione alla fratellanza universale
– degli uomini e dei popoli; GIURO
amicizia ed attaccamento a tutti i miei Fratelli, a tutti
– i Figli della Vedova, e mi
impegno a soccorrerli anche con l’inevitabile pericolo della
– mia vita; GIURO di non
rivelare a nessuno i segreti che mi fossero confidati, di
– istruirmi e di sollevare il mio spirito e
di fortificare la mia ragione, perché tutte le mie
– facoltà sieno quind’innanzi
sacre alla gloria e alla potenza dell’Ordine: Se mancassi a
– questo giuramento che io sia
disonorato per sempre, severamente punito, e privato dalla
– società della gente onesta.
Dopo la lettura del giuramento
il Ven.mo dice:
Ven.mo – E ora conferma il giuramento apponendovi
la tua firma.
IL NEOFITA ESEGUE.
Rispettabilissimi Maestri 1° e
2° Sorveglianti, ricostruite con me il Triangolo Sacro entro il quale sarà
consacrato il nuovo Maestro.
I1 Venerabilissimo scende dal
Trono, impugna la Spada Fiammeggiante con la sinistra tenendo con la destra il
Maglietto.
Anche i due Sorveglianti si
muniscono di Spada che tengono nella sinistra, avendo nella destra il
Maglietto.
II Neofito viene fatto alzare
e retrocedere di due passi.
II Venerabilissimo gli si pone
di fronte, i due Sorveglianti, dietro mentre i due Esperti rimangono ai lati dell’Altare
dei Giuramenti.
Il Ven.mo poggia la Spada
Fiammeggiante sulla spalla destra del Neofito e, battendovi sopra un colpo di
Maglietto dice:
Ven;mo – Che le tue azioni siano sempre pure e
senza macchia;
Il Ven.mo appoggia la Spada Fiammeggiante
sulla spalla sinistra del Neofito e, battendovi sopra un colpo di Maglietto,
dice:
Ven.mo – Che la tua fedeltà corrisponda alla
fiducia che ti abbiamo accordato!
Il Ven.mo appoggia infine la
Spada Fiammeggiante sul capo del Neofita e. battendovi sopra un colpo di
Maglietto, dice:
Ven.mo – Che la Luce del GRANDE ARCHITETTO
DELL’UNIVERSO non abbandoni mai il
– tuo spirito!
I due Sorveglianti alzano le
loro Spade e le orientano verso il capo dei Neofita. Il Venerabilissimo tenendo
sempre la Spada Fiammeggiante sul capo dei Neofita. vi batte sopra tre colpi di
Maglietto ogni volta che è indicato nei testo.
Ven.mo – Alla Gloria Del Grande Architetto
Dell’Universo e in nome della Massoneria
– Universale, sotto gli auspici della
Serenissima Gran Loggia Simbolica Nazionale
– del GRANDE ORIENTE SCOZZESE
D’ITALIA – Comunione di Piazza del Gesù, – per i poteri a me conferiti in questa
Rispettabile Loggia N° all’Oriente di
– IO TI RICEVO – TI COSTITUISCO
– TI CONSACRO – Maestro Libero Muratore e ti
– investo di tutte le
prerogative del Grado.
Il Venerabilissimo consegna la
Spada Fiammeggiante al Maestro delle Cerimonie che la pone sulla Cattedra del
Venerabilissimo. II 2° Esperto consegna al Venerabilissimo il Grembiule con il
quale questi cinge il neoMaestro. Il 1° Esperto porge la Sciarpa al
Venerabilissimo che ne riveste il neo-Maestro. Poi il Venerabilissimo dà al neo-Maestro
il triplice Fraterno abbraccio.
Ven.mo – Rispettabili Maestri, riprendiamo i
nostri posti.
SI ESEGUE
Ven.mo – Rispettabili Maestri, sedete. * Batte un
colpo di Maglietto
Il Venerabilissimo coadiuvato
dal 1° Esperto comunica al nuovo Maestro: la posizione all’Ordine. il Segno. il
Toccamento, la Parola Sacra, la Parola di Passo. la Marcia, l’Età. i Titoli
delle Luci e dei Maestri. la posizione della Squadra e del Compasso sul Libro
della Legge Sacra, come si risponde alla domanda: “Siete Maestro?”,
la Batteria.
AL TERMINE
Ven.mo – Rispettabile Maestro 1° Esperto
conducete il nuovo Maestro nella Sala dei Passi
– Perduti per approfondirne
l’istruzione. Rispettabili Maestri, nell’attesa vi concedo sette
– e più minuti di Ricreazione. nel
Tempio. * Batte un colpo di Maglietto
Durante la ricreazione. il
Maestro delle Cerimonie é il Copritore Interno portano fuori dal Tempio la Bara
e gli altri attrezzi non più necessari. Poi rientrano nel Tempio con il :Maestro
Esperto.
Ven.mo – * Batte
un colpo di Maglietto Rispettabili
Maestri, i Lavori riprendono forza e
– vigore. Rispettabile
Maestro Esperto, introducete il nuovo Maestro.
L’Esperto esce, chiude la
porta e subito invita il neo-Iniziato a bussare da Maestro. Dopo aver
accompagnato il neo-Maestro fra le Colonne. dice:
Esp. – Venerabilissimo, il nuovo Maestro
si trova tra le Colonne in attesa di ordini.
Ven.mo – Si faccia riconoscere dal Rispettabilissimo
1° Sorvegliante.
L’Esperto conduce il
neo-Maestro dal 1° Sorvegliante che lo esamina sull’istruzione ricevuta e alla
conclusione dice:
1° Sorv. – Venerabilissimo, il Maestro conosce
l’Acacia.
Ven.mo – Rispettabili Maestri, in piedi all’Ordine.*
Batte un colpo di Maglietto
– Rispettabilissimi Maestri
1° e 2° Sorveglianti. proclamate alle Colonne, come io faccio
– all’Oriente, che il nostro
carissimo Fratello è Maestro Libero Muratore.
– Invitate tutti i Rispettabili
Maestri a riconoscerlo come tale, con tutte le prerogative e i
– diritti del Grado.
1° Sorv. – Rispettabili Maestri che sedete alla
Colonna del Meredione, il Venerabilissimo
– proclama il Fratello …. Maestro
Libero Muratore, vi invito a riconoscerlo come
– tale, con tutte le
prerogative e i diritti del Grado.
2° Sorv. – Rispettabili Maestri che sedete nella
Colonna del Settentrione, il Venerabilissimo
– proclama il Fratello Maestro
Libero Muratore; vi invito a riconoscerlo come
– tale, con tutte le
prerogative e i diritti del Grado.
Ven.mo – Rispettabili Maestri, in quest’ora lieta
salutiamo secondo l’antico Rito il diletto
– Maestro che si inserisce
nella nostra Catena. A me per il Segno
SI ESEGUE
– e per la Batteria di
Giubilo
SI ESEGUE
– o oo
o oo o oo
SI ESEGUE
– Rispettabili Maestri, sedete. * Batte un colpo di Maglietto La Parola al
– Rispettabilissimo Maestro
oratore
* * * * * * * *
SOSPENSIONE DEI LAVORI DELLA
CAMERA DI MEZZO
Ven;mo – Rispettabili Maestri, concedo la parola
per il bene dell’Ordine in generale e di questa
– Camera di Mezzo in
particolare.
AL TERMINE DEGLI INTERVENTI
Ven;mo – Rispettabile Fratello Oratore, vi prego
di darci le vostre conclusioni.
AL TERMINE
Ven;mo – Rispettabilissimo Maestro 1°
Sorvegliante, i Maestri hanno lavorato
a lungo sulla
– Tavola da Disegno. Quando
ha termine il loro Lavoro?
1° Sorv. – A mezzanotte, quando il Sole, concluso
il suo ciclo, è al Nadir e concede riposo alle
–
creature.
–
Ven.mo – Quest’ora è giusta?
1° Sorv. – Sì, Venerabilissimo Maestro.
Ven.mo – Quale Rito dobbiamo compiere per
sospendere i Lavori?
1° Sorv. – Sull’Altare, il Compasso e la Squadra
devono tornare nella posizione di 2° Grado per
– disporre il Tempio al
rientro dei Fratelli Compagni d’Arte.
Ven.mo – Rispettabilissimo Maestro 1°
Sorvegliante, compite il Rito sull’Altare e con voi
– ciascun Rispettabile Maestro lo compia
interiormente affitché i Fratelli Compagni
– d’Arte, rientrando, possano
sentirsi a proprio agio .. Rispettabili Maestri, in piedi
– all’Ordine! * Batte un colpo di Maglietto
Il l’ Sorvegliante si reca
all’Altare, dà il Segno, ESEGUE, dà di nuovo il Segno e torna al suo posto.
Ven;mo – Alla Gloria Del Grande Architetto
Dell’Universo, dichiaro sospesi i Lavori di questa
– Camera di Mezzo. A me per
il Segno …
SI ESEGUE
– e per la Batteria
SI ESEGUE * * * *
* * * * *
Prima di riprendere i Lavori
in 2° Grado, giriamo di non rivelare quanto abbiamo tracciato sulla Tavola da
Disegno a chi non è ancora passato dalla Squadra al Compasso.
TUTTI – Lo giuro!
I Fratelli Maestri si tolgono
il copricapo;
Ven.mo – Fratelli sedáte! * Batte un colpo di
Maglietto
Fratello Maestro delle
Cerimonie, provvedete a decorare il Tempio per il Grado di Compagno d’Arte.
SI ESEGUE
Ven.mo – Fratello Copritore, fate rientrare i
Fratelli Compagni d’Arte.
“Non è tanto
importante quello che ci accade,
quanto il modo con cui vi reagiamo”.
Hans Selye (1907-1982)
“Tutto il mondo
intero aspira alla libertà,
tuttavia ciascuna creatura è innamorata delle proprie catene.
Tale è il primo paradosso ed il nodo inestricabile
della nostra natura”.
Aurobindo (1872-1950)
“Per quanto una
persona possa essere ornata di gioielli,
il cuore può tuttavia aver vinto i sensi.
La forma esteriore non costituisce la religione e non tocca la mente”.
“La mia felicità
consiste nel sapere che provengo dal principio,
nel contemplare lo yin e lo yang,
nell’osservare il succedersi delle stagioni,
l’alternarsi del giorno e della notte,
e nel sapere che al principio farò ritorno”.
Chuang-tzu
“Mentre discordavano
sulla maniera con cui dovesse essere concepito e venerato il nume, tutte le
religioni convenivano sul fatto di dover perseguitare, opprimere e distruggere
quelli che erano di religione diversa, di dover vendicare con il risentimento
più atroce le offese, e di nutrir un odio implacabile verso tutto il resto del
genere umano”
G. Ortes (1713-1790)
“C’era una quiete
immensa mentre stavamo seduti sulla panchina,
perduti per il mondo”.
“Ma se i buoi, i
cavalli e i leoni avessero le mani,
o potessero disegnare con le mani,
e fare opere come quelle degli uomini,
raffigurerebbero gli dei, il cavallo simili ai cavalli, il bue ai buoi,
e farebbero loro dei corpi come quelli che ha ciascuno di loro”
Senofane (565-470 ca. a.C.)
“Come fiamma più
cresce più contesa dal vento,
ogni virtù, che il cielo esalta,
tanto più splende quant’è più offesa”
“Noi creiamo il
mondo che percepiamo, non perché non esiste realtà fuori dalla nostra mente, ma
perché scegliamo e modifichiamo la realtà che vediamo in modo che si adegui
alle nostre convinzioni sul mondo in cui viviamo. Si tratta di una funzione necessaria
al nostro adattamento e alla nostra sopravvivenza”.
“Cos’è tutto
questo affannarsi per il denaro,
e tormentarsi per questo mondo?
Hai mai visto qualcuno che sia vissuto eterno?
Questi uno o due soffi di vita che sono nel tuo corpo,
sono un imprestito:
a mo’ d’imprestito bisogna vivere.
“Oh Grande
Spirito,
concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare,
e la saggezza di capirne la differenza”.
preghiera
Cherokee
Hanno detto: “Da
ogni parte c’è la luce di Dio”.
Ma gridano gli uomini tutti: “Dov’è quella luce?”.
L’ignaro guarda a ogni parte, a destra, a sinistra;
ma dice una Voce: “Guarda soltanto, senza destra e sinistra!”.
“Chi sa non parla;
chi parla non sa.
Confondendosi esteriormente con l’uomo comune,
l’uomo reale è al di là dell’onore e al di là del disprezzo:
per questo è ciò che di più alto vi è al mondo”.
Lao-Tzû (IV o V secolo A.C.)
“Quando una
religione ha la pretesa di imporre la sua dottrina
all’umanità intera, si degrada a tirannia
e diventa una forma di imperialismo”
R. Tagore (1861-1941)
“La religione è
un’illusione, e deriva la sua forza
dal fatto che corrisponde ai nostri desideri istintuali”
“Che cosa è il
nostro concetto di Dio
se non la personificazione dell’inconcepibile?”
G. C. Lichtenberg
(1742-1799)
“Gli stolti non si
curano solo del dovere da compiere
o dello scopo che dovrebbero raggiungere, ma pensano a se stessi soltanto.
Ogni cosa è solo un piedistallo per la loro vanità”.